Forse
se ne parlo riuscirò una volta per tutte a dimenticare una mia
brevissima storia quando avevo poco più di trentanove anni.
Dove
lavoravo prestava saltuariamente la sua opera un mio coetaneo il
quale ci aveva presentato una mezza parente di appena quindici anni
anche se ne mostrava qualcuno di più. Lei aveva una sorella più
grande ma erano orfane di entrambi i genitori, di qui la necessità e
la voglia di lavorare. Le avevo affidato un compito non difficile, ma
lei, molto intelligente, sin dai primi giorni dimostrò di apprendere
facilmente e quindi nel breve arco di un mese riuscì a cavarsela da
sola senza che io o chiunque altro dovesse fornirle ulteriori
istruzioni. Ogni giorno poi dovevamo svolgere insieme una certa
pratica per cui era molto semplice verificare come procedeva il
compito che le avevo assegnato. Con l'avanzare del tempo la ragazza
mostrava dei miglioramenti notevoli ed inoltre, il suo carattere
sereno e socievole l'aiutava molto nei contatti con le altre ragazze,
anche con quelle molto più grandi. Era la mascotte dell'ufficio
benvoluta da tutti. Piuttosto bene in carne aveva un viso tondo con
due occhi azzurri che brillavano e sempre un lieve sorriso sulle
labbra. Sin dai primi giorni le dissi di usare con me lo stesso tono
confidenziale così come faceva con le altre ragazze. D'altronde
eravamo tutti colleghi e dipendenti, non c'era nessun caporeparto,
c'era soltanto il nostro comune datore di lavoro. In breve lei
diventò molto pratica del suo incarico tanto che si era resa quasi
indispensabile. Si lavorava tutti insieme con molta cordialità e,
tra di noi, si scherzava continuamente. Sembrava che la ventata di
gioventù che quella ragazzina aveva con se avesse fatto diventare
tutti noi quasi come suoi coetanei. I giorni, le settimane, i mesi
passavano in questa atmosfera di fatica affrontata con
giovialità.Trascorso un anno, forse anche di più, iniziai ad
accorgermi che la giovanissima collega quando veniva da me per il
quotidiano incontro di lavoro, arrossiva fin sopra i capelli e la
vedevo emozionarsi. Rimanevo molto sconcertato e non riuscivo a
capire da cosa era causato questo suo strano comportamento. Lei
indugiava più del dovuto e io sentivo il suo sguardo che mi fissava
pur senza osservarne il volto. Nessuna parola, nessuna frase fuori
dal contesto del lavoro d'ufficio. Non volli mai chiederle il
perché di questo modo di comportarsi e repressi più volte la mia
voglia di conoscerne i motivi. Dopo due mesi decisi di comunicare al
mio nuovo datore di lavoro che era subentrato al precedente, la mia
volontà di licenziarmi da quell'impiego in quanto non mi riusciva
andare d'accordo con lui. Aveva un atteggiamente padronale verso me e
le ragazze. Con i clienti dialogava con frasi infarcite di politica
nostalgica del vecchio regime – aveva peraltro il cranio pelato –
e, cosa che non digerivo assolutamente, mi rinfacciava il fatto che
io avevo uno stipendio più alto di sua moglie professoressa di
liceo. E allora? In pratica lavoravo in quell'ufficio almeno dodici
ore al giorno, per sei giorni, esclusa la domenica e come ferie,
benché mi spettassero venticinque giorni, ne utilizzavo la metà.
Quando informai le ragazze delle mie dimissioni rimasero molto
dispiaciute. Tutte meno la giovanissima la quale se ne tornò nella
sua stanza senza dire una parola. La sera stessa, al momento di
uscire, mi chiese se potevo accompagnarla a casa. In ufficio si
sapeva che venivo al lavoro con la mia 1100 celestina che
parcheggiavo nelle vicinanze. Non ebbi i riflessi pronti per dirle
che non avrei potuto farlo in quanto dovevo recarmi di corsa in un
qualsiasi altro posto e allora le dissi di sì. Entrammo in macchina,
lei prese posto sul sedile del passeggero accanto a me e stavo per
mettere in moto quando mi poggiò la sua mano sulla mia e mi disse
=
aspetta per favore
=
perché?
