domenica 23 maggio 2010

CONFESSO, SONO STATO UNO STRAROMPI

Però soltanto fino a quindici anni fa, quando sono andato in pensione definitivamente.
Da allora ho smesso di esserlo e quindi posso considerarlo un difetto andato in prescrizione.
A pensarci bene qualche residuo c'è ancora, ma mi limito a farlo soprattutto tra me e me: io stra-rompo e l'altra parte di me dice di non rompere. È un discorso un po' strambo ma così è.
Il titolo di questo scritto si riferisce esclusivamente al periodo in cui ho lavorato, per oltre trentacinque anni, nell'ambito di studi notarili.
Avrei un bel po' di episodi da raccontare a dimostrazione di quanto sto straparlando, ma uno di questi risalente al 1960 mi ha spinto a farmi mettere nero su bianco proprio per ricordare a me stesso quanto lo fui. Appunto strarompi. Quell'anno lavoravo in uno studio al centro di Roma.
Tra i vari compiti che mi erano stati assegnati dal boss c'era, purtroppo, anche quello di dovermi occupare personalmente dell'eventuale assunzione di dipendenti quando si fosse resa necessaria per procedere alla sostituzione di qualcuno/a o per nuovi ingressi richiesti dall'incremento del lavoro.
Per tale scopo si pubblicava una offerta di lavoro su un paio di quotidiani nella quale si precisavano i requisiti richiesti tra i quali uno “importante”:quello di possedere una bella calligrafia.
Mi viene da sorridere perché oggi, nell'era dei computer, chi si preoccupa più di avere una calligrafia almeno leggibile mentre invece in quegli anni, gli atti, i rogiti notarili si dovevano scrivere a penna. Soltanto verso i primi anni settanta, se non ricordo male, venne introdotta la possibilità di scrivere gli atti stessi con la macchina da scrivere usando però un nastro indelebile munito di una particolare stampigliatura iniziale e finale ai sensi della legge in vigore.
Solitamente si presentavano per essere assunte giovani ragazze appena diplomate, anche in stenodattilografia, rarissimi invece i giovani. Ormai avevo fatto una decennale esperienza nel campo notarile e, anche se a me seccava molto, era piuttosto semplice selezionare la o le persone con le maggiori possibilità di essere assunte. Mi dava fastidio il fatto di dover decidere io e dire alle giovani tu si oppure tu no per favore ripassa.
Un giorno, a seguito di un annuncio, si presentò in studio una ragazza di circa ventotto anni, un paio meno di me, diplomata, buona calligrafia, ma soprattutto già esperta in quanto aveva già lavorato presso un altro studio notarile per tre anni. Le domandai perché aveva lasciato il precedente impiego e me ne spiegò la ragione che io ritenni piuttosto valida. Egoisticamente pensai che almeno con questa ragazza non dovevo sforzarmi più di tanto per dirle come andava svolto il lavoro nel nostro studio. Le affidai subito un compito piuttosto delicato e lei dimostrò di essere all'altezza di
quello che richiedeva il lavoro. Tutto filò piuttosto liscio o quasi, per i primi dieci/quindici giorni dopo di che iniziarono a verificarsi tra di noi alcuni piccoli screzi a causa di come svolgeva il suo compito. Io, che in quello studio ci lavoravo già da circa quattro anni, ormai sapevo come il boss voleva che si svolgessero le cose, quindi la informavo su come andava stilato o copiato ogni singolo rogito mentre lei invece voleva imporre il suo di criterio, quello cioè di cui era già pratica. In definitiva quasi ogni giorno c'erano discussioni. Una mattina le dissi come andava scritta la prima facciata di un certo atto e lei invece la scrisse a modo suo. La ripresi, le dissi che era lei che si doveva adattare allo studio e non il contrario. Tutta infuriata prese il foglio di carta bollata che stava scrivendo e disse “adesso vado a dirlo al notaio” e infatti, quasi correndo, andò nella stanza del boss chiudendosi la porta dietro. Ne uscì venti minuti dopo, mi sbatté sulla scrivania il foglio di carta bollata che aveva in mano e, tutta alterata, mi disse “Vado via, non lavoro più qui, mi hai stufato. Ricorda però che non la passerai liscia, te la farò pagare!” Prese la sua borsa e, senza salutare nessuno, si precipitò fuori lo studio. Io rimasi di stucco e stavo andando a parlare col boss il quale invece venne lui nella mia stanza e, quasi sorridendo, mi disse “Si è licenziata lei. Mi ha detto che riceveva troppe osservazioni su quello che faceva, insomma che le venivano rotte le scatole continuamente. Questo lei non lo poteva sopportare più e quindi mi ha messo davanti al dilemma se andarsene lei oppure licenziare.....L'ho interrotta e l'ho invitata a lasciare lo studio. E adesso buon lavoro a voi”. Non riferii al boss le minacce ricevute, ma per oltre dieci giorni quando dovevo entrare o uscire dallo studio, per precauzione, mi guardavo spesso intorno. Infine smisi di farlo.
Mi ero rotto le scatole anch'io.

