martedì 12 maggio 2009
MIA CARA SORELLA - (Prima parte)
Tramite Don Ruggero, il cappellano del carcere di Rebibbia a Roma, spedisco questa mia lettera all’Ambasciata d’Italia, lì in Canberra-Australia, dove spero che i funzionari riescano a trovare te e la tua famiglia perché qui, dall’Italia, non siamo riusciti a scoprire un tuo preciso indirizzo Credo ti chiederai come mai, dopo tanto tempo, cerco di mettermi in contatto con te. Ho trascurato di farlo prima, quando ne avevo l’opportunità, perché ho sempre pensato che tu provassi vergogna per me. Ma, credimi, la lettera che ti sto scrivendo non è fatta per chiederti aiuto o qualcosa del genere. Desidero soltanto sapere qualcosa di te…se stai bene…com’è la tua famiglia …non desidero altro…Di me, se t’interessa saperlo, posso solo dirti che, purtroppo, sono ancora vivo.Oggi finalmente esco. Dopo 33 lunghissimi anni di “galera” che ho volutamente scontati… esco. Dove andrò?…cosa farò?…qualcuno mi riconoscerà adesso che ho superato i 67 anni d’età? Non lo so e nemmeno m’ importa saperlo.Sarei potuto uscire molte volte in permesso per buona condotta…ma non l’ho mai chiesto. Avrei potuto usufruire degli arresti domiciliari ma non ne ho mai fatto richiesta. Qualcuno mi aveva consigliato di chiedere la grazia…di fare domanda per l’indulto e ho rifiutato. Il processo al quale fui giustamente sottoposto per il mio reato si chiuse con la comminazione a mio carico della pena dell’ergastolo. All’epoca non avevo e non volli chiedere l’assistenza di un avvocato…ero colpevole e meritavo la pena. La legge però, prevedeva un difensore d’ufficio , coaì me ne affidarono uno che ce la mise tutta, ma io non avevo voglia di collaborare ed ero refrattario a voler fornire qualsiasi ragione, per cercare di giustificare ciò che avevo commesso. Ti racconto tutto questo perchè all’epoca del fatto tu eri poco più che adolescente e, non essendoci più né i nostri genitori, né altri parenti, in seguito mio arresto tu rimanesti sola. Facesti bene ad accettare, benché così giovane, di sposarti e di emigrare in Australia. So che hai cercato più volte di volermi incontrare ma io non ho mai voluto vederti perché non volevo che tu fossi coinvolta nella mia dolorosa vicenda e, lo ammetto, ho cercato di dimenticarti e di farmi dimenticare da te. Come vedi, non ci sono riuscito e sono qui a scriverti con la speranza che tu mi possa un giorno leggere…Il nostro è un legame di sangue che non deve, per nessuna ragione, turbare la tua tranquillità e quella della tua famiglia, perciò spero di non essere troppo invasivo nel tentare di contattarti. E’ vero pure che non hai mai potuto sapere tutti i particolari dei fatti di allora ma oggi, visto che hanno deciso di mettermi in libertà dopo aver scontato una notevole parte della pena inflittami, sono qui a cercare di spiegarti perché è successo quello che è successo. Il momento (…) in cui avvenne probabilmente lo ricorderai ma…ti prego di dimenticarlo. Quando entrambi i nostri genitori morirono malauguratamente in quel pauroso incidente io, già sposato con Sandra, decisi di venire ad abitare nella nostra vecchia casa, in paese altrimenti tu, tanto giovane, saresti rimasta sola. Qualche mese dopo, costrettovi dall’insofferenza di Sandra che non ne voleva più sapere di abitare lì perchè il suo unico desiderio era quello di vivere a Roma io, per quieto vivere ma anche per la debolezza del mio carattere, decisi di accontentarla. Insieme con te decidemmo di vendere un grosso pezzo del terreno che ci avevano lasciato i nostri genitori ma non la casa per la quale nutrivo un grande attaccamento come credo anche tu. La stessa ditta che acquistò il terreno, una piccola fabbrica di mobili, mi prese alle proprie dipendenze come falegname, l’unico mestiere che sapevo fare… Io accettai di buon grado il lavoro giacchè potevo così continuare ad occuparmi anche della nostra casa. Così pian piano riuscii a ristrutturarla discretamente. Trasferiti a Roma tu, anziché venire ad abitare con noi due,dopo compresi il perché, pensasti bene di andare a stare dalla nostra unica nonna rimasta in vita:la mamma di nostro padre. Avevo sistemato le cose in modo