lunedì 25 giugno 2012

IL CELLULARE...

che non è solo quello che porta gli imputati o ai processi o in galera, ma si usa questa parola anche per i telefonini praticamente marchingegni di complessa struttura complicati ma anche muniti dei requisiti necessari per il loro indispensabile utilizzo. Ma chi ha detto che è indispensabile? E’ stata promulgata una legge al riguardo? No e allora? Io, infatti, fino a maggio del 2007, mi sono sempre opposto a volerne maneggiare uno e ho resistito fino allo stremo. Mi sono sentito come quel soldato giapponese che, unico al mondo, per anni e anni ha ignorato, penso volutamente, che la guerra nel ’45 fosse finita e continuava a restare nascosto nella giungla in attesa del nemico. Dietro una forte insistenza di mio figlio, il quale già mi suppliziava da qualche tempo, ho alzato bandiera bianca e mi sono arreso. Causa: un momentaneo ricovero ospedaliero. Ecco per quale motivo dovevo essere continuamente in condizione di essere contattato e di poter contattare. Addio pace e tranquillità. Come milioni di cittadini sono entrato anch’io, purtroppo, a far parte della “famiglia dei cellularisti”. E non finisce qui: sempre per ordini ricevuti, devo portarmelo appresso anche quando sono fuori casa. Mi sento ridicolo e capisco il perché. Prima che mi fosse appioppato il mio cellulare (io non ne volevo sapere) mi divertiva molto il fatto di incontrare persone che, camminando per strada, sembravano parlare ad alta voce con se stessi. Ai primi impatti, quando li incrociavo sul mio cammino vedendo che addirittura gesticolavano, cambiavo marciapiede e svicolavo, poi, col passare del tempo, mi accorgevo che, camminando, parlavano anche ad alta voce, con uno o due fili che fuoriuscivano dalle loro orecchie e allora capii che…non erano pericolosi. Per non parlare poi dello spettacolo che veniva offerto soprattutto da persone di una certa età anche superiore alla mia (ne avevo allora circa 77), le quali allo squillare del loro apparecchio iniziavano una “importantissima ed inderogabile” conversazione a base di… =come stai? =che mangi a pranzo? =ieri sera che hai visto in TV? =che dici me lo compro quel vestito? =adesso dove stai? =io sto sul bus e fra poco scendo =sì, va bene, ci sentiamo più tardi, un bacione”… Si spiega così perché quando esco di casa lo porto con me a passeggio, nascosto in tasca e, ove mai dovesse vibrare (mi hanno persino messo in funzione il “vibratore”) e poi mettersi a suonare io non faccio altro che girare lo sguardo intorno con aria interrogativa e vedere “l’effetto che fa”. Risponderò a tempo debito, sempre se riuscirò a capire chi mi ha chiamato. Mi hanno istruito su come fare per sapere questo, quello e altro ancora ma evidentemente qualcosa dentro di me si rifiuta di collaborare. Esiste, è vero, la cellulare-dipendenza (da Neologismi Quotidiani di Adamo e Della Valle). Sms, telefonate, pettegolezzi da rivelare il prima possibile senza aspettare di tornare a casa; la “cellulare-dipendenza” non abbandona gli italiani neanche quando sono al volante (Sicilia, 25 ottobre 2001, p.9, In Italia Nel Mondo). Mi viene detto “è il progresso, bellezza”…Già, devo prenderne atto, mi devo rassegnare come ho già dovuto fare per altri marchingegni. Giorni fa ad esempio, mi serviva un idraulico per il cambio dello scaldabagno e poiché quello che gà conoscevo per precedenti lavori non poteva, mi sono rivolto all'amico che abita nel mio stesso pianerottolo e gli ho chiesto se ne conosceva uno di sua fiducia. Presto fatto: prese uno strano oggetto in mano che misurava all'incirca come due telefonini uniti insieme, senza premere tasti ma con un semplice tocco leggero sfiorò la parte anteriore e, a voce, disse all'oggetto che voleva parlare con il tal dei tali. Una voce come quella di un extraterrestre gli rispose precisandogli il numero e chiamando il tecnico il quale rispose e disse che sarebbe venuto l'indomani dalle 9 alle 12. Sono rimasto impietrito e balbettante. Ho ringraziato l'amico e sono rientrato a casa mia guardandomi intorno per il timore che qualcosa o l'ET mi venisse dietro.
Dimenticavo: spero che non sia stato ancora inventato ma se dovessero mettere in funzione qualche meccanismo per interloquire a voce con i computer io prendo il mio Pasquale, salgo su, nel terrazzo condominiale del fabbricato – settimo piano – e gli faccio prendere il volo.

