Il rettangolo semplice semplice ha due lati lunghi e due corti tipo, ad esempio, i campi da gioco per il calcio, calcetto a 5, calcio a 8, il football americano, il rugby, il tennis, il cricket, l’hochey, la pallacanestro, la pallamano, la pallavolo (forse ne ho dimenticato qualcuno). Sono aree attrezzate opportunamente su erba normale o sintetica, terra battuta, linoleum ecc.ecc. e, ovviamente, su superfici pianeggianti. All’età di 12-13 anni io e quelli della mia età,qualcosa come 67 anni fa avevamo, insieme a molti altri, la passione per il calcio. Attualmente è anche così ma esiste una non piccola differenza. Oggi amministrazioni pubbliche, enti, circoli privati , attrezzano impianti sportivi polivalenti, gratuiti o a pagamento, che consentono a chi lo desidera o a chi se lo può permettere di praticare qualsiasi attività sportiva. Per noi, a quei tempi, la cosa più importante era “giocare a pallone”. Sì, va bene, ma dove? Qui arriva la differenza…Dov’erano i campi da gioco?…A quella età e in quegli anni non si poteva davvero andare in giro per la città alla ricerca degli spazi opportuni per di più molto rari. Dovevamo rinunciarci?…nemmeno per sogno! Noi “stanziali” di Via e Largo della Polveriera eravamo fortunati perché avevamo il nostro“campo” a non più di un centinaio di metri dalle nostre case…Bastava svoltare a sinistra nella vicinissima Via Eudossiana, passare davanti la Facoltà d’Ingegneria dell’Università ed eravamo belli che arrivati: Piazza di San Pietro in Vincoli (di fronte la Chiesa omonima dove tuttora si può ammirare la famosissima statua marmorea del Mosè di Michelangelo). C’era un problema però…bè…veramente i problemi erano più di uno: 1°) il nostro “campo” era quadrato; 2°) non c’era erba di nessun tipo, né terra battuta, né linoleum…solo asfalto e sampietrini; 3°) non era una superficie pianeggiante ma era una discreta discesa; 4°) confinava con un paio d’istituti religiosi in uno dei quali erano ricoverate numerose persone piuttosto in là con gli anni, in precarie condizioni di salute ed in disagiate condizioni economiche. Ho ancora nelle orecchie le sgridate dei custodi che ce ne dicevano di tutti i colori ed a ragione giacchè le urla di noi partecipanti erano più che assordanti e disturbavano notevolmente la quiete, il sonno e la tranquillità dei loro ospiti; 5°) non era adatto a contenere il numero dei contendenti in campo perché a disputare la partita coloro che ne prendevano parte superavano la trentina e non 11 contro 11; 6°) la durata degli incontri era in pratica illimitata…Cominciavamo subito dopo il pranzo di mezzodì e terminavamo a tramonto inoltrato; 7°) la difficoltà di mantenere la “palla” (appresso la descrivo) sul terreno di gioco…Sì perché a volte, spinta da un calcione, quella rotolava giù per la Scala (o Salita)dei Borgia e scendendo e saltellando, attraversava Via Cavour e si fermava in Via Leonina,nel pieno del Rione Monti. Parliamo della “palla” Non era un pallone regolamentare…figuriamoci…non era di cuoio o pelle o qualcosa di somigliante…era soltanto un’accozzàglia di carta e stracci tenuta insieme da spago piuttosto scadente…però era rotonda, più o meno, e questo a noi bastava. La lotta per averla tra i propri piedi era piuttosto cruenta. Avevamo sempre braccia, gomiti, gambe e ginocchia piene di sbucciature di vario tipo ma non ce ne poteva importare di meno.Dove trovavamo tutta quell’energia era un mistero poiché eravamo alle prese, chi più chi meno, con una nutrizione abbastanza carente sotto parecchi punti di vista. Il periodo coincideva, purtroppo, con la seconda guerra mondiale in pieno svolgimento. I continui allarmi aerei del ’43 e del ’44 costrinsero anche noi ad interrompere il nostro campionato (si fa per dire). Come praticante so benissimo di essere stato sempre negato per quel gioco che pure mi piaceva molto e, infatti, a differenza di altri miei coetanei, non sono mai entrato a far parte di nessuna squadra neppure a livello parrocchiale o rionale. Evidentemente il mio destino era quello di fare soltanto il tifoso di calcio.
