Erano veramente una bella coppia…se non altro…la meglio assortita! Lei, più alta, magra come un chiodo, capelli bianchi, occhi cerulei, viso segaligno, età intorno agli 85, lui invece molto più basso, piuttosto grassottello, capelli assenti, occhi chiari, viso rubizzo, età vicino ai 90. Lei, bergamasca con un accento talmente tosto che facevi fatica a comprenderla se parlava svelta, con la protesi dentaria che le ballava frequentemente (ma se ne infischiava) e per di più sorda al 99,99% tanto che se volevi dialogare con lei correvi il rischio di perdere la voce dovendo urlare per essere ascoltato. Lui, ciociaro invece facevi fatica a sentirlo talmente basso era il tono che usava quando ci si chiacchierava insieme.(Ma fra di loro come facevano a capirsi?…probabilmente a gesti o scrivendosi bigliettini). Lei una specie di carabiniere in pensione, arcigna, austera, severa e con lo sguardo continuamente rivolto in giro verso le altre persone: forse, poiché non sentiva cosa dicevano gli altri, penso leggesse le loro labbra per capire qualcosa e per, eventualmente, partecipare alla conversazione, con quale risultato non è dato sapere. Lui, un bonaccione sempre col sorriso sulle labbra, ben disposto verso tutti e attaccato a lei come un bimbo al braccio della mamma. Lei, Guendalina, vestita sempre con un lungo vestito scuro ed un colletto bianco, tipo istitutrice di collegio femminile…lui, Bernardino, sia d’inverno che d’estate, agghindato con un completo chiaro, pesante o leggero secondo la stagione, camicia, cravatta e cappello borsalino in testa di colore in sintonia con l’abito che indossava di volta in volta. Chi era più assortito di loro?. E’ proprio vero…gli opposti si attraggono!.
Entrambi abitavano vicino al centro anziani comunale che frequentavamo e dove ci eravamo conosciuti. I primi tempi erano trascorsi nella reciproca indifferenza ma poi, col passare dei giorni, diventammo amici anche se tra me e loro c’erano molti anni di differenza. M’ispiravano simpatia, non so spiegarne i motivi ma credo che anche loro nutrissero per me lo stesso sentimento. Ne ebbi una prova concreta cinque o sei mesi dopo.
Ogni pomeriggio alle 16 in punto, pioggia o sole, freddo o caldo, loro si presentavano al centro anziani e si sedevano occupando sempre lo stesso posto… gli altri frequentatori avevano preso l’abitudine di lasciare libere le loro due poltroncine. Non prendevano mai l’iniziativa di fare quattro chiacchiere con chicchessia…aspettavano sempre che fossero gli altri ad interpellarli. Guendalina trascorreva il tempo sferruzzando in continuazione cose di lana: sciarpe, calze e così via mentre Bernardino si faceva sempre qualche partitella a carte: briscola, scopa o scopone. Anche se nessuno gli chiedeva se voleva giocare lui si autoinvitava. Era un disastro per i compagni nel gioco, un vero dono per gli avversari. Ma sembrava che ci provasse gusto a commettere errori perché quando gli altri, incavolati, lo rimproveravano o addirittura lo insultavano lui, calmo, sereno e pacioso se la rideva seraficamente come se le “male” parole gli scivolassero addosso.
Comunque sia Guendalina che Bernardino trascorrevano tutti i giorni tre ore precise lì nel centro anziani infischiandosene di tutto e di tutti: alle 19 in punto di tutte le sere sussurravano “buona serata” e se ne tornavano a casa…passetto, passetto…braccetto, braccetto.
