giovedì 11 luglio 2013

TRE RANDAGI

Una storia vera
Sono esseri randagi però ad onor del vero uno ha due gambe e per comodità lo chiamerò Peppe mentre gli altri due che sono gatti e hanno quattro zampe ciascuno li chiamerò Bibì e Bobò.
Mi capita d'incontrarli ogni volta che passo per una piccola strada vicino casa e lo 'spettacolo' è ed è sempre stato lo stesso.
Peppe ha tra i 60 e i 65 anni, per discrezione non gli ho mai chiesto l'età precisa, mentre di Bibì e Bobò nessuno conosce il loro rispettivo anno di nascita.
Loro tre vivono - meglio sopravvivono - in quel tratto di strada almeno da cinque anni da quando cioé Peppe è stato sfrattato da casa insieme alla sua famiglia. La moglie, investita due mesi fa sulle strisce, uscita dall'ospedale e tuttora bisognosa di cure è andata ad abitare a casa di una sorella mentre il loro unico figlio, disoccupato, è ospite della sua ragazza. Peppe ha fissato la propria residenza lì, davanti il portone della palazzina dove viveva un tempo, in una macchina con i vetri coperti da cartoni correttamente e perennemente parcheggiata entro le strisce bianche. Peppe è una brava persona, va avanti nella vita adattandosi a fare piccoli lavori in nero cosa che ha fatto quasi sempre tanto che non ha una pensione. Anche la moglie, prima di essere travolta da una moto, si arrangiava facendo le pulizie presso alcune famiglie della zona.
Bibì e Bobò tengono compagnia a Peppe, non in macchina, e lui ricambia dando loro una piccola parte del cibo che cerca di acquistare con quel poco che riesce a rimediare giorno per giorno. Infatti sotto la macchina Peppe ha posato tre o quattro piccole scatole di plastica vuote dove mette il mangiare per i suoi due amici.
L'altra mattina, verso le dieci, sono passato in quel tratto di strada.
La macchina era chiusa e Peppe non c'era, forse era andato a cercare qualcosa da fare. C'erano però Bibì e Bobò, entrambi sdraiati su un grosso sellino di una moto di grossa cilindrata parcheggiata accanto la macchina-casa di Peppe.
Dormivano alla grossa quasi abbracciati l'un l'altro, incuranti del passaggio di persone o auto.
Forse Peppe avrebbe tardato a venire e loro, nell'attesa, hanno pensato bene di schiacciare un pisolino.

22 commenti:

Susanna ha detto...

Ma povero Peppe!
Possibile che non ci sia nessuno che possa far nulla... che ne so, il Comune, la Caritas...

Bastian Cuntrari ha detto...

La cosa più importante che l'umanità non riesce a fare per Peppe, la fanno i due gatti: lo fanno sentire importante e ancora utile, perché da Peppe dipende anche la loro sopravvivenza.
Non potranno allungargli pietosamente una ciotola di minestra, ma vuoi mettere? Penso gli diano molta più forza di una fiorentina da tre centimetri.

Enrico Bo ha detto...

il problema è che questi casi cominciano ad aumentare in maniera preoccupante!

Enly ha detto...

Si il comune... Purtroppo i randagi sono in continuo aumento.

Erika ha detto...

Racconto triste e triste realtà.. Speriamo che Papa Francesco faccia qualcosa per questa povera gente.
Un abbraccio forte , caro Aldo, e saluta tuo figlio.
Erika

Nou ha detto...

Straordinaria e' la capacita' di sopportare tante
avversita'.
Ciao Aldo

il monticiano ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
il monticiano ha detto...

@Ibadeth Hysa
@Bastian Cuntrari
@Enrico Bo
@Emly
@Erika Napoletano
@Nou

E ho volutamte omesso di aggiungere altri particolari piuttosto drammatici.

Stateve bene e un caro saluto a tutti
aldi.

nina ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
nina ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
nina ha detto...

Hai messo a fuoco una situazione di cui sentiamo parlare per telegiornale ma che rimane in genere astratta, dispersa nelle statistiche, incagliata nelle pieghe nascoste di questa nostra società così contraddittoria e assurda.
Con la tua attenzione agli altri hai dato un volto e un nome, seppure fittizio, a chi vive la precarietà e la miseria: un monito per gli indifferenti e per chi fa finta che non sia vero...
PS: scusa per i due commenti eliminati, ho avuto qualche problemino tecnico

Cri ha detto...

