L’ORARIO
Da circa due mesi non incontro più né il “silente” (al quale avevo tolto il saluto), né il “buontempone” (con il quale ricambiavo il saluto), né il “logorroico” (che avevo deciso di evitare e quindi niente saluto) e neppure il “prelevatore” (al quale rivolsi il mio cordiale saluto una sola volta …e meno male!). Quest’ultimo spero sinceramente che si stia godendo le sue “meritate vacanze” in quell’ameno luogo denominato Rebibbia (andrebbe bene anche Regina Coeli ma non importa un penitenziario vale l’altro). Per gli altri tre invece credo sia per una questione d’orario. Voglio dire mentre in precedenza circolavo nelle vicinanze della mia abitazione dalle 10 a.m. fino verso le 11, adesso ho anticipato “l’ora d’aria” (a proposito di luoghi ameni!) dalle 8,30 alle 9,30 sempre a.m. Mi auguro di cuore che non sia accaduto qualcosa di spiacevole perché, lo ammetto, sono preoccupato. Chissà se anche loro si staranno chiedendo come mai non mi hanno più incontrato. Staranno in pensiero? Non mi farebbe piacere se solo pensassero che io…….(è d’uopo il gesto scaramantico).
Per fortuna (?) non sono mancate altre persone con le quali scambiare un “saluto”. E’ stata solo questione d’orario.
Soltanto tre di queste persone sono novità: per le prime due si è trattato di una cosa episodica mentre la terza…bè!…questa invece prosegue…forse fino al nuovo cambio d’orario!
PRIMA NOVITA’:
-una mattina mi son svegliato…”o bella ciao, bella ciao, ciao, ciao”… ed ho incrociato durante il
tragitto una ragazza…una ventina d’anni, bellina, alta (?) quanto me, tutta affannata, la quale appena mi ha visto mi ha fermato dicendomi
=Scusi…è più di mezz’ora che sto girando in cerca dell’ufficio postale e…non mi riesce a trovarlo…mi dice per favore da quale parte devo andare?…mi avevano detto che era qui vicino…
Io sorrido beffardamente e le fo, forse con un tono troppo perentorio
=Volti le spalle…=
Lei, quasi spaventata
=Ma perché?…=
=Così vedrà l’isola del tesoro…=
=Senta…io non ho mica voglia di scherzare…=
=Oh!…ma io non scherzo…basta che lei giri lo sguardo e potrà leggere un bellissimo grosso cartello…=
La bellina si volta e rimane di stucco…proprio di fronte a lei c’è il suo desiderato ufficio postale
=Porca…mi scusi…ci sono passata davanti perlomeno tre volte…ma come ho fatto a non vedere quel cartello?…=
=Questo non lo so, però le assicuro che ci sta da oltre 30 anni…io abito qui nei pressi e ci vengo molto spesso…sarà stata un po’ distratta…=
=Lei è troppo gentile…altro che un po’…ho l’impressione che mi sto rimbambendo…=
=Considerata la nostra rispettiva età ritengo che questa sensazione appartenga più a me che a lei… ora la saluto e le auguro buona fortuna…=
=Peccato che vado di fretta, devo andare in ufficio, mi avrebbe fatto piacere prendere un caffè insieme…=
=La ringrazio… basta il saluto…arrivederci e…occhio ai cartelli…=
=Non me ne lascerò scappare nemmeno uno da oggi in poi…grazie e…ciao…= (un saluto confidenziale molto gradito)
=Ciao…=
SECONDA NOVITA’:
-circa due settimane dopo mi ferma un uomo di una certa età abbigliato con la caratteristica tenuta da turista…infatti, è straniero (ho come l’impressione di avere una sorta di calamita incollata addosso perché mi capita spesso di essere interpellato da turisti.…specialmente “esteri”) e qui arrivano i dolori…Riesco a capire che è un olandese, non parla neppure mezza parola d’italiano e mi mostra in continuazione una carta stradale indicando con le dita il “disegnino” del Colosseo. Fin qui ci siamo: vorrebbe visitarlo. Il problema è come farcelo arrivare perché da dove ci troviamo al luogo dove lui vuole andare ci saranno almeno due o tre chilometri di distanza. Provo a chiedergli se parla inglese (come se io lo parlassi!…) e meno male che scuote la testa, sorride e con un movimento delle spalle mi fa capire che magari gli dispiace ma non sa neppure che “roba” sia. Ho evitato una brutta figura. Mi faccio coraggio e, a gesti come si fa per le ombre cinesi, cerco di spiegargli la strada da percorrere indicandogliela sulla sua carta stradale facendo inoltre volteggiare le mie mani a destra e a manca (sembro un vigile urbano sulla pedana agli incroci). L’”orange” (mi sembra che gli olandesi, almeno nel gergo calcistico, sono così soprannominati) mi fa ripetuti cenni di aver capito: beato lui…Io penso proprio che, almeno per 24 ore, non riuscirà a visitarlo il Colosseo. Mi ringrazia ripetutamente e, salutandomi calorosamente, da quel colosso che è (ecco perché vorrebbe vedere il “monumentone”!) mi stringe la mano così forte che ne ho sentito il “ricordo” per tre giorni.
