domenica 14 febbraio 2010

UN COLPO DI FORTUNA

L’involucro di plastica che tutte le mattine porto con me quando esco di casa e che uso per gli acquisti che devo fare per le necessità della mia famiglia questa mattina contiene, finora, soltanto due etti di parmigiano da grattugiare. Proseguo nella mia quotidiana passeggiata attraverso le vie del rione facendo ballonzolare in modo altalenante il sacchetto e i due etti di parmigiano in esso contenuti, così, senza neppure sapere perché. Giunto nei pressi della fermata della metro mi sento picchiettare sulla spalla sinistra, mi volto e mi trovo davanti una persona fuori del comune. Un pezzo d’uomo notevolmente più alto di me, di un’età indefinibile e dall’aspetto giovanile. Il volto incorniciato da una folta barba nerissima, occhi impossibili da scrutare perché occultati da un paio di occhiali scuri, cappello borsalino di colore grigio calcato sulla fronte bassa, con indosso un giubbotto anch'esso grigio, chiuso da una cerniera lampo. Pure lui ha in mano un sacchetto di plastica con dentro qualcosa che fa lentamente dondolare avanti e indietro. Posso notare bene tutto ciò che descrivo perché lui, prima di rivolgermi la parola, mi lascia, credo volutamente, il tempo di farlo.
=Salve
=Salve, mi dica
=Questo è lo scontrino e questa è la chiave, sai quello che devi fare
Neppure il tempo di riprendermi dalla sorpresa e di leggere quello che c’è scritto nel tagliando che mi ha consegnato, alzo la testa, mi guardo intorno, niente! Nessuna traccia dell’”uomo in grigio”. Ma dov’è andato? L’unica possibilità che ho di rintracciarlo è quella di sperare che sia sceso in metropolitana e quindi scendo anch’io. Appena fatti tre scalini vedo in terra il sacchetto di plastica che quel tizio aveva in mano pochi secondi prima. Lo raccolgo e mi convinco che è proprio quello ma dentro, anziché qualcosa di commestibile, ci trovo un piccolo pezzo di mattone avvolto in una mezza pagina di giornale. Comincio ad insospettirmi e corro, secondo quello che mi permette l’età e la salute, alla ricerca dell’uomo in grigio. M’imbatto in un barbone con accanto un grosso cane, entrambi seduti in terra: lui, con la schiena poggiata al muro del corridoio d’ingresso alla metro, sta rigirandosi tra le mani un giaccone e un cappello entrambi di colore grigio fiutando questi due oggetti con il naso sul quale ha inforcato un paio di occhiali scuri. Ecco la conferma ai miei sospetti. Però non c’è la barba, Sì, perché quella che aveva sul viso, secondo il mio parere, doveva essere senz’altro finta. Continuo a girare con lo sguardo tutt’intorno a me però è perfettamente inutile. Mi chiedo il perché di quello che è successo ma non so darmene una ragione. Evidentemente sono stato scambiato per qualcun altro. Vado dal barbone per chiedergli se mi può descrivere la persona che gli ha dato quegli oggetti ma mi tocca scappare a gambe levate perché oltre a coprirmi di male parole mi aizza contro il suo cane che credevo dormisse. E adesso?
Mi reco nel vicino giardino, mi siedo in una panchina, mi guardo accuratamente intorno e comincio a riflettere. Devo cercare di comprendere qualcosa riguardo quello che mi è accaduto o che mi potrebbe accadere. Già. Chissà quali sviluppi prenderà la ”cosa”? Intanto comincio col pensare che il sacchetto “danzante”, meglio, i due sacchetti, c’entrano qualcosa e addirittura che questi sono un elemento importante, diciamo il primo indizio. Secondo me proprio loro hanno svolto la funzione di segnale di riconoscimento fra due persone che non si sono mai viste e che quindi non si conoscono. Mi viene in mente tutto ciò che ho appreso in questi ultimi dieci anni da libri e film polizieschi e di spionaggio. Devo ricordarlo poiché la faccenda lo richiede. Che ho in mano? Prima cosa ciò che m’ha dato l’uomo in grigio il quale ha usato sicuramente un travestimento per rendersi irriconoscibile mentre invece lui mi ha facilmente riconosciuto. Perché? Forse il segnale di riconoscimento è stato, per lui, il “sacchetto danzante”che avevo in mano. Seconda cosa da fare è quella di esaminare attentamente ciò che “l' uomo in grigio” mi ha consegnato. Nello scontrino leggo che è stato rilasciato questa mattina alle 8:30 a.m. dal deposito bagagli della vicina stazione ferroviaria. Se quel tale, oltre allo scontrino, mi ha dato anche una piccola chiave dicendomi pure che sapevo quello che dovevo fare la cosa più logica è andare a ritirare il bagaglio al deposito, aprirlo e vedere che diavolo spunta fuori.
Non reputo prudente andarci oggi. Potrebbe esserci qualcuno appostato nei pressi per vedere se il bagaglio viene ritirato e da chi. Lascerò passare qualche giorno. Il venerdì pomeriggio e il sabato mattina credo siano i momenti di maggior affollamento della stazione e allora…vada per sabato.
