Nel maggio del 1965 mio figlio, che aveva sei anni, aveva deciso che con me e mia moglie trentacinquenni, si dovesse andare in trasferta a Livorno per seguire la sua squadra del cuore – per la verità anche la mia.
Il piccolo particolare che da Roma a Livorno ci dividessero circa quattrocento chilometri all'andata ed altrettanti al ritorno non era cosa che lo riguardasse più di tanto.
A quell'epoca io non avevo ancora la patente nè avevo voglia di prenderla e di conseguenza non avevo neppure la macchina. Pertanto l'unico mezzo a disposizione era il treno.
Tre giorni prima della fatidica domenica di calcio che ci attendeva per assistere alla partita contro i labronici, conversando con un mio ottimo collega di lavoro ed amico, un cinquantenne sardo sposato ma senza figli e che stravedeva per mio figlio, gli parlai di quello che stava bollendo in pentola circa la ormai prossima domenica.
Lui mi sembrò come se fosse stato folgorato da chissà che perché, senza pensarci due volte, mi disse: = veniamo anche noi, anzi sai che facciamo? Ci andiamo in macchina e partiamo sabato pomeriggio =.
Ora a prescindere dal fatto che andarci di sabato significava dover pernottare in albergo e aumentare così il costo già previsto per la trasferta, c'era anche il problema della macchina del mio collega. Già perché lui aveva una Opel cabriolet a due posti e, fatti rapidamente i conti del numero dei partecipanti, noi eravamo in quattro più il nostro frugoletto tifoso ultrabollente.
Il mio amico e collega ascoltata la mia obiezione mi assicurò dicendo che in realtà non esisteva alcun problema. Lui e sua moglie avrebbero occupato i due sedili davanti mentre io, mia moglie e il pargolo ci saremmo accomodati, per modo di dire, dietro di loro ove c'era uno spazio vuoto non molto ampio in realtà. È vero anche che avremmo dovuto viaggiare con la capote bella aperta ma che eravamo quasi in estate e comunque le previsioni meteo promettevano bel tempo.
Quando il giorno stesso informai il resto della famiglia di questa opportunità le urla di gioia di mio figlio arrivarono al settimo piano mentre mia moglie sorrideva sorniona. Io ero in netta minoranza e mi dovetti adeguare.
Il sabato fissato per la partenza mi sembrò essere arrivato in anticipo. Alle 14:OO in punto arrivò sotto casa mia la cabriolet con i miei due amici, abbracci, baci e partenza lampo.
Ad un certo punto del viaggio un dubbio atroce mi balenò in testa: e se ci avesse fermato la polizia stradale per aver violato non so bene quanti articoli del Regolamento della circolazione stradale? Il Codice della strada è arrivato una trentina d'anni dopo. Mi stavo già immaginando le conseguenze e ne accennai al mio amico-autista-patentato. Lui, senza neppure dire una parola limitandosi sorridendo a farmi un cenno con la mano mi fece capire che non dovevo preoccuparmi e premette ancora di più l'acceleratore. Feci i debiti scongiuri e mi stetti zitto per la restante durata del viaggio mentre tutti gli altri cantavano a squarciagola.
Poco dopo le 19:30 arrivammo finalmente a Livorno, cercammo un albergo e ne trovammo soltanto uno che aveva due camere libere, una a pianoterra con bagno annesso e l'altra al quarto ed
ultimo piano con bagno in comune. Il mio amico molto generosamente lasciò a me la scelta io gli dissi che non mi sembrava giusto, in poche parole decidemmo scherzosamente di tirare a sorte con una moneta. Per farla breve a me toccò la camera all'ultimo piano. Se mai si fosse ripetuta una vicenda simile non avrei rifiutato l'offerta generosa di scegliere.
Prima di andare a dormire cenammo molto frugalmente in un locale vicino all'albergo, ci salutammo e ci ritirammo nelle nostre rispettive camere.
Nottata abbastanza tranquilla tranne alcuni rumorosi dialoghi che provenivano dalle altre camere che non c'impedirono però di addormentarci.
