giovedì 16 febbraio 2012

A VOLTE LE PAROLE NON SERVONO

Avevamo entrambi la stessa età, circa 19 anni, lavoravamo nello stesso studio professionale, in nero, lei dattilografa io addetto a tutto il resto.

Ero stato assunto in quello studio nel mese di ottobre del 1949, qualche mese prima di lei ma sin da quando venne assunta comprendemmo presto che si poteva andare d'accordo.

Anche il nostro capo era abbastanza soddisfatto per come il lavoro dello studio risentiva di quell'atmosfera di collaborazione tra noi due dipendenti.

Con il trascorrere dei giorni quella collaborazione si trasformò in amicizia tanto che ci narravano reciprocamente le vicende della nostra vita personale.

Lei era impegnata con un giovane ed io con una ragazza perciò avevamo di che parlare.

Ad un certo punto ci accorgemmo, lei per prima, che i nostri dialoghi stavano prendendo una certa piega.

Non avevamo bisogno di dirci nulla perché parlavano i nostri occhi. Lei ogni tanto arrossiva e abbassava lo sguardo, io, parlando, m'impappinavo.

Malgrado ciò seguitammo nelle nostre amichevoli conversazioni però man mano ci rendemmo conto, senza neppure dircelo esplicitamente, che avremmo dovuto porre un freno alla situazione.

Presi io l'iniziativa, ricordo ancora era un sabato, e le dissi che si doveva trovare una soluzione a quello stato di cose. Lei mi fece presente che lasciava a me la decisione e qualsiasi essa fosse stata l'avrebbe accettata. Mi disse ciò senza guardarmi negli occhi ma si capiva anche così che non occoreva parlare per mettere la parola fine a qualcosa che invece noi non avremmo voluto finire.

La mattina dopo, domenica, le telefonai a casa e le dissi che era meglio per entrambi di non fare un passo in più. Lei disse che era d'accordo e mi salutò.

Il lunedi seguente, appena entrò in ufficio, un ciao, poi andò nella stanza del capo e, quando ne uscì, mi disse che si era licenziata adducendo un motivo che, mi confidò, era completamente non vero.

Trascorso un breve periodo di preavviso lasciò lo studio.

Durante quei giorni cercammo, sforzandoci,di evitare di tornare sull'argomento che a noi premeva.

La sera del suo ultimo giorno di lavoro mi salutò dicendomi "telefonami quando vuoi oppure vieni

a trovarmi".

Così feci per un certo periodo di tempo finché un giorno mi telefonò dicendomi che da lì a qualche mese si sarebbe sposata con lo stesso fidanzato di quando la conobbi.

Rimanemmo amici anche quando io mi sposai e qualche volta ci vedemmo tutti e quattro insieme, ma noi due, tacitamente, solo guardandoci, comprendemmo che era meglio non ripetere più quegli incontri.

E così facemmo.

Non ci rivedemmo più.

Però ogni tanto, come mi è capitato adesso, il ricordo di quei momenti ritorna.

Chissà se anche lei.......


26 commenti:

Tiziano ha detto...

Ciao Aldo i tuoi racconti sono sempre reali e bellissimi questo in particolare di questo amore puro che stava per nascere e interrotto per la paura di andar oltre,
buona giornata.
Tiziano.

Sandra M. ha detto...

Sicuramente anche lei. Sicuramente.

Cri ha detto...

Eh, sì, queste son cose che, se sei ricettivo e le sai cogliere, ti capitano, anche più di una volta, nella vita. Il tempo porta affetto e confidenza, come dice il mio amico Ivan, e se è vero che quando si parla per sguardi vuol dire che la frittata è ormai fatta, è anche vero che tutto comincia con le parole che escono dalle labbra: sono loro a formare quell'esile ma resistentissimo filo che unirà due spiriti affini...

paroleperaria ha detto...

Ci sono persone che ti restano nel cuore, anche dopo tanti anni... persone di cui continui a chiederti "chissà se..."... Bella storia, vera o inventata che sia :)

Unknown ha detto...

Scusa Aldo,ma...quegli incontri....
Sono curiosa, lo ammetto e tu sei maestro nel dire e non dire.
Aspetto la tua partecipazione all' anniversario del mio blog.
Abbraccione
Cristia'

Susanna ha detto...

