venerdì 15 maggio 2009

seconda ed ultima parte di MIA CARA SORELLA

L’amore per un suo coetaneo ma soprattutto le conseguenze di ciò che era avvenuto in seguito, l’avevano portata a voler intraprendere, lontana dalla sua città natale, tutta un’altra vita. Inoltre, per ironia della sorte, proprio quella sera aveva deciso di voler dare inizio a quella “carriera” e scegliere me come suo primo “cliente”. Mi disse che sia lei che il suo fidanzato appartenevano a due note famiglie benestanti, molto attente al denaro, alla posizione sociale, alla dimostrazione verso chiunque di possedere una moralità superiore agli altri, al rispetto delle convenienze sociali dominanti. Continuò il suo racconto dicendomi che lei, Viviana e lui, Piero, erano follemente innamorati. Un giorno…l’occasione capitò ideale, l’atmosfera giusta…e accadde che i loro sensi ebbero il sopravvento. Le sembrò che stare con lui fosse stata la cosa più meravigliosa del mondo. Poi, un giorno, il dramma. Quando le famiglie seppero che aspettava un bambino scoppiò il pandemonio…”Cosa diranno i parenti…che penseranno gli amici, i conoscenti” e così via. Ma, quello che più l’addolorò fu che il suo adorato Piero sparì come d’incanto… più cercava di incontrarlo, di parlargli e più lui si faceva negare…Era come svanito nel nulla.
Non le lasciarono scampo: tutti pensavano che l’idea migliore fosse quella di disfarsi di suo figlio. Il risultato del suo amore tradito era da buttare via come immondizia, un niente…Nessun scrupolo per quello che le fecero fare, come se non fosse un peccato…anzi era il trionfo dell’onestà. Fu per questo che aveva deciso di andarsene via dalla sua città lasciandosi dietro la vecchia vita, la parte più bella di sè: la giovinezza, le speranze, l’entusiasmo…tutto!
Dopo avermi raccontato la sua storia e confermato di aver preso la decisione di diventare così com’era stata “bollata” dai suoi io cercai di dissuaderla, la pregai, le dissi che era ancora in tempo a restare quella che era, una brava ragazza e che io ero disposto ad aiutarla a trovare un lavoro…a farle conoscere un bravo giovane…Insomma feci del mio meglio per farle cambiare idea, ma non ci fu niente da fare: ormai aveva deciso. Volevo insistere ancora ma lei mi pregò di non farlo e mi chiese di poter fare una doccia. Le indicai dov’era il bagno e le dissi che se desiderava mettersi addosso qualcosa di pulito, poteva recarsi nella stanza lì vicino e indossare tutto ciò che voleva. Mentre preparavo qualcosa da bere per entrambi sentii suonare alla porta e mi chiesi chi fosse, dato che non aspettavo nessuno. Appena aperto si fece largo per entrare mio suocero, tutto trafelato, il quale di gran fretta m’invitò nuovamente ad uscire con lui perché, così affermò, “attualmente” si trovava sprovvisto di denaro. Ritornò anche sull’argomento delle due “signore” che ci stavano aspettando. Gli confermai che non ne avevo alcuna voglia ma che comunque se avesse avuto bisogno di un prestito, glielo avrei fatto volentieri. Quando stava per andarsene, Viviana uscì dal bagno, senza la parrucca bionda e senza trucco, capelli cortissimi, a piedi scalzi, con un mio pigiama addosso: completamente diversa dalla Viviana di prima. Ora sembrava un ragazzo, tanto che a mio suocero non parve vero lanciarmi addosso una serie d’insulti, d’insinuazioni d’ogni specie, di accuse di tradimento nei confronti della propria figlia,ecc. Insomma ci fu il più disgustoso dei litigi nel corso del quale i miei tentativi di spiegazioni si rivelarono piuttosto inutili.
Al culmine della discussione squillò il telefono ma non feci neppure in tempo a dire =pronto= che sentii la voce di Enrico, un mio ex compagno di lavoro ed amico, il quale =avvisava che per quella sera era tutto fermo; che avrebbe richiamato il lunedì successivo e che si sarebbe trattenuto ancora cinque minuti al bar sotto casa mia, poi avrebbe portato Moby Dick a lavorare!= Lì per lì, stentavo di capire quello che stava dicendo, ma approfittai subito della sua telefonata per trovare una soluzione al mio problema Mi stava venendo in mente un’idea. Gli dissi di salire subito perché dovevo chiedergli un favore. Lui, un po’ imbarazzato acconsentì. Chiamai Viviana in disparte e le dissi che non volevo liberarmi di lei ma che era meglio per il momento andare a casa del mio amico Enrico che stava per venire a prenderla. Le assicurai che più tardi sarei andato a trovarla per poi decidere insieme sul da farsi.
