giovedì 3 febbraio 2011

PENNICHELLA COL BOTTO - replica

In dialetto romanesco pennichella è sinonimo di sonnellino specialmente pomeridiano.
Un riposino in pratica, appunto quello che nostra madre ci ordinava di fare quasi tutti i giorni almeno fino alle soglie dell'adolescenza.
Credo però che la “pennichella” servisse soprattutto a lei per tirare un po’ il fiato considerando la gran fatica che doveva affrontare quotidianamente per dedicarsi alle faccende di casa e occuparsi della nostra famiglia di sei persone: genitori e quattro figli maschi.
Io, per la verità, non ho mai gradito quest’obbligo, non ricordo se era così anche per i miei tre fratelli, sta di fatto che andavo sì a letto ma stavo tutto il tempo con gli occhi spalancati.
Per fortuna, specialmente d’estate, finestra e sportelli della camera da letto erano leggermente socchiusi permettendo così alla luce del giorno e ai raggi del sole di proiettare sul tetto una specie di sequenza cinematografica in movimento grazie al passaggio delle persone in strada.
Avevo il mio schermo personale in casa e m’immaginavo film d’ogni genere.
Stravaccato nel “lettone” di mamma e papà facevo trascorrere il tempo fantasticando storie su storie.
Un pomeriggio d’estate del ’43, il periodo in cui, anche allora, cadevano “bombe intelligenti” sulla città di Roma - memorabili quelle sul quartiere San Lorenzo - accadde un fatto straordinario.
Ero, come il solito, sdraiato nel lettone per la “pennichella” quando improvvisamente un botto tremendo spalancò con violenza finestra e sportelli della camera da letto illuminandola smisuratamente.
Sembrava una scena apocalittica.
Eppure non c'era stato alcun preavviso con il solito poco gradito suono delle sirene d'allarme.
Io rimasi quasi paralizzato, nostra madre andava velocemente di qua e di là credo per sincerarsi se stavamo tutti bene e nello stesso tempo per farci correre al “rifugio antiaereo”, ovverosia nella cantina del fabbricato dove abitavamo la quale era talmente “sicura” che se avessero bombardato con palline da ping-pong noi saremmo rimasti seppelliti sotto le macerie come sorcetti.
Per fortuna il “botto” fu unico e raro, almeno nel nostro rione.
In serata venimmo a sapere che cosa era realmente accaduto. Fino ad un certo punto.
A confine con il parco del Colle Oppio, vicino casa nostra, più precisamente in via Mecenate, c’era allora e c’è ancora oggi, una clinica privata, forse convenzionata con il Servizio Sanitario Nazionale, sulla quale quel famoso giorno dell’estate del ’43 cadde non si sa bene se una bomba o addirittura un piccolo aereo da ricognizione.
Ancora oggi non credo ci sia qualcuno di noi, all’epoca abitanti in quella zona, che sappia con certezza la realtà di quello che era accaduto.
Di sicuro la clinica andò in macerie.
Da quel giorno e fino al termine della guerra, nell’ordine del giorno fu prudentemente cancellata la consueta pennichella.
Con o senza botto.
GRAZIE TANTO A TUTTI PER TUTTO.

37 commenti:

Robydick ha detto...

caro monticiano, grazie di questa replica, l'ho letta con piacere.
a proposito del (purtroppo) famoso bombardamento del quartiere di San Lorenzo ti consiglio un meraviglioso libro che amo particolarmente, "Il cielo è rosso" di Giuseppe Berto, poco noto ma è un vero capolavoro.

fortunatamente non ho avuto esperienze del genere e ti dirò, quando posso, giorni di festa o vacanza, la pennica dopo pranzo è una vera goduria :)

ciao

Rosaria ha detto...

Bentornato Alduccio.
Un bellissima replica
anche perchè come te
anche io mi divertivo
a guardare le immagini
che i raggi del sole proiettavano
al soffitto come al cinematografo.

La pennichella è il riposo
specie d'estate e lo dice anche il detto
Il letto si chiama rosa
se non dormi ti riposa.

Grazie.
Un bacione
ciao fratellone

Ady ha detto...

...e che botto! di sicuro la mamma lo faceva per ottenere un pò di meritata quiete pomeridiana. anche io impongo al mio di fare la nanna, ma quello mica mi ascolta, il pomeriggio vuole sentire la musica...baci

upupa ha detto...

..è SEMPRE BELLISSIMO LEGGERTI.ciao

Susanna ha detto...

Mai fatto pennichelle. O almeno: non sono mai stata obbligata a farne. Qualche volta le ho fatte, ma di rado.
Non si seppe mai cosa veramente successe a quella povera clinica?
E soprattutto: perché ci ringrazi, e di cosa?
Bacioni!

Adriano Maini ha detto...

Vedi, Aldo, che alla fine, da osservatore smaliziato, ci porti dentro la grande storia?

Luigina ha detto...

Bentornato Aldo! Ci hai fatto stare in pensiero! Spero che sia tutto a posto.Ho riletto con piacere il tuo post. Ti abbraccio

Nou ha detto...