36 commenti:

Armando ha detto...

PRIMOOOOOOOOOOOOOO !!!!!!!!!!!!!

Armando ha detto...

ADESSO LEGGO E COMMENTO !

Armando ha detto...

Secondo me rompere le scatole a fin di bene non è un difetto ... anzi.
Si dovrebbe dare sempre ascolto a chi ha più esperienza e poi in fondo in fondo c'è sempre qualcosa da imparare. Forse l'umiltà non era il forte di quella ragazza.

un abbraccio

Susanna ha detto...

Non so che carattere tu realmente abbia; però, a giudicare da quello che hai scritto, direi che la strarompi era la ragazza, o no? Dopo tutto, era lei che doveva adattarsi alle regole della casa, non il contrario.
In una scuola dove lavoravo anni fa ogni tanto arrivava una supplentina o professoressina fresca fresca. Qualcuna di questa sovente pretendeva che la scuola, che era lì da anni prima di lei, cambiasse le sue regole per adattarsi a lei (tipo darle il giorno libero che voleva, l'orario di suo gusto e così via). Anche io ogni tanto rispondevo acida che doveva fare la gavetta, come l'avevamo fatta tutti...
Inoltre, mi pare che le sue fossero vane minacce, se sono passati cinquant'anni e ancora non ti ha assassinato.

Ellys...o meglio Martina ha detto...

Io credo che tu fossi un pò strarompi ma, non c'è dubbio, che la ragazza si sia comportata malissimo sia con te che verso il posto in cui lavorava...magari, se legge il tuo blog, ti viene a ricercareee! Attento Aldo! :)

Rosaria ha detto...

Caro Aldo, ho letto attentamente e ho pensato molto prima di scrivere il commento.


La ragazza, non era alle prime armi e dal canto suo cercava di mettere a disposizione dello studio le sue capacità e quello che sapeva, insomma cercava di dare il meglio di se stessa.

Tu, che ben conoscevi, il funzionamento dello studio e i desideri del notaio, cercavi di far capire alla ragazza che qui...si faceva quello che il boss aveva stabilito e non quello che stabilivi tu

La ragazza era solo vogliosa di dimostrare le sue capacità, capacità che non discuto che avesse.
Ma non si può entrare " a casa d'altri e scavalcare tutto un sistema" poteva aspettare, e forse sarebbe giunto il momento che qualche sua idea, sarebbe stata accettata.

Nessuno dei due rompeva...la ragazza aveva voglia di fare e tu la tenevi a bada, ma solo per correttezza verso il tuo boss.

Ma il finale della ragazza, quello si che lo giudico male.
La sua sfacciataggine di andare dal notaio con una pretesa tanto assurda, boccia ogni mio buon pensiero su di lei.



Buona Domenica
"strarompi" e bene hai fatto a strarompere.

serenella ha detto...

....lo immaginavo! A parte gli scherzi, ti ho visto in tv. Ma che bel signore, gagliardo, con una voce da giovanotto e tanta ironia. Se ti avessi incontrato prima...bah, non so....!

