martedì 23 giugno 2009

IL VIOLONCELLO

La forma di questo strumento musicale, presente soprattutto nelle orchestre sinfoniche, gli tornò spesso in mente e credeva di averne compreso il motivo per un collegamento fatto più volte. Erano trascorsi molti anni, certamente, ma ricordava ancora quando a 58 anni, in pensione da pochi giorni e in anticipo rispetto all’età - usufruendo di una particolare legge al riguardo - aveva deciso di trascorrere parte del proprio tempo libero nel bellissimo parco vicino casa seduto ad uno dei tavolini del chiosco-bar. Per i primi giorni la lettura di un libro gli consentiva una buona dose di relax poi, durante qualche pausa, si guardava intorno e lo spettacolo non mancava: bambini, mamme, baby-sitter, gruppetti di adolescenti, anziani e meno anziani occupati in animate conversazioni...insomma una meravigliosa umanità tutta da osservare minuziosamente, almeno per lui. L’incuriosiva soprattutto quanto si svolgeva in un punto accanto al chiosco dove, un gruppo di signore di una certa età, a prima vista più avanti della sua, conversavano allegramente sedute attorno a due tavolini. Con il trascorrere dei giorni, frequentando quotidianamente il parco, lui ed il gruppo di quelle signore, finirono inevitabilmente con lo scambiarsi alcuni cortesi cenni di saluto e fare reciproca conoscenza. In particolare strinse una simpatica amicizia con una di loro, un tipo estroverso, dall’eloquio facile e semplice la quale volle subito metterlo al corrente di chi fosse lei: una vedova di 73 anni, tre figli in età adulta che avevano la loro vita e non vivevano con lei. Aggiunse anche che aveva un compagno, anche lui vedovo, ma vivevano separati, ognuno a casa propria. Con il passare del tempo, gli presentò le sue amiche, il suo compagno ed una volta persino due dei suoi tre figli. Allora le raccontò quasi tutto di lui: che abitava vicinissimo al parco, che aveva due figli maschi sposati e con prole, che sua moglie preferiva - ultimate le faccende casalinghe - trascorrere tutti i pomeriggi con tre o quattro sue amiche vicine di casa giocando a canasta. Un giorno la signora gli chiese se gli avrebbe fatto piacere andare con lei, il suo compagno e le amiche in un circolo privato dove era loro abitudine recarsi due volte la settimana e partecipare ad alcuni pomeriggi danzanti. Le confessò subito che sarebbe stato un pessimo cavaliere in quanto sapeva appena muoversi al ritmo di musiche lente ma lei e gli altri insistettero perché oltre a ballare si trascorreva il tempo scambiandosi idee ed opinioni di vario genere in un ambiente gradevole. Fu convinto un po’da tutti e così il sabato successivo si recò con loro. L’atmosfera ed il posto erano effettivamente abbastanza piacevoli ed anche le persone non erano poi tanto male e mostravano di trovarsi a loro agio. Ad un tratto, mentre era intento ad osservare un po’ tutto l’ambiente, la simpatica signora lo chiamò dicendogli che desiderava fargli conoscere una sua giovane amica e gliela presentò. Fu così, infatti, che ebbe l’occasione di conoscere una persona speciale. Certo, paragonata a loro, giovane lo era davvero in quanto aveva da poco superato la cinquantina, così gli disse lei stessa tra un ballo e l’altro. Entrarono quasi subito in confidenza ed entrambi si confidarono reciprocamente molte cose su di loro. Si scambiarono i rispettivi numeri