lunedì 16 luglio 2012

LA PATENTE, UNA 600, PRIMA, DURANTE E DOPO

La patente d’auto ai miei tempi si poteva ottenere a 18 anni compiuti. Io fino ai 36 non ci pensavo proprio ma accaddero alcuni fatti che mi costrinsero ad aggiungermi al numero dei circolanti a 4 ruote.Correva l’anno 1966 (secondo me troppo velocemente) ed io ero impiegato in uno studio professionale piuttosto lontano dal posto in cui abitavo però questo fatto non mi creava alcun problema. Mezzi pubblici a profusione e abbastanza celeri dato il traffico di allora .
È il 10 luglio 1966, una caldissima giornata d’estate ed io, il pargolo di 7 anni e la mammina dovremmo iniziare a pranzare ma lei è ancora indaffarata con qualcosa che improvvisamente le cade di mano e si va ad infrangere sulla parte superiore del suo piede destro. Una caraffa di vetro colma d’acqua le produce un brutto taglio. Perde sangue. Non so perché non mi viene in testa di chiamare l’ambulanza. Cerco qualcuno nel palazzo che ha la macchina e che ci possa portare me e mia moglie al più vicino pronto soccorso. Non trovo nessuno. Mi ricordo di un nostro amico, padre di un compagno di classe di mio figlio che ha una sorella più piccola con due guanciotte che sembra una “pesca”. Di corsa vado su, loro pure stanno mangiando ma lui smette subito ed esce con me. Lascio lì mio figlio sperando che non si mangi la “pesca” dato che ogni volta che la incontra gli piace darle un morso.Di corsa all’ospedale ed in poco tempo tutto sistemato. Prendo l’estrema decisione. L’indomani m’iscrivo ad una vicinissima scuola guida e seguo tutte le lezioni teoriche con molta attenzione. Un istruttore mi fa fare anche ore di pratica e arriva il giorno dell’esame alla presenza, nella macchina da me guidata, di un funzionario credo della Prefettura. Accanto a me siede l’istruttore. Via, si parte, magari a singhiozzo ma si parte. Dopo una buona mezz’ora di varie grattate nel cambiare le marce, di fanali e marciapiedi evitati per puro miracolo, di inutili tentativi di parcheggio - avanti e indrè non ricordo per quante volte – il funzionario, lui sudatissimo, noi pure, esplode e mi ordina di fermarmi. Tre giorni dopo mi telefona l’istruttore e m’informa che posso andare a ritirare il foglio rosa, anteprima della patente. Ancora oggi mi chiedo: se le patenti vengono concesse ad un incapace come me chissà se è meglio non girare tanto per le strade. Il giorno stesso del “rosa” parlo con un cliente dello studio proprietario di una società di vendita d’auto usate e a rate, prendo appuntamento per l’indomani e ci vado accompagnato da mio fratello più piccolo (di 7 anni) lui sì patentato doc. Col “rosa” si può guidare col patentato accanto. Acquisto una 600 che sembra abbastanza in forma e mio fratello mi dice che devo guidare io. Da lì a casa sono circa 10 chilometri e, quando finalmente arriviamo, lui scende mi augura buona fortuna e se ne va credo maledicendo il giorno in cui m’ha detto che m’avrebbe accompagnato. Tutte le sere, verso mezzanotte, quando in giro non circola nessuno, io mi esercito alla guida della 600 con un amico accanto prendendo in pieno alberi, fanali e marciapiedi di un lungo viale vicino casa. Ma il giorno fatidico arriva. Precisamente il 19 agosto 1966 mi viene consegnata dalla Prefettura di Roma la Patente con la P maiuscola, quella vera.. Domenica prossima si va a Genzano, da Pistamentuccia, passando per Albano prima e per Ariccia poi.Le pappardelle ci attendono. Partiamo verso le 10 a.m., non si sa mai. Allegri come una Pasqua mammina, il rampollo,ed io tetro come il 2 novembre. Sto attentissimo a non superare i 20 Km.l’ora benchè i cartelli indichino un numero maggiore, ma non mi riguarda. Riguarda però chi si azzarda a starmi dietro. Tre ore di viaggio senza alcun incidente. Per un percorso di un’ora e non di più credo sia un record, negativo forse. Tutti felici e contenti, meno io che già sto pensando al ritorno.
Negli anni a seguire non è che la mia guida cambiò di molto. Certo camminavo molto più veloce ma osservavo scrupolosamente il codice della strada come, ad esempio, cedere il passo ai pedoni sulle loro strisce, fermarsi ai semafori quando inizia il giallo e attendere scrupolosamente il riapparire del rosso, non investire animali di qualsiasi tipo e cose del genere. Solo che io frenavo bruscamente tanto che colui o colei che mi seguiva inevitabilmente mi tamponava. Sono stato per un lungo periodo l’incubo degli automobilisti, delle loro case assicuratrici, ma il più apprezzato dai carrozzieri. Almeno una volta ogni 15 giorni ero da loro a rifarmi il paraurti posteriore nuovo o un’altra riparazione qualsiasi. Prima che mandassi la mia cara 600 in pensione, dopo tre anni, nel 1969 ebbi anch’io il mio momento di celebrità tamponando una macchina. Solo che era quella di mio fratello più grande che guidava la sua davanti a me in una strada provinciale. Ci mettemmo tutti a ridere per la stranezza del caso. Lui si era diligentemente fermato allo stop. E gli agenti delle due nostre rispettive società assicuratrici si resero conto della nostra assoluta buona fede e ci rimborsarono il costo delle riparazioni. Sorridendo. Chissà perché?
Ne avrei altre da raccontare sulle mie doti da automobilista ma è meglio che non lo faccia.
Tanto non rappresento più un pericolo per il prossimo in quanto la patente si è fermata al 2001.