Eccomi alla stazione sabato mattina alle 9:00. C’è un viavai pazzesco di cose e persone; i bar sono stracolmi di gente che consuma brevi e veloci colazioni. In uno di questi bar, quello più vicino al deposito bagagli, riesco a prendere posto da solo, in un piccolo tavolino e ripasso a mente il piano che ho studiato a casa. Ho indossato abiti di foggia assai diversa da quelli dell’altro giorno sperando così di non essere facilmente riconosciuto. Adesso occorre contattare la persona adatta allo scopo che mi sono prefisso.
Eccola. È una ragazza sola, sottobraccio ha un paio di libri, probabilmente una studentessa universitaria fuori sede che torna a casa per il week-end ed è in attesa dell’arrivo del treno che dovrà prendere per tornarsene a casa. Lo presumo dal fatto che pur degustando un cappuccino molto lentamente consulta in continuazione il suo orologio e il quadro recante l’orario arrivi e partenze dei treni. Non mi alzo dal posto in cui sono seduto e la interpello falsando notevolmente il mio timbro di voce:
=Signorina scusi
=Prego, dica pure
Mi pare ben disposta:
=Mi deve proprio scusare ma alla mia età i problemi s’ingigantiscono…ehm…potrebbe farmi una cortesia?
=Certo, se posso, perché no
=Ecco, si tratta di questo. Io devo ritirare il bagaglio che ho lasciato in deposito, vede, quello là è il posto dove si depositano i bagagli…ehm…siccome ho un po’ di difficoltà, eh sì, le do lo scontrino. Me lo può ritirare lei? È abbastanza semplice se non le crea troppo disturbo. Mi eviterebbe una fatica anche se lieve
=Non si preoccupi, ci penso io. Spero soltanto che ci sia poca gente altrimenti rischio di perdere il mio treno
=No, no, non credo. Da qui vedo che è poco frequentato questa mattina. Ecco questo è lo scontrino per il ritiro e grazie tante in anticipo
=Prego
Tutto sta andando secondo il piano stabilito. La ragazza, tra l’altro proprio bellina, sta entrando. Ancora qualche minuto…eccola che torna verso di me con una grossa valigetta ventiquattr'ore in una mano. Prima di farle segno di avvicinarsi guardo attentamente se è pedinata da qualcuno, non si sa mai. Per precauzione mi sposto da dove ero seduto e dal fondo del bar faccio cenni alla ragazza che sta entrando…
=Eccomi, sono andato al bagno, sa, ad una certa età
=Sì, sì, capisco. Ecco il bagaglio
=Non so proprio come ringraziarla. Le posso offrire qualcosa?
=No, no, grazie adesso devo proprio andare, arrivederci
=Ah? Sì…speriamo. Arrivederci e grazie
Appena uscita la ragazza prima di prendere la valigetta indosso un paio di guanti che mi sono portato appresso per evitare di lasciare impronte. Con la valigetta in una mano ed un bastone nell’altra, simulando una finta zoppia, mi avvio verso casa. I miei saranno fuori per l’intera giornata invitati da una sorella di mia moglie. Gli ho detto che non sarei potuto andare con loro perché non mi sentivo troppo bene. Da solo in casa posso esaminare la valigetta più tranquillamente. Che ci sarà dentro? Una bomba? Non credo, perché dovrebbe esserci? Anche se mi hanno scambiato per qualcun altro, che so: un mafioso, una spia, un terrorista o un killer non credo sia possibile adottare simili metodi. Oppure sì? Poggio le orecchie sui bordi della valigetta per sentire un’eventuale ticchettio. Che idiozia, se dentro c’era qualcosa di esplodente a tempo a quest’ora il deposito bagagli era bello che saltato in aria. No, no, dentro ci deve essere per forza qualche altra cosa con le relative istruzioni su ciò che si doveva fare se fossi stato io il tizio che doveva essere contattato. Progetto di un’arma misteriosa da vendere ad una potenza straniera? Documenti segreti e pericolosi per qualche personalità importante? Basta. Se vado avanti così non aprirò mai questa benedetta o maledetta valigetta. Sempre con indosso i guanti prendo la chiave, la infilo nella serratura con molta delicatezza stando attento ad evitare qualsiasi brusco movimento come se così facendo, ove dentro ci fosse un esplosivo, io mi salvo. A volte sono proprio uno scemo. Via, coraggio, apriamo. In un millesimo di secondo apro e…chiudo con un colpo secco.
Comincio a sudare freddo…mi assale un tremito violento…non riesco a frenarmi. Cerco di alzarmi dalla sedia ma le gambe non ne vogliono sapere. Mi asciugo il sudore che m’ha invaso tutto il corpo e lentamente, molto lentamente sento che mi sto riprendendo da questa specie di shock. Forse è stato un sogno o un incubo? Sollevo nuovamente il coperchio e quello che avevo intravisto prima è realtà. Il contenuto è maledettamente reale. Un mucchio di biglietti da 500 euro ordinatamente impacchettati! Quanti saranno? Cento? Mille? La valigetta ne è completamente piena fino agli orli. Mi prende la smania di toccarli, di accarezzarli quasi ma mi freno in tempo. Un momento. Calma e sangue freddo. Che significato può avere tutto questo tesoro? Non ne ho la minima idea e nemmeno posso andarmene in giro a chiedere o a dare spiegazioni, quindi