Nou ha detto...

Ciao Aldo!
Tu sei preciso e metodico e la ragazza presuntuosa, insubordinata e ambiziosetta: troppo sicura di sé. Invece di esserti grata, voleva farti le scarpe...sicuramente negli anni successivi si sarà calmata e adattata ai nuovi ambienti di lavoro.
Complimenti al tuo principale: trovarne!
Hai fatto bene a romperti. In certi casi prima ci si rompe e meglio è!
Ho letto con piacere questo aneddoto, continua a raccontarci la tua vita piena di fatti interessanti.
Un abbraccio, Nou.

la Volpe ha detto...

E come sempre il dubbio su quanto sia vero e quanto inventato il racconto :|

Buona domenica!

jasna ha detto...

bello! Al giorno d'oggi se nei posti di lavoro non c'è più la serietà e la disciplina... ci va di mezzo la competenza. avendo a che fare con un marea di incompetenti che prendono i soldi senza saper fare il loro lavoro. Vedi statali che tu ben conosci.

ex-dani ha detto...

Io ho lavorato per sedici anni in uno studio notarile (ovviamente nell'era dell'informatica e la bella scrittura non serviva!) e di impiegate ne ho viste arrivare e partire, ma una così mai! Mi sarei rotta anch'io! Un bacio, Aldo^^^

Natalie ha detto...

Secondo me, a lei mancava un po' di tattica... :)

Lu ha detto...

Sicuramente la giovin donzella avrà pensato che essendo tale poteva permettersi di 'dettare' qualche regola pure lei.
Ah che bella la stenografia, ero bravina in quella materia e partecipai anche a delle gare nazionali. Oramai però è andata in disuso, peccato...
Buona serata caro Aldo, un abbraccio.

Sarah ha detto...

Bhè, una tipina niente male eh?! Suppongo che quando si entra a far parte di una società (azienda o qualsiasi cosa sia), "l'entrante" debba adattarsi alle regole e non il contrario. Almeno da me, hanno sempre preteso questo! Se ti definisci rompiscatole (e questa storia ne è l'esempio portante) bhè... rivedi le tue posizioni! ;)

Angelo azzurro ha detto...

Aldo, nel caso specifico che hai raccontato non sei stato uno strarompi: hai solo fatto quanto era giusto fare. Era lei che si doveva adattare alle regole dello studio e non il contrario. Appena arrivata, poi! Quale assurda presunzione! Peccava d'immodestia la tipa, eh?

Insana ha detto...

Esta de parabens

Bjs
Insana

il monticiano ha detto...

@Armando: Non dico l'umiltà ma almeno la considerazione per quello che era ovvio fare: seguire le mie disinteressate indicazioni.
Un abbraccio anche da me.

@Ibadeth: Come vedi non sono soltanto io ad avere assistito a simili atteggiamenti.
Credo proprio che dopo tutto questo tempo le sia passata la voglia di farmela pagare.

@Ellys...o meglio Martina: Vorrà dire che tornerò a guardarmi intorno.

@rosy: Credimi la scena non m'è piaciuta ed anzi mi è dispiaciuto
che sia andata a finire così ma non potevo agire altrimenti.
Grazie e buonanotte.

@serenella: Ma tu perchè assisti a certi orrendi spettacoli?
Grazie, un abbraccio.

@Nounours: Poteva andare meglio se non fosse stata insofferente.
Un abbraccio anche da me.

@la Volpe:Posso comprendere il tuo dubbio ma purtroppo è vero dalla A alla Z.
Buonanotte amico.

@Jasna: Allora mi auguro per lei che abbia trovato in seguito un impiego da statale.

@Daniela: Sono contento di sapere che anche tu sei stata una collega e quindi hai conosciuto
in quale ambiente occorreva lavorare e... sudare.
Un abbraccione.

@Selene: Bastava che si fosse adeguata a quelle che erano le abitudini del nostro studio.

@Lu: Un po' di nostalgia per quei tempi è venuta anche a me ma poi il progresso ha dettato le sue leggi e le sue regole.
Un abbraccio anche a te e buonznotte.