Un giorno Guendalina mi fece cenno che voleva parlarmi. Io che ero seduto poco distante intento con altri tre amici a farmi una partita a tressette, le feci cenno di aspettare un attimo, poi dopo poco mi alzai, stavo per cedere il mio posto a Bernardino ma per miracolo evitai di venire preso a male parole dagli altri tre e quindi, anziché col morto, continuarono la partita con un altro seduto lì vicino al momento nullafacente. Per me fu un sollievo perché non sono mai stato un appassionato del gioco delle carte e pertanto fui ben contento di andare a sedermi accanto a Guendalina curioso di sapere che cosa doveva dirmi. A stento riuscii a capire che tra lei e Bernardino c’era qualcosa che non stava andando troppo bene. Le dissi che ero dispiaciuto per questo ma la pregai di non coinvolgermi in faccende personali e private confessandole che non ero tagliato per dare aiuto e conforto in situazioni del genere. Lei testardamente insistette e mi mise al corrente di tutto. Mi disse che non erano sposati, che convivevano soltanto da parecchi anni…platonicamente…perché, mi disse testualmente, lui era “troppo vecchio per lei!”…Io lì per lì rimasi un po’ sconcertato…tentai di farfugliare qualcosa ma Guendalina, imperterrita, proseguì dicendomi che dopo tanto tempo s’erano fatti vivi i figli di Bernardino che lo stavano incalzando per costringerlo a ritornare con loro nel loro paese. Le conseguenze per Guendalina sarebbero state disastrose perché doveva lasciare la casa dove attualmente abitava in quanto la proprietà era di Bernardino ma ancora per poco dato che i figli l’avevano messa in vendita. Lei quindi dove sarebbe andata a finire?. Le era rimasta una sola sorella, più grande di lei, che viveva su nel nord anch’essa sola e per di più gravemente malata. Non sapevo proprio cosa dirle…l’unico consiglio che gli diedi fu quello di provare a rivolgersi ad alcuni uffici comunali competenti e la indirizzai da un funzionario che conoscevo con il quale avevo stretto un’ottima amicizia qualche tempo prima.
Per un po’ di giorni Guendalina e Bernardino non si fecero più vedere…Poi, ricordo era di sabato, alle 16 in punto venne solo lei che si rivolse subito a me…chissà, forse ero diventato il suo unico punto d’appoggio…Mi disse che Bernardino era tornato al suo paese con uno dei figli; che le avevano concesso di stare in quella casa ancora due o tre giorni ma che poi l’avrebbe dovuta lasciare; che era riuscita, grazie a quel funzionario al quale l’avevo indirizzata, ad ottenere una sistemazione in una casa di riposo comunale. I suoi ringraziamenti e i suoi saluti mi commossero profondamente ma mi assicurò che si sarebbe fatta rivedere tra non molto.
Così avvenne dopo una ventina di giorni…Entrò in quello che era stato anche il suo centro, da una busta di plastica tirò fuori un maglioncino di lana piuttosto pesante, senza maniche, collo a V, di colore blu…esattamente della mia misura e che, dopo circa 25 anni, tuttora conservo ed indosso, d’inverno è ovvio. La ringraziai e con le lacrime agli occhi, davanti a tanti altri, ci abbracciammo affettuosamente…Non ci dicemmo nulla ma entrambi sapevamo che non ci saremmo più rivisti.
E così è stato.
31 commenti:
...e stavolta sono il primo! (se non ci metto troppo a scrivere)
Ma com'è che ci curiamo tanto dei nostri amori, guardiamo film e leggiamo libri dove l'amore è un ingrediente immancabile, ascoltiamo canzoni d'amore, e poi non abbiamo rispetto dell'amore degli altri... anzi, non abbiamo amore per gli altri... ed "usiamo" l'amore come un fatto esclusivo ed egoista?
Il fatto che racconti mi ha commosso ma mi fa anche pensare...
Ciao, cometa
Ciao Aldo! Non serve che commenti, sai già come la penso su questo racconto.
Felice giornata!
Quando la quotidianità spegne sogni.
Storia molto triste, ma in qualche modo ordinaria.
Ne conosco un paio anche io con lo stesso tenore. E mi è capitato anche di raccogliere confidenze (e lacrime) di chi, rimasto solo, è stato anche costretto a sradicarsi dal proprio ambiente perchè gli eredi lo disconobbero non appena la loro mamma se ne andò. Dimentichi che quell'uomo era stato amato dalla donna.
Un abbraccio Aldare'... caldo come il maglione di Guendalina!
Ciao Aldo, una storia triste, ma piena di umanità.
Cosa rara di questi tempi.
Grazie!
Ciao,
Lara
Buon giorno! Ma non c'è qualcuno che ti possa inoltrare a qualche editore? Hai questo modo di raccontare storie di quotidiana normalità elevandole a Storie di Vita appassionanti, che non dovrebbe passare inosservato. Ho letto i tuoi racconti ospedalieri : bellissimi, mi pareva di vederli quei tipi!
