venerdì 17 dicembre 2010

IL PANE OVVERO LA PESATURA DELLA BRICIOLA

A volte qualcuno mi ride dietro, altre volte sbuffano ad un mio accenno di disapprovazione, altre volte ancora sorvolano sul comprendere il perchè di quello che vado dicendo riguardo il pane.
Mi viene detto "guarda che diventi paranoico con questa tua fissazione sul pane, sul suo uso e sul suo spreco".
Ebbene io conservo ancora oggi un ricordo molto amaro circa questo alimento.
A gennaio del 1940 cinque mesi prima dell'entrata in guerra dell'Italia il governo fascista dette il via alla distribuzione della carta annonaria per il razionamento di molti prodotti almentari tra i quali appunto il pane.
Alcuni di tali prodotti tipo caffè, carne, zucchero e altro o erano introvabili oppure appannaggio soltanto di persone agiate e "borsari neri" che potevano permetterselo insieme ai contadini con i quali nostro padre barattava minuscoli oggetti d'oro di proprietà di nostra madre per patate, cicerchie, carrube etc.
Qui a Roma come tipo di pane era di largo consumo la ciriola o "cirioletta" ognuna del peso di circa 100 grammi che era poi la razione giornaliera pro capite di ogni componente della famiglia.
Il nostro panettiere di fiducia a due passi da casa era il Sor Giggetto che, come testimone, figura tra l'altro nel mio estratto di nascita – 1930.
Ogni mattina si andava da lui , si esibiva la carta annonaria dalla quale prelevava i bollini relativi e si tornava a casa con i 600 grammi spettanti alla nostra famiglia composta dai genitori e da quattro figli.
Con il procedere della guerra le scorte di farina andavano esaurendosi e di conseguenza anche il pane diventava quasi un genere di lusso.
A volte capitava che il Sor Giggetto riusciva a rimediare non so come un po' di pane extra e allora ci avvisava di tornare il pomeriggio, fare la fila e sperare di ottenere qualche cirioletta in più di quella del razionamento.
Quelle volte in cui riuscivamo a rimediarne un paio anche noi naturalmente eravamo contenti ma tra noi fratelli sorgevano sempre delle discussioni perché nostra madre doveva dividere le ciriolette
esattamente in parti uguali e non sempre le riusciva.
Noi fratelli litigavamo persino per un pezzetto di mollica di pane in più o in meno. I primi due anni eravamo io e mio fratello più grande i partecipanti al dibattito poi si aggiunsero gli altri due, nel frattempo cresciuti.
Mio padre si stancò di quelle discussoni piuttosto animate e allora un giorno portò a casa una bilancia da farmacista o da orafo, che poteva pesare soltanto cose leggerissime. Briciole appunto.
Rammento ancora oggi la scena mentre, seduti intorno il tavolo in cucina, guardavamo con occhi attenti nostra madre che cercava di pesare e suddividere con precisione le due ciriolette.
Un ricordo che m'è rimasto impresso nella mente e che non ho mai dimenticato.

44 commenti:

Unknown ha detto...

Non mi riferisco al razionamento, ma a mia nonna che sempre diceva :" Per ogni briciola buttata di pane, saremo condannati a raccoglierle in un cestino senza fondo." Io mi consolavo pensando che ,col passare dei secoli,si sarebbero formate delle ragnatele che,finalmente,avrebbero potuto trattenere le briciole.
Mi mancava l'atmosfera che riesci ad infondere ai tuoi ricordi.
Cristiana

Lara ha detto...

Caro Aldo, la bilancia da orafo per pesare ... le briciole di pane! Oggi che pure è in corso una grande crisi economica, credo che non ci penserebbe nessuno. Molto bello il ritratto che emerge dei tuoi genitori!
Buona giornata,
Lara

web runner ha detto...

Oggi diamo troppe cose per scontate, e se ne perde il significato.
Grazie per questi ricordi.

luly ha detto...

Ricordi importanti ma amari....
E, poi, scusa, ma perché, la crisi esiste?!?!? No, che non esiste!!!
Baci, Aldo caro.

Nou ha detto...

