…la Pinta e la Santa
Maria. No, no, non è la storia di Colombo e della sua impresa è che
quando ho voglia di parlare con Nina e la chiamo, subito mi tornano
in mente, come un ritornello, i nomi anche delle altre due delle tre
famose caravelle. D’altronde dopo oltre 50 anni di lavoro nella
marina mercantile e dopo aver vagato per tutti i continenti di questo
nostro mondo credo di avere il diritto di godermi lo spazio di vita
che mi rimane. Quando iniziai quel lavoro avevo meno di 18 anni e
facevo il mozzo. Poi naturalmente col passare degli anni ho fatto
carriera se così si può definire. Adesso sto tranquillamente in
pensione. Insieme alla mia dolce e cara Nina. Viviamo in un piccolo
locale a livello strada composto di un unico stanzone di circa 60
metri quadrati con annessi due microscopici servizi: angolo cottura e
gabinetto. Era un ex bar che non ha avuto molta fortuna ed il
proprietario delle mura, mio vecchio ed ottimo amico, lo ha concesso
gratuitamente a me e Nina in cambio di piccole faccende che gli
sbrigo quotidianamente. Lui d’altra parte è proprietario
dell’intero palazzo . Quando non sono impegnato con le faccende, mi
siedo su di una comoda sedia a sdraio, leggo qualcosa o ascolto
musica di qualsiasi genere e guardo di sottecchi la mia Nina (anche
lei non scherza con l’età) che, immancabilmente tutti i giorni,
con o senza sole, freddo, pioggia, vento, se ne sta seduta sulla
soglia della nostra dimora osservando attentamente tutto ciò che le
passa davanti, senza battere ciglio. Mi diverto un mondo a guardarla
e mi sono sempre chiesto cosa le passi per la testa perché sembra
che nulla la smuove, la stupisce o la interessa. Sembra! Perché
invece non è così. La raccolsi in strada che era appena più grande
delle mie mani, un ciuffetto di peli bianchi, rossi e marrone. Il
risultato di chissà quanti incroci di chi l’ha messa al mondo. Mi
è stato detto, da chi se ne intende, che dovrebbe essere un’ottima
cacciatrice, ma io, che non amo la caccia, ho sempre pensato che
Nina, la mia adorata cagnolina, avesse invece un’altra indole. Lei,
sin da piccola, ha avuto il fortissimo desiderio di essere carezzata,
di sentire accanto a sé la mia continua presenza tanto che, ormai
non posso più evitarlo, quando la sera mi metto a letto per dormire
lo trovo già occupato poiché gradisce molto i miei piedi sulla sua
pancia e me lo ha fatto capire da sempre, con il suo uggiolio dal
tono soddisfatto. D’inverno non che la faccenda mi dispiaccia anche
perché in casa non c’è riscaldamento, ma d’estate diventa un
problema ed allora abbiamo raggiunto un accordo: lei si sdraia sempre
sul mio letto però fuori del lenzuolo ed il più lontano possibile
dalle mie estremità. La sua indifferenza a tutto ciò che la
circonda è soltanto apparente. Ho avuto numerose prove circa le sue
straordinarie doti d’intelligenza, d’intuito, d’udito e di
chissà quanto altro ancora perché io, malgrado tutti questi anni
trascorsi insieme, non la conosco così bene così come lei conosce
me. Si accorge persino di che umore sono in qualsiasi momento della
giornata perché non mi perde mai di vista. Salvo quando, due volte
il giorno, di primo mattino e all’imbrunire, si alza da dove sta
seduta immobile tutto il giorno, mi rivolge uno sguardo d’intesa
per farmi capire che starà via soltanto per poco tempo e se ne va
trotterellando per il suo giro intorno al palazzo, annusando tutti
gli alberelli posti sul marciapiede del viale di casa e di quelli dei
palazzi vicini. Non porta museruola e non le ho mai messo il
guinzaglio, ha soltanto un collare con una piastrina identificativa.
Ho tentato varie volte di farla venire con me nel vicino parco
pubblico dove esiste un ampio spazio proprio per i suoi simili, ma
lei preferisce starsene in casa e quando io mi allontano sento il suo
sguardo sulla mia nuca: non mi perde di vista neppure per un attimo.