Il motivo per il quale divenni tifoso di una squadra anziché di un’altra è stato ed è per me un mistero. Solitamente uno diventa tifoso della squadra di calcio della città nella quale è nato, anche se esistono numerosi tifosi nati in un posto che tifano invece per squadre di città diverse dalla propria. E’ il caso, ad esempio, di tifosi che s’innamorano sin da bambini di squadre che magari navigano di solito nei piani alti della classifica della categoria della quale fa parte la squadra poi divenuta del cuore. Il mio caso credo sia significativo. Sono il secondo di quattro fratelli tutti nati a Roma. Il primo ed il terzo stratifosi della squadra con quel nome, il quarto fievolmente della Juventus, il secondo, appunto io, della Lazio…perché? E nemmeno si può parlare di avere ereditato il tifo per l’una o l’altra squadra da uno dei genitori, come spesso capita, poiché entrambi, nati in Sicilia, non credo abbiano mai saputo se il pallone aveva da essere quadrato o rotondo…credo.
Mi sono avvicinato al vero gioco del calcio, soltanto da tifoso intendiamoci, tra i 14 e i 15 anni quando, imbeccato da un mio quasi coetaneo abitante all’interno 4 del mio stesso fabbricato, venni a sapere che nella Lazio, la prima squadra di questa città, nata nel 1900, giocava un centravanti formidabile: Silvio Piola il quale era anche centravanti della Nazionale. Da allora quella squadra mi entrò nel cuore e nella mente se così ci si può esprimere. Ricordo che il mio coetaneo-coinquilino, divenuto in seguito un accanito capotifoso, mi faceva entrare gratis allo stadio (all’epoca il Nazionale, poi Torino, poi Flaminio) non ho mai capito a quale titolo ma con il compito, per le partite in casa della nostra squadra, di addobbare gli spalti per gli spettatori con un’enorme serie di striscioni inneggianti l’adorata Lazio. E non importa se proprio nell’estate del ’45 l’ineguagliabile S.Piola fu ceduto alla Juventus…io, sin da allora, sono rimasto sempre tifoso laziale. Malgrado retrocessioni, squalifiche, brutte faccende di scommesse illegali, ipotesi di fallimento e di scomparsa dalla scena calcistica…la Lazio è stata anche altro: vincitrice di coppe e supercoppe nazionali e internazionali, scudetti, tornei ecc.Delusioni e gioie hanno formato una miscela che non mi ha mai fatto cambiare bandiera. Così è, naturalmente, anche per i tifosi delle altre squadre…io non sono speciale. Le trasferte al seguito della squadra quando doveva giocare fuori casa, sono state le cose che ricordo maggiormente e con nostalgia anche se, da oltre 34 anni, non vi partecipo più. C’è stato un tempo che ci andavo con moglie e figlio…poi ha seguitato lui da solo. Già perché,guarda un po’ che caso strano, lui e quando si è sposato anche sua moglie e quando sono nate le loro due figlie anche loro…bè…che soddisfazione!…tutti tifosi laziali …solo mia moglie, a volte…non sempre, chissà per quale motivo…mi dice che è tifosa anche dell’altra.
Ugualmente da oltre 34 anni ho dovuto evitare, per motivi di salute, di recarmi allo stadio. E’ capitato molto raramente, sollecitato da mio figlio, di assistere di persona ad incontri di calcio della mia squadra molto tranquilli, qualche amichevole o partite il cui risultato era ininfluente. Dopo aver appreso il risultato finale della partita che la mia squadra ha giocato allora, grazie a mio figlio, mi godo tranquillamente lo spettacolo, bello o brutto che sia, in videoregistrazione a casa. I ricordi che ho di questo mio essere tifoso del calcio e della Lazio sono tanti…tutti legati a quel rettangolo.
QUESTO POST ESCE IN OCCASIONE DELLA FINALE DELLA COPPA DEI CAMPIONI DI CALCIO FISSATA A ROMA – STADIO OLIMPICO – PER MERCOLEDI 27 MAGGIO 2009.