@Maraptica: Tu supponi benissimo e la tipina non aveva un bel carattere.

@Angelo azzurro: E pensare che una persona già pratica avrebbe fatto comodo allo studio. Ma che ci vuoi fare, ognuno ha una sua personalità.

@Insana: Grazie del tuo passaggio e del tuo saluto.

riri ha detto...

Ciao Aldo, buon lunedi:-)
Penso che tu non fossi quella persona "rigorosa od austera", piuttosto uno con professionalità che amava il proprio lavoro e poteva insegnare qualcosa. Certo la fanciulla è stata un pò eccessiva, io sai cosa avrei fatto? Ti avrei conquistato (dal punto di vista dell'amicizia), ti avrei esposto pian piano i metodi un pò diversi di lavoro e poi...avrei lasciato fare al tempo ed all'amicizia.
Mi capitò un collega presuntuoso con cui ebbi molto da ridire, purtroppo non era possibile un dialogo (poi non era il mio tipo di amico:arrogante e prepotente), allora mi vendicai, lo lasciai solo in un periodo di bilancio:-) Vedi? Forse tu non l'avresti fatto, fui felice e gliela feci pagare:-) Un abbraccio

ex-dani ha detto...

Carissimo Aldo, Fifì è un tipino un po' difficile, ma quando la conquisti, è tua per sempre! Credo che le piaceresti... mi ha detto di mandarti un salutino: miao!!

Pupottina ha detto...

concordo con Armando che rompere le scatole a fin di bene non è un difetto ... però la pazienza non è infinita.
io me lo ripeto sempre quando mi sforzo di essere il più paziente possibile!!!
buon inizio settimana ^__________^

zefirina ha detto...

quando si è giovani e al primo impiego bisogna essere umili ed imparare
non tutti ci riescono

quando ero giovane e ho iniziato a lavorare ero così contenta di aver trovato lavoro che ho "sopportato" ben altro

Francy274 ha detto...

Ciao Aldo,
rieccomi a rileggerTi, finalmente.
Ho letto i Tuoi racconti precedenti, tutti magnifici, come da prassi :)

Penso che Tu non fossi un rompi-rompi, facevi solo il Tuo lavoro, tant'è che il boss ha lasciato andare Lei e ha tenuto Te. Ciò la dice lunga.

Però.. mi sarebbe piaciuto vedere la Tua espressione quando Lei è andata via.. e poi.. quel Tuo guardarTi intorno per dieci giorni... eheheheheh..
Ciao simpaticone!

Tina ha detto...

;-)))

Gustosissimo come sempre.

Il problema è sempre il solito, una persona alla sua prima esperienza di lavoro apprende il metodo.

Chi arriva da esperienze e non ha un minimo di apertura verso gli altri, pretende di plasmare il posto alla sua maniera, in genere il finale e sempre la porta sbattuta.

Buon lunedì Aldo, non hai strarotto, hai semplicemente illustrato il metodo. ;-))

Ernest ha detto...

aldo davvero un personaggio la tipa!!! Quante differenza con questo periodo... ora non ti fanno entrare neanche nella stanza del boss, con i contratti da precari è già tanto che ri fanno vedere la macchian del caffè
un saluto

Anna2 ha detto...

Carissimo!!!!
Sei sempre elegante...nel proporTi.
Dico,che Hai fatto bene cosi'.
L'altra,doveva comportarsi con
più educazione,
ehhh!!!ben gli stà!!!!
Ciao caro Aldo,un baciotto dalla tua amica Anna2.

DIANA. BRUNA ha detto...

Ciao Aldo.
Forse la ragazza era un po' presuntuosa, ma se fosse stata più accomodante avrebbe potuto adattarsi per un certo periodo, anche per ricevere più fiducia.
Peccato perchè avreste potuto unire le vostre conoscenze in materia, le vostre esperienze e creare un bel tandem facendo di quello studio qualcosa di molto buono.
Sai, però, ognuno ha il proprio carattere e un po' di umiltà, non guasterebbe mai.
Un abbraccio
Bruna

Sandra M. ha detto...