TERZA NOVITA’
Ormai è una settimana, credo, che al mio rientro a casa incrocio tutte le mattine una signora (o signorina?), poco più che quarantenne, piccolina, cicciottella, bionda ossigenata, vestita sempre uguale: pantaloni neri aderentissimi, maglietta nera senza colletto né maniche anch’essa aderente, scarpe aperte, nere. Al guinzaglio un magnifico e atletico cane lupo (pastore tedesco?) a passeggio per le sue “necessità”. Lei ci gioca, corre con lui, si vede che si diverte. Per un paio di giorni ci siamo incrociati senza fare alcun cenno. Tre giorni fa mi saluta, lei, con un breve cenno della testa abbozzando un lieve sorriso. Ieri mi ha detto =buongiorno!= Questa mattina ci ha aggiunto un =come va?=. Al che io ho risposto =bene, grazie e …il “bimbo” (riferendomi al cane) che fa?=…e lei =E’ vivacissimo…ha appena 14 mesi…vuole sempre giocare…= e io =complimenti…buona giornata….= Ci allontaniamo salutandoci cordialmente mentre lui, il “lupo”, ci osserva, incuriosito e con un’aria interrogativa. Forse si sta domandando =ma questi due quando si sono conosciuti?=. Se avesse fatto a me questa domanda avrei risposto =mai!= (oddìo non è che mi sarebbe dispiaciuto).
Da queste novità ho appreso che incontrare o no alcune persone è soltanto una questione d’orario.
Da circa due mesi non incontro più né il “silente” (al quale avevo tolto il saluto), né il “buontempone” (con il quale ricambiavo il saluto), né il “logorroico” (che avevo deciso di evitare e quindi niente saluto) e neppure il “prelevatore” (al quale rivolsi il mio cordiale saluto una sola volta …e meno male!). Quest’ultimo spero sinceramente che si stia godendo le sue “meritate vacanze” in quell’ameno luogo denominato Rebibbia (andrebbe bene anche Regina Coeli ma non importa un penitenziario vale l’altro). Per gli altri tre invece credo sia per una questione d’orario. Voglio dire mentre in precedenza circolavo nelle vicinanze della mia abitazione dalle 10 a.m. fino verso le 11, adesso ho anticipato “l’ora d’aria” (a proposito di luoghi ameni!) dalle 8,30 alle 9,30 sempre a.m. Mi auguro di cuore che non sia accaduto qualcosa di spiacevole perché, lo ammetto, sono preoccupato. Chissà se anche loro si staranno chiedendo come mai non mi hanno più incontrato. Staranno in pensiero? Non mi farebbe piacere se solo pensassero che io…….(è d’uopo il gesto scaramantico).
Per fortuna (?) non sono mancate altre persone con le quali scambiare un “saluto”. E’ stata solo questione d’orario.
Soltanto tre di queste persone sono novità: per le prime due si è trattato di una cosa episodica mentre la terza…bè!…questa invece prosegue…forse fino al nuovo cambio d’orario!
