lunedì 26 maggio 2014

EPPURE ANDO' COSI'

Forse se ne parlo riuscirò una volta per tutte a dimenticare una mia brevissima storia quando avevo poco più di trentanove anni.
Dove lavoravo prestava saltuariamente la sua opera un mio coetaneo il quale ci aveva presentato una mezza parente di appena quindici anni anche se ne mostrava qualcuno di più. Lei aveva una sorella più grande ma erano orfane di entrambi i genitori, di qui la necessità e la voglia di lavorare. Le avevo affidato un compito non difficile, ma lei, molto intelligente, sin dai primi giorni dimostrò di apprendere facilmente e quindi nel breve arco di un mese riuscì a cavarsela da sola senza che io o chiunque altro dovesse fornirle ulteriori istruzioni. Ogni giorno poi dovevamo svolgere insieme una certa pratica per cui era molto semplice verificare come procedeva il compito che le avevo assegnato. Con l'avanzare del tempo la ragazza mostrava dei miglioramenti notevoli ed inoltre, il suo carattere sereno e socievole l'aiutava molto nei contatti con le altre ragazze, anche con quelle molto più grandi. Era la mascotte dell'ufficio benvoluta da tutti. Piuttosto bene in carne aveva un viso tondo con due occhi azzurri che brillavano e sempre un lieve sorriso sulle labbra. Sin dai primi giorni le dissi di usare con me lo stesso tono confidenziale così come faceva con le altre ragazze. D'altronde eravamo tutti colleghi e dipendenti, non c'era nessun caporeparto, c'era soltanto il nostro comune datore di lavoro. In breve lei diventò molto pratica del suo incarico tanto che si era resa quasi indispensabile. Si lavorava tutti insieme con molta cordialità e, tra di noi, si scherzava continuamente. Sembrava che la ventata di gioventù che quella ragazzina aveva con se avesse fatto diventare tutti noi quasi come suoi coetanei. I giorni, le settimane, i mesi passavano in questa atmosfera di fatica affrontata con giovialità.Trascorso un anno, forse anche di più, iniziai ad accorgermi che la giovanissima collega quando veniva da me per il quotidiano incontro di lavoro, arrossiva fin sopra i capelli e la vedevo emozionarsi. Rimanevo molto sconcertato e non riuscivo a capire da cosa era causato questo suo strano comportamento. Lei indugiava più del dovuto e io sentivo il suo sguardo che mi fissava pur senza osservarne il volto. Nessuna parola, nessuna frase fuori dal contesto del lavoro d'ufficio. Non volli mai chiederle il perché di questo modo di comportarsi e repressi più volte la mia voglia di conoscerne i motivi. Dopo due mesi decisi di comunicare al mio nuovo datore di lavoro che era subentrato al precedente, la mia volontà di licenziarmi da quell'impiego in quanto non mi riusciva andare d'accordo con lui. Aveva un atteggiamente padronale verso me e le ragazze. Con i clienti dialogava con frasi infarcite di politica nostalgica del vecchio regime – aveva peraltro il cranio pelato – e, cosa che non digerivo assolutamente, mi rinfacciava il fatto che io avevo uno stipendio più alto di sua moglie professoressa di liceo. E allora? In pratica lavoravo in quell'ufficio almeno dodici ore al giorno, per sei giorni, esclusa la domenica e come ferie, benché mi spettassero venticinque giorni, ne utilizzavo la metà. Quando informai le ragazze delle mie dimissioni rimasero molto dispiaciute. Tutte meno la giovanissima la quale se ne tornò nella sua stanza senza dire una parola. La sera stessa, al momento di uscire, mi chiese se potevo accompagnarla a casa. In ufficio si sapeva che venivo al lavoro con la mia 1100 celestina che parcheggiavo nelle vicinanze. Non ebbi i riflessi pronti per dirle che non avrei potuto farlo in quanto dovevo recarmi di corsa in un qualsiasi altro posto e allora le dissi di sì. Entrammo in macchina, lei prese posto sul sedile del passeggero accanto a me e stavo per mettere in moto quando mi poggiò la sua mano sulla mia e mi disse
= aspetta per favore
= perché?
Mi prese il viso fra le mani, poggiò le sue labbra sopra le mie e mi dette un bacio talmente lieve e casto che sentii appena il suo profumo e mi sussurrò...
= tu sai benissimo che ti voglio bene e sin dal primo giorno
Riuscii a farfugliare soltanto qualche parola di scarso significato, ma mi ripresi subito e le dissi
= e tu lo sai che è impossibile qualsiasi cosa fra di noi.
Le spuntarono piccole lacrime su quegli occhi splendenti ma non disse altro e così feci anch'io. L'accompagnai a casa e tutto finì lì. Circa cinque anni dopo le due sorelle vennero a trovarmi nel mio nuovo luogo di lavoro. Come avevavo fatto a sapere dove ero impiegato? Non glielo chiesi. La sorella più grande si era sposata ma LEI no ed era ancora più bella di prima. Prima di andarsene la sorella sposata mi prese da una parte e, fissandomi negli occhi, mi disse: "Grazie per il tuo comportamento", nient'altro.
Non mi sono mai pentito di aver agito come agii cinque anni prima.