Ciao Aldo,bentornato!
leggendoti, mi sono ricordata i giochi del sole contro e attraverso le finestre e le locuzoni:
1-in custiera=sotto il sole cocente
2-belcon in spiera= battenti socchiusi
3-spiera d'sole=raggio di sole.
Il raggio entrava e disegnava un'asta e un triangolo sul pavimento che si muoveva segnando un orario approssimativo.
Non ho mai dormito di pomeriggio e rare volte lo passavo in camera da letto. Di solito rimanevo alzata per dare la sveglia ai pennichellanti che si attardavano.
Ho letto con molto piacere la tua replica. Mi fai sempre venire in mente La Storia di E.Morante che anche racconta quel periodo nel quartiere S.Lorenzo.
Un abbraccio

Anonimo ha detto...

Bentornato!
A me la pennichella non è mai piaciuta...solo all'università ho cominciato ad apprezzarla!Certe dormite sui libri dalle 14 alle 16! ahah

Annarita ha detto...

Ciao, caro Aldone. per me questo post non è una replica perché lo leggo per la prima volta.

Per un momento, mi hai fatto ricordare la mia infanzia. Anche io e i miei fratelli eravamo costretti a fare la pennichella pomeridiana...per fortuna non ho mai sentito il botto perché a quei tempi non ero ancora nata.

E' un piacere passare dalle tue parti. Si respira sempre aria buona.

Un bacione.

annarita

Sandra M. ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Sandra M. ha detto...

Eh, la pennica...odiata da bimbi e tanto rincorsa da adulti, quando si corre come pazzi!
Già, le bombe "intelligenti"...lasciamo perdere, vah! Io son fortunata che non li ho vissuti quei momenti di panico ma era molto brava mia mamma, quando ancora poteva, a descrivere. Lei parlava sempre di "Pippo", un aeroplano che arrivava silenzioso e micidiale con il suo carico di morte.

Sandra M. ha detto...

Scusa Aldo, per il commento cancellato: era zeppo di errori...ho troppa fretta con 'sta tastiera!

luly ha detto...

Viva la pennica!:)
Un abbraccione, Aldo!

Unknown ha detto...

Ci credo che non amavi la pennichella, hai la mente tanto sveglia adesso,figuriamoci allora!
Ti seguo nelle fantasie delle ombre sulla parete perchè a me,da bambina,permettevano d'inventare sogni e ne ricordo uno ricorrente : avere una mia piccola macchina e andarmene a zonzo per Milano.
Sei una fonte d'immagini.
Cristiana

Luz ha detto...

L'importante è che ti sei risvegliato dalla pennica di questi ultimi giorni....

il monticiano ha detto...

@robydick: A mia volta ti dò un consiglio, sempre che tu non l'abbia già letto, di farlo con il libro di Elsa Morante "La Storia".
Buona pennica allora, ciao.

@rosy: Proprio così, sembra di stare al cinematografo.
Grazie a te e un abbraccione.

@ady happyborn: Tuo figlio diventerà un grande musicista te lo assicuro.

@upupa: Molte grazie, ciao.

@Ibadeth: Mai saputo qualcosa di preciso di quella clinica. Diventò una leggenda.
Il ringraziamento è per la comprensione dimostratami.
Un abbraccione.

@Adriano Maini: Purtroppo quei tempi li ho vissuti di persona.

@Luigina: Mi dispiace, ma adesso piano piano le cose si sistemano.
Grazie, un abbraccione.

@Nounours(e): Belle quelle locuzioni e quelle immagini che descrivi. Come vedi, l'ho detto a robydick, anche a me torna in mente La Storia della Morante.
Anche a te un abbraccione.

il monticiano ha detto...

@RedLight: Anche quelle sui libri all'università sono belle penniche.

@Annarita: Brutti tempi quelli e meno male che tu non li abbia vissuti.
Grazie e anche a te un abbraccione.

@Sandra: I vari "Pippo" ci gettavano tutti nel panico.
Non scusarti per gli errori, fai come me, dai la colpa alla tastiera.

@luly: Adesso lo dico anch'io, ma a quei tempi no.
Un abbraccione anche a te.

@cristiana2011: Io invece m'inventavo sempre di andare in giro per il mondo.
Grazie.

@Luz: Effettivamente, meglio essere svegli che "imbambolati".

riri ha detto...

Ciao mitico Aldo, sono contenta che ci sei:-)
A volte non tutti i mali vengono per nuocere, un detto un pò non sempre condivisibile, ma nel tuo caso di pennichella imposta...
I tuoi racconti mi richiamano alla mente gli aneddoti dei miei genitori..non bellini, ma sicuramente come dal film "Poveri ma belli":-))
Un abbraccio forte da tutta l'isola ed un bau bau dal mio cane vecchiotto..pensa che stamattina dal tabaccaio gli hanno dato la precedenza perchè io ho detto che ha perso il senso d'orientamento ed è diversamente vedente:-)

Rosaria ha detto...

Buogiorno Aldo
Ci sentiamo questa sera
Oggi sto in festa
Laura mia figlia compie 40 anni bella età.