telefonici e naturalmente decisero che si sarebbero rivisti ancora. Avvenne tutto troppo velocemente ma entrambi non ci rinunciarono. La sera stessa ma anche nei giorni a seguire si chiese spesso cosa gli stava capitando e perché. Si mise a riflettere molto prima di provare a telefonarle ma poi decise di farlo ed allora ebbe inizio una storia. Le prime risposte che diede alle proprie domande furono quelle sulla persona che aveva conosciuto. Che cosa l’aveva indotto a comportarsi in quel modo? Ripensò a quando gli fu presentata. Ciò che maggiormente l’aveva colpito in lei erano gli occhi: accattivanti, di un colore celeste molto chiaro ed un’aria sincera, quasi interrogativa, lesti nel volgersi in ogni direzione, penetranti, come fossero allarmati. Uno sguardo strano ma piacevole. E poi la sua figura, attraente e non procace, molto femminile e delicata. Per non parlare poi del suo modo d’essere: cordiale, gentile, premuroso. Gli confidò che era divorziata ma che preferiva non parlare del marito e del periodo trascorso insieme e che comunque non avevano avuto figli. Aggiunse di essere in procinto di andare in pensione anticipatamente e abbandonare un lavoro che ormai non la soddisfaceva più e le impediva di occuparsi di più di sé stessa e della sua attività nel volontariato. Continuarono a telefonarsi e a vedersi più spesso, sempre di nascosto però, poiché ognuno di loro aveva i suoi validi motivi. Quello di lui era principalmente fare in modo che la propria famiglia ne rimanesse all’oscuro. Lei voleva evitare ad ogni costo che comuni conoscenti venissero a sapere delle loro frequentazioni. Gli ammiccamenti ed i pettegolezzi le davano molto fastidio anche se era perfettamente consapevole del fatto che non stava tenendo un comportamento corretto verso il prossimo. I loro incontri segreti li tenevano nei luoghi più disparati e nell’abitacolo della sua piccola auto. Sembravamo due adolescenti alle prime armi anziché due persone più che mature ma, dato che erano infatuati l’uno dell’altra, non gli importava nulla. Non raggiungevano mai il culmine, ma si accontentavano delle carezze e dei baci. Un giorno però accadde qualcosa. Evidentemente lei si sentì eccitata a tal punto che raggiunse la massima vetta del piacere ma lo fece in un modo particolare perché, quando accadde ciò che più desiderava, esplose in un’esclamazione soffocata dicendo “grazie!”. Lui, che non aveva ancora raggiunto lo stesso limite, rimase un po’ scombussolato da quell’insolita reazione ma soltanto per un attimo perché prese subito il suo viso tra le proprie mani e la guardò: aveva gli occhi che le brillavano di felicità ed un dolce sorriso le illuminava il volto. Non si dissero una parola…Si strinsero tra le braccia per un po’ e, con lei al volante, tornarono verso le loro rispettive case. Due o tre giorni dopo le telefonò e lei gli chiese se poteva recarsi a casa sua, quello stesso giorno, verso le 18, dopo il suo rientro dal lavoro. Naturalmente ne fu felice e rispose in modo affermativo. L’indomani, puntualmente, citofonò al suo interno, salì e, al quarto piano, appena aperta la porta dell’ascensore la trovò sul pianerottolo dinanzi al suo appartamento. Sorrideva e lo guardava con quei suoi occhi celesti che parevano interrogarlo. La prese sottobraccio…lei lo lasciò entrare e gli fece visitare tutta l’abitazione. Dopo aver preso un caffè si