lunedì 5 maggio 2014

MI SON MESSO A RIFLETTERE

Era il 1975, mese di giugno, due giorni prima o dopo di quello che si dice dia inizio all'estate. Ed era sabato pomeriggio.Libero dal lavoro decisi di andare con mia moglie a vedere un film che proiettavano in un cinema nei pressi di via Veneto, verso Villa Borghese. Che strano. Nebbia completa circa il titolo del film, il nome del cinema e quello della via. Tutto il resto invece mi è rimasto impresso. Nell'intervallo tra il primo e il secondo tempo, mi alzai e andai a fumarmi una sigaretta all'ingresso del cinema dato che in sala era proibito. Quando rientrammo in casa, ora di cena, io mi misi seduto in una poltrona del soggiorno davanti la TV mangiando due panini con altrettante salsicce. Poco dopo le ventitre, stavo per mettermi a letto quando iniziai a sentire dei dolori al petto e al braccio sinistro che aumentavano rapidamente d'intensità. Svegliai mia moglie, chiamai mio figlio allora sedicenne e decisi di telefonare subito al 118. Spiegai la situazione a chi stava rispondendo al telefono e, dopo una ventina di minuti arrivò l'ambulanza. Il medico, preso atto dell'urgenza della cosa, disse subito agli ausiliari del pronto soccorso di caricarmi e portarmi al vicino Ospedale di San Giovanni. Il medico di turno, per fortuna cardiologo, ancora lo ricordo per varie ragioni. Intanto credo per avermi salvato la pelle in quanto diede subito il via alle manovre per questo tipo di ricovero. Iniziai a non vedere più niente e, credo, ad addormentarmi. Mi risvegliai a notte inoltrata del terzo giorno dopo il mio ingresso, in una camera a sei letti. Il mio letto era circondato da medici ed infermieri e mio figlio passeggiava su e giù nel corridoio in conpagnia di un suo coetaneo Mi informarono della diagnosi: infarto posteriore del miocardio al 3°-4° stadio; danno miocardico ischemico anteriore. Prognosi: trenta giorni immobile nel letto e una terapia buona per un cavallo.Nonostante tutto trascorsi un bel mesetto tra chiacchiere, risate e avvenimenti sia comici, sia tragici, sia preoccupanti. A prescindere dagli arrivi e partenze continui di un bel numero di "ospiti" chi sulle proprie gambe chi invece coperto da un lenzuolo in posizione orizzontale e in barella – lì ci voleva poco a passare da degente a deceduto - ho stretto una bella amicizia con due miei compagni di sventura e di stanza. Stavano entrambi nei loro letti alla parete opposta la mia quindi avevamo tutti una chiara visione di come eravamo. Quando nella nostra stanza arrivava qualche nuovo "inquilino" noi cercavamo subito d'inquadrarlo e gli facevamo "barba, capelli, shampoo, manicure e pedicure" sempre senza far capire nulla all'indagato di turno. Poi passavamo ai dottori, alle infermiere, ai parenti, nostri e quelli degli altri. Eravamo tre "ragazzi" terribili. Dopo quel primo infarto riflettei sulla mia situazione e scrissi:

 Puoi dire ad un cuore sia pure ferito di stare immobile di stare impassibile? Dovresti mio povero cuore ferito restare impassibile perchè io devo restare impassibile. Dovresti mio fragile cuore ferito restare lì immobile perché io devo restare sì immobile. Mi chiedi allora: sempre? Sempre rispondo, anche quando la donna da me tanto amata di me non s'appena e ride felice e beata in gaia brigata. Vorresti mio stupido cuore ferito gioire di cose giocose e di fatti felici, ma non puoi. Vorresti mio illuso cuore ferito godere dei sensi goduti e di notti tra amici, ma non puoi. Mi dici allora: ormai.. Ormai ti chiedo? Ormai rispondi l'hai capito povero fragile stupido illuso cuore ferito, per sempre ormai tu sei finito. 

           MA NONOSTANTE TUTTO INVECE ANCORA RESISTO

18 commenti:

Unknown ha detto...

E avevi scritto fregnacce, visto il tempo che è passato e tutte le belle cose che hai vissuto, compreso l'aver visto crescere due splendide nipoti ed esserti fatta una schiera d'amici, quelli veri che ti vogliono bene, me compresa.
Cristiana

Rosaria ha detto...

Ci sono certi mopmenti caro Alduccio che scriviamo cose che vanno benissimo al momento, quando il venticello della paura fa tremare cuore.
Di anni ne sono passati, ha ragione Cristiana hai cresciuto le nipotine e poi sei arrivato a noi, ci allieti e ci fai riflettere sulle storie che ci racconti e ne racconterai ancora tante. Sempre bello leggerti.
Ti abbraccio forte..sono contenta di averti conosciuto, di averti abbracciato e mai dimenticherò quando insieme a mia figlia ho varcato la soglia della tua casa, conosciuto di persona il tuo Pasquale che è un poco anche nostro. Grazie a lui sei arrivato a tutti noi.
Ti auguro una buona serata e una serena notte. Ciao MITICO!!!!!!!!!!!