Sai, io che son vecchietta ho orami capito che chi se ne va sbattendo altezzosamente la porta e minacciando "non finisce qui",piuttosto che "lei non a con chi ha a che fare", o anche "avrai presto mie notizie" in realtà ha finito gli argomenti. Nel senso che proprio perchè sconfitto dall'evidenza non ha l'intelligenza dell'umiltà e non ammette che altri possano aver ragione.
Con queste persone...altro che "strarompi" bisogna essere.

Anonimo ha detto...

non ti ci facevo così. ma in fondo siamo tutti nele nostro piccolo dei gran rompipalle. :D

il monticiano ha detto...

@riri: Il fatto è che lei doveva seguire le direttive del boss: Lo stile del lavboro di quello studio era così e lei si doveva adeguare, così come si erano adeguati tutti.
Vedo che anche a te è capitato qualcosa del genere.
Un abbraccio a voi.

@Daniela: Mi raccomando Danie', dille pure che le vorrò bene per sempre. MIAO MIAO!!!

@Pupottina: Il bello è che la pazienza non l'ho persa io ma il boss il quale le ha dato il via libera alla sua volontà di licenziarsi. Buonanotte a voi.

@zefirina: Sì, ma lei non era al primo impiego, doveva solo rispettare gli "usi e i costumi" dello studio dettati dal boss.

@Francy274: Sono rimasto basito e i dieci giorni "di guardia" mi hanno un po' innervosito.
Ciao e grazie.

@Tina: Eccola la frase esatta!
Ho soltanto illustrato il metodo di lavoro dettato peraltro dal boss, non da me.

@Ernest: Un abisso di differenza tra come si lavorava quaranta anni fa e come si lavora adesso.
Anche a te un saluto.

@Anna2: Però un po' mi è dispiaciuto, ma lei ha voluto licenziarsi e quindi...
Un caro abbraccio anche a te.

@DIANA B: Lo credo anch'io Bruna, unire le nostre reciproche esperienza avrebbe valorizzato di più il lavoro dello studio, ma purtroppo è andata diversamente.
Un abbraccio anche a te.

@Sandra: Tu sì che te ne intendi giovane signora.
Per fortuna penso che quelle frasi abbiano ormai fatto il loro tempo.

@sR: Lo siamo, lo siamo, anche fuori del nostro piccolo.

mod ha detto...

sarà mica stata la prima donna "sull'orlo di una crisi di nervi" in Italia?!

le adoro.
quando partono in quarta
non capiscono più niente
e tu hai solo due possibilità:
o un secchio d'acqua fredda
o prenderle per il collo e farle perdere conoscienza.

:) love, mod

M.Cristina ha detto...

I tuoi racconti sono sempre carini e mi portano per mano in piccoli angoli di vita, di tempi e atmosefere... un narratore.
Grazie ed un abbraccio

il monticiano ha detto...

@modesty: Davanti a lei sono rimasto
indifferente e credo che questo le abbia fatto saltare i nervi.

@M.Cristina: Grazie a te per la tua generosità, però mi piacerebbe scrivere come sai fare te.
Anche da me un abbraccio.

Elly ha detto...

Ah ah ah ah

Lo ammetto, ero io quella donna :)


P.S.= ovviamente scherzo, ma sembra proprio me alle prime esperienze lavorative...

il monticiano ha detto...

@Elly: Chissà cosa sarebbe accaduto se si fosse verificato questo incontro dopo cinquant'anni.

Luigina ha detto...

Chiedo perdono per il ritardo: sono per me giorni intensi e il tempo è tiranno, ma non rinuncio a dire la mia al caro Aldo che sarà stato uno strarompi, ma lo era di ...professione, invece la fanciulla lo era per... vocazione e ha avuto quello che si meritava. Un abbraccio

Nicole ha detto...

Ma che gran stronza e soprattutto che brutto carattere. Il tuo capo non era un coglione per fortuna...e tu non rompi, non rompi mai!