La mattina dopo, alle 8:00 circa mentre nostro figlio stava tra la veglia e il sonno, mia moglie mi chiese di accompagnarla al bagno, ma giunti al limitare della porta della camera che tenevo aperta per farla passare lei improvvisamente si fermò e, malgrado i miei incitamenti, come bloccata dalla vista di qualcosa di orrendo, senza dire una parola, m'indicò con la sua mano protesa il bagno situato proprio dinanzi la nostra camera. La porta del bagno era spalancata e, con il corpo voltato verso il muro, completamente nudi, tre giocatori della nostra squadra ridendo e scherzando erano intenti a fare pipì. Io m'infuriai, dissi loro che almeno avrebbero dovuto chiudere la porta ma proprio in quel momento mio figlio si svegliò, li riconobbe e gioiosamente gridò i loro nomi indicandoli uno ad uno. Chiusi la porta della mia camera sbattendola forte, sgridai mio figlio e dissi a mia moglie, ancora scioccata, di scusarmi giacché non avevo compreso il motivo per cui lei si era bloccata. Una scena da film commedia-panettone-natalizio. Il resto della mattinata scivolò via tranquillamente con mio figlio che racontava a tutti la gioia provata nel vedere de visu e forse anche de altro, i suoi idoli.
Facemmo una bella passeggiata per visitare la città, ci fermammo presto in un ristorante vicino lo stadio e pranzammo alla grande mangiando le specialità locali: caciucco alla livornese, spaghetti con frutti di mare, triglie alla livornese e un discreto vino bianco.
Abbastanza allegrotti ci dirigemmmo allo stadio, prendemmo posto, assistemmo alla partita e al termine uscimmo non troppo allegrotti perché la nostra squadra aveva perso sonoramente.
Nel riprendere il viaggio di ritorno convenimmo tutti che la trasferta iniziata così cosi era finita nel peggiore dei modi.
31 commenti:
Ottimi"sta come al solito il nostro Aldo. Trasferta iniziata così così e finita peggio". Per fortuna che i tuoi amici si sono goduti la gita, tuo figlio la partita e l'incontro con i suoi idoli e tua moglie...niente male uscire dai vapori del sonno e incontrare tre bei ragazzi nudi! Per me sarebbe stato il pezzo forte della giornata!
Ciao Aldo, condivido il commento di Luz, che saluto:-)
Una bella gita con un piccolo "imprevisto" diciamo fuori programma per tua moglie:-) Una volta per sbaglio (mi credi?) finii nello spogliatoio dei maschi per vedere mio figlio (che giocava a pallone), li beccai tutti in mutande che ridevano e scherzavano tra loro, solo il mio pargolo si arrabbiò tantissimo della mia intrusione: non l'ho più fatto!!Anche lì la porta era spalancata:-)Buona domenica
eccomi qui... a vedere se c'è qualcosa di nuovo... e c'è... ripasso a leggerti dopo pranzo...
ciaoooooooooooooooo
Ma...i calciatori stavano nel vostro stesso albergo e per di più con il bagno in comune????? Che razza di squadra era????
Il resto della mattinata scivolò via tranquillamente con mio figlio che racontava a tutti la gioia provata nel vedere de visu e forse anche de altro, i suoi idoli.
Mi sono scompisciata dalle risate...
Comunque sono ricordi e sono ricordi belli, anche se la squadra del cuore ha perso.
E tu poi...sempre trascinante.
Perché finita peggio? Sì, la vostra squadra aveva perso, ma la gita era stata bella, no? Poi, tuo figlio ha avuto la possibilità di vedere il vero volto dei calciatori...
Mi sarei divertita un mondo, al posto tuo, a prendere un po' in giro la mogliettina... :O)
E poi, quale miglior risveglio?!?
Un abbraccio Aldo e buon pomeriggio. Noi ce ne andiamo a Villa Torlonia per una passeggiata.....a presto.
@aleph
Erano gli anni sessanta, mica erano miliardari come oggi..
Anzi, a dire il vero le squadre neanche oggi hanno più i soldi, ma fanno finta di averli...
@ Molto divertente la descrizione del viaggio e delle tue paure. Mi ha fatto tornare in mente le mattate della gioventù quando si andava in 7-8 su una vecchia Topolino decapottabile al mare a Cesenatico oppure con la prima '500 di Gabriele sempre decapottabile a prendere il caffè in Castello a Brescia. Mi ha fatto ridere la reazione shoccata di tua moglie.Non credo che tu fossi così diverso da quegli aitanti calciatori? :)))) Credo che per tuo figlio ancora adesso sia un ricordo memorabile.
Caro Aldo, sono piena di ricordi così simili ai tuoi di quegli anni. Io ricordo in particolare i primi anni settanta.
Gli alberghi avevano ancora i bagni in comune nei corridoi.
Avere un'auto 500 decapotabile era una sciccheria; un po' meno lo era caricarla di portapacchi con tutta l'attrezzatura da campeggio per andare in vacanza in Gargano: due volte, 700Km con la schiena rotta.
La morale del buon costume era ancora molto sentita allora.
Ricordo che i turisti stranieri si baciavano per strada e poi si giravano verso noi, giovani italiani, e ridevano dicendo:"scaindelou!".