che noi potessimo trascorrere insieme tutti i fine settimana nella nostra casa di campagna. Ma non andò come pensavo come tu ben sai anche se non conosci tutti i particolari che cercherò adesso di riferirti. Per tutto il periodo in cui sono stato sposato ho dovuto ingoiare rospi su rospi, ma ho sempre cercato di salvare il salvabile perché ero realmente e sinceramente innamorato di Sandra. Ancora oggi non riesco a comprendere il radicale cambiamento del suo atteggiamento nei miei confronti ed in quello dei miei parenti o dei miei amici. Quando ci conoscemmo non era così come poi è diventata e per di più in brevissimo tempo. Io riconosco di essere rimasto sempre un provincialotto, un bonaccione, se vogliamo anche un ingenuo nonchè un amante del quieto vivere tanto da essere giudicato da lei un essere senza spina dorsale. Così ogni giorno, di mattina di buon’ora, prendevo il treno e da Roma andavo in fabbrica a lavorare. Facevo una cinquantina di minuti all’andata ed altrettanti al ritorno, dal lunedì al venerdì. Il sabato e la domenica volevo trascorrerli in paese, con Sandra naturalmente, ma questo fu possibile soltanto per qualche mese perché lei, in quei fine settimana, voleva andare a Roma, a casa della propria sorella. Per quattro o cinque volte andai con lei ma capivo che non c’era dialogo sia tra di noi che con la famiglia della sorella e la noia aleggiava sovrana. Cercai in ogni maniera di convincere Sandra a stare insieme con me in quei due giorni liberi ma ogni volta che glielo chiedevo sorgevano discussioni. Non avere avuto figli nostri è stata una delle cause dei continui diverbi. La colpa di ciò era di entrambi quindi ce la rinfacciavamo continuamente. Lei usava questo pretesto per andarsene tutte le settimane dalla sorella che aveva due bambini. Che potevo obiettare io?…nulla…o forse avrei potuto e dovuto. Quel maledetto venerdì tornai a casa dal lavoro molto prima del solito, a metà pomeriggio. In fabbrica si era verificato un guasto all’impianto elettrico e così si fermarono i macchinari, gli operai, insomma tutto, perciò rientrammo anticipatamente a casa, tanto fino al lunedì successivo non si poteva riparare niente. Appena rientrato, cercando di essere il più allegro possibile, notai Sandra già vestita che stava accingendosi a dare gli ultimi ritocchi al suo aspetto e che al mio apparire mi guardava con un misto di sorpresa e di timore. Le chiesi se le faceva piacere venire al cinema e poi anche a cena in un ristorante a sua scelta ma rifiutò subito. Le confessai anche che, già da qualche tempo, in seguito ad altre discussioni, specialmente quando lei finiva per uscire ugualmente nonostante le mie preghiere io, in uno di quegli infiniti giorni di solitudine, avevo pensato al suicidio. A quel punto le mostrai una pistola che avevo acquistato tempo prima. Ebbene…alla vista di quell’arma lei, per nulla intimorita, cominciò a coprirmi d’insulti e a deridermi. Poi, prendendo le chiavi della macchina e avviandosi per uscire da casa, mi salutò dicendomi che sarebbe rientrata il lunedì successivo. Rimasto solo ebbi una crisi di sconforto…Mentre pensavo e mi chiedevo che cosa avrei potuto fare per cercare di migliorare la situazione sentii suonare alla porta. Quando l’aprii vidi che era mio suocero, il padre di Sandra, un tipo piuttosto particolare, un vedovo che pensava solo a divertirsi, malgrado la sua non più verde età. L’unica sua occupazione era quella di trascorrere più tempo possibile con amicizie femminili di dubbia moralità. Naturalmente giustificava la propria figlia. Mi disse che in fondo lei non aveva tutti i torti a voler vivere la propria vita godendosela nel miglior modo possibile. M’invitò a seguirlo perché aveva in animo di trascorrere la serata in compagnia di due “signore” di sua conoscenza e perché aveva capito che, secondo lui, in quei momenti io dovevo reagire, divertirmi, evadere. Rifiutai non per voler fare il moralista ma perché ritenevo di non avere lo spirito giusto per certe avventure. Dovevo evadere…ma da cosa? Da me stesso?… dal dolore?… dalle speranze?