giovedì 3 luglio 2014

'NA COSA PE' VORTA

Io c'ho un fijio solo, unico ner senso che nun ce ne so' artri e puro ner fatto che è un frego attaccato a noi genitori sua, affettuoso, bravo, generoso, premuroso, socievole, eccetera eccetera.
Quarcuno me po' di': possibile che é così perfetto e nun c'ha difetti? Si è pe' questo tutti ce l'avemo li difetti (li sua nun li dico manco sotto tortura). Io poi mejio che me sto zitto perché de difetti ce n'avrò na valanga ma, qui sta er punto, solo 'na frase che m'aripete in continuazione me manna in bestia. Sì perché, parlamose chiaro, io c'ho guasi 84 anni e lui ventinove meno de me, abbasta fa un po' de conti pe' capi' che 'na differenza deve pe' forza essece ne li raggionamenti e ne li comportamenti.
Lui c'ha 'na mojie, due fijie. du' gatti e 'na serie de probremi tra i quali, io e mi mojie che è su' madre alle prese co' grossi guai fisici e psichici perché no.
Praticamente anche se vivemo in du' case separate e in du zone diverse de Roma, lui c'ha sur gobbone sia la famijia sua sia noi du' genitori.
Fortuna che mi' nora, su' mojie, è un tesoro e puro lei se dà un da fà de la miseria.
E allora, in do' sta er probrema?
Mo lo dico pe' filo e pe' segno.
Me pare che lui, er mi fijio unico, ariesce a regolarizza' er tutto a compartimenti stagni, come se vivesse drento 'n sommerggibbile mentre io invece vivo come sopra
'na zattera.
Forse è mejio che me spieghi mejio.
Tutti li probremi che c'ha sur groppone, li mia e li sua, lui l'affronta co'carma, senza nissun affanno e nissuna ansia, cioè 'NA COSA PE' VORTA. Er bello è che c'ariesce e li arisorve vorta pe' vorta. Io invece li probremi li vedo tutt'insieme e vojio arisorveli ar più presto possibbile, puro quelli che veranno tra due, tre e artri mesi. E quanno ne parlo co' lui, prima che me li scordo, lui m'ammolla sempre quella frase: 'NA COSA PE' VORTA, 'NA COSA PE' VORTA, 'NA COSA PE' VORTA e così via, uffaaa. Io addivento 'na berva.
Sì perché poi ce penso la sera, la notte e li giorni dopo.
Intennemose, qui lo dico e qui lo nego, io se nun ce fosse lui nun saprei com'anna' avanti e quinni 'n sacco de vorte abbozzo e manno giù.
Certe vorte penso: ma come pote' ricambia' a lui e alla famijia sua tutto quello che ha fatto e fa pe' noi, padre e madre sua? Da vivi gnente. E così pure quanno noi due, io e mi mojie se n'anneremo all'arberi pizzuti nun c'avemo gnente da lasciajie, nessuna eredità, né sordi né casa, gnente! Così come i mi nonni, materni e paterni e così come anche li genitori mia e de mi mojie gnente c'hanno lasciato e gnente lassamo noi.
A me nun me né fregato mai un tubbo. So'sicuro, manco a lui. E nun semo invidiosi.


15 commenti:

Pia ha detto...

Mai letto (seppur con grande difficoltà perché in dialetto) niente di più bello e pieno d'amore di ciò che hai scritto.
Ho le lacrime che sgorgano, come si fa a non amarti!
Tuo figlio, la tua famiglia...beati loro ad averti...ciao caro Aldo.

Enrico Bo ha detto...

Caro Aldo a tuo figlio lasciate già tantissimo, il vostro amore senza barriere, che è di certo quello che a lui importa di più e che ricorderà sempre, esattamente allo stesso modo che è stato tra me e i miei genitori. Al limite, se si può, ricordati di segnalargli qualche numero buono al lotto. Ma non credo sia possibile se no il mio papà ci avrebbe già pensato...Un abbraccio.

Anna ha detto...

"l'arberi pizzuti"!!Quanto tempo che non la sentivo! I dialetti sono il mio debole, per motivi vari ne ho imparati almeno 5. Ognuno ha le sue caratteristiche. Ma i modi di dire sono una goduria. Nel paese dove vivo (bergamasca) ne ho imparati tanti, l'ultimo imparato è "O Signùr dei pòerech, che quel dei rich l'è à mò a lech"(signore dei poveri perchè quello dei ricchi è ancora a letto). Bello no? Comunque quando mi arrabbio nulla è meglio del romano.. con qualche scivolone nel veneto materno. Anna

Anna ha detto...

Caro Aldo, purtroppo anche mio marito è invalido totale con annessi e connessi e pago tichet su tichet sentendomi una privilegiata visto che me li posso permettere, tanto non vado nè in vacanza nè a divertirmi in alcun modo vista la situazione. Quando però leggo o sento le schifezze di questi ignobili arroganti che rompono i ball con le loro geremiadi desidero di fare uno scambio : loro al mio posto o meglio a quello di mio marito. Purtroppo sono portata a pensare che sia in corso un colpo di stato subdolamente nascosto sotto le valanghe di puttanate che stanno facendo. Chissà...