E come mai non potevate troncare con i vostri fidanzati ed incominciare tra di voi?...

riri ha detto...

E' vero, a volte basta guardarsi per capirsi le vostre situazioni affettive erano difficili da sciogliere e tu, sempre gentiluomo di altri tempi non sei riuscito a dare un dolore alla tua fidanzata..chissà..forse ti pensa anche lei, come si fa a dimenticare una bella persona come te? Un abbraccio Alduccio oggi a Torino sembra primavera:-)

Alberto ha detto...

Anche lei, forse più spesso di te.

Zio Scriba ha detto...

Davanti a queste storie non so mai decidere cosa pensare... E' più giusto così? O sarebbe meglio un amore libero e multiplo?

Adriana ha detto...

Mooolto romantico...

Anonimo ha detto...

Io mi trovo nella situazione del fidanzato abbandonato per il collega di lavoro... dal mio punto di vista (ovviamente di parte) penso che sia stato meglio così.

nonno enio ha detto...

a l'amore, quello vero quanti bei ricordi ci lascia dentro...

chicchina ha detto...

Sono vivissimi i tuoi ricordi,Aldo,sanno ancora di tenerezza e trepidazione.Sarà stato meglio?Forse si,ma come non ricordare? Anche lei,chissà quante volte avrà ripensato a quei momenti,e magari ancora adesso,come fai tu.
Ciao,Aldo,buoni giorni ed un abbraccio.

Ambra ha detto...

Aldo, quando con una persona c'è stato del sentimento, non la si dimentica mai. Per questo sono sicura che anche lei ogni tanto si ricorda di te.
E nel ricordo ci sarà sicuramente una punto di nostalgia per qualcosa che poteva essere e non è stato.

Greis ha detto...

Ho vissuto una situazione molto simile a questa e..
molto spesso pure io mi chiedo chissà se anche lui....
Baci Aldi' :)

Adriano Maini ha detto...

Sì, una vicenda molto romatica, che ti fa, a mio avviso, molto onore!

Rosaria ha detto...

un bacio

Syrys85 ha detto...

E' davvero commovente. Leggere che è possibile affrontare i propri sentimenti e confrontarsi con l'altra persona con rispetto e senza la "foga" di voler prendere quello che ha di bello finché dura magari raccontando balle o vivendo storie parallele, è una cosa che non succede spesso.

DIANA. BRUNA ha detto...

Bello questo tuo racconto.
Mi sa che anche lei avrà pensato a te in questi anni ed ancora ti penserà....Peccato, però che sia finita così...con i rimpianti.
Gli sguardi sanno dire tutto soprattutto quando ci sono i sentimenti.
Ciao Aldo buona serata
Bacio
Bruna

Nicolanondoc ha detto...

Tu sei stato un galantuomo Aldone, io sarei stato più birichino, da giovane lo ero molto.Un abbraccio e buon fine settimana.

Blogaventura ha detto...

Inevitabile che questi ricordi belli e importanti, così carichi di emozione, ritornino. Un caro saluto, Fabio.

serenella ha detto...

Sai, Aldo, siete stati l'esempio della correttezza, dell'onestà, della coerenza. Sarebbe stato molto più facile buttare per aria il pre-esistente e vivere la vostra storia. Invece avete fatto la scelta più difficile, anche se ravviso in essa un filo di rimpianto. Credo che molti di noi abbiamo qualcosa di simile da raccontare...

serenella ha detto...

Ps: Aldooooo, non mi dire che è tutto inventato, perchè mo piango.

Enrico Bo ha detto...

Anche lei sicuro...

Nou ha detto...

Quando le parole non servono, non si può più dimenticare perché è raro, troppo raro che questo accada. Perso questo idillio, dovremmo dire tante di quelle parole che non serviranno che a sanare incomprensioni senza mai riuscirci in profondità.
Ciao Aldo, a volte succede...
Un abbraccio
Nou

Unknown ha detto...

decisioni da rimpianto, io non sono per le rinunce, dove non si fa altro che pensare e ripensare, e tu lo confermi. certamente anche lei. un abbraccio