… oppure dagli altri?. Dopo queste amare riflessioni decisi di uscire da casa. Senza neppure accorgermene constatai di aver percorso un notevole tratto di strada quindi, vedendo poco lontano un parco, ne approfittai per sedermi in una panchina. Data l’ora tarda non c’era quasi nessuno ma all’ombra di uno dei lampioni che davano anche sulla strada mi accorsi che accanto ad un fuoco acceso c’era una donna, bionda, vistosamente truccata. A gesti ben comprensibili ma con un atteggiamento non volgare né improntato all’equivoco, era intenta a respingere con dinieghi di testa e di mano le evidenti proposte che le rivolgevano alcuni individui al volante delle proprie auto. Non comprendevo bene l’accaduto ma m’incuriosiva l’atteggiamento di quella persona. Ad un certo punto mi accorsi che anche lei mi guardava tanto che i nostri sguardi s’incrociarono. Lei, dopo un attimo d’esitazione mi chiamò con un gesto della mano…un gesto gentile, dolce, un qualcosa tra il saluto e il richiamo. Io, un po’ timido e un po’ impacciato, dopo essermi sincerato che quel gesto era rivolto proprio a me, mi avvicinai. Ci guardammo, notai che era molto più giovane di quello che credevo. Scambiammo qualche parola, mi disse come si chiamava e io feci altrettanto, poi lei mi prese la mano e mi chiese se poteva venire a casa mia. Ancora oggi continuo a chiedermi perché dissi di sì. Entrati in casa ce ne restammo seduti in poltrona per diverso tempo raccontandoci le rispettive storie. Venni così a conoscere che la sua vicenda era più tragica della mia e nello stesso tempo ugualmente triste. (fine della prima parte)
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24 commenti:
ok,fine della prima parte,ma Aldo,a parte che questa lettera mi sembra un reweind,qualora fossi il protagonista non capisco perchè dovrei scrivere raccontando la storia,nei particolari a chi gia' la cpnosce? Ad una figlia? magari scappata per vergogna di un padre che? ad una moglie che ha tentanto di strozzare,visti i comportamenti? mistero!!
si chiarira' con la seconda parte,va bene,sono impaziente,comunque ,in ogni caso, è terribile,trovarsi soli dopo 33 lunghi anni,scrivere prima??noooo!! ok, ho scritto na' scemata,vado è tardi fra' l emille cose fatte sul web,ho provato a cambiare questo!!
http://frogandflowers.blogspot.com/
PiovonoRane su blogger impazziti
Aldo...che succede dopo con la pistola?
Mamma mia...avvertimi subito appena posti la seconda parte.
hola Sor Aldo buongiorno......
e poi che succede.....acc. me lasci sempre a metà e adesso dimme che devo da aspetta lunedì prossimo no!!!
Va be? và .... :)
buona giornata besitos!!!
hasta siempre!!!
me lo leggo quando la storia è completa che altrimenti mi viene l'ansia
ciao aldo buona giornata
La vicenda incuriosisce assai! Aspettiamo il seguito!!
Saluti, caro Aldo
@gabrybabelle:Evidentemente la sorella non era a conoscenza di ogni minimo particolare che lui invece ha sentito la necessità di farle sapere sia pure dopo tanti anni.
@stella: se ne parlavo prima il racconto finiva lì. L'attesa non sarà lunga.
@NADIA:Hola senora, buongiorno. Lascio a metà per forza altrimenti
sarebbe troppo lungo. Comunque arriverà senz'altro prima di lunedì. besitos e HASTA SIEMPRE!!!
@zefirina: mi dispiace per l'ansia ma la tua idea non è poi così sbagliata.Ciao e buona giornata anche a te.
@Angelo azzurro: Sì, direi proprio che conviene aspettare il seguito.
Saluti anche a te caro Angelo.
ALDO
Grazie dei saluti che mi hai lasciato nei commenti.
sono ancora senza la linea ..Spero che presto possa tornare tra voi .
Ora mi trovo a casa di Rosy che mi ha ceduto il computer per un pò e ne approfitto per salutare tutte le amiche che mi hanno lasciato un saluto.
Grazie di cuore....
UN AFFETTUOSO SALUTO...LINA
Dopo il racconto breve - ti ho lasciato un piccolo commento - adesso di nuovo con le puntate?
:-)
Bello questo mondo narrato, Aldo, bello perche' vero.
Grazie.
Ahia...qua si mette male ,ka ci scappa il morto...ma chi sarà il morto??? Una idea ce l'ho, anziiiii quasi di sicuro, perciò non la dico sennò l'effetto sorpresa, a cui ci hai ormai abituati,svanisce. Ciao Bardone, se non ci fossero le tue storie ad alleggerire i temi e i toni, sarebbe ancora peggio : vedi come è importante la tua funzione???