Che stupidi!, li avrei trafitti! Erano gli ultimi anni della nostra buona educazione italiana.
Poi tanti valori sono cambiati in fretta, con il benessere generalizzato.
Che bello ricordare quei tempi! Sinceramente, Aldo, mi sembra che tu e la tua famiglia abbiate fatto un gran bel viaggio!
Io ci rimetterei la firma a riuscire ad andare ancora in Gargano con una 500 decapotabile..Era beige!
Bacioniii
vabbè, la vostra scuadra ha perso però almeno vi sarete divertiti.
Almeno erano belli i tre giocatori?
Buona vita, Viviana
mi piacerebbe farmi una trasferta del 1965!
:D
@Luz: Purtroppo da inguaribile pessimista quale sono questa trasferta non l'ho proprio digerita.
Meno che mai il pezzo forte della giornata.
@riri: A quei tempi spettacoli del genere ancora erano di là da veniire e infatti sono arrivati.
A te buonanotte.
@Pupottina: ciao Pupotti', passa quando vuoi.
@ALEPH: Squadra di serie B e con un deficit di bilancio pauroso.
A quei temp il falso in bilancio forse non era stato ancora attivato.
@Nicole: L'unico infatti che si è molto divertito è stato il pargolo, malgrado la sconfitta.
Ciao e grazie.
@Ibadeth: Ecco sul vero volto dei giocatori ho i miei dubbi, erano piuttostìo stravolti dal sonno.
@luly: Oggi valeva la pena andarsene a passeggio a Villa Torlonia. Com'è andata? Faceva fredo?
Un saluto a tutti voi.
@la Volpe: Navigano tutti in un mare di debiti e ai dirigenti non sembra preoccupare più di tanto.
@Luigina: Vuoi saperne una? Quando mio figlio frequentava la seconda o terza media, aveva formato una squadretta di calcio. Un giorno mi chiese se potevo portare lui e i suoi compari a disputare una partita ad un paio di chilometri da casa. Riuscii ad infilarli tutti nella mia cara celestina Fiat 1100R. Non riesco ancora a capacitarmi come ho fatto.
@Nounours: A chi lo dici. Se fosse possibile ritornare indietro con quella spensieratezza
che ci distingueva dai giovani di oggi, ci metterei mille firme.
Anche a te un bacione grosso.
@Viviana r: Io un po' meno degli altri e i tre erano giovani, anzi molto giovani.
Buona vita anche a te.
@sR: Se si potesse l'avrei già fatto io.
eccomi anche se in ritardo... sveglia quasi all'alba per concedermi la lettura tranquilla della divertente trasferta... che sembra quasi un viaggio della speranza in 4 su una 2 posti... eheheheh ... almeno il bambino ed anche tua moglie hanno visto più di quello che immaginavano.... il fatto che la vostra squadra abbia perso è una cosa che può capitare ...
buon inizio settimana, Aldo
^______________^
Aldo buongiorno ti ho letto eri mattina ma poi impegni ufficiali...
che mi tennero in cucina, non mi diedero il tempo di rispondere.
Gli imprevisti caro Aldo sono
il sale, di ogni gita, guai se mancassero, oggi non avresti nulla di straordinario da scrivere.
Sei d'accordo?
Un bacione e buona settimana.
:DDD... Te possino!
La scena della cabriolet è stupenda, rido fino alle lacrime..e naturalmente, con la Tua bella dose di fortuna, Ti sei fatto pure la scalata fino al quarto piano :DDDD
Come cambiano le cose pur restando le stesse, questo Tuo raccanto proiettato al giorno d'oggi avrebbe avuto come epilogo la richiesta da parte di Tua moglie e di Tuo figlio degli autografi dei tre in bagno.. avreste avuto almeno un reperto storico della partita :DDDDD
Grazie per l'ilarità che sai regalarmi.
Buona Giornata Aldo
PS.: Aggiungo: Tenero il Tuo racconto sul viaggio di nozze.. mi hai fatto ripensare al mio...eeehhhh bei tempi quelli :)
Eri ansioso?
Carissimo Aldo,
bella gita!!!con la Cabriolet non avevate la schiena dolente il giorno dopo?...
Dai...prendila con filosofia,
qualcosa di buono c'era...
EravaTi tutti insieme,ed è già bello,aveTe pranzato con un benben
di cibo...
Peccato della perdita della partita,ma quello è successo e pazienza...
Tuo figlio,penso,che sia stato il più felice.
Bella storia,vita vissuta.