Caro Aldo, questo racconto mi ha fatto inumidire gli occhi.
Sono certa di darti una gioia nel dirti che il pane avanzato lo trasformo in gnocchi di pane buonissimi!
Ci fai pertecipi di ricordi belli e importanti, un abbraccio grande!
Nou

Pupottina ha detto...

ciao Aldo
eccomi per un saluto al volo nonostante la pausa...
buon proseguimento ^_________^

Ernest ha detto...

grazie per ricordarci queste cose
Aldo, a volte ci lamentiamo davvero troppo senza pensare al passato
un abbraccio

Ady ha detto...

ciao aldo, ti ringrazio per questo ricordo, mi hai emozionato, l'ho centellinato come fosse stata una briciola di pane in tempi di guerra.

la Volpe ha detto...

che storia!

Chica ha detto...

racconti che mi strappano un sorriso, malinconico, perchè son le stesse storie che ho ascoltato dai miei genitori...a volte ilpane, a volte aneddoti sulla minestra....storie, o meglio , realtà vissute che raccontate ai giorni d'oggi per molti possono sembrare invenzioni....eppure...mia mamma, come te, non getterebbe mai via neanche una crosticina di pane....:D

Susanna ha detto...

Condivido con te la fissa riguardo al pane. A casa mia non se ne mangia mai: ci piace troppo. Sembra una cosa da pazzi, ma è comprensibile: se ce ne fosse, io me ne mangerei tonnellate. E' la cosa migliore che ci sia. Il mio cibo preferito sarebbe la bruschetta (pane abbrustolito con aglio, olio e sale).
Ricordo mia nonna, Dio la riposi, che mi diceva che buttare il pane è peccato mortale. Io ne sono convintissima.
Bene fece tuo padre a munirsi della bilancina, almeno non ha fatto torto a nessuno.
Quando vado al ristorante e vedo che la gente lascia piatti interi e cesti di pane, li rincorrerei e glieli caccerei in gola col forcone, come dice mia madre...

mod ha detto...

I love you, al.
sempre.

mod

Tina ha detto...

Splendida pagina di "cronache familiari".

Il sapore del buon pane è unico.

Quando ne avanza lo trasformo in fettine abbrustolite, con una fettina di pomodoro, aglio, origano e chi lo vuole un pezzettino d'acciuga...buttarlo...mai.

Lo reputo uno schiaffo alla fame nel mondo.

Grazie di esserci Aldo, Smak e notte buona ;-))

enzo ha detto...

E ci credo che non lo hai mai dimenticato.
Direi che te lo sei sempre ricordato, un insegnamento si ricorda, non si dimentica.
La mia generazione ha bevuto le vostre parole, e quelle dei vostri padri.
I nostri nonni sono stati per noi, voi e noi, esempi di rettitudine e di lealtà.
Noi, quelli che oggi hanno cinquant'anni, siamo cresciuti a bracioline.
Ciao Aldo, un salutone

Chica ha detto...

@Enzo:non tutti i 50enni attuali son cresciuti a bracioline....io a ciriolette inzuppate nel latte, quando erano troppo due per mangiarle.....alla faccia delle merendine piee de munnezza di oggi..:D

il monticiano ha detto...

@cristiana70: Tua nonna era molto saggia. Ti ringrazio, un abbraccio.

@Lara: Purtroppo no, l'egoismo è veramente molto.
Grazie e buona giornata anche a te.

@web runner: Non c'è da cambiare una virgola a quello che dici.
Grazie a te.

@luly: E' vero, perché ci dobbiamo preoccupare?????
Un abbraccione a tutti voi.

@Nounours(e): Un utilizzare il cibo nel migliore dei modi. Anche se a me non piacciono i gnocchi.
Un abbraccio anche da me.

@Pupottina: Va benissimo così. Buon proseguimento anche a voi.

@ernest: Ed a volte il passato è tremendo.
Un abbraccio anche da me.

@ady happyborn: Io ti ringrazio per il bel paragone che hai fatto.

il monticiano ha detto...

@la Volpe: Purtroppo è vita vissuta.

@Chica 1^) e 2^): Anche i uoi sono stati testimoni per quello che abbiamo vissuto a Roma e non per poco tempo.
Altri tempi mia cara.

@Ibadeth: Io e la bruschetta siamo vecchi amici.
Il forcone mi pare un mezzo efficace.

@mod: Grazie.

@Tina:Da buongustai il pane coì trattato. Noi, ma crediamo di non essere soli, ci facciamo anche la panzanella: fetta di pane casareccio, pomodoro, basilico e chi lo desidera anche altro.
Grazie a te e buona giornata.

@il giardino di enzo: A me non è mai riuscito di dimenticare. Poi i tempi sono cambiati e si vede in giro uno spreco che non mi piace. Un salutone anche a te.

