Avevo poco
più di 38 anni quando mi si presentarono per la prima volta alcuni
dolorini alle ossa e, dietro consiglio di un ortopedico che mi aveva
visitato accuratamente, mi decisi a seguire il suo consiglio e
predispormi ad affrontare una cura termale a base di fanghi e
massaggi. Il luogo più idoneo che mi era stato indicato era Abano
Terme in provincia di Padova e quindi mi diedi da fare per trovare
uno stabilimento termale ed annesso albergo alla mia portata. Non mi
riuscì difficile trovare ciò che cercavo e, dopo alcuni contatti
telefonici, prenotai per il mese di maggio un ciclo di cure. Quando
venne il giorno della partenza feci dare prima una controllatina a
Celestina, la mia Fiat 1100/R e quindi partimmo, io e lei. Giunsi ad
Abano verso il pomeriggio inoltrato dopo un viaggio abbastanza
tranquillo. Rimasi sorpreso sia dall'eleganza dell'albergo, moderno e
circondato da un bel giardino, sia dall'accoglienza ricevuta. Tutti
molto cortesi: receptionista, direttore e altro personale. Venni
accompagnato nella mia camera, una singola con bagno annesso, e venni
informato che il mattino dopo sarebbe venuto un medico per una visita
di routine. Mi dissero anche quale era il programma che avrei dovuto
seguire a partire dall'indomani. Era ormai l'ora di cena e quindi
potevo accomodarmi scendendo al piano terreno. Il salone da pranzo
era enorme, luminoso e stracolmo di tavoli e sedie di pregevole
fattura. Non appena vi misi piede mi vidi venire incontro una
giovanissima ragazza che indossava un candido grembiule con
pettorina e una specie di cuffietta sui biondi capelli corti. Mi
salutò in un delizioso accento veneto e mi accompagnò all'unico
tavolo rimasto libero situato molto vicino alla porta d'ingresso e
apparecchiato per una persona sola. Diedi una rapida occhiata in giro
e notai che tutti gli altri tavoli erano occupati da ospiti,
perlopiù coppie e comitive di stranieri. Dalla lista del menù in
bella mostra sul tavolo mi accorsi che potevo scegliere tra tre
diversi piatti per ciascuna portata. Feci la mia scelta, lo dissi
alla ragazza che non mi aveva mollato un istante e quando si fu
allontanata mi accinsi a fare con lo sguardo un altro giro
d'ispezione tanto per iniziare a rendermi conto di come stavano le
cose. Si udiva un mormorio incessante di persone che parlottavano per
la maggior parte in tedesco, almeno era quello che riuscivo a capire
io ma non perchè conoscessi quella lingua. Accanto a me c'era un
altro tavolo occupato da tre signore impegnate in un'animata
conversazione. Parlavano in italiano con un accento dialettale
piuttosto marcato di cui comprendevo ben poco. Non che mi fossi messo
ad origliare ma erano loro che tenevano un po' alto il tono della
voce. Terminata la cena gli ospiti man mano uscirono dal salone chi
per andare in giardino, chi per fare una passeggiata e chi per
trattenersi nell'atrio dell'albergo piuttosto ampio dove erano
disposti numerosi divani e poltrone. Le tre signore del tavolo
accanto al mio, probabilmente italiane, le rividi sedute su di un
divano e stavano certamente seguitando la conversazione di poco
prima. Decisi di volerne sapere qualcosa di più su di loro. Mi
avvicinai, feci un breve cenno di saluto, presi un settimanale
illustrato che si trovata poggiato su un tavolino e sedetti su un
divano di fronte il loro. Dopo qualche minuto, profittando di una
pausa, con estrema gentilezza chiesi alle tre signore se erano
italiane. Alla mia domanda, che in realtà era una scusa per
attaccare bottone, scoppiarono in una sonora risata. Poi, come per
tranquillizzarmi, non solo affermarono di esserlo ma vollero dirmi
anche di quali località e addirittura il loro stato civile. Chissà
perché? Dunque la più giovane, mora, credo di circa 40 anni, era
di Rovigo, sposata senza figli; le altre due, intorno ai 50 erano di
Bassano del Grappa, bionda, separata con due figli ancora minorenni
l'una e di Venezia, biondo-cenere vedova e madre di tre figli
maggiorenni l'altra. Io, come dire, presentai le mie "credenziali"
e tutto diventò più semplice. Ci attardammo a "ciacolare"
fino alle 23 quando la veneziana e la bassanese decisero di ritirarsi
nello loro camere. Io rimasi a far compagnia alla rovigotta che non
aveva ancora voglia di andare a dormire. M'informò che lei e le
altre due avevano stretto amicizia sin dal primo dei quattro giorni
da quando erano arrivate in quell'albergo e avevano iniziato le
cure. Le chiesi qualche delucidazione in merito al programma di cure
e lei mi fornì i punti essenziali di come si sarebbero svolte le
cose. A mezzanotte decidemmo di andare a dormire anche noi, prendemmo
l'ascensore – lei aveva la sua camera nello stesso mio piano - ci
salutammo e ci augurammo la buonanotte. Ancora oggi non riesco a
dimenticare il mio primo giorno della "tortura". Alle sette
del mattino venne il medico che mi visitò scrupolosamente e poi via
via tutte le altre"piacevolezze" che mi stancarono un bel
po'. Rimasi tutta la giornata a letto e solo a sera inoltrata mi
decisi a scendere sperando di rivedere le "tre grazie".