@cometa: ormai sono passati circa 15 anni da allora ma di entrambi ho un ricordo vivissmo anche per l'amore che c'era tra loro.
@Angelo azzurro: sì e di quello che pensi ne sono arcicontento.
Felice giornata anche a te.
@Kaishe: Purtroppo di queste storie tristi se ne sente parlare spesso. Quando lavoravo nello studio notarile sapessi a quanti episodi litigiosi ho assistito per "spartizione" di eredità
e inutili discussioni su chi doveva occuparsi del vecchio e solitario genitore superstite.
@Lara:Infatti proprio per quella umanità la ricordo ancora malgrado sia passato tanto tempo.
Aldo,
le tue storie riscaldano il cuore... anch'io ne ho postata una su una busta di plastica ...ma il tenore è completamente diverso ....
purtroppo!!
Un bacio
Ornella
La penso come Aleph (e non è che sia facile :-D): hai un vero talento da narratore, mi sembrava proprio di vederli lì di fronte a me i due personaggi che descrivi.
Dovevo dirtelo per forza!
Non serve che commenti questa storia. Il finale ha tutto il suo perchè e significato intrinseco.
Storie. Il mondo dovrebbe essere fatto di storie.
Grazie monticiano.
@Aleph:Buonasera. Io invece spero che a nessuno venga in mente una loro pubblicazione. Ho già detto di no a parenti e amici. Non lo dico per fare l'ipocrita o il finto tonto ma secondo me ci vuole un'altra persona per farsi pubblicare qualcosa no un sottoculturato come me. A me basta che chi li legge li accetti. Ciao e grazie del commento.
@Tua madre Ornella: Eh! sì, esistono anche storie meno tragiche di quella busta di plastica. Un abbraccio.
@Vincenzo Cucinotta: Sono proprio contento che tu la pensi come Aleph, sicuramente perchè siete persone intelligenti (così il complimento lo faccio anche a me). Quei due erano persone vere, dico erano perchè da quei giorni sono trascorsi circa 15 anni.
@Le Favà: Già, hai capito perfettamente, il finale m'è costato più dell'intera storia. Vera peraltro.
@amatamari: Grazie a te. Credo proprio che valeva la pena metterlo sul blog. Ero perplesso e invece...
Ciao,Aldo,che sei un ottimo narratore lo sai già.Sei una persona veramente speciale:se racconti così bene è perchè osservi le persone che ti vivono accanto,intuisci storie neanche raccontate,umanizzi situazioni che potrebbero sembrare strane,in una parola in quello che racconti io ci leggo rispetto,interesse partecipazione,comprenzione,per l'umano mondo che ci circonda.
Un carissimo saluto e scusami se non passo spesso,avrò giorni migliori,spero.
hola Sor Aldo te sò mancata?? Si lo sò!! Intanto buongiorno....
Era una scusa per riprendermi dalla lettura del tuo racconto così tenero ed emozionante.....
Mi chiedo il perchè di tanto egoismo da parte dei figli di Bernardino in fondo si amavano e stavano bene, perchè distruggere una cosa così bella, solo per soldi, che vigliaccheria che cattiveri....sai quante storie ci sono come questa purtroppo....
un abbraccio Sor Aldo!!!
Che bello leggere di storie dove due perfetti estranei si trovano a percorrere un breve tratto di strada insieme. Bello vedere nella drammaticità di una scelta egoista, il bene fatto a chi ha bisogno davvero un bel pezzo di vita, mi ha commosso! Grazie
@chicchina: Mah! Quello che tu hai detto naturalmente mi ha gratificato però, credimi, a volte mi dispiace capire o venire a sapere certi problemi del prossimo che mi circonda giacchè riesco a dare solo pochissimo o nessun aiuto.
@La Mente Persa: Ecco, effettivamente è così come dici te,
le esperienze umane ci toccano tutti ed io, a volte, mi lascio coinvolgere troppo. Sò benissimo che godo della tua stima e ti ringrazio. Ma a proposito del gatto non è che fai come mia moglie che alla nostra gatta gli dava da mangiare persino bistecche? Però meglio così che anoressica.
@NADIA:Hola senora my hermosa. Sai mi era venuto in mente che avresti provato quello che mi hai descritto. E così pure per tutte le persone sensibili come te. I figli? Purtroppo esistono anche persone insensibili. Io mi tengo caro il mio unico figlio, tu sò che fai altrettanto con i tuoi.