Nina non è alta, non credo che superi i 50 centimetri da terra. In
verità non l’ho mai misurata, è un po’ grassottella e non l’ho
mai vista digrignare i denti né sentito il suo abbaiare. L’ho
sentita lamentarsi soltanto una volta, credo sette od otto anni fa,
quando rimase incinta e partorì tre cuccioletti che io dovetti
affidare ad un ente preposto. L’ho fatto però con il suo tacito
benestare. Da allora non è più successo: non dà e non desidera
alcuna confidenza da parte di nessuno dei suoi simili. Forse si è
adeguata al mio carattere. Io non sono sposato non perché non
l’abbia voluto, ma il mio mestiere mi ha sempre costretto fuori
casa ed anche se è stato bello, divertente ed interessante
girovagare in lungo e in largo, ora ne subisco le conseguenze. In
certi momenti mi tornano in mente alcuni versi di “Piazza Grande”
una canzone di Lucio Dalla, uno dei miei cantanti preferiti, che fa
proprio al caso mio: “una famiglia non ce l’ho e la mia casa”
(è questa qua) “con me di donne generose non ce né, ho rubato
l’amore” (in tutti i porti in cui hanno attraccato le navi
dove ho lavorato) ”a modo mio avrei bisogno di carezze anch’io,
a modo mio avrei bisogno di sognare anch’io”, (d’altra
parte) “quello che sono l’ho voluto io ma la mia vita non la
cambierò mai”. Anche perché di tempo non ne è rimasto molto
sia per me sia per Nina. Nel caso io dovessi lasciarla per primo,
devo pensare ad una soluzione favorevole per lei. Chiederò l’aiuto
a qualcuna delle numerose persone che transitano quasi tutti i giorni
dinanzi la nostra casa e non ci fanno mai mancare i loro
buongiorno-buonasera e le domande sullo stato delle nostre condizioni
di salute e di vita (forse siamo considerati dagli altri una sorta
d’istituzione se non del rione almeno della strada, tipo San Rocco
e il cane). Per fortuna con la mia pensione possiamo andare avanti
abbastanza bene e non abbiamo grosse spese da affrontare salvo quelle
per il sostentamento giornaliero. Ormai conosco perfettamente i
desideri ed i gusti di Nina e lei conosce i miei. Quando qualche
volta cambio volutamente il menù del giorno, lo faccio solo per
divertirmi osservando la sua espressione interrogativa come se mi
chiedesse se può fidarsi di quello che preparo. Siccome però non
è stupida prima di mangiare aspetta che lo faccia io e… non credo
che sia per una questione d’educazione o di rispetto per la
precedenza che secondo lei mi sarebbe dovuta non capisco secondo che
cosa. Molto spesso parlo con lei commentando gli articoli che leggo
sui quotidiani o quelli che ascolto dalla radio (per fortuna non
possiedo televisori, computer, telefoni di nessun tipo). Quello di
cui veniamo a conoscenza attraverso quei mezzi, ci basta ed avanza.
Mi chiedo come la pensa Nina politicamente. Può sembrare una domanda
cretina ma quando noto le sue espressioni nei momenti in cui leggo ad
alta voce gli articoli mi viene da pensare che anche lei riflette sul
contenuto di quello che riporta la stampa. Deve avere senz’altro la
sua personalissima opinione al riguardo. Non la esprime perché
potrebbe essere diversa dalla mia e quindi preferisce tenersela per
sé. A volte, seguendo il filo di questi ragionamenti mi chiedo se io
non stia per dare i numeri, ma poi ci penso bene e mi dico che c’è
in giro di molto peggio. Ogni tanto quando provo un po’ di
nostalgia, racconto a Nina il mio peregrinare per i mari e gli
oceani. Ho avuto sin da bambino la passione per il mare, da qui,
credo, mi è balenata l’idea di battezzare Nina col nome di una
delle famose tre caravelle. Di episodi ancora ne ricordo parecchi e
quando mi viene voglia chiamo Nina, le premetto che sto per
raccontargliene qualcuno. Lei si mette a pancia in giù sul pavimento
in una strana posizione come se stesse per nuotare, poi mi guarda
fisso con quel suo musetto appuntito rivolto verso di me e strizza
gli occhi in continuazione. Sembra che mi dica di sbrigarmi a
raccontare, non vuole stare troppo nell’attesa che io cominci. Gli
episodi che più gradisce sono quelli in cui racconto le
vicissitudini mie e di altri degli equipaggi di cui ho fatto parte
per riuscire a pescare qualcosa durante la navigazione. Ho tanto
l’impressione che anziché da caccia Nina sia un cane da pesca. In
fondo io e Nina formiamo una coppia - vecchia e forse un po’ strana
dato che io ho due gambe e lei quattro zampe - ma ci vogliamo bene e
per i giorni che ci restano ci faremo sempre compagnia. Quando poi
lasceremo questa terra chi può dire che non ci si riveda? Nina ne
è sicura, io un po’meno.
