venerdì 28 agosto 2015

A DOMANDE HO RISPOSTO

Che scuole hai frequentato? Scuole pubbliche fino alla "conquista" della licenza della terza media inferiore inclusa (che ho ripetuto tre volte). Poi non ho voluto più studiare. Che tipi di mestieri hai intrapreso in gioventù?Apprendista presso una filiale di Società italo-americana che si occupava di riparazione e installazione di macchine calcolatrici. Avevo 14 anni. Dopo qualche mese andai a fare una specie di fattorino su dei piccoli autocarri in sostituzione dei mezzi pubblici che subito dopo l'occupazione di Roma da parte dei tedeschi (luglio 1943-giugno 1944)  non erano in grado di funzionare. In seguito aiuto macchinista al Teatro Galleria sotto la Galleria Colonna di fronte Palazzo Chigi. Poi terzo aiuto elettricista sempre al Teatro Galleria. Ho fatto anche qualche giorno di manovale-cementista. Purtroppo in quegli anni (1944-1948) il lavoro scarseggiava. Sul finire del 1948 riuscii ad essere assunto presso uno studio notarile come dattilografo. Nel 1950 un anno di militare in Piemonte (Casale Monferrato e Asti). Durante tale periodo il Notaio dove lavoravo morì e al mio ritorno venni assunto da suo figlio architetto che mi affidò l'incarico di assistente (contrario) ai lavori di un fabbricato sulla via Cristoforo Colombo da lui progettato e del quale dirigeva i lavori stessi. Nel 1956, dopo sposato, tramite un annuncio su un quotidiano romano venni assunto da un altro Notaio e da allora seguitai la mia "carriera" di dipendente di vari studi notarili, fino ai primi anni novanta. Non sono mai stato un dipendente pubblico. Durante il periodo della mia disoccupazione mi veniva chiesto se avevo fatto il servizio militare, oppure se avevo la patente, oppure ancora se potevo accompagnare la mia richiesta di assunzione presso un'azienda pubblica da una raccomandazione di un monsignore(???). A volte mi guadagnavo le "mille lire" prendendo parte come teatrante amatoriale (presentatore, spalla del comico ecc.) ad alcuni spettacoli teatrali nelle sagre paesane vicino Roma. Come mai ti fai chiamare “Il Monticiano”? Perché sono nato a Via della Polveriera, di fronte al Colosseo, che fa parte del Rione I° di Roma, il Monti. Racconta di quando da ragazzo hai deciso di scappare di casa , arrivando fino a Napoli.  Ero il secondo dei quattro figli maschi dei miei genitori e quella volta toccava a me lavare i piatti (se non ricordo male era il 1945). Non mi andava per niente. Quella è stata la seconda mia fuga da casa,delle tre complessive. Descriviti in 3 aggettivi. Forse un po' pignolo (retaggio del mio lavoro ultratrentennale presso studi notarili), paziente e, perché no, a volte anche rompiscatole. Il tuo motto? Cercare di dare meno fastidio al prossimo. Che messaggio vorresti lanciare ai giovani di oggi?  Non seguite il mio esempio ma studiate e istruitevi al massimo.

mercoledì 26 agosto 2015

MI DILETTO, diciamo così

ad apprendere quotidianamente dai media (stampa e TV) della dipartita di persone più o meno note, dell'età media tra i circa 80 e i quasi 90 anni. Naturalmente a loro ci sono da aggiungere i perfetti sconosciuti che non credo siano pochi. Dovrei dedurne pertanto che con i miei quasi 85 molto probabilmente e quasi di diritto, entrerò a far parte di questo secondo gruppo tra non troppo tempo. Sono pronto. Testamento non lo devo fare dato che non possiedo nulla da lasciare, soltanto parole.