Unknown ha detto...

caro Aldarè, è vero hai un figlio d'oro, ma ha il tuo DNA e tu lo hai cresciuto,quindi un po' de merito ce lo hai, è anche tuo. Ha ragione er figliolo tua quando ti dice una cosa per vorta, con la calma, si riesce a ragionare meglio e le cose si risolvono. E ricorda...qualche volta il bastone aiuta...ti abbraccio fortissimo, sei un GRANDE

Tina ha detto...

Come Anna adoro i dialetti e ne conosco un buon numero, il Siciliano perchè sono Sciciliana, il Sardo perchè ho sposato un sardo, il Napoletano perchè ho vissuto a Napoli, il Romano perchè ho lavorato a Roma, il Piemotese perchè vivo in Piemonte, il Calabrese perchè mia madre ha vissuto a Reggio e dopo aver letto questa pagina non mi resta che dirti:
LASSA STARI AMICU MEI, NON TI FARI DUMANNI, NUI SEMU I VECCHI E I FIGHI SUNNU CHIDDU CHI VENI DOPU I NUI;-))
Notte buona Aldo, uno di questi giorni ti chiamo, per ora sono ancora presa da troppe cose per rilassarmi.
Un abbraccio
Tina

Unknown ha detto...

E' la legge della natura, Aldo, quella di crescere i figli ed insegnare loro quanto è gratificante volersi bene, amarsi e rispettarsi.
Solo così tutto si svolgerà nel più naturale dei modi e non puoi rammaricarti se hai insegnato tutto ciò a tuo figlio. Non puoi che esserne fiero.
Un grosso abbraccio.
Cristià

Nou ha detto...

Aldo, grande tributo a Massimino tuo (tutto meritato) e alla sua famiglia. Penso che la massima espressione di riconoscimento e di amore tu l'abbia fatta con questo testo.
Siete persone ammirevoli a cominciare da te!

Un abbraccio grande
Nou

Carlo ha detto...

Pir avendolo incontrato solo un paio di volte, avevo avuto l'impressione che Masismo fosse una persona da "na cosa pe vorta"!! Che non è affatto una critica, anzi mi trova perfettamente d'accordo perché, in pratica, la penso proprio come lui! I problemi, se tali sono, oppure le varie questioni che quotidianamente ti si mettono di traverso sulla strada che percorri, vanno affrontate una alla volta se si vuole "riuscire" bene! Una alla vota e senza angoscia, altrimenti non si arriva da nessuna parte. Come si dice: troppa carne al fuoco, non fa arrosto!

Ciao grande Aldo, un saluto a te ed uno pure a Massimo!

Costantino ha detto...

La fortuna di avere un figlio così.
La fortuna di avere un padre così.

Cri ha detto...

Eh, Aldo mio caro. Come posso commentare? :D
Tu sai che io sono schietta e impulsiva, e sul punto molto suscettibile...
Nel senso: se mi immedesimo in questo post come figlia, mi imbufalisco, proprio. E tu sai il perché.
Se lo leggo come madre mi deprimo.
Posso solo dirti che ciascuno, se vive liberamente la sua relazione con le persone che ha vicine, genitori, familiari e non, è una persona felice, realizzata e in pace con se stesso. Tuo figlio, per quel poco che lo conosco io, me ne pare un perfetto esempio. E che comunque i rapporti si costruiscono da ambo le parti, persino quelli più vincolanti e "scontati" come quelli tra genitori e figli. Anzi, soprattutto quelli.
Per cui, se tuo figlio (e tua nuora con lui, ma io so anche le tue bellissime nipoti) è in così stretta e felice interazione con te i motivi nascono e si sviluppano da lontano, non piovono dal cielo. Direi piuttosto che sono ben radicati sulla terra, nella vita concreta quotidiana :)
E sicuramente arricchiscono di senso la tua vita, la sua, e quella della sua famiglia.
Sono contenta per voi :)

nina ha detto...

Caro Aldo,
la frase di tuo figlio "na cosa pe' vorta" è di una saggezza tale che mi sembrerebbe la dovessi dire tu invece di lui.
Allora vuol dire che sei tu quello giovane...
In merito a cosa si dà e a cosa si riceve, di vero e di importante, ti dico una frase che mi ha detto una volta mio figlio Mario, che all'epoca era un bambino (per televisione aveva sentito di un'aggressione in una casa a scopo di rapina). Dunque mi disse: Che fortuna, mamma, che noi siamo poveri!
Secondo me non poteva dire una cosa più bella!

Un grosso abbraccio con amicizia
e affetto
Nina

Ambra ha detto...

Caro Aldo, il bellissimo rapporto costruito fra te e tuo figlio nasce certo da molto lontano ed è andato consolidandosi con gli anni. A un certo punto, a una certa età i ruoli genitore/figlio si scambaino e non è più il padre a proteggere il figlio, ma viceversa. Sono certa che lo sai e ne sei contento.
P.S. - La prossima volta, metti sotto la traduzione, per aiutare i milanesi:)

Mariella ha detto...

Aldo è stato divertente leggerti in dialetto. Meno male che ancora me lo ricordo e prendo le pause giuste.
Per quel che riguarda Massimo, lo dico da tempo che tu sei il figlio e lui è il padre.
Questo è il nostro destino. Di genitori e di figli.
La tua è una straordinaria lettera d'amore.
Abbraccio.

Malatopianist1 ha detto...

Non te conosco, ma già mi stai simpatico! Un saluto!