Ambra ha detto...

Anch'io ho ricordi di questo genere perché, pur essendo piccolissima, mi sono rimaste le sensazioni che i gesti e i discorsi dei grandi mi trasmettevano. In me si è depositata la concezione del pane come alimento vitale che non deve essere sprecato. E' difficile però, per chi non ha vissuto direttamente o indirettamente la guerra, capire questo "concetto" in questa società dal consumismo sfrenato.

riri ha detto...

..anche se sono del 49 anch'io ricordo l'amore e l'attenzione per il pane..noi eravamo 6 figli, quindi 8, in tavola, mi ricordo che mamma comprava 3 ma anche 4 kg.di pane al giorno, dovendo fare le merende ai miei fratelli che lavoravano..niente è stato mai sprecato, se avanzava il giorno dopo si mangiava ed era ancora più buono. Tuo padre deve essere stato una persna eccezionale, del resto con un figlio come te:-) pesare le briciole è una cosa che mi ha commosso, per la giustizia, la voglia di non far litigare, l'amore..grazie Aldo, sei sempre un mito:-)

Rosaria ha detto...

caro Aldo. con la bilancia
i tuoi genitori vi hanno zittiti
giusto peso per tutti.
Pesare le molliche di pane fa capire
tutto e di come è brutta la guerra
e la fame.
Oggi grazie ai tuoi genitori hai potuto scrivere una bella pagina di storia vissuta e vorrei che tanti giovani la leggessero.

Grazie sempre di questi meravigliosi
tralci di vita vissuta i quali sono arrivati a noi fioriti di nomi e di figure importanti della tua vita.

Buon fine settimana fratellone.

Sandra M. ha detto...

Carissimo, mi luccicano e pizzicano gli occhi. E lo dico senza retorica, ti prego di credermi.
Io sono un po' più giovane di te, sono nata alla fine del 1949.
Non ho mai "avuto fame" da piccola. Ma ricordo , per esempio, che con il pane avanzato (quando avanzava!) la mamma preparava la "panèda" che altro non era che una zuppa di pane nel brodo.
Mia mamma e mia nonna mi hanno, però, raccontato parecchio del periodo precedente. Il pane era davvero sinonimo di vita. Quando mamma raccontava della sua vita da sfollata(per la guerra) ne parlava come di un periodo davvero duro ma, aggiungeva, "non ci è mai mancato il pane" e non era un modo di dire: proprio di pane, alla lettera, parlava!
Insomma, non voglio scrivere un romanzo ma anch'io ho la fissa per il non spreco di questo cibo semplice. Un'ultimissima cosa. Il mio Filippo, 16 mesi, adora il pane della nonna: provvederò a narrare , mio caro!
Buona domenica.

Angelo azzurro ha detto...

Ho molto meno della tua età e, pur non avendo superato la guerra e il relativo disagio di quel periodo, condivido in pieno il tuo punto di vista. Il pane non va sprecato, sarebbe una beffa per chi non ne ha (e sono ancora tanti al mondo). Io trovo sempre il modo di usarlo anche quando non è più fresco, non lo butto mai.
Molto tenero il ricordo del tuo passato, caro Aldo ti lascio un abbraccio

Unknown ha detto...

sono questi racconti che mi fanno pensare a tutto quello che ho la fortuna di avere e mi fanno rimangiare le lamentele. Ecco. Con Natale alle porte fanno bene le tue parole...

il monticiano ha detto...

@Ambra: Parole molto sagge le tue ma che purtroppo non vengono ascoltate da troppi.

@riri: Sono ricordi che rimangono impressi nelle menti.
Grazie Riri e un abbraccione.

@rosy: In effetti i miei trovarono una giusta soluzione al "problema".
Grazie e buona domenica anche a te

@Sandra: Chi può dimenticare certe cose?
Il tuo nipotino Filippo ha già capito come vanno le cose, ha preso dalla nonna.

@Angelo azzurro: Le nuove generazioni e non solo dovrebbero far tesoro di tutto ciò.
Un abbraccione anche a te.

@TuristadiMestiere: Proprio nel periodo delle festività bisogna tener presenti queste parole.

Gianna ha detto...

E come si fa a non ricordare quei periodi...chi non ha provato, non può capire...

Alberto ha detto...

Le cose si apprezzano nel loro vero valore solo se ne avuta la mancanza o comunque la penuria. Il pane, certo, ma anche la libertà per esempio.

ex-dani ha detto...