Ci sentiamo questa sera ciao

Enrico Bo ha detto...

vado subito a farmene una di pennichella, speriamo che non cadano bombe, che di questi tempi non si sa cosa aspettarsi!

Unknown ha detto...

grazie per avermi dato l'opportunità di leggere questi tuoi ricordi, che nessuno li dimentichi.

Nicolanondoc ha detto...

Cià Aldone, l'altro giorno di pomeriggio ti avevo chiamato per insegnarti alcuni trucchetti per vincere a Poker :-)
Un abbraccio

Ernest ha detto...

Ciao Aldo
un abbraccio

Tina ha detto...

La prima volta che lo leggo, ma se anche fosse la terza, c'è sempre un che di dolce in quello che scrivi. ;-))

Buona serata Aldo, tutto OK?

Sarah ha detto...

Oh cosa m'hai ricordato, la pennica post pranzo... il mio più grande incubo! Ci fai rivivere pezzi di storia, grande Aldo come sempre!

Unknown ha detto...

io la pennichella la odiavo, credo di non averla mai fatta. Pensa che quelle rare volte che mi accucciavo sul letto, da piccola, mia madre veniva a misurarmi la temperatura poggiandomi la guancia sulla fronte. E sistematicamente confermava la diagnosi: febbre! P.S. i tuoi racconti mi parlano di giorni lontani nel tempo ma vicini con le emozioni.

il monticiano ha detto...

@riri: L'accostamento che hai fatto con quegli anni e quel genere di film mi sembra proprio azzeccato.
Quanto a Poker non c'è da stupirsi, lui ha pieno diritto di avere la precedenza.

@rosy: Buongiorno, smaltita la sbornia dei brindisi per il compleanno di tua figlia? Ad ogni modo tanti auguri anche da parte mia.

@enrico: E' vero, ce l'hai lì un ricovero antiaereo?

@Antonio: Grazie a te e benvenuto.

@Nicolanondoc: Mi dispiace, forse non ho sentito ma io con le carte non so giocare neppure a rubamazzo figurati a poker.
Un abbraccione.

@Ernest: Grazie Ernest anche a te.

@Tina: Sempre gentile, grazie.
Buona giornata e per ora va.

@Maraptica: Mi pare che non sono stato solo nel non desiderare quella pennica, almeno a quell'età. Se ricordo qualche altro antico ricordo lo faccio volentieri.

@TuristadiMestiere: E ma la mamma è sempre la mamma, più che giustificata la sua apprensione.

Alberto ha detto...

Da noi la pennichella era in uso solo d'estate. E anche d'estate, solo d'estate, quando feci il militare (a Roma). Ciao Aldo.

DIANA. BRUNA ha detto...

Ciao Aldo,
molto emozionante questo tuo racconto in cui rievochi quei momenti che noi di una "certa età" abbiamo vissuto......
pensa che io questi botti li sentivo tutti i giorni, per tanti mesi....
la mia città, abbandonata, era sulla linea gotica....perciò è tutto detto.
Mi auguro sempre che le generazioni future mai abbiano da soffrire e subire quello che abbiamo sofferto e subito noi.
Ciao buon fine settimana
baciotto
Bruna

Unknown ha detto...

Mioddioddiomio, come sono contenta che tu abbia apprezzato questo modestissimo riconoscimento al tuo blog!
Grazie Aldo.
Cristia'

il monticiano ha detto...

@Alberto: La pennichella d'estate anche durante il servizio militare? Questa non la sapevo anche perché anch'io nel 1950 ho fatto il militare.

@DIANA.BRUNA: Certamente tu hai trascorso quel maledetto periodo non dormendo proprio. Che brutta la guerra.
Buona giornata e un abbraccione.

@cristiana2011: Ed io sono contento che tu sei contenta.
Grazie ancora Cristia'.

Anonimo ha detto...

...Grazie per il commento Aldo!
Però, ti dico che quei versi non sortiscono alcun effetto.

Ambra ha detto...

Ciao Aldo. Il termine pennichella viene usato tutt'ora anche a Milano. Quando lavoravo, per me era un piacere poter fare una pennichella il sabato o la domenica pomeriggio. E mia figlia che ormai ha passato i 40 la fa ancora, appena può insieme col marito. Ora invece io non amo più distendermi dopo mangiato, è come se perdessi qualche ora di vita.

la Volpe ha detto...

Sempre bello leggerti, Aldo carissimo. I tuoi ricordi sono sempre intensi e carichi di significati.

Rosaria ha detto...

Anche se ti ho letto caro Aldo
ritorno per augurarti
Un buon inizio di settimana.
Ciao

il monticiano ha detto...

@RedLight: Sono io che ti ringrazio anche per la precisazione riguardo i tuoi versi.

@Ambra dB: Non sapevo che pure a Milano si usa la parola pennichella.
A tua figlia evidentemente le hai trasmesso la tue abitudini di quando
lavoravi. Non hai poi tutti i torti a dire che quando si dorme si perdono ore di vita.

@la Volpe: Grazie davvero caro amico.

@rosy: Ti sono grato e auguro anche a te un buon inizio di settimana.