16 commenti:
Quanta tenerezza Aldo in questo post! Tu sai bene che hai sfondato una porta aperta, perchè tutto ciò che riguarda i cani mi manda in brodo di giuggiole. E' una vita, ed è piuttosto lunga anche la mia, che amo questi esseri dotati di un senso straordinario che chiamo 'teleamorepatia' canina.Voglio credere che abbia ragione Nina e che ci rivedremo e continueremo ad amarci in un'altra vita.
Grazie Aldo!
Cristiana
per lo meno la Nina, sta sicuro, non se ne andrà con qualche altro marinaio.
Una battuta, se posso.. La Nina... La Pinta e la Santa Maria :) . Anche se non fa così tanto ridere...
Cara Aldo, stupisci sempre con i tuoi racconti! Veri oppure di fantasia, ma sono sempre belli e avvincenti. La Nina di sicura sarà li ad aspettarti, tu mi capisci! Dove, se anche hai dei dubbi, io dico crediamoci, che non è mai male.
Ciao e buona settimana caro amico.
Tomaso
Molto tenero e dolce, e con quella perla finale (il "cane da pesca") davvero notevole. :)
Eccoti qua! Un ottimo racconto che ho avuto il privilegio di gustarmi in anteprima!
Bravo giovane amico!
Alduccio, come sempre sai raccontare.
Incantata ho letto. Complimenti ma tu Alduccio devi scrivere un libro di tutti gli aneddoti che hai scritto.
Pensaci!
Adesso vado a leggere gli altri due post che mi mancano.
Abbraccione!
Ancora una volta, Aldo, devo dire che hai una fantasia senza fine, sensibile, delicatissima. Questo è un racconto d'amore tra un marinaio e la sua cagnolina, alla quale è rimasto fedele negli anni.
Ciao Aldo.
Gran bel racconto. Delicato e sensibile.
Del resto Aldo, quando si passa da te è naturale lasciarsi accarezzare dalle parole e dalla poesia.
Grazie.
Un abbraccio.
Quanto amore reciproco. E ben riposto da entrambe le parti. Loro, poi, sicuramente non ci tradiscono!
Quanta tenerezza in quello che scrivi.Fantasia o realtà poco importa,è il tuo modo di parlare delle cose più quotidiane,mettendoci tanto impegno e tanta delicatezza,che ti rende unico.ciao amico Aldo.
Il tuo sguardo sugli aspetti della vita è dolce e pieno di sentimenti affettuosi. Sai raccontare in modo avvincente e questo è un racconto fra i tuoi più belli. Continui a donarci delle perle preziose!
Ciao Aldo e grazie:)
Baci Nou
io avevo un gatto che si sdraiava sempre ai piedi del letto sulle mi estrimità, la mattina sentiva la mia sveglia e se io non mi alzavo incominciava a far rumore con la gola, passandomi nei pressi della testa finchè non mi alzavo. Le mancava solo la parola al mio gatto.Se n'è andato un mattino uscendo dalla porta e non è più ritornato.Dopo di lei, non ho voluto più animali in casa.
Ma come mi è piaciuto questo racconto così gradevole e pieno di tenerezza tra il marinaio e la sua cagnolina... Aldo sei veramente super... un bacio grosso
Dopo una travagliatissima convivenza in quella che doveva essere una vacanza con quelli che dovrebbero essere i miei familiari più stretti mi viene da capirlo dal profondo dell'anima, questo vecchio marinaio, che alla compagnia di una donna o di parenti o di amici preferisce quella di Nina!
marinai, donne e guai... e tanta tenerezza raccontata dalla tua nobile fantasia.
Grazie Aldo.
Un caro saluto. robi
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