TRA LE VARIE MANIFESTAZIONI COLLEGATE CON TALE EVENTO, UNA PARTITA DICALCIO TRA “VECCHIE GLORIE” DI TALE SPORT SI GIOCHERA’ AL LARGO DELLA POLVERIERA, ANGOLO VIA DELLA POLVERIERA, CON VISTA SUL COLOSSEO.
41 commenti:
chissà che colpo la cessione di Silvio Piola :-)
Quest'anno è andata abbastanza bene mi pare, una coppa Italia vinta meritatamente.
Quello che scrivi mi porta sempre, durante la lettura, ad immagini lontane nel tempo, ma così vivide da farmi sentire partecipe, come se fossi stata lì anche io. Sono troppo belli i ricordi!
Non conosco molto il calcio, so solo di non tifare per il Milan...
Ma il tuo racconto, come ha scritto anche Anna, è il dono di rivivere un passato mai vissuto, ma di cui si è sentito parlare. E questo è bellissimo.
Grazie Aldo!
Lara
Aldo, avevate energia, all'epoca, proprio perchè non eravate satolli..
Ah sei d'a Lazzio! Ma allora io e te abbiamo un conto in sospeso, visto che ci avete sbattuto fuori dalla coppa Italia!!!
Vorrà dire che ci rifaremo la prossima domenica :)
Io invece sono super tifosa della Fiorentina e un calciatore ce l'ho in casa anche se di una piccola squadra mio figlio Alessandro, anche se mi lamento quando mi riporta i vestiti tutti sporchi di fango...sono felicissima che continui a fare questo sport.E poi anche il mio compagno è un ex giocatore ed anche molto in gamba... poi c'ho il piccolino di 4 anni.... che chissà cosa farà!
ciao Paola
@Pietro: il"colpo" lo fece la Juve che ci soffiò il grande Silvio, che ve possino...
@Vemeris: Per fortuna! Almeno con quel trofeo questa stagione è stata salvata.
@ANNA:Il fatto è che, per me, immagini e ricordi sono troppo lontani ma, finchè me li ricordo credo valga la pena riportarli a galla.
@Lara: Da quello che hai detto credo di capire che sai solo di tifare per l'Inter.
Sì rivivo il passato, magari a mio modo, ma a me piace.
Grazie a te Lara.
@stella: Mi sa che hai proprio ragione. Altro che satolli,avevamo una fame pazzesca.
ps.Ho lasciato un commento da te ma sembra che non funzioni il blogger. Ma che vor di'?
@Rouge:Ahò, la prossima domenica, urtima de campionato, ce tocca annà a Torino contro la Juve.
Siate bboni, nun ce fate tanto male, me riccomanno.
Aldo, come Lara, non ne capisco molto di calcio, ma quello che hai raccontato è bellissimo! mi hai ricordato i nostri giochi di bambini senza giocattoli...ma con tanta fantasia.
Il mio ultimo figlio, come te prese la decisione di tifare per una squadra di calcio e scelse il Vicenza.Preso in giro da tutti, ancora ha simpatia per questa squadra.
Ciao e buona Settimana.
Non possso commentare, non posso commentare... Ho letto la tua ultima risposta a Rouge... non posso commentare!!!
In quel momento non si potevano mandare messaggi, ora sì.
Blogger ogni tanto...
@paoladany: sapessi come sono contento che la Fiorentina ha soffiato il 4°posto all'altra squadra di questa città per la prossima coppa-campioni. Poi ho anche un ricordo della tua squadra, bello per me, non credo per voi. Nel '74 quando la Lazio vinse il suo primo scudetto (voi eravate neonati)io e mio figlio venimmo in trasferta a Firenze dove la Lazio vinse 1 a zero (gol di Garlaschelli) e insieme a noi, in curva, non ricordo quale, c'era Nanni Loy il famoso regista, anche lui laziale.Lo ricordate? Fai gli auguri a tuo figlio più grande ed anche al tuo lui. Se ti va fammi sapere in quale squadra giocava. Scommetto che adesso gioca a calcetto o a calciotto, come fa mio figlio (a 50 anni!).
Ciao, aldo.
@rosy. proprio belli i ricordi di quando eravamo ragazzi. Ci si accontentava di pochissimo.
Il tuo ultimo figlio fa bene ad essere tifoso del Vicenza. E' una squadra abbastanza simpatica, tra l'altro l'anno scorso era allenata da un ex giocatore della Lazio, Gregucci. Non so se pure quest'anno.Ciao e buona settimana anche a te.