Mi
prese il viso fra le mani, poggiò le sue labbra sopra le mie e mi
dette un bacio talmente lieve e casto che sentii appena il suo
profumo e mi sussurrò...
=
tu sai benissimo che ti voglio bene e sin dal primo giorno
Riuscii
a farfugliare soltanto qualche parola di scarso significato, ma mi
ripresi subito e le dissi
=
e tu lo sai che è impossibile qualsiasi cosa fra di noi.
Le
spuntarono piccole lacrime su quegli occhi splendenti ma non disse
altro e così feci anch'io. L'accompagnai a casa e tutto finì lì.
Circa cinque anni dopo le due sorelle vennero a trovarmi nel mio
nuovo luogo di lavoro. Come avevavo fatto a sapere dove ero
impiegato? Non glielo chiesi. La sorella più grande si era sposata
ma LEI no ed era ancora più bella di prima. Prima di andarsene la
sorella sposata mi prese da una parte e, fissandomi negli occhi, mi
disse: "Grazie per il tuo comportamento",
nient'altro.
Non
mi sono mai pentito di aver agito come agii cinque anni prima.
16 commenti:
Eh sì, hai agito correttamente, soprattutto data l'età di LEI.
Penso che tu abbia fatto battere molti cuori, grazie alla tua signorilità e simpatia.
Cristiana
Beh certo. Nessun altro comportamento sarebbe stato concepibile e applicabile con una ragazzina di 15 anni.
eh, aro Aldo, chi come te è un Grande nel presente non poteva non esserlo anche in tutta la vita passata. Mai avuto dubbi, da quando ho avuto l'onore di conoscerti.
Un abbraccio!
io continuo a sostene che con tutte queste storia che ci racconti Aldo dovresti scrivere un libro
un abbraccio
Aldo caro,signori si nasce...e tu lo nascesti!!Non sono sicura della sintassi,ma del suo significato ,sì.
Ciao,scusa la mia latitanza,ma oggi è un giorno speciale,e voglio passare dagli amici..
Aldo carissimo,
quando si è molto giovani, è molto facile infatuarsi di un ragazzo bello, gran lavoratore ed educato quanto basta.
Quindi il tuo comportamento per me è stato ineccepibile.
Chissà quanti al giorno d'oggi si sarebbero comportati in egual modo.
Credo mooolto pochi.
Ti abbraccio, ciao.
Un vero cavaliere, come non ce ne sono più. Buona serata .
✔Paolo
hai scelto l'unico modo per ricordarti con dolcezza di quella ragazza, come per tutti gli amori sospesi della nostra vita.
Bellissima storia!
Ciao carissimo. robi
io ho sempre predicato ai miei colleghi di applicare la mia legge sul posto di lavoro (non mischiare la figa col lavoro)e qualcuno che no ha ascoltato se ne è dovuto dopo pentire.Le "amanti" dopo un pò diventano noiose più delle mogli e se sono colleghe di lavoro è più difficile "separarsene"
Non risultavo più tra i tuoi followers!
Pazzesco, ma perchè?
Cristiana
Quante belle storie d'amore pulite che c'erano un tempo......Un abbraccio.
tu sei un gentiluomo e non ho mai avuto dubbi
Caro Aldo, la tua condotta passata, presente e sicuramente futura ancora a lungo, ti rende onore. Fa molto bene sapere che ci sono persone (rare), come te, per le quali l'umanità e il senso morale, sono più forti delle lusinghe e delle passioni.
Questo ricordo credo sia molto appagante.
Un abbraccio
Nou
Aldo tu sei un signore. Ora come allora.
Ecco. Non c'è altro da dire.
Ti abbraccio amico.
Grande Aldo,autentico gentiluomo come oggi se ne trovano pochi!
Concordo con chi ti dice di scrivere un libro :)
Buona giornata caro Aldo!
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