Dieci minuti dopo entrarono Enrico e Moby Dich, una “ragazza” che doveva il suo soprannome al suo aspetto piuttosto giunonico. Come se non bastasse era talmente sguaiata e volgare che mostrava in maniera evidente quale professione esercitasse. In quel frangente non mi rendevo conto come stavano realmente le cose, pensavo soltanto che dovevo salvare la faccia davanti a mio suocero e nello stesso tempo cercavo di aiutare Viviana a salvarsi da quella pazzesca decisione che aveva preso. Raccontai ad Enrico qualcosa che m’inventai al momento e lo pregai di occuparsi di Viviana soltanto per qualche ora in modo da sistemare le cose con mio suocero. Entro poco tempo sarei andato a casa sua e avrei pensato io al da farsi. Lui, meravigliandomi non poco, accettò entusiasta e mi disse di stare tranquillo. Non appena spiegai la mia intenzione a Viviana, lei si rifiutò categoricamente di andare con Enrico: mi disse che aveva paura. Aveva la sensazione che ci fosse qualcosa che non andava nell’atteggiamento sia di Enrico che di mio suocero. Intanto mi chiedevo come fosse possibile che io non mi accorgessi di quello che stava accadendo o che era accaduto. Improvvisamente ripensai a certe coincidenze e a certi fatti. Come mai dopo così tanto tempo Enrico si rifaceva vivo telefonando a casa mia, facendo un numero che lui non poteva conoscere dato che eravamo lì soltanto da un paio di mesi?. Volevo una risposta così lo misi alle strette, lo minacciai e venni a sapere cose ignobili, orribili, che non avrei mai immaginato potessero accadere.
Moby Dick, proprio lei mi aprì gli occhi. Mi disse chi era in realtà Enrico:un protettore, uno sfruttatore di prostitute tra le quali c’era anche lei, che era “scesa di grado” rispetto a Sandra…pensa, proprio Sandra, mia moglie!
Venni così a scoprire che la mia dolce mogliettina era diventata la favorita e faceva il “mestiere” in un appartamento vicino casa della sorella, la quale era stata coinvolta nella lurida faccenda, naturalmente dietro lauto compenso, per coprire le assenze di Sandra da casa mia nei fine settimana. Il tutto con la partecipazione anche di mio suocero che era a perfetta conoscenza dei fatti. L’unico a non aver mai capito e saputo nulla ero io:un ingenuo ed anche un imbecille. Man mano che venivo a conoscenza di tutte quelle brutture mi resi conto che dovevo sentire anche la versione di Sandra e la chiamai al telefono dalla sorella: ormai sapevo come era stata organizzata tutta la faccenda. Si presentò dopo una mezz’ora e, senza fare una piega, dopo che io le dissi che ormai ero a conoscenza della sua doppia vita, non si perse d’animo anzi, con una sfrontatezza senza pari mi disse chiaro e tondo cosa ne pensava di me. Mi distrusse letteralmente ed io persi la testa. Infuriato e senza più remore coprii d’insulti sia Sandra che Enrico e mio suocero. Ero imbestialito e non riuscivo più a trattenermi. Viviana, che fino a quel momento aveva assunto un atteggiamento prudente restando al di fuori di quell’ignobile situazione, cercava di calmarmi ma non ci riusciva. Tra l’altro veniva persino insidiata da quel farabutto di Enrico che intendeva convincerla a far parte della sua “corte” ottenendo un netto rifiuto. Ad un certo punto, io non ne potei più. Con fare minaccioso scacciai tutti di casa e poi mi accasciai su di una poltrona privo di forze e di volontà. Mi sentii battere sulla spalla, era Viviana che era rimasta per cercare di aiutarmi ad affrontare quella brutta faccenda. La ringraziai e le chiesi, anzi la pregai, di restare con me. Lei però, era ormai decisa a voler intraprendere la strada che aveva scelto e mi disse dolcemente che non sentiva di essere la persona adatta a risolvere i miei problemi. Aggiunse che non intendeva darmi delle delusioni, che ormai aveva deciso e che non voleva tornare indietro. Si riteneva una donna che non poteva più dare amore nel vero senso della parola ma soltanto offrire se stessa per soldi e aggiunse persino che avrebbe accettato che io divenissi il suo protettore. Le affibbiai uno schiaffo pentendomene subito dopo. Lei non battè ciglio. Con le lacrime agli occhi, dopo un po’, mi disse che sarebbe andata in camera da letto: mi avrebbe aspettato ma…voleva essere pagata. Aggiunse poi che potevo stare tranquillo perché in seguito allo spiacevole “incidente” con il proprio fidanzato, i medici, dietro richiesta della sua famiglia, avevano fatto in modo che lei non potesse mai più avere figli. Tutte queste cose mi fecero perdere definitivamente la testa. Sentivo che stavo scoppiando e non capivo più cosa stesse succedendo, sentivo solo che mi stava crollando il mondo addosso. Follemente lucido andai in fondo alla stanza, presi la rivoltella, mi misi di fronte a Viviana che non ebbe il tempo di capire e reagire e cominciai a sparare. Un colpo, due, poi altri, con estrema lentezza, finchè quasi con ferocia le scaricai addosso tutti i colpi. Dopo che Viviana cadde a terra, andai al telefono, alzai il microfono e formai il numero 113. Quando mi risposero, diedi loro il mio nome, il mio indirizzo e li informai che avevo ucciso una persona. Mi chiesero chi avevo ucciso ma io, in preda forse ad un delirio, non seppi dire chi avevo ucciso e riattaccai. Poi presi in braccio Viviana, la adagiai sul divano e la accarezzai mormorando lentamente Sandra…Viviana…e poi ancora…Viviana… Sandra…Non riuscivo a rendermi conto di chi avrei voluto uccidere e chi in realtà avevo ucciso. Venne la polizia e tu sai come andò a finire.
Di tutto questo desideravo che tu fossi informata, ecco perché ti scrivo..
Ti saluto con molto affetto e, soltanto se tu lo desideri, ogni tanto ricordami. Tuo fratello.