me la devo cavare da solo. Comincio a pormi delle domande: vediamo un po. Soldi da riciclare? Soldi falsi? Soldi frutto di qualcosa di disonesto che so, furti, rapine, saccheggi, sequestri di persona, tangenti? Oppure la ricompensa per qualcosa di delittuoso da compiere? Cerchiamo di conservare la calma, già ma come? Sono talmente agitato da sentirmi come in un frullatore. E mi gira anche la testa. Finalmente riesco ad alzarmi e allora decido di andarmi a preparare una tripla camomilla. Prima però richiudo la valigetta. Non si sa mai, si dovesse volatilizzare tutta quella grazia divina. Ingurgito la camomilla così velocemente che rischio di strozzarmi senza peraltro avere evitato di scottarmi. Emano lingue di fuoco come il canone a sei zampe di quel logo. Riapro la valigetta: sono effettivamente biglietti da 500 euro. Non li avevo mai visti. Sono belli però, un bel colore. Sì, sì, sono proprio belli, da vedere e da spendere…Ma come? Sempre con le mani inguantate prendo un pacchetto di quei cari 500 euro e li conto: 1,2,3,4,5,6,7…Arrivo fino a 50. Allora: 500 per 50 quanto fa? Non riesco nemmeno a fare questa semplice operazione: 500 per 50…500 per 50…fa…25.000 euro? Impossibile, sono troppi. Ma no per la miseria sono proprio 25.000. Non ce la faccio a contare anche gli altri. Sto tremando di nuovo. Sono troppo agitato. Vado a farmi altre tre camomille. Il cuore mi sta martellando il petto. Calma, calma,calma. Cerchiamo di esaminare la “cosa” con freddezza. Vediamone gli eventuali lati negativi: se sono falsi come faccio a scoprirlo? Intanto voglio accertarmi se sono tutti soldi oppure in mezzo ai pacchetti ci sono soltanto pezzi di carta. Vediamo un po’: no, no sono soltanto soldi…Insomma “soltanto” per modo dire. Poi le fascette che li tengono sono semplici strisce di carta senza alcun timbro bancario…Ma quanti saranno? Non lo voglio sapere, almeno per ora, altrimenti rischio di farmi venire un colpo. Voglio solo accertarmi che i numeri di serie non siano consecutivi…Bene, non lo sono.
Devo escogitare un piano. Sarà meglio per un po’ di tempo non uscire di casa. La scusa e bella e pronta, dirò che non mi sento bene. Mi farò crescere la barba, mi metterò un paio di occhiali da vista anche finti, poi quando deciderò di uscire eviterò di passare dalle parti in cui l’altro giorno ho fatto quell’incontro.Mi piacerebbe rendermi invisibile almeno per un certo periodo.
Quando dovrò verificare se i biglietti sono falsi andrò a cambiarli ma non in banca e neppure alla posta perché se lo fossero verrei subito denunciato alle autorità competenti. Meglio evitare. Mi conviene andare in vari negozi. Intanto, per esempio, dal fornaio dove vado quasi tutti i giorni, mi conosce bene, inventerò una scusa qualsiasi, si, tutto però a tempo debito.
Ho letto da qualche parte che quando una persona trova del denaro di qualsiasi ammontare senza che si riesce a sapere a chi appartiene e nessuno lo reclama, dopo un certo periodo di tempo, mesi? Anni? non ricordo, il “fortunato” ne diventa il legittimo proprietario. Sarà così?Lo spero, ma se nel frattempo io, considerata la mia età, “navigherò verso altri lidi” che succede? Farò in modo che, eventualmente, la mia famiglia possa godersi il gruzzolo. Come ricevere una normale eredità. Proveniente da dove, si chiederanno? Troveranno una lettera al riguardo con tutti gli opportuni dettagli.
Lascio trascorrere alcuni mesi e quindi do inizio all’operazione “money changer”. Cambio settimanalmente soldi e zone della città. Tutto fila a meraviglia. I “500” sono più che buoni, sono ottimi. In casa si chiedono come mai spendo soldi così in continuazione e dove li trovo considerata la mia pensione. Ho raccontato una frottola. Per misura cautelativa un lavoretto extra a giorni e ad ore alterni, tipo venditore porta a porta di pubblicazioni.
Funziona! Giustifico così sia il cambiamento del mio aspetto che il flusso dei soldi.
In giro, come ogni settimana, sono fermo ad un semaforo insieme ad altra gente ed attendo che diventi verde il segnale per l’attraversamento pedonale. Appena scatta siamo in molti che, nei due sensi di marcia, attraversiamo sulle strisce. Mi viene incontro un tizio grande e grosso con uno strano sguardo. Compie un’ancor più strano movimento come se sta per cadere, mi si aggrappa e nello stesso istante sento una specie di “plop”. Avverto un forte dolore al petto, all’altezza del cuore, scivolo lentamente a terra ed il tizio quasi mi ci accompagna mettendosi a gridare. Sento che le forze mi stanno abbandonando, mi sembra di non avere più né gambe né braccia. Non riesco a parlare mentre mi pare di udire grida e lamenti che tendono lentamente ad affievolirsi. Qualcuno, furtivamente, mi sta frugando in tasca. Se poco fa era mattina perché sta diventando sempre più buio…e perché mi vogliono togliere dalle mani il sacchetto?
NON LO SAPRO' MAI