Quando ero piccola nemmeno in casa mia si sprecava niente. Allora i miei nonni erano ancora con noi e loro la guerra l'avevano vissuta sulla loro pelle. Eppure credo che l'uomo abbia nel DNA il senso di colpa per lo spreco del pane, visto che questo alimento rappresenta proprio il cibo in sè. Se il pane avanza, quello duro va sbriciolato per far pane grattato e quello che non si può conservare lo dò al cane della mia vicina, che lo adora. Le briciole le raccolgo sempre dalla tavola e le metto nella ciotola per gli uccellini (in estate la fanno da padrone le formiche, però!) e perfino la gatta Fifì assaggia volentieri la scorza del pane... insomma, non si butta via niente.
Un abbraccione Aldino^^^

Anna2 ha detto...

Ciao ciao...
Aldo mio,come era saggio il Tuo Papà!!!
I genitori trovano sempre le soluzioni giuste per ogni domanda
fatta dai figli,ed è per quello che i figli lo trasmettono ai loro
figli,e cosi via...
Io per esempio ricordo che il pane rimasto del giorno prima,veniva tagliato a pezzetti,e posto nel centro del tavolo,e per colazione,insieme ad un bel latte caldo.
Questo compito spettava al mio papà
Bellissima storia,una saggia pillola di educazione e correttezza
Buona domenica a Te e la Tua famiglia.
Ti stringo forte...

Gabryella Costa Fdd ha detto...

Dalle suore mi hanno insegnato se se proprio si doveva buttare del pane ,prima andava baciato,poi fatta una preghiera di scuse alla madonna per quel gesto infimo,specie nei confronti di chi non ha nulla-
Mia madre faceva e fà lo stesso gesto e cosi mia nonna buonanima,io cerco di non buttare nulla ma se proprio succede prima vedo se ci sono animali da sfamare tipo gli uccellini e se mai dopo finisce in pattumiera solo il resto-Oggi come và?
Siamo messi cosi male, che nell'umido, per quando mi riguarda ,ci finiscono solo le bucce e null'altro -Lo spreco di questi tempi è una vera bestemmia,madonne o non madonne lo spreco è una bestemmia e al razionamento ci siamo quasi - ovviamente questo discorso esula da quegli stronzi che ci governeranno da oltre 16 anni e che ci hanno portato a questo limite-loro banchettano alle nostre spalle a quattro ganasce.

Gabryella Costa Fdd ha detto...

p.s. come NON essere da'ccordo con ilpensiero di @Alberto caneblog-so che anche il @Monti è d'accordo vero?

Anonimo ha detto...

Il pane è un valore aggiunto. E' il distintivo dell'emigrante.
Ivonne

Ciao irrucibile.
Alby

Ci sei mancato.
Qui nel freddo Illinois una bricioletta e na bracioletta non sarebbe una cattiva idea.
Buona domenica e settimana di Natale

il monticiano ha detto...

@Stella: Verissimo, ecco perché io li ricordo.

@Alberto: Hai ragione, se manca la libertà è una tragedia molto simile se non di più.

@Daniela: Praticamente come se fai la moltiplicaziione dei pani - pardon - delle briciole del pane.
Un abbraccione anche a te.

@La Mente Persa: Molto generosa. grazie.

@Anna2: A quanto pare certi ricordi sono simili a molti, sia personali sia per averli sentiti dai propri cari.
Anche da me un grosso abbraccio.

@gabry babelle 1°) e 2°): Quelli che ci sgovernano da 16 anni banchettano con i nostri soldi e spero che con il nuovo anno sbaracchino.
Come non essere d'accordo con Alberto?

@Alive2: Allora emigranti, vi mancano le "ciriolette"?. Spero di no.
Un abbraccione grosso a tutti voi
e grazie dall'irricucibile.

@enio ha detto...

Auguro a te e ai tuoi lettori Buone Feste

Carlo ha detto...

Ciao Aldo e buona serata!

Sono contrario allo "spreco" per principio... e, forse, perché ho genitori che, come te, la guerra l'hanno vissuta in prima persona e certi racconti sulla preparazione di pietanze che avevano come ingredienti le "bucce di patata" oppure i "baccelli dei piselli" che venivano buttati dai "signori", sono simili a questo tue commovente racconto sul pane ed hanno lasciato gli stessi "segni".

