giovedì 21 novembre 2013

IO ADORO CARMELA...

...e lo grido al mondo intero!
Tutti sanno che l'Olivetti lettera 36 elettrica è una macchina da scrivere portatile. La mia l'ho qui con me da quarant'anni e forse più.
Carmela, la portatile, l'ho messa da parte circa sei anni fa da quando Pasquale, il pc, si è introdotto qui in casa mia.
Tempo fa ho letto in una pubblicazione che Biagi e Montanelli amavano scrivere in una Olivetti lettera 22, allora mi è venuta un po' di nostalgia che presto si è tramutata in voglia di scrivere qualcosa con la mia Olivetti 36. L'ho presa dove si trovava, l'ho adagiata, le ho tolto la copertina e ho iniziato ma lei invece si è messa a fare capricci. Si deve essere offesa perché l'ho trascurata tutto questo tempo. Ho tentato di spiegarle il perché l'abbia messa da parte. Quando si va avanti con l'età gli acciacchi e gli impedimenti arrivano per tutti, uomini e cose. E quindi è normale che ci sia una specie di 'cambio della guardia', di avvicendamento.Ma lei non me l'ha perdonata, ha seguitato perché è testarda e perché sicuramente si aspettava un po' più di gratitudine per aver fatto da insegnante alle mie due nipoti quando, benché in tenera età, le introdussi nel campo della dattilografia.Penso inoltre che sia gelosa di Filomena – per gli amici Flo -, la tastiera del mio pc. Le ho detto che si tratta di una pura e semplice amicizia e nulla di più ma non mi crede, mi dice che le uso troppe attenzioni, che sono troppo gentile e paziente. Le giuro che non è vero, al contrario, sia a Flo che a Pasquale, il pc, gliene dico di tutti i colori e in tutte le salse quando, per qualche motivo, evidentemente d'accordo, entrambi bloccano tutto. E questo purtroppo capita spesso.
Finalmente Carmela si è convinta. Con delicatezza e dolcezza, ho iniziato a toccare i suoi tasti. È stato un vero piacere perché rispondeva prontamente alle mie sollecitazioni come se godesse di ogni mio lieve contatto. Malgrado l'età si comportava meravigliosamente, sembrava avere non so quanti anni di meno e io ero soddisfattissimo, come ai bei tempi insomma. Sono riuscito, almeno in parte, a soddisfare la mia voglia di quando, la prima volta, la presi tra le mie mani. Ho ringraziato Carmela e lei, quando abbiamo finito, mi ha fatto capire di essere soddisfatta.
Visto che vuol dire essere gentili? Si ottiene più facilmente ciò che si desidera.

20 commenti:

Nou ha detto...

Buongiorno Aldo! Penso che ti stai riprendendo alla grande se riesci a tirare fuori un raccontino così sfizioso.
Ho avuto una olivetti lettera 22 negli anni sessanta, che qualcuno della famiglia paterna si è accaparrata con qualche scusa e spero tutto quello che spero è che l'abbia conservata con cura. Però poi sono venuta in possesso, non ricordo come, di una olivetti linea 98 e ce l'ho in bella mostra sopra un mobile.
Non le ho ancora dato un nome :)
Un abbraccio
Nou

Tomaso ha detto...

Caro Aldo, vedi quanto ignorante io sono, non conoscevo per niente che quella piccola macchina da scrivere Olivetti avesse questo nome di donna... Ora lo so! Grazie a te.
Ciao e buona giornata caro amico.
Tomaso

Chumani ha detto...

Mio padre non ha mai avuto sufficienti soldi per la Olivetti e allora mi prese L'antares Lisa. Quella si chiamava Lisa.
L'ho usata sino a distruggerla...un po' la rimpiango!
Ciao:))

nina ha detto...

Ciao Aldo, delizioso racconto, di quelli tuoi: pieni di simpatia e umorismo.
Mio padre aveva una Lettera 22 che è stato il banco di prova mio e delle mie sorelle che ci sbizzarrivamo a scrivere cose strampalate che poi gli errori di battitura rendevano ancora più curiose. Alcune di quelle frasi sono diventate parte dell'epopea familiare tipo "mia sorella Nanda è una scema e una torta!

Alberto ha detto...

Come un'amica trascurata che fa un po' la preziosa ma poi sorride. Bel rapporto con una macchina, che non è una macchina qualunque. Mi hai fatto venire voglia di tirare fuori la mia Valentine, sempre Olivetti.

Enrico Bo ha detto...

Io ce l'ho ancora la Lettera 22, grande macchina. Certo che la tua sensualissima descrizione, mi fa venir voglia di andarla a ripescare....

Unknown ha detto...

Eh, Carmela è 'na bambola!
Ce l'avevamo anche noi, ma durante una perquisizione della polizia di Brescia, ce l'hanno sequestrata e mai più restituita. Questa è una storia incredibile e mi hai fatto venire voglia di raccontarla, anche se mai riuscirei a renderla spiritosa e arguta come la tua.
Cristiana

Rosaria ha detto...