@Bastian Cuntrari: famme capi'...ma che gnente gnente pure te sei tifosa de la granne Aquila che vola sempre più in arto?
@stella: Sono ritornato al tuo blog, speriamo che stavolta funziona.
Ciao Aldare'!
Sono di gran fretta perchè in pausa-pranzo ho letto dei bellissimi racconti sul ema dell'AMICIZIA e mi è già venuta ora di rientrare in ufficio...
Un autore di tutto rilievo!!! Bellissimi...
Vado.
Spero di passare ancora più tardi.
Ma la lazio non è la squadra dei fascistoni??? Non dicono quelli della lazio : mejo un figlio froscio che romanista???
@Kaishe: Pensa all'ufficio: prima il dovere e poi il piacere (di leggere se ti va).
@aleph:si è vero, purtroppo ci sono quelli e i naziskin come pure nell'altra squadra de 'sta città. Questi so' proprio matti. Noi per fortuna apparteniamo alla parte sportiva dei tifosi e comunque del colore opposto. Negli anni quaranta il primo scudetto di quell'altri lo vinsero grazie al loro benito.
visto? nessuno ti odia :)
da juventina persa... ti lascio un saluto.
Penso sia bello portarsi dentro certe cose stante il tempo, stante tutto a prescindere.
un abbraccio
Elsa
holaaaaaaaaaaaaaaaaa
Sor Aldo FORZA ROOOOOOMMMMMMAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!
SEMPRE E PER SEMPRE!!!! ;)
Buongiorno un pò in ritardo stavolta ma sei sempre nei miei pensieri!!!!
Bello il racconto, a quel tempo si giocava in strada,tutto era più tranquillo guerra penmettendo s'intende.....
Io non sò come sono diventata tifosa romanista sarà che nella mia famiglia siamo tutti giallo rossi, anche se a mio padre poco interessava il calcio a lui piacevano moto e macchine, era un grandissimo tifoso Ferrari e Ducati......va beh!!!
Quindi anche i nuovi entrati in famiglia marito compreso si è dovuto romanizzare da interista è diventano grande tifoso giallo rosso, potevi dubitare???
ahahahahahahahah
Figurati che non gli fregava niente di macchine e moto adesso tifa Valentino come un forsennato....ahaha potenza dell'amore!!!! ;)
ti abbraccio forte Sor Aldo!!
un besito giallo rosso s'intende smack!!!
hasta siempre!!!
i miei figli invece andavano a giocare o davanti al teatro dell'opera o davanti al ministero degli interni, cercavano di cacciarli via ma loro tornavano sempre!
ma hai visto che orrenda costruzione quel pallone che hanno tirato su vicino a casa tua dove giocavano i peruviani????
E' bello poter far parte, anche solo per il tempo della lettura del post, dei tuoi ricordi. I ricordi dei giochi fatti da bambini li portiamo nel cuore, credo tutti, con tanta gioia. Io non amavo e non amo il gioco del calcio, ma ricordo con tanto piacere e anche tanta nostalgia le partire a "sette pietre" insieme ai miei amichetti d'infanzia. Conosci questo gioco?!?
Ti abbraccio, Aldo.
Stasera passo a salutare solo. Domani vengo a leggere con calma.
Notte, Aldo!
mi hai fatto far parte dei circa trenta e tirar calci come forsennati alla mitica palla di carta e stoffa!!
un abbraccio Aldo è sempre un piacere leggerti!:-)
Aldo se hai tempo vieni sul mio blog e capirai il perchè
Ciao.
@Punzy: Non ero arrivato a pensare questo. Altrimenti i blogger che amici sono?
@Elsa: ti abbraccio anch'io malgrado la tua juventus. Scherzo, comunque un po' di sano sfottò ci sta bene senza eccedere. Eppùre sapessi quanto mi fa bene ricordare certi lontanissimi episodi.
@NADIA: Malgrado siamo così lontani come tifo calcistico questo non ci toglie il piacere di
parlare e scherzare tra di noi. Però mi dispiace per tuo marito che da interista l'hai costretto a diventare quello lì...insomma, hai capito. Quest'anno lui poteva festeggiare lo scudetto ma tu che ti festeggi? Un abbraccio e mille besitos.
