Non era un soprannome quello ma il suo vero nome come sono veri questi fatti. Ormai ne posso parlare perché lei non c'è più da oltre 40 anni e si è, come dire, trasferita al Verano. Questo è a Roma uno dei luoghi per il riposo. Lo dico più chiaro, quello eterno.Mi si dirà allora perché ne parlo dal momento che la protagonista ci ha lasciato. Per vari motivi e tra loro scelgo quelli più interessanti, certamente per me. In realtà lei non era una mia zia consaguinea ma acquisita in quanto ero marito di sua nipote figlia di un suo fratello. La Zia faceva parte di una famiglia che, tra fratelli e sorelle erano, credo, sette od otto, dei quali cinque femmine, tutti nati a Roma e residenti in un appartamento all'ultimo piano di un palazzo nella famosa Piazza Navona. Zia Candida era nubile e sempre lo era stata mentre le altre quattro sue sorelle erano addirittura monache di clausura ospiti di altrettanti conventi sparsi per Roma. La conobbi sin dai primi anni cinquanta alla quale venni presentato dalla mia attuale moglie, a quell'epoca fidanzata, figlia appunto di uno dei suoi fratelli. La Zia era impiegata presso un grosso Ente ed era socia di un'Associazione di impiegate che ospitava donne single o vedove anche in pensione, piuttosto benestanti. Ognuna delle socie aveva a sua disposizione una camera singola facente parte di un paio di grandissimi appartamenti di un fabbricato in Piazza Navona attualmente sede dell'Ambasciata del Brasile. Le ospiti avevano vitto e alloggio non gratuitamente ma dietro pagamento di una retta mensile. A quei tempi era rimasta sola in quanto, a parte tre delle quattro monache di clausura, gli altri fratelli e sorella erano tutti passati a miglior vita. Essendo molto religiosa faceva parte di una Congregazione laica. Lei era molto legata a mia moglie, anzi era l'unica dei nipoti che frequentava e con la quale andava molto d'accordo. Naturalmente io venni coinvolto in questa situazione di reciproco affetto tra loro due tanto che man mano anche la Zia si affezionò a me. Quando nel 1956 ci sposammo lei ci fece un piccolo dono in denaro e, scritta a mano, anche una pergamena dove ci faceva gli auguri e si complimentava con entrambi elogiandoci. Conservo ancora quella pergamena inserita in una cornice munita di vetro come un quadro che ho appeso alla parete del corridoio.Quando lei andò in pensione io e mia moglie le facevamo visita molto spesso e qualche volta, da solo, la invitavo in una trattoria vicino dove abitava. Col passare degli anni i suoi malanni aumentarono finché un giorno una sua vicina di stanza mi telefonò in ufficio per dirmi che avrebbero portato la Zia al Policlinico Gemelli, un ospedale di Roma in via della Pineta Sacchetti. Andai di corsa dove abitava e vidi che la stavano portando via in ambulanza. In macchina la seguii, attesi che la visitavano e la ricoveravano in una stanza singola. Presi accordi con una infermiera capo-sala, le diedi i miei numeri telefonici di casa e dell'ufficio e le tenni compagnia fin quando mi fu permesso. Uno dei primi giorni di ottobre del 1968, io avevo in casa oltre mia moglie e mio figlio di neppure 10 anni, anche mia suocera, anziana, vedova e piuttosto sofferente. Non ricordo esattamente il giorno ma verso le ventuno mi telefonarono dal Policlinico per dirmi che la Zia stava lasciando questa terra. Salutai i miei, presi la macchina in garage e arrivai all'ospedale più in fretta che potei. Lei mi riconobbe e vidi sul suo volto sereno un piccolo cenno di sorriso. Tre brevi note a margine di questo ricordo: 1) qualche tempo prima di lasciarci mi aveva confidato che quando arrivava la sua ora non voleva essere sepolta nella sua tomba di famiglia ma desiderava lasciare il posto agli eredi successivi in quanto lei aveva acquistato un sito in un settore del Verano di proprietà della Congregazione religiosa della quale aveva fatto parte quando era in vita; 2) era romana puro sangue ed amava molto le poesie romanesche dei grandi poeti romani Belli, Trilussa e Pascarella. Quando ci o m'incontrava ne declamava una sempre diversa dalle altre e senza doverla leggere; 3) la notte che scomparve io ero da solo in quell'ospedale e quando verso le due dopo mezzanotte feci ritorno a casa non riuscii ad entrare in quanto i miei avevano dimenticato di togliere il catenaccio cioè l'asta di ferro scorrevole dietro la porta. Quindi, malgrado varie suonate di campanello e colpi con le mani nessuno mi aprì. Rassegnatomi mi recai nello studio professionale dove lavoravo del quale possedevo le chiavi e dormii, per modo di dire, in un divano del salotto d'attesa.
32 commenti:
E' come se in questi pochi minuti io sia entrato nella tua vita e abbia vissuto il profumo di una vera vita.
Grazie a te Aldo e a tua moglie ed un eterno riposo alla Zia.
Pierrot
Una testimonianza toccante ricca di emozione vere. Queste parole lasciano un segno profondo e la tua Zia che ora vive nella luce di Dio sarà orgogliosa di averti avuto come nipote
Buona giornata e un requiem alla Zia
Caro Aldo i tuoi ricordi sono belli e limpidi e rafforzano la stima e l'affetto che abbiamo tutti noi nei tuoi confronti.In un mondo in cui emerge l'egoismo ed impera la noncuranza perle persone anziane e malate, tu sei una perla rara.