accomodarono in soggiorno sedendo su di un comodo divano. Si parlarono per qualche momento ed erano talmente vicini l’uno all’altra che si potevano sentire le vibrazioni che emanavano i loro corpi. Lui le prese una mano, la fece alzare e la condusse in quella che lei aveva detto essere la sua camera personale. Nonostante una lieve penombra potevano vedersi benissimo. Cominciò a toglierle gli abiti di dosso: prima una leggera camicetta, poi la gonna, le scarpe… rimase con due soli indumenti intimi. Le chiese di infilarsi nel proprio letto, le tirò su un lenzuolo sin sotto il mento e si accinse a togliersi i suoi di vestiti. Tutti… e si distese accanto a lei che nel frattempo aveva eliminato anche gli ultimi due indumenti intimi. Furono momenti meravigliosi. Si guardavano negli occhi senza alcuna rèmora e nello stesso tempo si carezzavano con voluta lentezza quasi a voler assaporare con le mani ogni minima parte dei loro corpi e prolungare al massimo quelle piacevoli sensazioni. Poi lui, completamente disteso, le prese le braccia e la fece salire sul proprio corpo in posizione quasi eretta. Era nuda sopra di lui ed i suoi seni, nonostante l’età, erano piccoli ma meravigliosamente ancora sodi. Dalla vita stretta si allargavano fianchi invitanti. Con le sue mani lo fece entrare dentro di lei. Durante tutto l’atto d’amore volle che lei evitasse di poggiarsi perché nella penombra lui potesse ammirarla in tutto lo splendore delle sue forme straordinariamente sinuose…per l’appunto come un violoncello! Non smisero mai di fissarsi negli occhi come se fra loro fosse in corso una sfida che durò fino al momento culminante per entrambi. Lei infine si adagiò sul suo corpo e lui sentì il suo profumo che sapeva di sesso…un profumo sensuale. Non potè fare a meno di baciarla ancora dappertutto. Sazi ma sfiniti, senza fare commenti, si alzarono, si rivestirono, si dettero ancora un tenero bacio ed uscirono insieme. Lo accompagnò con la propria auto fin verso casa. Il loro rapporto durò per parecchio tempo. Un giorno però commisero un grosso errore: iniziarono a ragionare. Chi lo fece per primo non aveva alcun’importanza. Continuavano a dichiararsi innamorati l’uno dell’altro e non interruppero né le conversazioni telefoniche né i loro incontri ma entrambi comprendevano che il loro rapporto stesse scricchiolando. Avvenne così che lentamente ma inesorabilmente ebbe fine la loro storia. Né lei né lui si sentirono più neppure telefonicamente e non ebbero mai alcuna notizia l’uno dell’altra. Erano come spariti dalla faccia della terra. Che amarezza! Però molte volte, pensando a lei, gli tornava in mente quello strumento musicale e la rotondità delle sue forme. Piacevoli pensieri che riaffioravano frequentemente. Spesso, camminando, si voltava verso ogni lato delle strade che percorreva con la speranza d’incontrarla. Non accadde mai.
Breve precisazione.
Benché gli altri tre strumenti che compongono un quartetto d’archi, vale a dire il violino, la viola ed il contrabbasso sembrano simboleggiare una sinuosa figura femminile pur essendo di diversa grandezza, questi si suonano in modo diverso: il violino e la viola poggiati sulla spalla, il contrabbasso stando in piedi .La differenza sta nel fatto che occorre tenere il quarto strumento tra le gambe e “abbracciarlo” se si vuole ottenere l’effetto sperato: parlo del “VIOLONCELLO”!