20 commenti:

Adriana ha detto...

...lo dico non lo dico? Dài, te lo dico. C'è. Si chiama Skype :-)
Serve per fare videochiamate. E' utilissimo soprattutto per chi ha amici o parenti che vivono lontano, perché le chiamate sono gratis :-)
Mi raccomando, non far volare il tuo pc. E installa Skype!

paroleperaria ha detto...

I cellulari, talvolta, sono tanto utili e capisco perché ti abbiano costretto a tenerne uno...
Leggendo la parte finale del post, mi viene in mente che proprio sta mattina, ho chattato con un computer... :)

Cri ha detto...

E' già stato inventato, me sa, e come! E povero Pasquale, non osare farlo volar via. Che colpa ne ha lui, se non puoi, e noi tutti non possiamo, a quanto pare, più fare a meno di usare lui e i suoi fratelli? ^^

Unknown ha detto...

Io il cellulare lo benedico.
L'avessi avuto quando mia figlia era ragazzina e cominciavano le serate con gli amici, mi sarei risparmiata ore d'ansia.
Lo uso solo fuori casa per rintracciare o essere rintracciata.
Mai fatto un SMS.
Ciao Aldissimo!
Cristiana

Chumani ha detto...

Il cellulare mi necessita come il microchip dei cani per rintracciare i miei figli; però ti dico un segreto: meno male che quando ero una "ciumachella" non c'erano, altrimenti come lo spiegavo a mia madre che invece che a scuola stavo nella pineta di Castelfusano? (all'epoca ancora non rischiavi la vita). Pochissimi anni dopo finì la pacchia.
Ciao carissimo

robi ciprax ha detto...

caro Aldo,
quelli che consideravano i primi cellulari uno "status symbol" adesso ne hanno almeno tre in tasca!
Personalmente, ma non per deformazione professionale (ex Telecom) ho da sempre sostenuto che il cellulare è come avere una cabina telefonica sempre a disposizione e non può che semplificare la vita, specie in situazioni di emergenza.
Fortunatamente è arrivato solo verso quell'autunno della vita che non c'è più tanto da nascondere.....

Buona serata Aldo & Signora. robi

Susanna ha detto...

Ma povero Pasquale!
Comunque, il cellulare fa comodo, dai. E' vero che noi italiani siamo un popolo di chiacchieroni e la maggior parte delle nostre comunicazioni sono superflue. Non so se, all'epoca, hai visto il film di Verdone "Viaggi di nozze": i due sposi coatti ricevevano delle telefonate al cellulare e cominciavano i loro eloqui così:

A stronzi!!!
Ddo' state?
Che fffate?
Ddo' nnate?

Unknown ha detto...

molto originale questo tuo post, come sempre. un abbraccio

Rosaria ha detto...

Pasquale non si tocca, grazie a lui ci siamo conosciuti e giù le mani da Paqualino.
Il cellulare anche io ho un rifiuto e lo porto appresso solo quando vengo a Roma.
Non lo so se il mio è un rifiuto ma credo di si.

Alduccio qui fa caldissimo e sto assai poco al pc, il caldo mi ha ammortizzata...Un bacione e buona giornata.

Adriano Maini ha detto...

Hai scritto un vero pezzo di grande satira d'antologia sull'uso distorto - come é nella maggior parte dei casi! - di questi marchingegni, che, invero, al momento giusto sono veramente utili.

Carlo ha detto...

Il meccanismo per parlare con il tuo "Pasquale" esiste già da un pezzo!! Più che un meccanismo, è un software (programma) di riconoscimento vocale di istruzioni che, con il tuo Pasquale, invece esegui pigiando dei tasti. Tuttavia, tieniti pure ben stretto il tuo pc... finché non installi quel software, lui funziona alla cara vecchia maniera! Figurati che oggi esiste una scienza chiamata "domotica"... in pratica, tra le tante cose che non ti elenco, puoi "parlare" con la tua abitazione e fare tutto (quasi) solamente con la voce: accendere o spegnere luci, televisori, impianti stereo. Aprire o chiudere finestre e porte, attivare sistemi antifurto, riempire una vasca da bagno (Iacuzzi, si capisce)... pure cucinare!!!

Ciao Aldo e buon pomeriggio! Però, una pulce nell'orecchio voglio mettertela. Esiste anche un programma di riconoscimento vocale per.... scrivere!! Tu parli e Pasquale scrive quello che dici. Metti che devi fare uno dei tuoi post, lo detti e lui te lo dattiloscrive!!

In genere, non sono contrario alle "tecnologie", telefonini compresi. Però, guardo all'uso che se ne fa e, come te, sono particolarmente critico verso certe "discutibili" manifestazioni di imbecillità umana!

