Vieni vieni bella di nonno,
sono contento che sei venuta perché, vedi, questo fatto che mi è
accaduto se tu l'avessi letto come solitamente fai ogni volta che ti
capita tra le mani qualcosa che scribacchio, penso che avrebbe perso
molto rispetto a quanto ti sto raccontando. Inoltre desidero che tu
sappia che non è una favola, perché il tempo delle favole per te è
già passato da un pezzo. Adesso siediti qui di fronte a me, così
inizio. Sarò un pochino pignolo nel narrarti i dettagli ma lo faccio
per cercare di spiegare meglio la singolare situazione in cui mi
sono trovato.
"""Tre giorni
fa, dopo una nottata trascorsa così così, mi sveglio, mi alzo e
sbrigo tutte le attività mattutine, colazione compresa. Alle 6.30
precise mi siedo alla mia scrivania dinanzi al pcPasquale,
accendo la lampada da tavolo
perché l'alba non è ancora spuntata del tutto e,improvvisamente,
una specie di cinguettio talmente sonoro, arrabbiato, insistente
quasi mi stordisce e mi rimbomba nelle orecchie - diciamo una,
perché da quella sinistra non ci sento più da anni. Che succede mi
chiedo?
Apro gli sportelli della
finestra della mia stanza, attraverso il vetro cerco di dare
un'occhiata in giro e chi vedo seminascosto nell'angolo a destra del
davanzale che affaccia sulla via dove abito? Un volatile pennuto, un
passero (solitario proprio come recita la poesia di G. Leopardi) che
mi guarda e seguita ancora a cinguettare magari più lentamente, per
nulla intimorito dalla mia quasi presenza. Come tutto il mondo sa
(forse esagero), io e gli animali bipedi e pennuti non siamo mai
andati d'accordo. Sarà soltanto colpa mia e mi dispiace ma così
stanno le cose. Mi rivolgo al pennuto il quale continua a fare cing
cing cing (pio pio pio se non sbaglio lo fanno soltanto i pulcini
delle galline) e gli dico == amico mio stammi a sentire e, quando ti
parlo guardami, non girare la tua testolina di qua e di là. Io
desidero sapere sempre con chi ho a che fare, ad esempio qual è il
tuo nome tanto per cominciare. Io mi chiamo Aldo e tu?...Già, con il
solo cing cing cing non si capisce. Facciamo così, te lo do io un
nome... Potrei chiamarti Francesco come il Fraticello di Assisi -
lui parlava con gli uccelli credo, ma il paragone non regge. Al
Vaticano attualmente risiede un Papa che si chiama Francesco, e poi
si chiamava così il mio primo nipote che mia nuora dette alla luce
in un ospedale dopo il parto cesareo. Non ho fatto in tempo a vederlo
perché, appena nato, lo portarono all'ospedale pediatrico Bambin
Gesù qui a Roma, al Gianicolo per metterlo nell'incubatrice, dove
rimase poco più di due giorni e poi ci lasciò. Mio figlio stette
sempre con lui. Al suo funerale, per il gran dolore che provavo, non
ci andai. Mia nuora sì, credo fuggendo dall'ospedale dove era
ricoverata. Provo ancora dolore, dopo 27 anni...Andiamo avanti. Dove
eravamo rimasti? Ah sì,,, tu Franceschiello mio, più ti guardo e
più mi viene il sospetto che sei scappato da una gabbia. Poiché io
una gabbia non ce l'ho e non ho voglia di tenerti tra le mani anche
se sei un passerotto non più alto di 15 cm, come la mettiamo? Non
posso mica andare in giro a chiedere a chicchessia se gli è scappato
un passerotto o una passerotta, mi prenderebbero a calci. A
proposito... ma tu sei maschio o femmina? Vabbe', lascia perdere, non
ha importanza. Tiriamo le somme e smettila col tuo cing cing. Entrare
qui in casa da me non se ne parla, ma rimanere fuori a te non
conviene e ti spiego perché. Vedi questo grande edificio qui di
fronte, a circa 15 metri? Quello è un istituto tecnico
professionale. Da questa parte è alto circa venti metri ed è
coperto da quel tetto a tegole sulla cui cima sono sempre appollaiati
almeno un paio di gabbiani, i quali per cibarsi dovrebbero stare
nei pressi di fiumi, laghi o mare ma siccome là trovano soltanto
plastica e immondizia di vario tipo sono emigrati qui in citta. Da
quando sono arrivati, sono spariti almeno una dozzina di piccioni
quindi, appena quelli ti vedono ti adoperano subito come aperitivo.