Nou ha detto...

Invece lui ti è ancora vicino come un trepido amico perché sa che ci tieni tanto a lui e non vi deluderete mai, vicendevolmente.
Un abbraccio :)
Nou

Punzy ha detto...

E invece batte forte, per la nostra gioia!!!

Cri ha detto...

Mi sembra che le soddisfazioni emotive non gliele hai comunque lesinate, a quel cuore, dal 1975 in poi... E questa condizione di "appeso ad un filo" non è mica solo tua, è di tutti. Solo che noi, stupidamente, non ci pensiamo. E invece, se ci pensassimo, sai quanto ce li godremmo di più gli attimi di vita, ma proprio attimo per attimo, sapendo che sono unici, irripetibili e contati? Sarebbe la nostra fortuna, qui, sulla terra.

Mariella ha detto...

Ma cosa dici Aldo.
Il cuore non finisce mai.
Certo non sono stati dei periodi facili quelli ai quali sei stato sottoposto negli ultimi mesi.
Ma si può e si deve girare pagina.
Su Aldo.
Noi siamo qui come la tua famiglia.
Ti abbraccio forte.
Mari

chicchina ha detto...

Resisti,e alla grande,caro Aldo.Al cuore bisogna saperci parlare,spiegare la nostra urgenza di vita,scendere a patti,accettare qualche compromesso,ogni tanto.Come sai sto diventando esperta anch'io in questioni di cuore..
Ciao.

Erika ha detto...

Non sapevo che avessi avuto problemi già dal 1975. Saranno state le sigarette?Sei forte, caro Aldo!!!! Un forte abbraccio.

Chumani ha detto...

Che bello rivederti su queste pagine!!
Forza Aldo: un grande cuore e un grande uomo!
Un abbraccio

Anna ha detto...

Eggià!! L'erba cattiva... Ho una certezza ormai: se non è il tuo momento non te ne vai. Lo scorso anno, in primavera, c'è stata una serie di temporali terribili nella mia zona. Un fulmine è caduto su di una casa e passando attraverso li lampadario si è scaricato sulla tavola a cui era seduta una ultranovantenne facendo infrangere i vetri della stanza e di altre abitazioni attigue, ma non ha bruciato neppure un pelo della vecchietta. Due o tre giorni dopo un quarantenne stava seduto tranquillamente a fumare una sigaretta sulla panchina di un piccolo giardino in un paese vicino. Un fulmine lo ha incenerito, e non pioveva neppure. A quel punto ho elaborato la mia teoria e deciso di vivere senza eccessi, ma anche senza paure. Ciao!! Anna

Ambra ha detto...

E resisti sì, caro Aldo! Caspita se resisti! Esci sempre vittorioso dalle tue battaglie col tuo cuore. Anche questa volta, nonostante fatiche, paure, depressioni, timori e insomma, tutto quello che ci capita quando ci si ammala. Forza, sei un vero combattente.

Carlo ha detto...

Sembra proprio che non ci hai preso però... a me quelle parole da te scritte, hanno commosso!

Ciao roccia, hai un cuore grande... anche se a volte fa i capricci!

zefirina ha detto...

meno male che sei ancora qui! sentirei veramente la tua mancanza, non farmi scherzi

Blogaventura ha detto...

Un piacere ritrovarti. In questo periodo son stato un po' latitante però eccomi di nuovo qui a legger i tuoi racconti e le tue belle riflessioni che tante volte mi tengono compagnia. Un abbraccione grande a te, caro Aldo e poi... voglio dedicare a te il mio post sul mio ultimo viaggio nella tua splendida Roma. A presto, Fabio

nonno enio ha detto...

anch'io ci sono passato nel 2004 credetti di risolvere con una angioplastima ma mi dovettoro operare: una coronaria e una valvola aortica e da allora prendo il coumadin e mi devo controllare il PT ogni 15 giorni..... ma la racconto

Pia ha detto...

Guarda che non mi fai paura.
Finalmente sei di nuovo con noi e non desidero più che ti allontani.

Davvero, a parte gli scherzi, sono felice di rileggerti, devi fare solo più attenzione e capisco quanta difficoltà c'è nel dover fare ciò.
Ma impegnati, come del resto ho capito che tu abbia fatto da sempre, vedrai che col tempo tutto sembrerà meno pesante.
Ti abbraccio fortissimo caro Aldo, ciao.

Erika ha detto...

Un caro saluto!!!

Ernest ha detto...

e resisti alla grande Aldo!
un abbraccio enorme