...ma non al
bar come recita la nota canzone di Gino Paoli, bensì al Colle
Palatino, uno dei sette Colli di Roma, di fronte al Colosseo e a Via
dei Fori e mi tornano in mente alcuni ricordi. Come mai? Forse perchè
in macchina guidata da mio figlio l'altro giorno sono passato davanti
a quel Colle per tornare a casa.
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Il cordless
del mio telefono fisso suona, io vado a rispondere e una voce
maschile mi fa "Accardo mi riconosci?" ed io "mica
tanto, perché non mi dici chi sei?" e la voce "sono
Caccia, ti ricordi?", "aspetta... Caccia, Caccia...
sìì...come no, e mi ricordo anche di Formi e di Gabri ed eravamo
quattro amici inseparabili almeno fino alla terza media", "già,
era l'anno scolastico 1943/1944 e tu eri più grande di noi, almeno
di un anno", "proprio così perché ero uno che frequentava
quella classe per la terza volta", " a proposito ma poi la
prendesti la licenza?", " sì, a calci e spintoni perché
mi presentai agli esami dopo aver preso un sacco di lezioni private",
"non importa, basta che ti sei tolto il pensiero", "e
te non dirmi
che ti
ricordi quante volte abbiamo fatto sega a scuola andandoci a
divertire noi quattro lì al Palatino...", "certo che me
ne ricordo ci nascondevamo dentro quella
specie
di capanne e di abitazioni antichissime con muri e tetti che potevano
crollare da un minuto all'altro", "già, ma dimmi un po' tu
abiti sempre al Colle Celio vicino al Cinema Colosseo?", "non
mi sono mosso anche perché sai il valore della mia casa è molto
alto poiché quando ti affacci quasi quasi sbatti il muso al Colosseo
e al Palatino messi insieme. E te non abiti più a Via della
Polveriera lì al Colle Oppio vero?", "vero, adesso abito
al Colle Esquilino, ma tu come fai a saperlo?", "perché tì
ho cercato sull'elenco del telefono e così ho saputo dove abiti e
qual'è il numero telefonico di casa tua", "come
mai?", "un giorno mi è capitato di sentire un po'
di nostalgia per quei lontani tempi e allora ho pensato di fare una
cosa", "cioè?", "mi sono messo di buzzo buono a
cercare tutti quelli della nostra classe e non è stata una cosa
semplice, ma d'altra parte essendo un pensionato ne ho tempo da
perdere", "e quali risultati hai ottenuto?", "pensa
che te sei il quindicesimo, gli altri purtroppo non sono riuscito a
trovarli", " e adesso cosa hai intenzione di fare?",
"ho già programmato tutto. Ci vediamo la prossima domenica alle
13 davanti a quel grande ristorante di fronte al Colosseo e, a
pranzo, daremo il via ai nostri ricordi e ci racconteremo quello che
ricorderemo...", "ma quel ristorante ci costa troppo...",
" no perchè il proprietario è un mio vecchio amico d'infanzia
e ci farà un fortissimo sconto comitiva", "ma chi sono
quelli che hai convocato?", "sarà una sorpresa e non dico
i nomi di chi sarà presente", "ma gli altri due Formi e
Gabri dei quali, tra l'altro, ricordo i cognomi ma non i nomi,
verranno?", "lo saprai soltanto quando li vedrai. Volevo
precisarti che ciascuno di noi potrà partecipare con un altra
persona, moglie, figlio, parente, amico o conoscente. Se tutto va
bene, come penso che andrà, saremo almeno in 30", "d'accordo,
verrò anch'io allora, contaci", "Ciao amico mio, a
domenica", "Ciao"
Quella
domenica, alle 13 in punto siamo arrivati lì, io con un parente,
siamo entrati dove c'era una grande tavolata già apparecchiata e
pronta, ci siamo seduti in un tavolino vicino ad aspettare. Le 13.30,
le 14, le 14.30 niente, non si è fatto vivo nessuno. Ho detto al
proprietario se il mio amico Caccia aveva per caso disdetto
l'appuntamento ma lui mi disse di non conoscere nessuno con quel
cognome e che comunque quel tavolo era già pronto per la sera per
una cena. Mi sono chiesto se mi ero rimbambito e forse avevo
sbagliato giorno, ora e luogo...
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Ma poi mi
sono svegliato ed ho capito che era stato un bel sogno.
Soltanto
i cognomi e le avventure dei quattro amici Accardo, Caccia, Formi e
Gabri sono la sola realtà di quegli anni trascorsi insieme.
Il resto
fa parte del sogno.