Mhm, io credo di conoscerlo. L'ho visto sempre sorridente, credevo davvero fosse sereno. Secondo me, come dice Nou, ha una singolare capacità di resilienza.

robi ciprax ha detto...

caro Aldo,
i "Peppe" stanno crescendo come funghi ovunque perchè siamo un mondo di merda, ma dicono che peggiorerà e forse, senza che ce ne accorgiamo, siamo già in lista d'attesa di diventare come Lui.

Perdona l'amarezza. Ciao Aldissimo. robi

Mariella ha detto...

Grazie Aldo. Per Beppe e Bibi e Bibo.
E per tutti gli altri senza nome e senza volto che incontriamo tutti i giorni.
Per i quali facciamo troppo poco.
Ti abbraccio.

il monticiano ha detto...

@Nina
@Cri
@cipralex1
@Mariella

Da qualche anno i drammi come quelli di Peppe se non più tragici, vanno aumentando. Purtroppo.

Stateve bene e un caro saluto a tutti,
aldo.

Unknown ha detto...

Quando incontro delle persone come Peppe, cerco sempre di immaginare il loro vissuto e vorrei tanto fare qualcosa per loro. Qualche volta ci provo a condividere quello che ho, non per pietà, ma nessuno ha mai accettato di essere aiutato. La realtà è che se le risorse fossero equamente distribuite, ci sarebbe abbastanza per tutti e le persone non si troverebbero nella situazione di Peppe. un abbraccio

@enio ha detto...

è sempre più duro sfangarla oggigiorno figuriamoci per il tuo amico Peppe, io gli faccio i miei auguri ma la sua situazione non è niente affatto rosea

Pia ha detto...

Qualche giorno fa, con mio marito, abbiamo fatto una visitina ad alcuni nostri amici proprietari di un bar, mentre aspettavamo di vedere uno dei due, entra un pover'uomo, strascinando i piedi e leggermente barcollando ordina da bere.
Ho pensato poverino chissà cosa gli sarà capitato per bere così. Chiacchierando del più e del meno con la ragazza del bar, raccontava di aver mangiato della salsiccia cruda, lo diceva ridendo, quasi ne fosse contento ed ho pensato: meno male almeno ha mangiato.
Non sembrava povero però, solo leggermente inelegante, ai piedi aveva sandali in vera pelle di un certo valore.
Dato che non amo molto la carne cruda, la cosa mi ha incuriosita.
Così quando lui va via, chiedo alla ragazza dietro al bancone: ma davvero ha mangiato carne cruda?
Mi risponde che colui che aveva suscitato in me dispiacere per il suo stato e curiosità, non era un ubriacone, ma imbottito di psicofarmaci.
Era in cura perchè in America aveva ucciso sua moglie decapitandola.

Impressionata e sgomenta, non ho più chiesto altro.

Ho raccontato questo, perchè credo che non conosciamo le persone che incontriamo per strada e a volte non sappiamo cosa sono capaci di fare. Possono apparire simpatici, o normali, ma forse a volte è meglio diffidare.

Ciao caro Aldo e buona domenica.

il monticiano ha detto...

@Alessandra Lace
@Enio
@Mondod'Arte di S.Pia

Ho sentito in TV l'intervista ad una persona che affermava "è un dramma il mio perché è difficile la vita in un camper".
E in auto com'è?'

Stateve bene e un caro saluto a tutti,
aldo.

Pupottina ha detto...

una storia che fa riflettere.
bisogna che qualcuno se ne occupi.
un abbraccio

Ambra ha detto...

Che triste questo racconto! Quella povera famiglia oltre a tutto interamente smembrata!
P.S. - Ciao Aldo, dalla freschezza del lago ogni tanto faccio un salto qua e là dagli amici blogger, abbastanza raramente però.

Rosaria ha detto...

Storia vera e triste e che purtroppo oggi di queste storie ce ne sono tante.

Vedere e sapere fa male al cuore.

Ti abbraccio.