Buona giornata a Te,caro Aldo,
un abbraccio forte ed un bacio,
da Anna2.
holaaaaaaaaaaaa sor aldo bello ...però così me metti la battuta su un piatto d'argento.....va be' dai nun te la faccio perchè se no è come sparà sulla croce rossa ultimamente.. :)))
bella gita comunque e concordo con Luz certo che se me trovassi davanti al bagno che so' 3 nomi a caso Mexes...Totti...julio sergio ...be' je passerei la carta igienica nun se sa mai ...^_^
un abbraccio e un beso!!
p.s noi 44 voi le carozzelle 22 ;)
hasta siempre!!
Ma quante risate mi fai sempre fare, Aldo. Anche questa tua avventura è uno spasso!!!! I dieci minuti che fai passare con i tuoi scritti, credimi, fanno stare bene e dire che la vita puo' essere bella se si vive con ironia come fai tu.
Buona settimana, abbracci Bruna
ahaha!! come son cambiati i tempi Aldo,adesso c'è gente che farebbe carte false per vedere de visu e altro i giocatori di calcio!!:-DDD
@Pupottina: Eh sì, loro hanno avuto questo privilegio. Il punto è che alla nostra squadra capita troppo spesso di perdere.
Anche a te buona settimana.
@rosy: Sono d'accordissimo, specialmente se riesco a ricordarmeli.
Affettuosi abbracci a te.
@Francy274: Ci mancava solo la richiesta di autografi così la trasferta sarebbe stata perfetta.
Il ricordo del viaggio di nozze credo rimanga per sempre nella nostra memoria.
Un salutone.
@stella: Ansioso no ma incacchiato sì.
@Anna2: Per me con quel pranzo è stata una giornata bellissima, per mio figlio non ne parliamo.
Un abbraccio affettuoso.
@NADIA: Devi ammette che c'avete 'na fortuna grossa quanto l'olimpico.
Ad ogni modo se annamo avanti così 'st'anno ve salutamo sicuro.
E vabbe', ce semo abituati.
HASTA SIEMPRE!!!
@DIANA B: E allora viviamola con ironia anche se a volte...
Grazie anche per il commento precedente.
Un saluto affettuoso.
@Aglaia: A quell'epoca eravamo più casti e puri. Ciao.
Cosa aggiungere agli altri commenti??
Ho letto vari post..era un pò che mancav... e devo dire che sei veramente impagabile!!
Un abbraccio e buona giornata!!
Noi qui aspettiamo l'ennesima neve..
Graia
io detesto il calcio.
uno dei mali peggiori del mondo.
(specie nel '82!)
love, mod
Un caro saluto:-)
Vabbè si il tifo per la propria squadra...ma rifletti sulla positività dell'esperienza....Pensa atuo figlio, a quel che ha visto....in tutti i sensi. Ritengo che sia stata un'ottima trasferta, fuori dalla routine.
ti abbraccio.
Che bei tempi però Aldo! Portare tranquillamente i figli allo stadio senza paura che succeda niente. Comunque sono questi fuori programma che ricordiamo di più nella vita. ti abbraccio Paola
Ansioso...per la partenza in 5 e per paura d'incontrare i vigili, più attento insomma dell'autista...o più maturo?
Aldo, io sono stato buono fino ad adesso. Tichiedo, ma se al bagno incontravi tre strafiche tornavi in camera turbato e scandalizzato?
Concordo con Nadia, annateve a fa' 'n giro in carozzella!
Ma tu vuoi mettere l'originalità del raccontare d'aver visto i calciatori in "carne ed ossa"??
Non ha prezzo questa cosa! Vedi che te la ricordi ancora, haha!
Ciao Aldo, stammi bene in salute, neh!
@Mammazan: Grazie per tutto ma non t'invidio per la neve perché solo a pensarci ho i brividi. Quì a Roma una vera nevicata si è verificata proprio il 9 febbraio, ma del 1956.
@modesty: e te credo, ma nell'82 chi perse fu una nazionale. Ad ogni modo io pure odio il calcio soltanto quando perde la squadra del quale sono tifoso.
@riri: altrettanto a te.
A rileggerci presto.
@serenella: Infatti il più contento di tutti per quella trasferta fu lui, mio figlio.
Un abbraccio anche a te.
@paoladany: Ormai quelle trasferte non si possono più fare
e sono rimasti solo i ricordi.
Anche da me un abbraccio.
@stella: Entrambe le cose con una netta prevalenza della prima.
@Gap: Se era una squadra femminile
certo che il discorso sarebbe cambiato.
A te e a Nadia me dispiace davve un dispiacere ma in carozzella nun ce vado, costa troppo.
@Angelo azzurro: Oggi infatti nel ricordarla ci rido sopra e di gusto, ma allora non andò così.
Un abbraccione, grazie.
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