Peraltro, forse sarà accaduto anche a Roma, (i miei sono di Napoli) mi raccontavano che ad un certo punto, mancando la farina bianca, veniva prodotto un pane "nero", fatto con altre farine, probabilmente non di grano e meno pregiate. Un pane, difficile da mandar giù se non per "fame"!!

Comunque, bellissimo racconto il tuo... e fai bene ad insistere con la tua "disapprovazione"!! Ma la nostra magnifica ed indimenticabile "ciriola", non la fa più nessuno? E' introvabile!

upupa ha detto...

...quanti ricordi...

riri ha detto...

Solo un pensiero da tutti noi per il nostro mitico Aldo:-)

il monticiano ha detto...

@enio: Ricambio cordialmente gli auguri a te e ai tuoi.

@Carlo: Grazie, il pane "nero" l'avevo dimenticato.
Effettivamente la "ciriola" è diventata rarissima, al suo posto, credo siano nate le "rosette" che diventano di gomma.
Buona giornata anche a te.

@upupa: solo quelli che mi ritornano in mente.

@riri: Grazie, un abbraccione a tutti voi.

Luigina ha detto...

Non posso dire di aver patito la fame, ma ricordo anch'io da bambina i racconti simili ai tuoi dei miei genitori,che hanno conosciuto la fame prima e durante la 2a guerra mondiale e nell'immediato dopoguerra e ho imparato a non sprecare il pane e nessun altro cibo grazie a loro. Il tuo racconto commovente me li ha ricordati

Adriano Maini ha detto...

Aldo, scusa il ritardo. Non so dove mi ero perso. A questo punto, hanno già detto tutto gli amici che mi hanno preceduto. Però, se ti vengono in mente altre cose di quegli anni di guerra, mi sa che daresti dei punti agli storici di professione.

Anonimo ha detto...

In verità, in verità vi dico: Chi crede in me ha vita eterna. Io sono il pane della vita. I vostri padri mangiarono la manna nel deserto e morirono. Questo è il pane che discende dal cielo affinché uno ne mangi e non muoia, Io sono il pane vivente che è disceso dal Cielo; se uno mangia di questo pane vivrà in eterno; or il pane che darò è la mia carne, che darò per la vita del mondo» (Giov. 6:47-51).

Ivonne

Antonella Riviello ha detto...

Per fortuna il ricordo degli insegnamenti di genitori e di nonni rimangono intatti dentro. Mia nonna non sopportava che dal pane tirassi via la mollica e mi rimproverava sempre....spinta dal senso di colpa imparai a mangiare la mollica e oggi rimprovero ai miei figli quando fanno la stessa cosa...!! Mia nonna mi ha lasciato tanto... Un forte abbraccio a te e felicissimi auguri per un sereno e Natale!

riri ha detto...

Ciao Aldo, in questi giorni c'è un pò di frenesia, mille cose da fare, casa da sistemare e poi (non per ultima) la cura dei capelli che richiede mezza giornata..lo so siamo un pò vanitose noi "ragazze del 49":-))però è bello ricordarsi degli amici e dire:
Aldo, sei un mito, noi tutti abbiamo un gran rispetto per te, per la tua signorilità e saggezza, da cui spesso attingiamo.
Un carissimo saluto da tutti noi dell'isola che c'è:-))

il monticiano ha detto...

@Luigina: Più o meno siamo moltissimi a ricordare quei tempi così brutti o perchè vissuti in prima persona o perchè raccontati dai propri cari.

@Adriano Maini: Non ti devi scusare affatto, può capitare e nessuno si meraviglia tanto meno io.
Per i ricordi passati chissà se mi torna in mente qualche altra cosa.

@Alive2: Sacrosante parole dette dall'evangelista Giovanni.
Non per niente il suo emblema è l'Aquila!

@Antonella: Molto giusto quando certi insegnamenti si tramandano.
Ricambio di cuore a te e ai tuoi.

@riri: Mi fai arrossire dall'imbarazzo.
Grazie di cuore a te e ai tuoi.

chicchina ha detto...

Condivido quanto dici,sul rispetto per il pane.Ancora adesso non oserei mai di buttarlo.Riutilizzo per quanto possibile e i pezzettini li lascio sui vasi delle piante,qualche passerotto ci passa sempre.
Era certo la necessità del tempo a creare le regole,ma certe cose rimangono per sempre.Forse dopo abbiamo peccato di...spreco,ma non è mai tardi per un ripensamento e forse una rieducazione al consumo.Un abbraccio,caro Aldo e auguri per un sereno Natale .