@ANNA: Il tuo sangue meridionale non può smentire la tua naturale commozione.
Sono contento che ti sia piaciuto. Grazie a te.
...bella storia caro monticiano...un pò triste, ma piena di significato....la vita è sempre una favola anche quando non è proprio come la vorremmmo!
che racconto, Aldo! me lo sto ancora riraccontando...
grazie, marina
Allora monticiano,
se hai delle perplessità nel pubblicare "questi" racconti che nascono dalla vita e della vita parlano, e del tempo della gioia e della morte, e della semplicità di un gesto che racchiude in sè una storia che si conclude... se hai perplessità di non so quale natura, ecco allora proprio non ti capisco
:-)
@upupa: la storia, vera purtroppo, è triste e a me è rimasta molto impressa nella mente appunto perchè è piena di significati.
@La Mente Persa: Però potresti fare una cosa: iscrivere il tuo gatto ad un corso di fitness o di aerobica. Domanda se vicino casa tua c'è una palestra così con quattro salti ci arriva anche da solo.
@marina: Forse sembrerà un po' strano ma questa storia, vera torno a ripeterlo, mi colpì molto a suo tempo tanto che mi venne la voglia di scriverla appunto per riraccontarmela, anche se triste.
@amatamari: Le perplessità nascono da questo fatto. Dopo aver messo sulla carta la storia perfettamente com'è avvenuta e come la ricordo, mi chiedo non una ma più volte se facendola conoscere io non commetta un errore. Di che natura? Non lo so. Quello che inizialmente penso è che sia poco corretto "mettere in piazza" le vicende di altre persone, poi invece lo faccio.
Forse per sapere se anche altri provano quello che provo io.
Passo per augurarti la buonanotte. Domani torno con calma e ti leggo. Con affetto.
Buongiorno Aldare'... sperando di trovarti in forma, ti auguro un ottimo fine settimana!
hola Sor Aldo buongiorno, si li tengo stretti i miei figli anche se ultimamente alzano un pò la cresta, ma fa parte della crescita ma tengo stretta stretta anche la mia mammma....
ti abbraccio forte forte con un milione di besos!!!
Ho letto tutto d' un fiato gli ultimi tre post, il primo quello della signora Guendalina mi ha commosso. Mentre gli altri due mi hanno divertito molto. Anche a me capita spesso che amici o conoscenti mi dicano che hanno incontrato qualcuno uguale a me, io però non ne ho mai visto uno che mi somigliasse un pochino. In ognuno dei post comunque c'è vita vissuta raccontata con molto garbo e maestria. Un caro saluto
Che bella questa storia, Aldo. Bella e triste, ma con tanta umanità.
@Veneris: Sapere che c'è qualcuno che mostra di apprezzare i post contenuti in questo blog non può che farmi piacere. Ti ringrazio e un caro saluto anche da me.
@serenella: Convengo anch'io sul tuo giudizio anche se, purtroppo, si tratta di una storia vera.
Spero per te che il Monticiano sia quello in piedi...l'altra mi sembra una femminuccia. Ciao!
racconti così bene che sembra sempre di essere lì
Aldo quanto sei buono e comprensivo. Mi hai anche commossa... Chi non vorrebbe un punto di riferimento come te? Io senza ombra di dubbio. Grazie per ciò che hai donato nella vita e continui a donare. Un bacio col cuore.
leggere i tuoi racconti è come immergersi per un attimo in un mondo senza tempo.... il tuo modo di scrivere mi commuove e mi coinvolge... Merlino contraccambia i saluti... domani è il suo compleanno... mi ha chiesto se può scrivere un post.... chissà ....
@zefirina: cerco di fare del mio meglio per ricordare e raccontare ciò che è stato vero e reale.
@Stella:Lo devo anche a persone come te e come gli altri blogger amici se continuo ad essere quello che tu descrivi così benevolmente.
@Buba:Soprattutto perchè sono storie vere di personaggi reali.
Auguri a Merlino e digli che non solo può scrivere un post ma lo deve anche firmare.
oggi sono a Bologna,alla mostra del Morandi hanno messo accanto le foto di due autori ,e c'era una che riguardava un particolare di Piazza della Polveriera di Roma,diceva la didascalia, ti ho pensato con affetto;-))
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