Ti abbraccio.
queste zie sono fantastiche, certo tutte e quattro sole alla fine mi sa che ci avevano visto giuto
Mi ha commossa questo tuo racconto..così intimo e vero. Mi fa sempre piacere conoscere la storia delle persone a cui mi sono affezionata..e tu, caro Aldo, mi sei entrato nel cuore.
Ti abbraccio forte.
Ancora una testimonianza della tua profonda umanità, caro-unico Aldo.
Grazie a te la zia Candida non è morta sola.
Cristiana
ciao Aldo, è vero quando si dice "Le persone care vivono con noi". Con il tuo ricordo hai fatto rivivere tua zia Candida e l'hai fatta conoscere anche a noi.
Pensa che coincidenza: anch'io ho una zia Candida. Vive a Milano ed è una ottantaseienne molto vivace ed energica. E devo dire anche molto carina.
Approfitto di questo concatenarsi di ricordi per manderle un pensiero.
A te un abbraccio con tanta simpatia.
Nina
Mi vieni a tenere la mano quando starò per tirare gli zoccoli???
Uno come te non si trova più, amico mio...
Io di zie ne ho due e sono entrambe pessime... ma sta Zia Candida è uno spettacolo. Grande Aldo come sempre :)
Sento l'odore degli ambienti della confraternita che si mescolano a quelli del refettorio del collegio
e non so se io sono io o sono te.
che emozione, Aldo!!!
i tuoi ricordi diventano un po' i miei... una zia così non si dimentica
Un saluto affettuoso a te e alla memoria di zia Candida, che hai saputo rendermi cara (quasi) quanto lo sei tu.
Ciao!
Le belle persone lasciano belle storie e bei ricordi. Io non ho più zii ormai ma un bel ricordo di loro. Sei un grande nipote Aldo e un caro amico :)
Entrare nel tuo blog è come andare al cinema, leggo e vedo i personaggi che descrivi con dovizia di particolari, questa Zia Candida mi ha dato la sensazione dei personaggi di Piccolo mondo antico.
Buona serata Aldo ;-))
Ci son persone che lasciano un segno nella nostra vita, che ricordiamo con affetto e nostalgia... bellissimo questo tuo post carico di atmosfera e sentimento. Un salutone, Fabio
Mi piace molto questa zia, e credo che abbia fatto, tutto sommato, una vita piena e ricca. Poi, abitare a Piazza Navona! :P
Grande Aldo, mi tocchi sempre il cuore. robi
Triste, ma molto bello questo ricordo... Un abbraccio
emozionante anche questo tuo racconto, grazie Aldarè. buona notte
un bel ricordo di un personaggio alquanto particolare. Anch'io adoro le poesie del Belli e di Trilussa di entrambi condervo gelosamente una copia.
Che storie che sai proporci, caro Aldo!!! Anche io avevo uno zio prete... che poi, non ho capito mai bene che legame di parentela ci fosse tra noi e lui! Era un frate e stava all'Aventino. Dovrebbe essere, se non ricordo male, la Basilica di Santa Sabina. Però, ricordo bene che era dell'ordine dei Frati Predicatori... infatti, ogni volta che a noi 3 fratelli ci vedeva, erano prediche di ore!!!! Fu lui che, avrò avuto 7-8 anni, mi fece imparare a memoria il nome dei 7 re di Roma e dei 7 colli romani! Come fece non lo so ma li mandai a memoria subito e... ancora oggi li ripeto nell'ordine preciso in cui lui me li insegno!
Guarda un po cosa riescono a scatenare, a loro volta, i tuoi ricordi!!!!
Buon pomeriggio e ciao!!!
è un po' come riviverle queste situazioni
un saluto Aldo
Assieme a te rivivo i tuoi ricordi,e penso al tuo mondo,bello,pulito,dove le persone hanno nomi,sentimenti,affetti,dove troviamo il profumo di cose familiari,dove c'è tempo per una parola di saggezza,per un po di compagnia.
Grazie Aldo.
Anch'io ho una zia Candida,una persona in gamba,nonostante l'età,e sempre presente nelle occasioni importanti,liete o tristi della nostra comunità familiare.
Un abbraccio
Cosa degna ricordare una persona coma la Zia!
Caro Aldo, ma quanti ricordi ricchi di storie hai? Ma sei un fiume in piena. Trascini con te tutto quello che hai vissuto, episodi e persone. E' bellissimo.
Caro Aldo, come scrivi tu...nessuno... sei bravissimo!!!
Aldo ti do il nuovo blog...
l'altro è bloccato da una schermata pubblicitaria
http://www.zicina.blogspot.it
A prestp
ciao Aldo
passo ad augurarti buon weekend
Una vita quella di zia Candida vissuta nei vostri confronti in punta di piedi.
E penso che quel piccolo dono e quella pergamena non li dimenticherai mai!
Un bagaglio di vita vissuta. Sei un mito Aldone, ti abbraccio.
Caro Aldo, grazie per esserti attivo e procurato il link del mio nuovo blog da Riri.
Scusa se non ti ho risposto subito, mi son concesso due giorni di relax al mare.
A presto
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