Se non
ricordo male era il 1965 - altri tempi - io e mia moglie
trentacinquenni e il mio unico figlio appena sei anni. Non ricordo
neppure chi di noi suggerì di trascorrere un fine settimana a Napoli
ma poco importa dato che tempo e denaro me lo permettevano. Era
primavera inoltrata e il tempo era buono.
Non avevo
ancora una macchina - presi la patente un anno dopo - e quindi
andammo in treno partendo la sera del venerdì. Mio figlio non stava
in sé dalla gioia e ricordo che per tutta la durata del viaggio non
fece altro che correre sù e giù lungo il corridoio del vagone dove
io e mia moglie eravamo seduti. Arrivati a Napoli, stazione di Napoli
Garibaldi, non appena scendemmo dal treno, fummo avvicinati da un
uomo, distinto e molto cortese, che ci chiese se eravamo in cerca di
un albergo o di una pensione. Ma come aveva fatto a capire che non
eravamo napoletani che tornavano a casa ma turisti in visita? Gli
dissi che in effetti dovevamo cercare un luogo dove trascorrere un
paio di notti e aggiunsi anche che non potevamo permetterci un
albergo di lusso ma qualcosa di molto più economico. Lui non si
scompose per niente e ci disse di stare tranquilli che ci avrebbe
accompagnati a una pensione giusta per noi. Lì giunti lui ci
salutò, io feci il gesto di volergli dare una ricompensa ma lui mi
ringraziò e mi disse che il 'servizio' era compreso nel costo del
soggiorno. Ci dettero una camera grande con tre letti, un piccolo
lavandino e sovrastante specchio, senza bagno dato che occorreva
usare quello in comune nel corridoio. La mattina dopo, appena svegli,
mentre io ero intento a radermi la barba - in quegli anni me la
dovevo fare due volte al giorno se, ad esempio, la sera volevamo
andare in qualche posto - bussarono alla porta e mia moglie disse
"avanti" ma io urlai "nooo, sono in mutande". E
giù a ridere, non io, certo, ma mio figlio e mia moglie sì. Finito
di fare colazione ce ne andammo a fare un giro per Napoli e a pranzo
ci mettemmo seduti al famoso ristorante 'La bersagliera' con tanto di
compagnia musicale offertaci da due napoletani uno con la chitarra e
l'altro con il mandolino. Nel pomeriggio, sempre a passeggio per
questa bella città, volli acquistare e regalare a mia moglie una
collana di corallo autentico.
L'indomani,
era domenica, altro piccolo giro turistico e poi, ormai era tardo
pomeriggio, prendemmo il treno e ritornammo a Roma. Decisamente un
ottimo fine settimana.
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Quella
collana purtroppo prese il volo insieme ad altri oggetti nel 1981
quando subimmo un furto in casa e ci alleggerirono anche di altro.
Quattro mesi dopo ci fu il bis,un altro furto, ma i ladri, a parte la
casa sottosopra, si dovettero contentare di quattro o cinque banane,
altro di sostanzioso non c'era.