PRIMA NOVITA’:
-una mattina mi son svegliato…”o bella ciao, bella ciao, ciao, ciao”… ed ho incrociato durante il
tragitto una ragazza…una ventina d’anni, bellina, alta (?) quanto me, tutta affannata, la quale appena mi ha visto mi ha fermato dicendomi
=Scusi…è più di mezz’ora che sto girando in cerca dell’ufficio postale e…non mi riesce a trovarlo…mi dice per favore da quale parte devo andare?…mi avevano detto che era qui vicino…
Io sorrido beffardamente e le fo, forse con un tono troppo perentorio
=Volti le spalle…=
Lei, quasi spaventata
=Ma perché?…=
=Così vedrà l’isola del tesoro…=
=Senta…io non ho mica voglia di scherzare…=
=Oh!…ma io non scherzo…basta che lei giri lo sguardo e potrà leggere un bellissimo grosso cartello…=
La bellina si volta e rimane di stucco…proprio di fronte a lei c’è il suo desiderato ufficio postale
=Porca…mi scusi…ci sono passata davanti perlomeno tre volte…ma come ho fatto a non vedere quel cartello?…=
=Questo non lo so, però le assicuro che ci sta da oltre 30 anni…io abito qui nei pressi e ci vengo molto spesso…sarà stata un po’ distratta…=
=Lei è troppo gentile…altro che un po’…ho l’impressione che mi sto rimbambendo…=
=Considerata la nostra rispettiva età ritengo che questa sensazione appartenga più a me che a lei… ora la saluto e le auguro buona fortuna…=
=Peccato che vado di fretta, devo andare in ufficio, mi avrebbe fatto piacere prendere un caffè insieme…=
=La ringrazio… basta il saluto…arrivederci e…occhio ai cartelli…=
=Non me ne lascerò scappare nemmeno uno da oggi in poi…grazie e…ciao…= (un saluto confidenziale molto gradito)
=Ciao…=
SECONDA NOVITA’:
-circa due settimane dopo mi ferma un uomo di una certa età abbigliato con la caratteristica tenuta da turista…infatti, è straniero (ho come l’impressione di avere una sorta di calamita incollata addosso perché mi capita spesso di essere interpellato da turisti.…specialmente “esteri”) e qui arrivano i dolori…Riesco a capire che è un olandese, non parla neppure mezza parola d’italiano e mi mostra in continuazione una carta stradale indicando con le dita il “disegnino” del Colosseo. Fin qui ci siamo: vorrebbe visitarlo. Il problema è come farcelo arrivare perché da dove ci troviamo al luogo dove lui vuole andare ci saranno almeno due o tre chilometri di distanza. Provo a chiedergli se parla inglese (come se io lo parlassi!…) e meno male che scuote la testa, sorride e con un movimento delle spalle mi fa capire che magari gli dispiace ma non sa neppure che “roba” sia. Ho evitato una brutta figura. Mi faccio coraggio e, a gesti come si fa per le ombre cinesi, cerco di spiegargli la strada da percorrere indicandogliela sulla sua carta stradale facendo inoltre volteggiare le mie mani a destra e a manca (sembro un vigile urbano sulla pedana agli incroci). L’”orange” (mi sembra che gli olandesi, almeno nel gergo calcistico, sono così soprannominati) mi fa ripetuti cenni di aver capito: beato lui…Io penso proprio che, almeno per 24 ore, non riuscirà a visitarlo il Colosseo. Mi ringrazia ripetutamente e, salutandomi calorosamente, da quel colosso che è (ecco perché vorrebbe vedere il “monumentone”!) mi stringe la mano così forte che ne ho sentito il “ricordo” per tre giorni.
TERZA NOVITA’
Ormai è una settimana, credo, che al mio rientro a casa incrocio tutte le mattine una signora (o signorina?), poco più che quarantenne, piccolina, cicciottella, bionda ossigenata, vestita sempre uguale: pantaloni neri aderentissimi, maglietta nera senza colletto né maniche anch’essa aderente, scarpe aperte, nere. Al guinzaglio un magnifico e atletico cane lupo (pastore tedesco?) a passeggio per le sue “necessità”. Lei ci gioca, corre con lui, si vede che si diverte. Per un paio di giorni ci siamo incrociati senza fare alcun cenno. Tre giorni fa mi saluta, lei, con un breve cenno della testa abbozzando un lieve sorriso. Ieri mi ha detto =buongiorno!= Questa mattina ci ha aggiunto un =come va?=. Al che io ho risposto =bene, grazie e …il “bimbo” (riferendomi al cane) che fa?=…e lei =E’ vivacissimo…ha appena 14 mesi…vuole sempre giocare…= e io =complimenti…buona giornata….= Ci allontaniamo salutandoci cordialmente mentre lui, il “lupo”, ci osserva, incuriosito e con un’aria interrogativa. Forse si sta domandando =ma questi due quando si sono conosciuti?=. Se avesse fatto a me questa domanda avrei risposto =mai!= (oddìo non è che mi sarebbe dispiaciuto).
Da queste novità ho appreso che incontrare o no alcune persone è soltanto una questione d’orario.