Da un bel po' di tempo qui sul mio pc-Pasquale – grazie ad una dritta di mia nipote – riesco a collegarmi con un sito tramite il quale posso vedere un discreto numero di film d'ogni genere, basta che scelgo. Appassionato di gialli, come ho già scritto in precedenza, nonché di polizieschi, thriller e legal thriller vedo almeno uno di questi film ogni giorno. Fantascienza ed horror li ho esclusi. Due giorni fa, di pomeriggio, ho visto, scaricandolo in download (finalmente qualcosa ho iniziato ad imparare), un film giallo anzi thriller che prometteva, dal titolo, una notevole dose appunto di suspense, di attesa spasmodica, di ansia e via dicendo. Ma - e mi ripeto - gli americani sono molto bravi nel campo cinematografico, siamo d'accordo, però sbagliano anche loro o esagerano e non poche volte sono anche ripetitivi e un po' ingenui.Il film che ho visto me ne ha dato la conferma. Ometto di dire sia il titolo del film che i nomi dei protagonisti per una specie di riguardo verso le persone che vi hanno preso parte.
L'inizio della pellicola che fa scorrere il titolo, i nomi dei componenti il cast, quelli dei vari direttori, dei produttori e dei tecnici è accompagnato da una colonna sonora che dovrebbe dare i brividi. Poi ecco la prima scena: è piena notte, una bella ragazza cammina per strada e sembra che sia di ritorno da una festa per un suo compleanno poiché porta tra le mani tre o quattro pacchi incartati e infiocchettati con carta e nastri da regalo.La strada è bagnata , evidentemente a causa di una recente pioggia ma la ragazza non ha ombrelli con se, e naturalmente la strada è anche semibuia e deserta. Sorride – la ragazza non la strada – e cammina normalmente, senza fretta, come passeggiando; si sta avvicinando a casa, poi la macchina da presa inquadra le scarpe – da ginnastica, da tennis, da corsa o da calcetto, non si capisce bene – ai piedi di qualcuno nascosto dietro un muro e coperto dal buio del quale si intravedono appunto solo scarpe, piedi e metà degli arti inferiori. Si comprende chiaramente che sta seguendo la ragazza e chiunque capisce benissimo che non lo fa per chiederle di poter accendere una sigaretta o per sapere dov'è una qualsiasi strada nei paraggi. Le sequenze successive fanno vedere che la ragazza, dopo aver aperto con una chiave, entra dentro casa quasi al buio, procede verso l'interno senza chiudere la porta che è di quelle con ritorno automatico al loro posto. E chi è che ferma la porta senza farla chiudere? Il postino? La vicina di casa che vuole chiedere del sale o dello zucchero in prestito? Mi sembra molto facile capirlo: è "scarpe da tennis", l'aspirante killer che fa fuori la ragazza tagliandole la gola con un coltello che più affilato non si può. Poi la sequenza dell'arrivo dei detective – chi li ha avvisati non si sa, si viene a sapere sempre dopo – ed ecco che iniziano le investigazioni. Combinazione, il killer che non è aspirante ma un serial-killer con precedenti simili che non è stato mai catturato invece in quel film, guarda un po', si lascia catturare piuttosto banalmente.
La frase ricorrente del detective protagonista principale è sempre la stessa "...prima o poi il killer farà un passo falso e allora...".
Una mia considerazione forse un po' sciocca: ma possibile che in quel tipo di film un killer non riesce mai a farla franca?
25 commenti:
E no, è! Nelle favole il male non vince mai. Quella è la realtà purtroppo. Ciao Aldo!!
Eh caro Aldo..ottima riflessione..e io concordo con Angelo azzurro..bacione e buon fine settimana !
Thriller di serie C, killer di serie C.
Anche per me quello dei gialli-noir-thriller-legalthriller è il genere preferito; purtroppo ultimamente è difficile gustarne uno come si dovrebbe.
Un buon sabato!
Cristià
Il mercato americano è talmente vasto
che qualunque film idiota
ha 90 possibilità su 100 di guadagnare soldi.
Per cui risulta conveniente fare film idioti perchè costano poco e guadagnano tanto.
Anche a me piace vedere film,
per questo mi son fatto un blog
con piccole recensioni di buoni film
lo vedo quasi solo io
e mi serve per non ingolfare il computer.
Saluti a te e a tutti gli altri frequentatori.
Hai ragione, probabilmente il buonismo dei film va a compensare la violenza che resta una caratteristica dell'essere umano, che sia un serial killer oppure no. E hai ragione anche sulla banalità imperante dei dialoghi. Il vocabolario si riduce sempre di più.
Ciao Aldo .
Rosy mi ha dato il numero del tuo cellulare così ti terrò aggiornato. Ciao buon fine settimana e buona domenica . Lina
Ciao Aldo un tempo le chiamavano americanate,
buon weekend.
Generalmente tutti vogliono sapere chi è l'assassino... allora autori e registi si adeguano. Per questo un finale come quello der "Pasticciaccio Brutto de Via Merulana" resta sempre particolarmente originale. Un caro saluto, Fabio
Ma Aldo , ma cosa fai !!! ma non si può downloadare illegalmente a gratis !!! ahahahhahahah
Mi hai spiegato perfettamente perchè non mi piacciono questo tipo di film.
