Era ed
è il titolo di una vecchia canzonetta degli anni 70 che a
quell'epoca era molto in voga sia alla radio che in TV.
Il
titolo di questa canzone fece tornare in mente a Piero un ricordo di
molti anni prima.
Lui
ne aveva circa 52 di anni e, durante un lontano mese di luglio, gli
capitò un'occasione che non poteva lasciarsii sfuggire.
Il
marito di una sua nipote aveva parcheggiato una roulotte di sua
proprietà in un campeggio un poco prima di Grosseto, molto vicino
ad una bella spiaggia del Mar Tirreno. Il nipote acquisito ci andava
con sua moglie tutti gli anni per trascorrervi l'intera estate e,
quando il tempo lo permetteva, i fine settimana dei periodi
autunno-invernali. Quel lontano mese di luglio però avevano deciso
di visitare la Francia e quindi chiesero a Piero se voleva andarci
lui a trascorrervi un periodo di villeggiatura cosa che non faceva da
anni. Accettò di buon grado dato che, per vari motivi, sarebbe
rimasto solo a Roma per quasi tutta l'estate.
La
roulotte, attrezzatisima all'interno, aveva sul davanti una sorta di
veranda di tela-mare che si poteva aprire e chiudere comodamente con
l'ausilio di una lunga chiusura lampo. Davanti una piccola aiuola e,
ai bordi di questa, due basse siepi di mortella, a destra e a
sinistra che la distanziavano dalle roulotte confinanti. Per
l'accesso a tutte le roulotte si percorreva una stradina non
asfaltata che serviva per la circolazione di soli pedoni e che
collegava i vari servizi del campeggio,piscina, bar-tavola calda con
rivendita di giornali, ampio locale bagni e docce comuni.
I
vicini di roulotte di Piero erano a sinistra una coppia di turisti
tedeschi piuttosto anziani e a destra una giovane donna di età tra i
35 e i 40 anni che si comportava in un modo abbastanza singolare. La
sera verso le venti si dileguava, forse in giro per il campeggio, e
si ritirava molto ma molto tardi. Piero invece quando c'era qualcosa
di interessante, si metteva dentro la veranda chiusa, sdraiato
comodamente per vedere qualcosa su una piccola televisione portatile
in bianco e nero, oppure a letto a leggere un libro. La mattina si
alzava presto, faceva colazione in roulotte, andava ad acquistare un
quotidiano e poi si metteva comodo in una sedia a sdraio nell'aiuola
antistante e si dava alla lettura. Non andava al mare ma qualche
volta si recava alla piscina del campeggio per dare solo un'occhiata
in giro poiché non aveva mai saputo nuotare.
Una
mattina, mancavano una decina di giorni alla fine della sua
permanenza nel campeggio, erano appena le sette quando,
contrariamente al solito, vide la sua giovane vicina che, su una
sedia a sdraio, guardava verso il cielo e fumava una sigaretta. Si
salutarono così come avevano fatto nei giorni precedenti ma in un
orario molto diverso e scambiarono quattro chiacchiere anche stando
seduti. Incuriosito molto Piero educatamente le chiese se andava
tutto bene e lei rispose che aveva trascorso la notte in bianco
senza riuscire a dormire. Le chiese inoltre se aveva fatto colazione
e
poiché
gli rispose che non l'aveva ancora fatta, le disse se gradiva
prendere un cappuccino che le avrebbe preparato e lei accettò
dicendo che sarebbe venuta a prepararselo. E così fece. Durante la
colazione gli raccontò alcune cose sue personali e che non era
sposata ma conviveva con un suo collega di lavoro a Firenze, sua
città natale e di residenza. Conversando così piacevolmente non si
accorsero che si stava avvicinando quasi l'ora di pranzo e Piero si
chiese come erano volate quelle ore senza che entrambi se ne fossero
accorti. Decisero di andare insieme al bar-tavola calda, poi
mangiarono qualcosa, non molto per la verità, e neppure bevvero
alcoolici essendo entrambi astemi.
Nel
rientrare alla roulotte lei gli disse che la sua di roulotte l'aveva
lasciata completamente sottosopra e gli chiese se poteva riposarsi lì
da lui. Piero le rispose che non c'erano problemi. Si presero un
caffé che funzionò come una droga dato che scambiandosi soltanto
uno sguardo il programma non andò come s'era detto e... non
riposarono. Per il restante periodo del loro soggiorno in quel
campeggio, altre quattro o cinque volte...non riposarono.
Ciò
che Piero ricordava benissimo di lei erano le sue labbra piene, con
il labbro superiore che era arcuato perfettamente. Altro non gli era
rimasto impresso nella memoria almeno così gli sembrava.
Il
nome della giovane donna era Lisa ma...non aveva gli occhi blu.
26 commenti:
Anche se a quei tempi non ero ancora nata ricordo molto bene questa canzonetta
Buona giornata!
Ricordo benissimo quella canzone.....e davvero bello e intrigante questo racconto.
Un abbraccio Aldo, e buona giornata !
Carissimo, scusa se posto una cosa che non c'entra niente col tuo bellimo post.