Ciao Alduccio, piacere di aver conosciuto Carmela.
Con la dolcezza si ottiene sempre tutto e su questo non ci piove.

Ti sento in perfetta forma:)) questa è la cosa più bella.

Bacione, ciao

upupa ha detto...

Povera CARMELA...però ogni tanto falla contenta!!!!!!!!!!!!!!
Un abbraccio

Ambra ha detto...

Aldo, sei unico. La Lettera 22, che ho avuto anch'io e che ora è finita in un armadio forse a casa di mio figlio, è diventata un mito. Qualcosa che nessun PC al mondo può soppiantare. E' diverso l'approccio al pc da quello che era alla macchinetta da scrivere che ti portavi in giro. Non faceva mai le bizze (come i pc), ti era sempre amica.

paroleperaria ha detto...

:)) Sei troppo simpatico!
Anche io ho imparato a scrivere su una macchina da scrivere Olivetti, quelle verdi, quando ero ancora alle elementari. Mi ricordo che pigiavo i tasti con un dito e pensavo che non avrei imparato mai a digitare velocemente... Adesso sono velocissima e la tastiera nemmeno la guardo più!

Pia ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Pia ha detto...

Mi è sempre piaciuto scrivere a macchina, il divertimento maggiore l'ho avuto quando ho preso il diploma di dattilografia, durante il corso scrivevamo di tutto persino cose che non comprendevo, ma che ho imparato a gestire col tempo. Divertentissimo era scrivere veloce in base al tempo, davvero strepitoso.
Quasi sicuramente era un'Olivetti solo che non lo ricordo bene.
L'ultima comprata è stata una macchina da scrivere elettronica Olivetti ET2450MD, strepitosa, ma usata poco, causa l'avvento del PC.
Ti abbraccio carissimo Aldo e salutami Carmela, Flo e Pasquale.

Mariella ha detto...

Mi è piaciuto tanto questo tuo racconto. Divertente e ironico.
Mi è piaciuto anche per un altro motivo.
Io mi chiamo Carmina o Carmela, come mia nonna. E' il mio secondo nome. E lo adoro.
Abbraccio Aldo.

Cri ha detto...

Ma allora ti porto in visita la mia, di lettera 36, così le facciamo incontrare e conoscere ;) :D
Sono proprio contenta di sapere che hai rifatto amicizia con Carmela. Penso che farà bene sia a Carmela che a te: battere a macchina è una salutare ginnastica!

Carlo ha detto...

Ciao Aldo! Ho armeggiato con l'Olivetti meccanica che aveva il carrellino scorrevole il quale, a fine corsa, faceva suonare il campanello e, con l'apposita leva, dovevi farlo tornare in posizione di partenza. Poi, ho usato alcune macchine da videoscrittura, sempre olivetti. Era una grande industria, stritolata dal mercato globale! Alla fine sono arrivati i PC ed i corsi di dattilografia che feci in passato sono serviti e come! Lavoro su una tastiera molto più velocemente di tanti miei colleghi.

Comunque, un po ti invidio. Non ho una "Carmela" riposta su uno scaffale mentre, invece, mi piacerebbe scorrere ancora le dita su una di queste mitiche macchine da scrivere. Sicuramente era più "faticoso", ricordo quanto erano duri i tasti di quelle meccaniche. Però, la sensazione era impagabile.

Ti auguro un sereno fine settimana.

p.s.: come avrai notato, noi di Myblog abbiamo qualche problema (per rimanere ottimisti) con la migrazione su WordPress. Stiamo aspettando che ci diano qualche soluzione.

chicchina ha detto...

Dopo aver coccolato Carmela,che ne aveva il diritto,poverina, dovresti tentare un incontro a tre, Pasquale Flo e Carmela. Superato il primo approccio,potrebbero andare d'amore e d'accordo e ti farebbero felice.
Ho sempre bene in vista la mia 22,nella sua elegante custodia rossa,ma a fare i capricci è la Divisumma,quella sì che non ha accettato di essere sostituita.Ho provato con le buone,ma fa dei rumoracci..e non si sposta di uno zero.
Molti di noi non ventenni siamo cresciuti con le Olivetti,da scrittura e da calcolo,una azienda che era davvero un'orgoglio italiano!

Zio Scriba ha detto...

Anche il primo romanzo fu scritto, a 22 anni, con una Olivetti (ma non fui così amorevole e gentile da darle un nome :D). Devo però confessare di non averne nessuna nostalgia: sono tecnofobo quasi in tutto, ma non toglietemi la morbidezza delle moderne tastiere e i prodigi delle pagine word... :-))

@enio ha detto...

devo avene qualcuna anch'io in soffitta, quella dove mia moglie si esercitava: una volta si misurava la capacita in caratteri battuti al minuto... io che batto con due dita, non ne ho minimamente rimpianti

Tina ha detto...

Dopo cena ti rispondo e domani ti chiamo, ora ti lascio solo il nuovo indirizzo web

http://a100milionidiannilucedallaterra.blogspot.it/