28 commenti:

serenella ha detto...

E' un racconto molto bello e diverso dai tuoi soliti. Peccato che sia finita così!

Anna ha detto...

Mi ha fatto riflettere sul fatto che certi sentimenti con l'età non sono affatto diversi, però pensavo che con l'età "matura" fosse più facile mantenerli in vita e invece... :(

Vincenzo Cucinotta ha detto...

Bel racconto, stavolta anche erotico, hai talento, non c'è dubbio :)

luly ha detto...

Aldo, devo confessarti che mi hai stupita con questo piacevole racconto un po' hot:)
E' bello pensare di poter vivere, a qualsiasi età, un tale trasporto di amorosi sensi.
A presto!

aleph ha detto...

Ahiahiahi...ahi!

catone ha detto...

L'amore non ha età e il sesso è bellezza. Bravo, veramente. Un gustoso racconto di vita.
Un caro saluto

zefirina ha detto...

bellissima questa storia, e da molto ho capito che nelle questioni amorose è meglio evitare di ragionare, io l'ho capito ma qualcun altro no, accidenti!

chissà perchè mi sembra di conoscere sia il parco che il chiosco del baretto

Viviana ha detto...

Hai scritto un racconto molto bello, bravo! i tuoi post sono molto belli, continua così. Buona vita, Viviana

il monticiano ha detto...

@serenella: comprendere l'animo umano? Beato chi ci riesce. Anche le cose più belle hanno una fine, si spera sempre in una migliore.

@ANNA: e invece capita spesso che proprio con l'età matura non si riesce a mantenere in vita certi sentimenti o perlomeno è molto raro che avvenga.

@Vincenzo Cucinotta: Ogni tanto cerco di uscire dal solito seminato. Finchè m'assiste la mente e la memoria.

@luly: E' hot veramente e non ero molto sicuro di volerlo postare sul blog, poi mi sono deciso. Proprio per quelle tue parole "a
qualsiasi età".
A presto, ci conto.

@aleph: beh veramente un commento sibillino ma non troppo.Spero di sbagliarmi.

@catone: Le tue parole mi confortano. Spero di non avere esagerato sul decantare certe situazioni.

@zefirina: Il guaio di certi accadimenti è proprio quello: iniziare a ragionare e tutto va a farsi benedire.
Lo so che tu conosci benissimo quel parco e quel chiosco. Ci vai sempre a prendere un po' d'aria fresca?

@Viviana: Sono contento che ti sia piaciuto. E il topolino che ne dice?
Buona vita anche a voi.

Angelo azzurro ha detto...

Wow!! Aldo...che bel post!! Uno spaccato di vita molto coinvolgente!! Ammiro molto la tua decisione a renderlo pubblico anche se così insolito dai tuoi scritti.E' un'ulteriore conferma che l'amore non conosce età, una grande consolazione direi!
buona giornata!

Anonimo ha detto...

Anche a me, come Anna, ha fatto riflettere il fatto che con l'età certi sentimenti non cambiano.

Pupottina ha detto...

ci si rivede oggi ;-)

bello questo racconto!
concordo con Serenella... è un po' diverso dai tuoi altri, ma è ben fatto

^___________^

Rosaria ha detto...

Che dirti? Tutto è stato detto già...ma una cosa non è stata ancora detta...che l'amore ad una certa età è molto più bello, perchè non si ha fretta, si e protagonisti e spettatori nello stesso tempo.
Sarà che con l'età tutto si rallenta...ed è proprio in questa lentezza che nasce la sognata completezza...

L'amore, non va disturbato con ridicoli ragionamenti, si guasta...
ciao, sei stato fantastico!

Michele ha detto...

ciao
quando posso mi piace venirti a trovare
Michele pianetatempolibero

il monticiano ha detto...

@Angelo azzurro: In realtà era oltre due anni che l'avevo scritto e poi messo da parte.
Poi come dire, in mancanza di meglio -faccio il presuntuoso- mi sono deciso e l'ho messo sul blog.
Buona giornata anche a te.

@Giovanni Greco: Certamente, non cambiano, anche se hanno una diversa intensità.

@Pupottina: ci si rivede e sono contento.
Direi che è persino troppo diverso dai miei precedenti ma tant'è,ormai l'avevo scritto.

@rosy: L'ultima frase del tuo commento calza a pennello: i ragionamenti guastano.
ciao e grazie.

@Michele pianetatempolibero: Tu puoi passare quando puoi e mi fa piacere quando lo fai. ciao.

@La Mente Persa: insomma. Io ce l'ho messa tutta.

Paola ha detto...

Bellissimo!!!
Letto tutto d'un fiato... un racconto spiegato minuziosamente... e trasmesso emozioni...
Amore che stupenda parola!!!
Se puro bisogna viverlo nella sua pienezza sempre...
Peccato che la loro storia sia finita...
Ciao Monticiano grazie di essere passato...
Buona serata un abbraccio

Viviana ha detto...

Il topolino Mao non dice nulla perchè anche io ho scritto racconti un pochino osè ma moooolto soft e assolutamente non volgari. Sono ancora sul web se t'interessa leggerli. Buona serata e buona vita, Viviana

il monticiano ha detto...