21 commenti:

Carla, i colori...pensieri della mia mente. ha detto...

troppo divertente e quanto mi è piaciuto leggere i limiti confessati di un neo patentato. Probabilmente e si evince facilmente..anche oggi la guida non è il tuo forte :-)))

Ernest ha detto...

Aldo mi hai fatto tornare in mente il mio esame della patente...Ahhhhhhh... meglio la moto decisamente!

Cri ha detto...

Il 19 agosto 1966 ti hanno consegnato la patente? Sotto Ferragosto a Roma si operava e lavorava come un periodo qualsiasi? Splendido. Spero che con la crisi ricapiti anche adesso!

Unknown ha detto...

Aldo, ti vedo abbarbicato al volante come Fantozzi.
Troppo forte!
Cristiana

Enrico Bo ha detto...

Mio suocero (95 anni) a maggio ha lasciato scadere la patente, perché ormai da un anno non guida più e non se ne da pace. Noi ce ne diamo un po' di più...

Sandra M. ha detto...

Anche a me hai ricordato l'esame per la patente: il tipo addetto mi bocciò accedenti a lui. Ero troppo timida per protestare...oggi lo farei perché avevo ragione io!
Certo il tuo racconto è davvero divertente...ah...ah...ah...tre ore invece di una, santa paletta che incubo!

zefirina ha detto...

io ho preso la patente il 12 agosto del 1975, anno pieno di avvenimento, era un anno santo, me lo ricordo perchè andando in una scuola "pontificia" su via della conciliazione eravamo coinvolti, e perchè è l'anno in cui ho fatto gli esami di maturità e poi non da ultimo sono diventata maggiorenne, da allora ho macinato chilometri e chilometri, mi dicono che guido come un uomo (come fosse un complimento, e minvece mi fa arrabbiare), e mi chiamano Schumi..,..
e quindi è meglio che le mie avventure non te le racconti

nina ha detto...

ciao Aldo spassoso racconto. Io pur avendo la patante e guidando dal 1977 non sono mai diventata una vera automobilista.
Un saluto
Nina

robi ciprax ha detto...

caro Aldo,
leggo con dispiacere che non ti sei goduto la più bella auto della nostra gioventù. E' stata la mia prima vettura dopo la patente. Non mi sembrava vero di avere una casa... a disposizione per appartarmi con la fidanzata di allora. Il guaio è stato che mio padre (dipendente Fiat) me la sostituiva ogni sei mesi con una nuova (per via dello sconto).
Al primo cambio di 600, è stato inevitabile il giro della collina serale con l'amara sorpresa che non era più dotata di sedili ribaltabili..........
Sono seguite tante altre auto nella mia vita, ma quella FIAT 600 è stata come il primo amore.

Ho di nuovo parlato di me, ma devi capire che tanti tuoi racconti mi ricordano gli anni spensierati della mia gioventù.

Ti mando un caro saluto. robi

Nicole ha detto...

Ahahah, iniziare la mattinata con te , vale puiù di cento amatissimi cornetti crema e amarena.

Adriano Maini ha detto...

Se non hai esagerato, sei stato veramente uno ... spasso! Certo, che sull'uso dell'automobile, anche senza avere le tue ... doti, ognuno di noi ne avrebbe da raccontare! .))

Sarah ha detto...