26 commenti:

Anna ha detto...

Finalmente sono riuscita nell'intento di leggermi il racconto. Letto tutto, bello, ma amaro, molto amaro come la realtà credo... pensi sempre che nelle storie possa andare meglio e invece... :( uffi!

Kaishe ha detto...

Tremendo, però...
Con tutte le persone che meritavano di essere uccise, la peggio l'ha avuta l'unica innocente.
Aldare'... ma dove prendi l'ospirazione?

Punzy ha detto...

oh aldo, che belle cose che scrivi

Gianna ha detto...

Aldo pensavo che sì avrebbe ucciso, ma non Viviana.
Stavolta mi hai lasciato l'amaro in bocca...
In ogni caso, la tua fantasia è fervida, molto fervida...

zefirina ha detto...

accidenti, però mi hai fatto stare con il fiato sospeso, povera Viviana e te pareva che non ci rimetteva lei

Vincenzo Cucinotta ha detto...

Ti devo confessare che mi hai sviato, e non so se sono stato l'unico. Quando hai scritto che uscendo dalla doccia, Viviana sembrava un ragazzo, mi avevi quasi convinto che fosse un ragazzo...maschio, ma invece Viviana era una vera donna, e quindi la storia della gravidanza era veritiera.
Alla fine, come nei migliori gialli, la vittima è la persona a cui meno si pensa. Allora, ora aspetto la prossima storia, c'hai viziati e non ti lasciamo più in pace :-D

Gabryella Costa Fdd ha detto...

Oh caro Aldo,me lo permetti vero? questa volta NON sono d'accordo con il finale,ma sapendo che spesso la realta' è perfida,molto piu della fantasia,quasi quasi spero che sia veramente tutto inventato-Ok,non è obbligatorio il lieto fine,ma a sto' punto perchè non ammazzare la moglie fedifraga? Qualunque fosse stata la scelta, la scelta della giovincella,non trovo giusto far pagare a lei il rancore e l'odio per la moglie che l'ha praticamente rovinato-E poi,perchè rovinato,in fondo anche in tempi andati"la svolta c'era,sbatterle la porta in faccia e cambiare strada-
So' che è un racconto,ma "mettersi dentro" alla tua storia,
significa,provare ad immaginare, se questa storia fosser stata vera,io come avrei reagito?Te lo dico,perchè,sono sicura,che ognuno di noi,negli strani gironi infernali personali di vita,spesso si è trovato in "momenti catastrofici"
(almeno io si) e ha dovuto prendere drastiche decisioni-Ecco,in quei frangenti si dimostra a tutti ma sopratutto a noi stessi,di che pasta siamo fatti!
Non sei arrabbiato vero? in fondo questo è il mio modo di vedere cose,poi..............
spazio alla fantasia!!
Gabrybabelle

Marcus ha detto...