Sull'uso del telefonino, poi, ci sarebbe un lungo elenco da compilare. Per esempio: rincorrere sempre e ad ogni costo l'ultimo "modello"!! Il mio, ha 15 anni di vita e, se tutto va bene, camperà ancora per altrettanti anni.

Greis ha detto...

Aldo questo post te l'ha dettato mio padre?
Heheh avrebbe potuto scriverlo lui, giuro, dice le tue stesse cose.
Il cellulare gliel'ho regalato io. I primi tempi una tragedia, lo lasciava sempre a casa.
Ora pare si stia convincendo a portarlo con sè più spesso.
Con mia madre è stato un po' più facile, ho scritto più facile, eh! Non che con lei non abbia avuto problemi :P

Annarita ha detto...

No! Il mitico Pasquale, no!
Aldone, non facciamo scherzi, eh!

Non sono una cellulare-dipendente, ma ammetto che questo aggeggio ha la sua utilità.

Un abbraccione.
Annarita

Anonimo ha detto...

Venti minuti di applausi!!!
Carissimo Aldo
noi che siamo cresciuti senza cellulare... che i genitori non ci rompevano le scatole ogni 5 minuti... che avevamo la nostra privacy... che PARLAVAMO ai nostri amici... e soprattutto, anch'io detesto, dal profondo del cuore, quelli che fanno discussioni a voce alta al telefonino sui mezzi pubblici o per strada... che urlano al mondo i loro affari privati ... macchissenefrega! E' un fenomeno, ahimé, tutto italiano. Io la telefonata la considero ancora sacra. Se qualcuno mi telefona non rispondo mai se sono in pubblico. Neppure ai miei figli, al limite a loro richiamo immediatamente dopo, cerco un luogo tranquillo. Per la conversazione telefonica con un amico scelgo sempre di essere a casa, "come ai vecchi tempi", mi chiudo in camera, non faccio altro. Parlo e mi godo la sana conversazione.
Mi ritrovo in ogni tua parola.
Però tuo figlio ti vuole bene e si preoccupa per te, cerca di capire questa cosa e apprezzala ;) Per cui non farlo stare in ansia e se chiama rispondigli entro l'ora ahahahah :D Un abbraccio!

cavaliereerrante ha detto...

Non ti rammaricare, @Aldo, se anche Tu fosti costretto a capitolare di fronte all' invadenza del cellulare!
"Anche gli Eroi cadono" ... :-(
Ma "Solo chi cade risorge" ! :-)
@Bruno ....

riri ha detto...

Sei esilarante Aldo!! Ma ti capisco, anch'io ero un pò scettica, a adesso lo porto appeso al collo, perchè mi perdo in chiacchiere con amiche:-))e sono "ricercata";-)
Per il pc che parla è quasi ora, ma le capirà le parolacce in napoletano?:-))
Buona estate caro amico.

Rosaria ha detto...

Alduccio è ritornato lo slideshow che bello!
Ha detto Luca che era il server che non doveva funzionare.
Abbraccione.

Nicole ha detto...

Hai ragione, l'avventoiù della tecnologia ci ha reso anche la vita impossibile. Io per poter dormire in pace, devo mettere tutto fuoriposto.


Un bacio:)

Ambra ha detto...

Eccomi di ritorno carissimo.
Non sai quanto condivido il fastidio del cellulare, con 4 o 5 persone che sull'autobus si mettono a urlare nel cellulare e tu sei costretto ad ascoltare di tutto.
E quanto a Pasquale, poverino, lui non c'entra, non gettarlo dal balcone.

Vania ha detto...

Ciao Alduccio caro, no non te la prendere con Pasquale per carità, che c'entra lui poverino? E poi come faremmo noi senza poter leggere i tuoi deliziosi post? Certo, sono d'accordo con te, ormai c'è la cellulare-dipendenza, ma è un a comodità se cerchi i figli, se ricevi tel di lavoro ecc... Sei rintracciabile sempre in ogni momento, è pur vero che a volte diventa una vera scocciatura! Ma io ho imparato anche a spegnerlo......
Aldo che ne dici se prima che parto per le vacanze c'incontriamo? Magari ci possiamo sedere al bar a prendere qualcosa di fresco e a parlare un poco.. Che dici si potrebbe fare? Siamo tutti e due a Roma...Fammi sapere, nel frattempo ti auguro buon wk, lo so, è solo giovedì, ma non riesco a connettermi tutti i giorni, e già so che prima della settimana prox non potrò ripassare a salutarti.... Un abbraccio affettuoso.