Io posso soltanto prepararti una specie di nido: prendo una scatola
di cartone, nell'angolo a sinistra metto un pezzo di stoffa che tu
adopererai come letto e a destra l'angolo pranzo con un po' di
briciole di pane - chicchi di grano non ne ho - e una tazzina con
l'acqua. Però ci vai da solo dentro il nido perché io non ti prendo
in braccio. Fai un salto, capito Franceschie'? Per precauzione
accosto anche le persiane, così i due gabbiani non si accorgono di
te. Basta, ho parlato troppo. Ci vediamo dopo== L'indomani mattina,
alla stessa ora del giorno precedente, Franceschiello ha fatto cing
cing cing appena tre o quattro volte e a bassa voce, quasi
sussurrando. L'ho salutato tenendomi a debita distanza, l'ho
rifocillato e mi sono messo a giocherellare col pcPasquale."""
OGGI, BELLA DI NONNO,
FRANCESCHIELLO NON C'È E NON HA CINGUETTATO.
17 commenti:
se Franceschiello ritorna sentirai un cinguettìo di felicità nel cuore che ti auguro con tutto il cuore.
Ciao tenerone! Buona settimana. robi
un abbraccio Aldo per tutto quello che rappresenta questo racconto
Caro Aldo, sapessi quanto ho assaporato questo tuo bellissimo racconto, è vero non è una favola, ma io la chiamerei più di una favola, perché affascina e non vorresti che finisse mai.
Ciao e buona settimana cara amico.
Tomao
Vuol dire che la tua cura l'ha rimesso in sesto.
Io dico che lo rivedrai, perchè gli animali sono capaci di gratitudine.
Ciao Aldù|
Cristià
Sento in questo tuo racconto una nota di tristezza, sarà la mancanza di Franceschiello tuo?
La bella di nonno credo che ti avrà abbracciato forte forte ed è quello che vorrei fare anch'io.
Abbraccio, ciao mio tenero Aldo.🙆
Ma come mai questa uccellin-fobia? :D
Anch'io, in verità, da piccolo odiavo Titti e la volevo morta, perché tifavo disperatamente per il Gatto Silvestro. Ma quelli reali li adoro, e li rifornirei di microfucili per difendersi ad armi pari dai cacciatori...
Però lo hai aiutato lo stesso, ed è questo che conta. Hai dimostrato di essere un Grandissimo, come sempre.
Un abbraccio.
Delicatissimo racconto.
Io poi, per chi si chiama Francesco, ho un trasporto particolare.
Sono sicura che sta meglio.
E prima o poi tornerà a trovarti.
Abbraccio Aldo.
Caro Aldo, ieri ci sei mancato all'incontro blogger. Bellissima la tua storia. Abbraccio.
Non so se tu mi avessi mai raccontato questa dolorosa storia del piccolo Francesco... Né che sei sordo da un orecchio.
Comunque, triste, bello e poetico.
Grazie!
A presto :)
Non sarà una favola ma è tanto bello questo racconto,racconta della tua infinita umanità,del tuo amore per tutto e tutti ,Pasquale e Franceschiello compresi.Tornerà a salutarti,vedrai..Un abbraccio
Bravo Aldo, cuore grande. Attento ai gabbiani!
Triste questo tuo racconto! Chissà forse tornerà, anche se tu non vuoi toccarlo.
Aldo...meno male che ti manca l'ispirazione!!! Bello questo racconto, vero nei sentimenti.
Ricorda un evento doloroso che si avvicina a uno stesso momento della mia vita e capisco bene il senso della perdita. Alessandra e Francesco..forse si sono incontrati e magari si tengono compagnia con giochi di angioletti. Voli.. forse come il passerotto Franceschié.
Mi piacerebbe sentirlo direttamente questo racconto a voce :-)
Bacioni
Nou
Che bel racconto! Mi hai fatto ricordare le mie belle storie con il merlo Zio Pio, le due magnifiche cornacchie Cornelio e Cornelia ed anche se non è un pennuto, la breve storia con Zio Riccio, peraltro incontrato pochi giorni fa che gironzolava in giardino, intorno alla tana in cui si rifugiò anche due anni fa quando, dopo averlo salvato da annegamento, lo lasciai libero.
Ciao Aldo, buona serata a te!
I tuoi racconti sono davvero molto belli.
Un bellissimo racconto che inerisce ai momenti belli e a quelli brutti del vivere, alle gioie come ai dolori. Spesso effimere le prime, sempre pungenti i secondi...
Devo dire che anch'io un po' li temo quando volano veloci e si avvicinano troppo e poi, cosa ci puoi fare, son animali selvatici ed è normale che Franceschiello si sia reso... uccel di bosco. UN salutone, Fabio
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