Caro Aldo, appena posso mi leggo prima e seconda parte tutte d'un fiato. A presto, un abbraccio e grazie di scrivere!

Angelo azzurro ha detto...

Da premio "Bancarella"! E Bravo Aldo! Complimenti alla tua fantasia!!
Un caro saluto

Gianna ha detto...

Aldo lo esigo, lo pretendo e non puoi dirmi no . Voglio la tua fotina... chiaro?

Gianna ha detto...

Aldo hai ubbidito, OTTIMO!

upupa ha detto...

......mamma mia...amico mio...sei bravissimo!

il monticiano ha detto...

@ANNA

@Kaishe

@Punzy

@stella

@zefirina

@Vincenzo Cucinotta

@gabrybabelle

@marcus

@Angelo azzurro

@La Mente Persa

@upupa

A tutti i blogger amici i miei più sentiti ringraziamenti per i loro graditi commenti.

Andrea De Luca ha detto...

bella quest'ultima parte caro aldo, un saluto

Angelo azzurro ha detto...

Buongiorno! Passo presto, presto perchè ho qualche impegno oggi.Sono qui per ringraziarti del commento lasciato da me ieri: sei sempre tanto gentile!
Ho messo la moderazione dei commenti, ecco perchè non leggevi. Scappo di fretta!
Ciao Aldo!

emanuela ha detto...

Carissimo, hai uno stile così chiaro che ti si legge tutto d'un fiato. Io avrei preferito la morte del suocero, ma come sempre, le vittime sono le donne.
E' proprio un piacere leggerti

Pierprandi ha detto...

Causa la mia latitanza dalla rete di questo periodo causa mille impegni, non avevo letto la prima parte, oggi ho rimediato... Bellissimo complimenti Aldo adoro ciò che scrivi. A presto

aleph ha detto...

Eh no, avevo pensato male, credevo ammazzasse la crudele Sandra.
Oggi si direbbe : 'omicidio avvenuto in un ambiente sociale e famigliare di degrado...'. In effetti anche tu, in fondo, fai dell'omicidia la vera vittima della storia. Ma cogli la vera psicologia di questi UOMINI assassini di DONNE : si credono nel giusto. Per questo ogni giorno ce n'è uno.

aleph ha detto...

ovviamente 'omicida'...non so come ma a me nei commenti mi scappano le lettere

Anonimo ha detto...

Sempre bei racconti.

Anonimo ha detto...

Aldo, senti,
quando esce in libreria??
Ti preparo il posto nello scaffale...!!
Ti consiglio una serie alla "Montalbano"
Un bacio
Ti abbraccio
Ornella

Damiano Aliprandi ha detto...

Caro Aldo, questa storia è molto diversa dalle altre. Anche a me mi hai lasciato con un amaro in bocca...

Un abbraccio!

il monticiano ha detto...

@Andrew

@Angelo azzurro 1°) e 2°)

@emanuela

@pierprandi

@aleph 1°) e 2°)

@Giovanni Greco

@Tua madre Ornella

@l'incarcerato

@upupa

Al mio ritorno dalla "maremma maiala" - Grosseto, dove ho trascorso il fine settimana tra parenti, amici e bagordi vari, ho trovato i vostri graditi commenti dei quali vi ringrazio moltissimo.

NADIA ha detto...

hola Sor Aldo
accidenti povera Viviana proprio quella che non c'entrava niente!!!!
che amarezza!!!
hasta siempre!!!

Finazio ha detto...

Molto appassionante. Ma se anche la sorella, in Australia, avesse avviato la medesima professione?

serenella ha detto...

Ti dirò, Aldo, mi dispiace assai per Vviana, che ha pagato per tutti.
Buonanotte mio caro scrittore.