@Paola: Ti sono grato per il commento benevolo nei confronti del post e per i tuoi teneri pensieri che hai aggiunto.
Un abbraccio anche a te e buonanotte.

@Viviana: Ringrazio vivamente te e Mao ma malgrado tutti i miei sforzi, datosi che sono una frana, non sono riuscito a trovare i racconti.
Giacchè m'interessa leggerli vi prego suggerirmi le date.
Buona vita e buona notte.

Andrea De Luca ha detto...

bel racconto aldo
un saluto

Annarita ha detto...

Bello e tenero il racconto, narrato egregiamente. Bravo, Aldo!

Delicata e suggestiva l'immagine del violoncello associata al corpo femminile.

Hai talento...una piacevole sorpresa.
salutoni.
annarita

Elsa ha detto...

hai espresso "sensualità"...
si può fare anche attaverso un violoncello, non posso che levarmi il capello... pss la rima non era voluta :)
scrivi davvero benissimo :)))
un abbraccio
Elsa

Gabryella Costa Fdd ha detto...

M.E.R.AV.I.G.L.I.O.S.O.

[[Benché gli altri tre strumenti che compongono un quartetto d’archi, vale a dire il violino, la viola ed il contrabbasso sembrano simboleggiare una sinuosa figura femminile pur essendo di diversa grandezza, questi si suonano in modo diverso: il violino e la viola poggiati sulla spalla, il contrabbasso stando in piedi .La differenza sta nel fatto che occorre tenere il quarto strumento tra le gambe e “abbracciarlo” se si vuole ottenere l’effetto sperato: parlo del “VIOLONCELLO”! ]]
M.E.R.A.V.I.G.L.I.O.S.O.
Seppur nulla dura in eterna,per quel dato tempo in cui l'amore dura è M.E.RA.V.I.G.L.I.O.S.O. viverlo,per tutto il resto il KARMA FA IL SUO CORSO E VA BENE COSI!!!! .-) XD ^..^

il monticiano ha detto...

@Andrew: sono contento che ti sia piaciuto.
Un saluto anche a te.

@La Mente Persa: cento ne fa e cento ne pensa. Sono andato e commentato.

@Annarita:grazie e spero che rimanga piacevole anche col passare del tempo.
Un salutone anche a te.

@Elsa: l'accostamento con l'immagine del violoncello è qualcosa che rimane scolpito nella mente.
Un abbraccio anche a te.

@gabrybabelle: grazie. Commenti così mi piacerebbe riceverli ad ogni post ma questo è impossibile.

Pupottina ha detto...

buon weekend ^_____________^ vorrei che ci fosse il sole per fare un paio di giornate al mare, ma il tempo non è esattamente quello che ci si aspetterebbe in questo mese

Damiano Aliprandi ha detto...

QUsta volta hai fatto un racconto che spezza con tutti gli altri! Mancava la componente erotica, ora sei davvero completo ;)

Pupottina ha detto...

quello che hai visto da me a fine post è un gadget che ho trovato il un blog di cucina e mi è piaciuto, così anche i vecchi post possono trovare alla ribalta e cambiano ogni volta che si avvia la pagina.... io stessa, leggendo i titoli, non ricordavo nemmeno di averli scritti... eheheheh

il monticiano ha detto...

@Pupottina 1°) e 2°): Sembra che l'estate ci fa un po' sospirare. Chissà forse durerà di più, fino a ottobre.
Credo proprio che andrò a rovistare tra i tuoi vecchi post, quelli che letto mi hanno molto divertito.

@l'incarcerato:per essere completo ce ne vuole. Io comunque ho fatto e faccio il possibile.

L'Occhio Narrante ha detto...

Un giorno però commisero un grosso errore: iniziarono a ragionare.

A mio parere, è in queste parole il senso e il limite delle grandi storie d'amore, a qualsiasi età.

Bravo Aldo, è sempre un piacere ritornare in Rete e ritrovare i tuoi scritti.

ciao
Salvatore