Puntualmente le trovai sedute nello stesso divano della sera
precedente. Quando raccontai come avevo trascorso "quella
giornata" si misero a ridere molto divertite. Io no.Nei giorni
successivi si seguiva sempre lo stesso tran-tran: fanghi, massaggi,
colazione, nuotatine nella piscina coperta dello stesso albergo,
pranzo, riposino, pomeriggio a passeggio per le strade di Abano e
anche qualche puntatina in visita a Padova dove ci si andava con la
mia auto. Io ero l'autista, accanto a me, con mio sommo piacere la
rovigotta e, nel sedile posteriore la veneziana e la bassanese.
Proprio quest'ultima quando giunse per lei il giorno del ritorno a
casa ci chiese se potevamo accompagnarla a Bassano, cosa che facemmo
con molto entusiasmo. Venne poi il giorno della rovigotta la quale
c'informò che il mattino successivo di buon'ora sarebbe venuto il
marito a prenderla. Anche quell'ultima sera, come al solito, io e lei
ci trattenemmo fino a notte inoltrata, poi ritornammo nelle nostre
camere e, davanti la porta della sua ci abbracciammo. Lei, fissandomi
negli occhi mi disse: "...avrei voluto...". Si voltò,
entrò e chiuse la porta. Aveva capito durante il corso delle nostre
conversazioni che tra noi due qualcosa stava succedendo. Dopo un
paio di giorni fu la volta della veneziana a dover lasciare
l'albergo. Mi disse che nessuno dei suoi tre figli sarebbe venuto a
prenderla e mi chiese se mi andava di accompagnarla a Venezia. Dissi
subito di sì ed infatti in meno di un'ora percorremmo la
Serenissima, giungemmo in quella meravigliosa città, parcheggiai
l'auto al grande garage di Piazzale Roma e ci recammo a casa sua che
non era molto distante da Piazza San Marco. Lì giunti, m'invitò ad
entrare, mi disse che se volevo potevo restare a cena e
io...restai...soddisfatto.
Ritornai
in albergo ad Abano un'ora dopo la mezzanotte.
13 commenti:
Sei stato un po' reticente : che significano quei 'puntini' ?
Ti hanno fatto più bene le cure termali o quelle tre signore?
Cristiana
birbante, mia madre andava sempre a Salsomaggiore ma portava anche noi, quindi era blindata, ma mi ricordo quel tipo di signore che si lasciavano andare a flirt più o meno consistenti...e non aggiungo altro
Caro Aldo, come sempre i tuoi racconti ci lasciano dei dubbi:)
crederci è sempre bello!!!
Parlando dei bagni termali, a me pare che tutti abbiamo lo stesso problema, giovani e vecchi.
Tutte le settimane noi andiamo alle terme che sono qui a 25 Km, e ti dico che vedo giovani e vecchi tutti con lo stesso problema!!! Artrosi e reumatismi, evviva che siamo arrivati a questa età e sorridiamo.
Tomaso
Cure termali galeotte,spesso..E tu non la racconti giusta,caro Aldo.
Rispetto la tua privacy,pero....qualcosina in più potevi dircela,fra amici.
Ciao simpaticissimo amico.oggi va un po meglio.
Ma non eri ancora sposato, Aldo??? Devi essere stato un "latin lover" da giovane.... anzi che dico, ricordando i complimenti che facevi l'anno scorso, a giugno, alla ragazza altissima del ristorante in cui abbiamo trascorso delle belle ore insieme, lo sei ancora......
Bravo...bravo....
Un abbraccio
Erika
Ciao Aldo, come stai???
Le cure termali ti hanno strapazzato troppo???
Un caro saluto
Mi sto chiedendo se hai fatto ginnastica salutistica o ginnastica da camera ;-))
Al solito passare dalle tue parti per me significa riconciliazione con la risata ;-))
Buona serata Sornione de mi vida ;-))
Le cure termali sono sempre pericolose.
Meno male che Celestina non parlava, ma se avesse potuto parlare e raccontare a chi di dovere, altro che dolorini alle ossa..
Alduccio il biricchino, mi sorge anche un dubbio non è che i dolorini alle ossa fu una scusa?
Ciao sciupafemmene
Latin lover si nasce :))
QuanTe ne avrai corteggiate...e amate?!
Un abbraccio Aldo...d'amicizia s'intende, eh! Parliamoci chiaro!!!
:)))
Sai che ci sono stata in quegli alberghi di Abano Terme?
Avremmo potuto incontrarci allora! Peccato che ci siamo mancati di un soffio!
Sempre intriganti i tuoi racconti di incontri con le donne, e sempre molto eleganti.
Ciao Aldo!
Eccomi di ritorno e cosa vedo? Questa volta sono addirittura tre le donne !!!:)
Io non riesco a decidermi: sei tu che riuscivi a trovare sempre donne disinvolte, oppure eri un suadente irresistibile? Oppure ancora i bei tempi andati erano più liberi e disinibiti di quanto mi facevano credere quand'ero bambina e ragazza? E poi mi viene un'altra curiosità, magari birichina: ma tu un'amicizia, un rapporto scevro da maliziose tentazioni, con una donna, non l'hai proprio mai mai mai sperimentata?
Lettura molto interessante e divertente!
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