33 commenti:

Rosaria ha detto...

Buon giorno caro Aldo, ma è vera questa storia?
Se è vera, io sarei morta dalla paura, comunque vera o inventata mi ha tenuto con il fiato sospeso.
Buona Domenica, e tu altro che attore, lo scrittore dovevi fare, ma per questo stai ancora in tempo.
Bacione.

DIANA. BRUNA ha detto...

Ciao Aldo, buon giorno, mi riserverò di leggere con calma i tuoi ultimi due scritti.
Ora passo per farti il salutino della buona domenica e....indovina?
Per augurarti un BUON SAN VALENTINO, nella convinzione che non è mai tardi per amare.
Ciao un abbraccio a te e a tua moglie. Bruna

Anonimo ha detto...

te l'ho detto che sei un grande narratore!mi hai tenuto incollato al monitor

riri ha detto...

Ciao Aldo, buona domenica:-) Un racconto ricco di suspense come al solito, avvincente, mi hai fatto leggere tutto di corsa per vedere come andava a finire..però continua vero?
Sei un fine narratore, complimentissimi!!
Qui oggi, tanto per cambiare e dopo la quiete di ieri, nevica di nuovo, non mi resta che darmi alla cucina:-)
Ti abbraccio in attesa...

upupa ha detto...

letto tutto d'un fiato...aspetto il resto.....

Anna2 ha detto...

Caro Aldo,
Sei formidabile...
Non ho capito se è vera questa storia.
Ma Ti è successa veramente!!!
Io,sarei svenuta già dall'incontro di quel pezzo d'uomo,all'inizio...
Pensa dinuovo quella persona alla fine...
Ed Hai avuto coraggio,come in un films,di mandare quella ragazza,
a ritirare il bagaglio.
Sei fantastico!!!
L'ho sempre pensato,che Sei spassoso...
Ti auguro Buon San Valentino,
Un grosso bacio con lo schiocco da Anna2.

il monticiano ha detto...