@zefirina:aha!, ma allora non eravamo solo io e i mei coetanei a occupare spazi pubblici per giocare a pallone, anche i tuoi figli...e so' contento.
Ancora non sono riuscito a passare nei pressi della casa dove sono nato a Via della Polveriera, ho letto la notizia sui giornali.Dovrò andarci però perchè quel campetto dove attualmente ci giocano squadre di vari continenti
prima era tutta un'altra cosa. Se me la sento ci farò un breve post.
@luly: Credo siano, almeno per me, i ricordi più belli quelli dei primi anni della nostra vita.
Per caso il gioco delle "sette pietre" non è quello che si gettano in aria delle "breccole" e sbattendo le mani se ne devono raccogliere il più possibile quando ricadono? Mi sembra di averlo visto fare soprattutto dalle "signorinette".
Un abbraccio a tutti voi.
@Angelo azzurro: La porta è sempre aperta, passa quando vuoi.
Buona notte Angelo.
@Aglaia: Tu sei nata dopo troppi anni altrimenti ti avremmo fatto giocare con noi, magari in porta.
Ho letto anche il commento sul post precedente. Grazie con un abbraccio affettuoso anche da me.
@rosy: io sono passato dal tuo blog ma tu m'hai beccato in flagrànza di reato mentre lo commettevo e mò come faccio?
Ciao.
Ma io sono della Juve ç_ç
Non mi odierai adesso vero?
Grazie per i mominativi degli autori italiani che mi hai lasciato sicuramente li cercherò. Al momento io sto leggendo l'ultimo della Cornwell "Kay Scarpetta" e questa patologa è davvero una forza.Poi ho un libro iniziato sul comodino ma lasciato lì... si chiama "il segreto" è una specie di insegnamento a come dovremmo affrontare la vita. Fammi sapere se lo conosci.. ciao Paola
No, Aldo, non è quello. Il gioco delle "sette pietre" è molto simile a quello della "palla avvelenata", con qualche differenza.....
.....magari vengo lì, in Via della Polveriera e te lo insegno!:)
Un bacio!
Ricordo anche io quando tiravo calci ad un pallone, forse meno raffazzonato di quello che usavi tu, ma sempre senza andare tanto per il sottile. Giocavamo per strada, ancora il traffico veicolare, considerando che era una strada quasi a fondo cieco, lo consentiva. Tu dici che oggi i ragazzi hanno maggiori opportunità: non ne sarei così sicuro, tutto va organizzato, deve avvenire in appositi spazi. C'era allora una fruibilità immediata più che altro perchè ce la prendevamo da noi. Vabbè, sto facendo il vecchio, meglio che mi fermo qui.
Oggi si gioca, insomma! E che vinca il migliore! :))
I tuoi ricordi ci riportano indietro nel tempo, quando tutto, ma proprio tutto aveva un sapore diverso. Ora il gioco sembra non abbia più parvenza di divertimento!
Buona giornata Aldo!!
Sei della Lazio???
Ohhhhhh, ti facevo romanista sfegatato...
Vabbe', per me è uguale, sono undici uomini in mutande a tirar calci ad un pallone...
:-)
A romano de Roma, piacere!
Mai come ora ho bisogno di sapere che intorno a me ci sono persone che stanno cercando di Resistere a questo schifo che ci circonda.
Il paese mio è piccolo, 1200 anime perse, non parlo la mia lingua quasi con nessuno e allora i bloggers diventano degli amici preziosi.
Sono ligure, abito quasi al confine con la Francia, circondata da ricchezza, casinò e fascismi vari.
Una prigione mentale!
Ciao Aldo
Un abbraccio
Ornella
...forza Roma...core de' sta' città.........ora "arrabbiati"!!!!!!
ciao
@Le Favà: io non riesco ad odiare nessuno, proprio non ci riesco. E sì che uno ci sarebbe ed è il b.
@paoladany:Hai capito, la Cornwell ha scritto l'ultimo romanzo intitolandolo proprio alla sua "creatura". Non l'ho letto nè mi è giunta notizia da mio figlio.
Per "il segreto" che stai leggendo non lo conosco però confesso che questo genere di libri non mi attirano. Anche perchè data l'età
mi si dovrebbe insegnare ad affrontare l'altra di vita.
