...del cane
dei miei vicini. Per la verità io sto al primo piano e loro, mi
sembra, al terzo o quarto piano del fabbricato dove abitiamo. Sono
l'abitante che vive qui sin dal 1969 (il più antiquato) mentre loro,
genitori e tre figli, forse, se non ricordo male, soltanto da una
quindicina di anni. Ottime persone, cordiali e corrette.
Circa
quattro anni fa aggiunsero al loro nucleo familiare un simpaticissimo
cagnolino che, con il trascorrere del tempo è diventato un bel
canone. Il suo nome è GIGGI e lo hanno volutamente chiamato così
perché qui a Roma Giggi sta per "Giggi er bullo", il
soprannome di un personaggio caratteristico romanesco noto per i modi
in cui si atteggia in alcuni frangenti. Per tutta la durata della
giornata Giggi non si vede e non si sente, come se non vivesse nel
nostro edificio. Ma "due volte al dì invece sì". Il bullo
si fa sentire, altroché se si fa sentire e in due orari precisi:
13,30 e 20,00. Abbaia così forte che credo lo sentano a chilometri
di distanza ma, qui sta la cosa strana, il suo comportamento è, a
dir poco, singolare. Tra me e me mi sono ripromesso di volerne
comprendere bene il perché.
Un giorno,
verso le 13,30, sto rientrando a casa e, dopo aver aperto la vetrata
posta dopo il portone d'ingresso, la richiudo senza accorgermi che
nello stesso momento l'ascensore è arrivato al pianoterra e la
giovane figliola dei vicini, con Giggi al guinzaglio, sta
preparandosi per uscire in strada.
Ci
salutiamo e ci scambiamo alcune frasi di circostanza mentre Giggi, il
canone, fremente, è tutto proteso verso la vetrata muovendo le zampe
come se stesse ballando il tip tap. Ogni tanto si ferma e volge il
muso verso la giovinetta che lo tiene al guinzaglio, quasi
implorandola con gli occhi. In parole povere, non vede l'ora di
uscire in strada. Mi rivolgo alla giovane per invitarla a dare
ascolto
al desiderio
del suo canone e pertanto svanisce il mio di desiderio di volerne
sapere di più su Giggi.
Sì perché
appena esce dal portone e messo le zampe in strada comincia ad
abbaiare furiosamente. E seguita a farlo per tutto il tratto di
strada fino a quando non gira l'angolo, dopo di che silenzio, ma un
silenzio talmente assoluto che quasi preoccupa. Dopo di che il bis
alle 20,00. E così tutti i giorni dell'anno.
Sono
arrivato a due conclusioni, la prima: Giggi ha le sue esigenze e
quindi ha mille ragioni di voler uscire in strada per le due rituali
passeggiate. La seconda: a Giggi stanno sulle scatole i due TG DI RAI
UNO, QUELLO DELLE 13,30 E QUELLO DELLE 20,00. Ergo preferisce passare
il tempo altrove e non a casa.