@rosy: Buongiorno rosy, no lo storia è completamente inventata.
Se avessi studiato forse avrei scritto meglio, ma ormai è troppo tardi. Bacioni anche a te.

@DIANA B: Tranquilla, fallo quando hai tempo.
Ti ringrazio per il saluto e per gli auguri che ricambio di cuore.

@sR: Naturalmente sono contento che ti sia piaciuto, ma preferisco
essere un appassionato di scrittura. Quando mi riesce.

@riri: No, la storia finisce lì e quindi non può avere un seguito.
Qui a Roma c'è un pallido sole e fa freddino.
Buon appetito immagino con i buoni piatti che sai cucinare te.
Un abbraccio a te, Nic. e poker.

@upupa: Purtroppo la storia si esaurisce lì. Ad ogni modo grazie.

@Anna2: Tutto completamente inventato.
Ho cercato di usare al meglio la fantasia.
Ti ringrazio e ricambio con un forte abbraccio.

luly ha detto...

Bel racconto. Sei proprio bravo, sai? :O) Ma quei racconti per bambini....perché non ne posti qualcuno?
Un abbraccio.

Angelo azzurro ha detto...

Certo che la fantasia non ti manca, eh Aldo?
Un caro saluto!

magicpolaroid ha detto...

letto senza respiro eheeh! buona domenica e buon san valentino!
Luis

Nou ha detto...

Coinvolgente e pieno di suspence. Bravo!
I tuoi racconti sono sempre scritti con massima ironia e il tuo stile è inconfondibile.
Dovrebbero essere "salvati" su supporto cartaceo se proprio non vorrai pubblicarli.
Ti immagino con i guanti, neri, mentre porti la valigetta e conti i soldi...ma quanti erano esattamente? Ti avrebbero ucciso per soli 25.000 euro?
Dopo che è diventato tutto nero, ti sei risvegliato da un incubo?..
Dai!, Aldo, è proprio una storia raccontata bene, di quelle che non si vorrebbe che finissero.
Ciao a presto!

aleph ha detto...

Ed ecco a voi il Bardo in versione triller...Caro Aldo, la tua vena ispiratrice non si esurirà mai. Assai bellino questo racconto, ove per 'bellino' si intende in idioma toshano.

desaparecida ha detto...

ma come?

Allora anche noi nn lo sapremo mai?

Ma nn puoi inventare una seconda parte? ;)

Luigina ha detto...

@ Pure i trhiller sai scrivere. Anch'io letto tutto d'un fiato. Certo che se fosse stata vera questa storia ora non saresti qui fra noi. Però fino alla fine anch'io ho sperato che lo fosse. Una botta di c... te la meriteresti proprio. Buona serata Aldo e un abbraccio

ex-dani ha detto...

Questo raccontino, caro Aldo, è davvero una chicca! Ben dosato, ben ritmato e ben scritto, davvero. Ti faccio i miei complimenti, perché credo davvero che tu abbia un talento particolare e qui, in questa storia, è venuto fuori in tutto il suo splendore!! Bravissimo! Te lo dico con il cuore...

il monticiano ha detto...

@luly: Grazie. Purtroppo racconti adatti per bambini non ne ho più. Se mi venisse qualche idea ne parliamo.
Un abbraccio a voi tutti.

@Angelo azzurro: Mi è rimasta soltanto quella ma mica tanta.
Un caro saluto anche da me.

@magicpolaroid: Grazie Luis, è un po' lunghetto ma non potevo tagliarlo oltre.
Ricambio i tuoi auguri.

@Nounours: Ogni tanto mi frulla in testa qualche idea di "giallo"
e allora la butto giù, tanto le parole poi volano. Il cartaceo meglio lasciarlo da parte.
Ciao, a rileggerci presto.

@aleph: Se lo descrivevi in dialetto genovese, allora a "belin" andava aggiunta una "o", che non mi sarebbe piaciuto.

@desaparecida: Magari! Se sapevo scrivere una seconda parte sai come ero contento anch'io?

@Luigina: Oh! finalmentfe c'è qualcuno che dice di meritarmi una botta di c... mom non credo che avverrà maiBuona nootte e un abbraccio anche a voi.

@Daniela: Sono belle parole le tue ed anche troppo generose, ma ti credo che le dici con il cuore. Grazie.

NADIA ha detto...

holaaaaaaaaaaaa buongiorno...
tensione di prima mattina bella storia veramente un bacio grande!!

Bastian Cuntrari ha detto...

Ehi! Sei stato scritturato per la prossima superproduzione hollywoodiana suspence-terror???
Ma bravo, davvero!