Ciao, aldo.
@luly:No, il gioco della "palla avvelenata" non mi pare di ricordarlo a meno che quella palla non sia quella che adoperavamo noi
ma quella era "stregata". Allora quando volete ci vediamo a Via della Polveriera angolo Largo della medesima.
Ricambio con affetto per tutti.
@Vincenzo Cucinotta: Bisogna pure ammetterlo,a quei tempi, anche se tragici, noi eravamo così spensierati da divertirci un mondo, malgrado tutto. Ed è vero che la fruibilità era immediata perchè ce la prendevamo da noi, senza aspettare nessuna manna.
@Angelo azzurro: E' una riflessione un po' amara la tua ma ci sta tutta.
Buona giornata anche a te Angelo.
@amatamari: E lo sono, laziale, sin da bambino come hai visto.
Giustamente tu dici che dell'una o dell'altra parte sono sempre undici uomini in mutande.Che voi fa'?
@pia: Er piacere è tutto mio, me possino cecamme.
Carissima ligure artro che resistere qui dovessimo d'attaccà.
Ho dato 'na smirciata e me so' accorto der blog dei dialetti tra li quali quello romanesco.
Ce passerò spesso.
Te saluto a te, nun me salutà 'a monnezza che te circonda.
@Tua madre Ornella: Ciao, ho sperato molto di più domenica sera da Report, ma sono certo che tu non demordi.
Un abbraccio anche da me.
@upupa: ma te pare che io me posso arrabbià co' te?
Abbasta che nun sei tifosa del roccacannuccia, co' tutto er rispetto.
Ciao core de Roma.
Toc, toc... torno a casa tua per ringraziarti d'aver partecipato al gioco. Sai che nella lista delle sette persone a cui avevo pensato di passare il gioco c'eri proprio tu in cima???
Caro Aldo, te invio un strucon forte!
Che bello leggere i racconti di una vita passata, quando ancora ci si divertiva con poco e il copertone di una bicicletta era un bel passatempo se si faceva girare con un bastone mentre si correva. Altri tempi dove divertirsi penso fosse molto più facile di oggi. Mi corregga se sbaglio. Buona vita, Viviana
Scusa Aldo,della latitanza,ma evidentemente,come ebbe a dire anni orsono Sua Maesta' la Regina Elisabetta,evidentemente,questo qui,"deve essere un Annus Horribili" almeno per me,sembra che la morte sovrasti ogni cosa,ogni angolo,ogni mio pensiero-Piu' cerchi di andare avanti,piu' si torna indietro!
@Angelo azzurro: Ti ringrazio per il gentile pensiero che hai avuto nei miei confronti ma io ti debbo chiedere scusa mille volte giacchè ho stupidamente interpretato la frase affettuosa in dialetto che tu hai scritto nel commento e che poi hai avuto la cortesia di tradurmi. Ricambio con affetto.
@La Mente Persa: Grazie per gli auguri alla Lazio che ne ha bisogno.
Domani sera non sarò in mega attesa se ti riferisci alla coppa dei campioni. Non sono tifoso di nessuna delle due squadre.
@Viviana:Io non ti correggo affatto
anzi, al contrario, devo ringraziarti per avermi ricordato
il gioco del copertone della bicicletta che facevamo girare con
un bastone mentre noi correvamo.
Buona vita anche a te,
aldo.
@gabrybabelle: Mi dispiace moltissimo per il tuo anno orribile
Spero di cuore che non prosegua oltre. E non preoccuparti della latitanza, ci sono cose più serie nella vita che hanno bisogno della tua attenzione.
Non mi intendo di pallone, nè di calcio o di campi sportivi. I miei figli, fino a qualche anno fa giocavano per strada o in campi che tra ragazzi attrazzavono per l'occorrenza. Qui, in un paese del sud, è ancora possibile.Anche perchè di campi attrezzati ce ne sono pochissimi. (1)
Aldo 1 vuol dire che c'è solo un campetoo sportivo in tutto il paese. Dico : 1! Sai cosa vuol dire? Che è uno schifo! Buona giornata simpatico amico!
sono anch'io una della polveriera....nato e cresciuto al n.10..ci vivo ancora e...sebbene nessuno ci creda...la polveriera è un catino di tifoseria laziale
robert
Posta un commento