Bon dimanche Aldo (e signora)
Pierrot
Ormai usano ripetersi in modo meccanico, questi americani. Anche nei romanzi. Ah, i loro bei film anni '40!
In effetti devo dar ragione all'amico Adriano, spesso amano ripetersi, però ad essere sinceri non amo il genere, per ulteriori informazioni chiedere a...? :-) Un abbraccio Aldone.
Il tipo di film che piace a mio marito. Immagina di sentirmi dire puntualmente:"Ma non c'è altro da guardare?" Lui risponde di no che è il primo monosillabo pronto sulla lingua. Spesso me ne vado in un'altra stanza a leggere, ma qualche volta lo obbligo a mollarmi il telecomando, perché, tanto, dopo un po' si addormenta sulla sedia, per far meno pena potevo dire poltrona, ma non sarebbe la verità. Allora, se non mi sono allontanata, lo chiamo e lo esorto ad andare a letto e riposare per bene, ma fin che non finisce il film rimane alzato, cioè seduto ad appisolare fra una scena e quelle che seguono. Così è con noi e i film di suspence.
Bacioni Aldo!
Ciao
Nou
concordo sul fatto che i film americani sono piuttosto scontati, il killer deve essere sempre smascherato, mi sembra giusto. buona notte
Sono degli ottimisti
Ma visto che nella realtà le investigazioni spesso fanno cilecca, almeno nei film ci illudiamo del contrario.
nel film il killer non la fa mai franca, nella realta' spesso si. Oggi in Italia secondo il mio parere, ascoltano le registrazioni telefoniche, studiano i tabulati e se l'assassino non si "vanta" mo lo acchiappi....
Ciao Aldo, come te amo i gialli quelli intriganti a sfondo psicologico, su sky vedo delle serie eccezionali, dove la scientifica riesce sempre a beccare il killer, ma in realtà qualcuno la fa franca, vedi l'italia..Un abbraccione e buon inizio settimana, un saluto al pc. Pasquale:-))
io poi non capisco perchè se ti dico non aprire quella porta ci sia sempre qualcuno che la pare e ci rimane secco, perchè mai uno se ne dovrenbbe andare in giro di notte per quartieri malfamati e sperare di farla franca e perchè questi killer alla fine sono tutti stupidi!!!!
alle volte ci sono registi e/o attori che girano certi film che poi ti chiedi se l'hanno fatto semplicemente perchè gli scadeva la rata del mutuo!
eheh... la tua domanda finale mi ha fatto ripensare al mio atteggiamento da bambino verso i cartoni: ma perché Silvestro non riusciva mai a papparsi l'odiosa Titti? Perché Autogatto non maciullava Mototopo? Perché Speedy Gonzales doveva sempre farla franca? ecc...
... e no, Aldo! Altrimenti, il protagonista "buono", che figura ci fa se è il killer a sfangarla?
Ciao Aldo, buona giornata!!!
Piacciono tantissimo anche a me, sia i film che i libri di quel genere. Ma , come dice Cristiana, non sono tantissimi quelli di buon livello.
"Nella sospensione emotiva cui è costretto, il pubblico assapora il brivido della condensazione di ben altre angosce. Infatti l'ansito del mostro, intento ad avanzare inesorabilmente verso la sua vittima, coincide curiosamente col rantolo dei moribondo. Qui il giallo tradisce ancora una volta la sua natura esorcistica nei riguardi dei timori fondamentali dell'esistenza. Il fatto che spesso non si veda il killer, o lo si scorga al buio, mascherato o di spalle, identifica immediatamente la sua natura simbolica. Dietro la lama in attesa nel buio si nasconde infatti l'ombra scura della grande falciatrice. Il luogo e il momento della sua apparizione, strade vuote, appartamenti deserti, ore notturne o crepuscolari, sono infatti quelli in cui le persone si sentono maggiormente vulnerabili al pensiero della morte. La suspense, l'attesa di una fine in agguato, pervade intimamente, ora velata, ora impercettibile, il flusso dell'esistenza. Diventa liberatorio ritrovarla coagulata in pochi istanti in un film dove, al contrario che nella realtà, il micidiale appuntamento può essere eluso grazie alla fortuna o all'astuzia." (Giuseppe Scaraffia, Miti minori: libriccino gustoso che sto leggendo - tu guarda la telepatia - proprio in questi giorni...)
(Aldo: il titolo del film di cui ti ho parlato è "Slevin - Patto criminale". Cercalo: se non lo trovi te lo presto io in DVD!)
Legando la descrizione che hai fatto delle scarpe e la battuta finale
"prima o poi i killer fanno un passo falso", ho ghignato, mi sono detta che in questa occasione il serial killer non ha messo le scarpe giuste ed è inciampato.;-))
Mi piacciono i gialli, ma adoro la fantascienza, per inciso, la buona fantascienza, quella di Asimov e Bradbury.;-))
Buona serata Aldo ;-))
Come filmografia abbiamo praticamente gli stessi gusti, Monty! È vero, non tutti i film del genere sono buoni... ma uno al giorno toglie il killer di torno (battutaccia da mal di testa)! E comunque, il killer ha da muri'. Tocca che ci scambiamo un po' di titoli, amico mio!
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