Ti ringrazio per avermi informata della presentazione del libro di Zio, ma purtroppo io quel giorno ho una gastroscopia e, anche sbrigandola di mattina, non ho assolutamente nessuno che dagli sprofondi della mia periferia mi possa portare avanti e dietro nel centro di Roma, e sinceramente farmela da sola con i mezzi pubblici di sera non me la sento proprio.
Mi piacerebbe moltissimo partecipare, ma sono proprio in difficoltà.
Fai tu delle foto per me e poi postale.
Un bacio:))
Mi resta una curiosità : dove andava Lisa durante la notte?
Comunque, buon per lui, che ha passato una vacanza davvero confortevole.
Cristiana
Posto che Lisa facesse di mestiere quel che si intuisce
Piero ebbe una bella fortuna a non vedersi presentare il conto!
Ciao Piero,
descrivi così bene che pare hai cambiato nome.
E le trecce? Come non ricordare quel tormentone... Il cantante era un certo Mario Tessuto la cui effimera notorietà si esaurì con questa canzone.
Un incontro vacanziero spensierato e gradevole, senza grosse implicazioni sentimentali ma tale da lasciare in bocca il gusto proprio di un'epoca in cui, anch'io la ricordo così, tutto era più spontaneo e leggero.
Complimenti Aldo, è sempre un piacere leggerti.
Ciao Aldo a venticinque anni possono succedere anche queste cose complice Lisa con la sua canzone,
buon pomeriggio.
Caro "Piero" bei tempi quando i campeggi erano terreno di lotta e di conquista!
Ma ...solo alla fine della vacanza? Vabbè, meglio di niente.
L'estate in questione io sostenni al maturità e poi filai al mare con il moroso. Bei tempi.
Ma si, che importa se non aveva gli occhi blu... ci sono occhi castani e neri che son capaci di dirci molte più cose di un paio d'occhi blu. Un caro saluto, Fabio
Lisa dagli occhi blu
questa storia non mi va giù
che facevi di notte non lo racconti più
non dormivi ma stavi su
proprio chiaro non me la racconti tu!
Ciao Aldo,
Giorgio
Ciao Aldo. Che bella storia e quanti ricordi si porta dietro quella canzone. La tua storia, peraltro, è quella che racconta delle avventure migliori. Quelle che arrivano... senza averle cercate. E lasciano il segno.
Non ci crederai ma anche io ho una "Lisa dagli occhi blu" dei ricordi. Però, avevo 11 anni e, lei, era poco più grandicella. Mora, occhi chiari e trecce.... come la canzone.
A differenza della tua storia, rimase solamente la canzone!! Però, ero piccolino!!!!!
Ciao Aldo, buon pomeriggio!!
Sempre alla fine succedono queste cose, chisà perche?
L'importante che il ricordo ci sia ancora, vuol dire che questa breve storia è stata vissuta con intensità
.
Buona serata Alduccio e deliziaci sempre con queste belle storie.
Meno male che è arrivata Lisa a svegliarlo, questo tizio; se no rimaneva ancora là a vedere la TV in bianco e nero chiuso in veranda o a leggere...
sicuro che Piero fosse un amico? ;)
Ma tu, dimmi, come fai a conoscere tutte queste storie d'amore? E poi mi hai lasciato una curiosità, anzi due se non tre. Dove andava Lisa alla sera, come mai aveva passato la notte in bianco (era un trucco per marpionare?) e come mai la storia è finita lì, nonostante non riposassero mai?
Come ti dice Giolillo:"Proprio chiaro non ce la racconti tu!"
;)))
Ciao Aldì
A presto
Nou
ciao caro Aldo,
se penso a quante vacanze ho sciupato in quegli anni con il Club Mediterranee per cercare le occasioni che Piero ha trovato in un rilassante campeggio italiano...., mi consolo con questo tuo nuovo stupendo racconto che mi ha simulato dolci atmosfere di tranquillità e di avventure.
Un abbraccione. robi
Il campeggio fa l'uomo..ladro di cuori!!Un bell'incontro, due solitudini che diventano quasi amore..bel racconto, per gli occhi di Lisa non c'è problema, oggi ci sono le lenti a contatto colorate:-)) Un abbraccio forte Aldo, amico mio.
Seeeeeeeeeee, mo' Piero se ricordava benissimo le sue labbra e gli occhi non blu! Come nooooooooooooo
(Pierino sei, altro che Piero :P)
è proprio vero che l'occasione fa 'uomo ladro.... e che rosso di sera buontempo si spera.... e bravo Piero, avrai qualcosa da raccontare pure tu al bar, magari giocando a carte con gli amici... tanto loro non ti crederanno!
Ciao Aldo, ripasso per un salutino.
bella storia.... io in campeggio ci sono andata solo con gli scout e le storie non si potevano concludere così ;-)
Grazie per il video che hai postato, certo che vederlo porta via la tristezza..
Grazie.
Abbraccio
bellissima la canzone, e strepitoso il tuo racconto. un abbraccio
ps anche mamma vuole farsi scritturare all'opera
Le sai proprio tutte, eh? :))
Posta un commento