16 commenti:

Unknown ha detto...

Eh sì, hai agito correttamente, soprattutto data l'età di LEI.
Penso che tu abbia fatto battere molti cuori, grazie alla tua signorilità e simpatia.
Cristiana

Ambra ha detto...

Beh certo. Nessun altro comportamento sarebbe stato concepibile e applicabile con una ragazzina di 15 anni.

Zio Scriba ha detto...

eh, aro Aldo, chi come te è un Grande nel presente non poteva non esserlo anche in tutta la vita passata. Mai avuto dubbi, da quando ho avuto l'onore di conoscerti.
Un abbraccio!

Ernest ha detto...

io continuo a sostene che con tutte queste storia che ci racconti Aldo dovresti scrivere un libro
un abbraccio

chicchina ha detto...

Aldo caro,signori si nasce...e tu lo nascesti!!Non sono sicura della sintassi,ma del suo significato ,sì.
Ciao,scusa la mia latitanza,ma oggi è un giorno speciale,e voglio passare dagli amici..

Pia ha detto...

Aldo carissimo,
quando si è molto giovani, è molto facile infatuarsi di un ragazzo bello, gran lavoratore ed educato quanto basta.
Quindi il tuo comportamento per me è stato ineccepibile.
Chissà quanti al giorno d'oggi si sarebbero comportati in egual modo.
Credo mooolto pochi.
Ti abbraccio, ciao.

Anonimo ha detto...

Un vero cavaliere, come non ce ne sono più. Buona serata .
✔Paolo

robi ciprax ha detto...

hai scelto l'unico modo per ricordarti con dolcezza di quella ragazza, come per tutti gli amori sospesi della nostra vita.
Bellissima storia!
Ciao carissimo. robi

@enio ha detto...

io ho sempre predicato ai miei colleghi di applicare la mia legge sul posto di lavoro (non mischiare la figa col lavoro)e qualcuno che no ha ascoltato se ne è dovuto dopo pentire.Le "amanti" dopo un pò diventano noiose più delle mogli e se sono colleghe di lavoro è più difficile "separarsene"

Unknown ha detto...

Non risultavo più tra i tuoi followers!
Pazzesco, ma perchè?
Cristiana

Erika ha detto...

Quante belle storie d'amore pulite che c'erano un tempo......Un abbraccio.

zefirina ha detto...

tu sei un gentiluomo e non ho mai avuto dubbi

Nou ha detto...

Caro Aldo, la tua condotta passata, presente e sicuramente futura ancora a lungo, ti rende onore. Fa molto bene sapere che ci sono persone (rare), come te, per le quali l'umanità e il senso morale, sono più forti delle lusinghe e delle passioni.
Questo ricordo credo sia molto appagante.
Un abbraccio
Nou

Mariella ha detto...

Aldo tu sei un signore. Ora come allora.
Ecco. Non c'è altro da dire.
Ti abbraccio amico.

Costantino ha detto...

Grande Aldo,autentico gentiluomo come oggi se ne trovano pochi!

paroleperaria ha detto...

Concordo con chi ti dice di scrivere un libro :)
Buona giornata caro Aldo!