Tu non mi vuoi bene aldo. io sono qui che leggo, e mi lasci l'amaro in bocca. Voglio la seconda parte :D
Stavolta ci fai una sorpresa: vuoi vedere che le puntate sono più di due? :-D
Aldo ma non è che tu
sei un lontano parente di Camilleri?
Dovresti fare lo scrittore...
(io non posso sentire racconti di quel posto...ma ti ho letto lo stesso!)
Ti abbraccio
Ornella
@La Mente Persa 1^) e 2^). Gent.ma Signora, La prego di scusarmi per il ritardo, non voluto, ma i miei impegni istituzionali delle due "camere" (da pranzo e da letto)mi hanno tenuto impegnato per problemi di massima importanza per la nazione. In quanto al "giallista" La pregherei di usare un termine più cònsono alla mia statura professionele (quasi nano).
@solopoesie: ti vogliamo presto al tuo posto di "battaglia" ma comunque rigrazia Rosy per la sua disponibiità. Ad entrambe un caro affettuoso saluto.
@amatamari: letto il commento breve e adesso siamo alle prese con quello suddiviso in due parti
che spero valga quanto i tuoi cortesi apprezzamenti.Grazie a te.
@aleph:Per quanto riguarda l'aspirante cadavere mi dovrai dire sinceramente al termine della seconda ed ultima puntata se avevì pensato giusto. La mia aspirazione è che la mia funzione non dia eccessivo fastidio dato il scarso peso di quello che scrivo.
@Le Favà: Caro Le Favà io te ne voglio di bene ma devi pure comprendere che lo scritto quando è troppo lungo deve necessariamente essere suddiviso in più parti: arriverà al più presto la seconda ed ultima parte.
@Vincenzo Cucinotta: Mi dispiace Vincenzo ma, almeno questa volta, ho suddiviso lo scritto soltanto in due parti: la prossima sarà l'ultima.
@Tua madre Ornella:Magari lo fossi.
Sono suo ammiratore e non mi è sfuggito neanche un suo romanzo.
Ma quanto a pensare a diventare scrittore non mi passa "manco pe' la capa". Non ne ho alcuna possibilità nè velleità. Un caro abbraccio anche da me.
Ciao e buona giornata
Michele pianetatempolibero
Che racconti coinvolgenti!
Aldare'... sei davvero bravo!
Buongiorno o mio vate!!!
Aldooooooooooo,va be che devi tenere"bocca cucita" come una spy-story,ma a quando la seconda parte!!!!!!!!!e dai su ,che tanto lo sappiamo che è li bella e pronta sul tuo p.c. daiiii!!edita!!
Saluti Monticiano interessante la storia... aspetto con ansia la seconda parte
Stavo aspettando la conclusione per commentarti! Ma quando ci metti! ;)
La devi finire di farci soffrire così...comunque grazie, le tue storie sono avvincenti quanto le saghe di Camilleri...
@Michele: Buoma giornata anche a te e ti ringrazio per essere passato.
@Kashe: Se mi scusi per l'accostamento maleducato che faccio su "vate" ti chiedo e spero che non volevi intendere nè "Walter" e neppure "vater".
@fabrybabelle:Ma perchè hai tanta fretta che io editi la seconda ed ultima parte?Intanto soppesala parola per parola vedrai che resterai molto soddisfatta. Domani sera tardi "andrà in onda".
@Anhelo azzurro: Ti posto qui il commento. Il fatto è che quando ho letto il tuo post sull'ora,senza pensarci nemmeno un istante, m'è venuto spontaneo scrivere quella breve frase. Sono lieto che tu l'abbia gradita.
@marco: La seconda ed ultima parte verrà editata domani sera, giovedì, sul tardi. Saluti anche a te.
#l'incarcerato: ricorda che le sofferenze fanno crescere bene l'uomo.
Effettivamente Camilleri m'ispira molto.
Domani sera, giovedì, sul tardi posterò la seconda ed ultima parte.
HOLAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
SORRRRRRRRRRRRRRRR
ALLLLLDDDDOOOOOOOOOOOO
Buongiorno e buona giornata!!!
Un milione de besito!!!
HASTA SIEMPREEEEEEEEEEEEEEE!!
Le lacrime agli occhi avevo! Il tutto immaginando l'espressione tua mentre la scrivevi!!
Ciao Aldo, buona scrittura!
...caro monticiano...ci lasci sempre così...dà qualche anticipo,o no?
Passo ad augurare la buona notte!!
E buona settimana se mi leggi domani :)
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