Unknown ha detto...

il tuo modo di scrivere è davvero avvincente,ti leggo sempre tutto di un fiato.e sembrano racconti reali, di vita vissuta, in questo c'era un po' di paura, brividi di paura.un abbraccio

il monticiano ha detto...

@NADIA: Hola Nadiolita, così ci diamo una botta d'energia in più che ne dici?
HASTA SIEMPRE!!!

@Bastian Cuntrari: Veramente dovrei scrivere un legal-thriller sulla comparsa improvvisa di certe ingenti somme nelle tasche di qualcuno che al momento è in tutt'altre faccende affacendato. Sai di chi pirla parlo.

@AlessandraLace: Sembrano reali ma in realtà è tutta fantasia, forse troppa.

@La Mente Persa: E invece il colpo se l'è preso il presunto fortunato.

riri ha detto...

Buondì..da Rirì:-)

Antonella Riviello ha detto...

Carissimo Aldo, leggendo questa tua storia mi sudavano le mani...io non avrei mai avuto il coraggio di aprire la valigetta ma neppure di andare al deposito bagagli....Sei una forza! Ma è tutto vero...o un sogno?...Comunque sia posso dirti che tenuto il fiato sospeso per tutto il tempo! Buon martedì grasso!!!!

serenella ha detto...

Gli ingredienti per un racconto giallo ci sono tutti. Suspance quanto basta e quel nonsochè di mistero.... Sei uno scrittore da sempre. Buon pranzo Aldo.

il cuoco ha detto...

Per fortuna che la storia non è vera altrimenti ora sarei qua a sperare di leggerne altre.. mi è piaciuta
Ciao

Anonimo ha detto...

Bella storia.

Nicole ha detto...

sei un regista. attore, scrittore, narratore...hai una fantasia unica...davvero avvincente.

il monticiano ha detto...

@riri: Grazie. Buona notte da aldo a tutti voi.

@Antonella: Pura fantasia. Se mi fosse capitato veramente mi sarei comportato in mniera diversa.
Buona notte e un caro saluto.

@serenella: E tu sei sempre molto generosa.
Un caro saluto.

@il cuoco: Sono contento che ti sia piaciuta ma in effetti non è vera. Ciao.

@Giovanni Greco: Un po' troppa fantasiosa ma spero sopportabile.

@Nicole: Grazie ma soprattutto mi piacerebbe che oltre a narrare sapessi scrivere meglio.

Nou ha detto...

Un saluto Aldo, buongiorno!
Oggi la mia giornata è cominciata bene, dato che i giardinieri non hanno reciso l'olmo, come da assemblea condominiale; l'hanno solo potato e così diventerà ancora più bello!
Bacioni.

la Volpe ha detto...

non avevo avuto tempo di leggere ma ho recuperato con molto piacere ^^

Gianna ha detto...

Fantasia e creatività, doti che non ti mancano.

gianna ha detto...

ola Aldo, sai raccontare con molto suspenso...sembri Alfred Hichcock...
Avete vinto, mio compratiota argentino Mauro Zarate ha fatto un bell gol la domenica per la Lazio......
oggi gia e mercoledi...ti rigrazzio i tui commentari pieni di dolcezza nell mio blog...
baciiii...
cosa ci racconterai nell prossimo post...¿chi lo sa? aspetteremo

il monticiano ha detto...

@Nounours: Sono molto contento che l'olmo sia stato salvato.
Gli alberi vanno piantati non spiantati (che brutta parola però serve a rendere l'idea).
Buona notte e un abbraccio.

@la Volpe: Ti ringrazio ma tu leggi quando hai tempo.

@stella: Tu sei sempre molto gentile e generosa.

@gianna: Il tuo compatriota Mauro è un grande e a me piace moltissimo. Quando gira lui anche la squadra gira.
Mi piace passare dal tuo blog, vengo sempre a conoscenza di molte cose.
Tra poco metterò un mio post.
Un abbraccio affettuoso.

Francy274 ha detto...

Complimenti Aldo, un racconto ben raccontato. Emozione e suspence dall'inizio alla fine, però c'è davvero da meditarci sopra.. e se capitasse a me? No,grazie, trovare soldi così è pericoloso per le coronarie più che vincerli al lotto, sempre se mi deciderò a giocare una schedina.. :))
Sai quando ho capito che era un racconto? Quando hai chiesto alla ragazza di ritirarTi la valigetta.. il vero Aldo non l'avrebbe mai fatto :))