giovedì 13 febbraio 2014

CHE FIGURACCIA !

Il momento del frescone può capitare a tutti, certo, a me è capitato nel 1950 e probabilmente anche altre volte. Bei tempi quelli.
Nei primi giorni di settembre di quell’anno partii da Roma per il servizio militare:destinazione Casale Monferrato (Alessandria). Circa due mesi di Addestramento Reclute e poi trasferimento al reggimento di fanteria di stanza ad Asti dove ebbi la fortuna di essere assegnato - o imboscato - in fureria come “graduato di contabilità”, praticamente scribacchino. Del periodo della “naia” – dodici mesi – trascorso tra alti e bassi, più frequenti questi ultimi, ricordo un discreto numero di episodi più o meno piacevoli. Ad esempio trovavo molto gradevole trascorrere alcune serate in compagnia degli amici presso un locale vicino la caserma ed assaporare bagna cauda e barbera che ci venivano servite da due belle ragazze figlie del proprietario.Probabilmente era quella la ragione principale per cui andavamo lì quasi tutte le sere. Ma adesso, per onorare il titolo di questo breve scritto, mi torna in mente un episodio un po' particolare. Verso la fine del mese di giugno del 1951 la nostra Compagnia insieme ad altre, venne autotrasportata vicino a Dronero, circa 20-25 Km. da Cuneo, nei pressi dei Monti S.Bernardo, Rocceré e Pelvo d’Elva dove, in un tratto di mezza montagna, all’aperto, ci accampammo per prendere parte ad una serie di manovre estive di addestramento. Il primo giorno in cui arrivammo ricevemmo l’ordine di montare le tende e costruirci una sorta di letto per trascorrervi la notte. Il quale letto consisteva in una serie di rami d’albero ricoperti da uno strato di foglie tenuto alto dalla “nuda terra” per circa una decina di centimetri. Eravamo stati suddivisi quattro militari per ogni tenda ed a noi sembrò di aver messo su un buon riparo e di aver costruito dei discreti giacigli. Fummo subito smentiti perché la sera si scatenò un nubifragio così violento che, oltre a farci trascorrere la notte in bianco quasi ci sommerse per la quantità di pioggia caduta. Il classico temporalone d’estate. Ma non poteva aspettare altri due mesi? Quando la sera, in libera uscita scendevamo a Dronero, ci si poteva permettere qualche svago in più come ad esempio frequentare un chiosco-bar all’aperto con tavolini e sedie a volontà. Con un gruppo di compagni eravamo riusciti a fare amicizia con alcune ragazze. Lì per fortuna, al contrario di Casale e Asti dove ci “schifavano”, non facevano differenza tra chi era in borghese e chi in divisa da militare. Una sera, tra queste ragazze nostre coetanee, riuscii ad allacciare, abbastanza rapidamente, un rapporto più amichevole del solito con una piccolina - di statura, non d’età - capelli ed occhi chiari ed un personalino niente male. Mentre si stava avvicinando la fine della serata mi chiese se potevo accompagnarla a casa. Non me lo lasciai dire due volte e, dopo un breve tragitto, con lei che indicava la strada, ci trovammo al buio in aperta campagna. Mi assicurò che il muretto dove ci stavamo sedendo rappresentava il confine della proprietà della sua famiglia. Si parlò tra noi per un po’ e ad un certo punto io cominciai con la tattica del romantico, della luna, delle stelle e così via ma lei, dopo un breve istante mi fermò e mi fece, chiara e tonda, questa semplice domanda: = Ma che stai aspettando? = Lì per lì non compresi. Poi rimasi di stucco, capii che ero stato un allocco. In quel momento avrei preferito sprofondare sotto terra. Le chiesi scusa, la salutai e me ne tornai mogio mogio all’accampamento.
Avevo fatto la figura del “pirla” più grossa della mia vita!
Agli amici che mi stavano aspettando per sapere com'erano andate le cose raccontai una bella balla da bullo.


14 commenti:

zefirina ha detto...

alle volte siamo un po' de coccio

nina ha detto...

Ma come?

Lei ti chiede cosa stai aspettando e tu te ne vai?
Forse il suo voleva essere un incoraggiamento...
Torna subito indietro e baciala!

Nou ha detto...

Che tempi di tranquillo servizio con uscita serale in trattoria!
Mi unisco all'incitamento di Nina: "Torna indietro, Aldo!"

Un abbraccio
Nou

Costantino ha detto...

E se avessi fatto la cosa giusta?

chicchina ha detto...

Bella la balla da bullo!Qualche volta può capitare,per eccesso di romanticismo,forse.Ma ora solo un po di rammarico lo conservi,no? Mi è piaciuto anche il post precedente,un marito un po pigro,è così grande il mondo..
ciao Aldo.

Ambra ha detto...

Mi hai fatto proprio morire dal ridere, Aldo!!!

Ernest ha detto...

sempre grande Aldo! :-)

L'angolo di raffaella ha detto...

Caro Aldo, sei troppo simpatico... mi fai morire.
A presto

Zio Scriba ha detto...

Anche tu scribacchino sotto naja?
E però, che mi combini? Non mi riconosci le professioniste? :-))))
[o sono io che ho capito male?]

Voto alto per la "bella balla da bullo".

Grande abbraccio.

robi ciprax ha detto...

caro Aldo,
mi hai ricordato la "bagna cauda" e prima che il freddo lasci la mia città provvederò a tradurla in cena, accompagnandola con un "Barbera" del Monferrato.
Devo dirti che io non ho mai rimediato figuracce come la tua per due motivi: non ho fatto il militare e non ho mai sentito, purtroppo, frasi così incoraggianti nei miei confronti.....
Ciao rubacuori. robi

Carlo ha detto...

Credo sia la figuraccia che abbiamo fatto un po tutti quando l'eccessiva sicurezza, tipica di quell'età, ci faceva dimenticare che era meglio riflettere, prima di aprire bocca!

Comunque, d'accordo con te! Bei tempi. Io il servizio militare l'ho fatto tutto a Roma. Vigile del fuoco: 3 mesi di addestramento a Capannelle e 9 in diversi distaccamenti in città. Te la immagini "la fila" di giovani donzelle estasiate che c'era quando, dopo un intervento per un incendio o un altro accidente, ci scappava anche il tempo per guardarsi un po intorno? Si, decisamente bei tempi!

Ciao Aldo, buon fine settimana.

Unknown ha detto...

Questa me l'ero quasi persa!
Fortuna che l'ho vista e ho iniziato la giornata con una bella risata.
Cristià

Cri ha detto...

Allora stai sereno, ché se questa è la più grande delle tue figure di m**** vuol dire che proprio non ne hai fatte nella vita. Ooops, stai sereno non si può più dire!

Paolo Falconi ha detto...

Certo l'ambiente militare non è la situazione ideale per approcciare le ragazze, quando i discorsi di caserma battono sullo stesso chiodo con ossessiva esasperazione.
Credo che più che una figuraccia sei stato un gentleman ...
e poi siamo sicuri che era un'esortazione al pomiciamento?
E i giorni seguenti? vi siete rincontrati? e Lei era un piccolo grande amore?