Hahahahahaha e se immagino che tutto ciò accadeva nel centro di Roma non oso immaginare i commenti altrui... :) Simpatico Aldo

Dammi la manina ha detto...

Come finita nel 2001? Qui urge un rinnovo!

Ambra ha detto...

Mi hai fatto proprio ridere! Qualcuno ha parlato di Fantozzi. Beh anch'io in verità ti ho visto col cipiglio di Fantozzi:)

Carlo ha detto...

Magnifico! Non solo sei pieno di storie "divertenti" ma, se può consolarti, non eri l'unico "mbranato" al volante (in senso buono!!), all'epoca. Credo, forse un paio d'anni prima del tuo fattaccio, avevo 6 anni, salendo le scale inciampai e caddi con una bottiglia di aranciata in mano. Era la "Fanta" in quelle bottiglie lunghe da un litro e mezzo, di vetro lavorato... vagamente simili a quelle della Coca Cola. La bottiglia esplose e mi fece un tremendo sbrego su una mano. Indovina con che cosa, mio padre, mi portò all'ospedale San Giovanni, partendo da Centocelle? In taxi! Come te, non aveva auto. Allergico alla guida, nonostante una patente "ministeriale" presa durante il servizio militare.

Un paio d'anni dopo, su insistenze di mia madre, si decise a comprarla: una 600 verde. Ogni uscita era un film... da panico! Per fortuna, come ci ricordi, all'epoca il traffico era molto meno... eppure, riusciva a creare il caos! Il tragitto Centocelle Tuscolana poteva essere "coperto" anche in un'ora e mezza! Roba che, a piedi, arrivavamo prima.

Un anno dopo, riuscì a distruggerla in un tremendo incidente in cui era da solo, per fortuna, e dal quale uscì illeso! Si spiaccicò su un pilone in cemento di un cavalcavia, in un tratto di strada in discesa. Gli unici tratti di strada dove, per via della "discesa", quella macchina acquistava velocità sostenute! Che poi, parliamo di 60/70 Km orari rispetto ai 30 che erano la norma. Praticamente, si è schiantato da fermo! Da allora, non ha più messo le mani sul volante di un'autovettura.... e tutti abbiamo tirato un sospiro di sollievo!

Ciao Aldo, buon pomeriggio a te!!

chicchina ha detto...

Con la tua verve anche i fatti comuni diventano belle storie di vita!
Ma sai che abbiamo lo stesso anno di pa
tente?Io l'8 febbraio 1966,bocciata una volta in teoria,e mi boccerebbero ancora oggi....
La mia prima auto,la nostra perchè eravamo neopatentati in tre,era una seicento-ancora una coincidenza.Era un campionario di colori ,una portiera azzurra ed una marroncino,il resto quasi bianco con qualche altro rappezzo colorato,e la domenica guerra perchè tutti e tre la volevamo.La pazienza e saggezza di mia madre ha stabilito dei turni ,dopodichè me ne sono disinteressata,era più per dispetto che la reclamavo.Poi arrivò il tempo degli ..accompagnatori,ed era ancora meglio.
Ciao Aldo,andrò a leggere i post precedenti che mi sono persa.
una serena settimana.

Rosaria ha detto...

Anche io presi la patente nel 19665 a 18, mi piaceva guidare ed ero bravina solo la marcia indietro mi fregava.

Alduccio ogni tua storia anche la più comune è armonia
Ti ho letto con divertimentio e mentre ti leggevo ti immaginavo, certo che eri assai imbranato;))) ma almeno hai da raccontare e che bel raccontare che è il tuo.
Un asbbraccione ciao!

Pupottina ha detto...

Aldo i tuoi racconti hanno la nostalgia del passato e sono carichi della tua simpatia ;-)

Vania ha detto...

Aldo bello che divertente il tuo racconto! Pensa invece che io la patente purtroppo non ce l'ho... Quando ho compiuto 18 anni avevo già mio figlio e non pensavo minimamente alla patente ma solo a quello che serviva a lui... Ecco sono tornata a Roma per un paio di giorni prima di stabilirmi definitivamente al paesino e ho colto l'occasione per venire subito a salutarti!
Ciao caro, un abbraccio e... ad ottobre!

Unknown ha detto...

non ti ci vedo così "maldestro", non te posso dì "imbranato" (ops te l'ho detto!) :-) ma come sei arrivato a Londra? un super abbraccio, simpatico ed unico Aldarè

Nicole ha detto...

Uno spasso, nonostante la vita sia stata dura sei un uomo dalle mille risorsse. Un uomo, un piccolo grande Uomo.