lunedì 16 febbraio 2015

IO CONTRO GIOVE PLUVIO

Vorrei spiegare il perché se ci riesco.
Ho letto da qualche parte, non ricordo dove, che lui è il dio dell’acqua, del fiume, del mare e della pioggia dalla quale derivano appunto il suo nome Giove e il suo cognome Pluvio. Il mio disaccordo con lui nasce dal fatto che non rispetta mai le previsioni meteo dei mass-media che sono fatte sia sulla carta stampata sia in TV, ed anche sul pc. Questo significa mancare di rispetto a chi si prodiga per fornire notizie “certe” ai cittadini. E che diamine, un po’ di serietà perbacco. Quando è previsto bel tempo così ha da essere. Anche per il contrario certo. Io abito a Roma, vicino le coste tirreniche – circa 25-30 km – e quando desidero conoscere cosa prevede il tempo per l’odierna giornata o per l’indomani m’informo leggendo le previsioni. Più di una volta mi è capitato di sapere che per il giorno successivo, nell’Italia centrale, quindi comprese le coste tirreniche, il tempo previsto variava dal parzialmente al molto nuvoloso, da leggera pioggia a temporale, dal maremoto allo tsunami per arrivare al diluvio universale. Unica assente giustificata la nebbia in Val Padana.
Lo ribadisco, la colpa non è dei meteorologi. Affermo convinto che Giove Pluvio ce l’ha con me, giacché qui non si tratta della nuvoletta fantozziana, c’è ben altro.Per quello che ricordo fin dalla mia tenera età lui è stato molto dispettoso. A riprova di ciò basta citare soltanto alcuni esempi. Quando piove a dirotto, io non esco da casa. Naturalmente lo posso fare dato che lo “stipendio” mi arriva dall’INPS il quale mi restituisce i contributi da me versati durante la mia vita lavorativa. Con la pioggerellina provo ad uscire, lo faccio portandomi regolarmente l’ombrello, ma fatti pochi passi Giove Pluvio decide di allontanarsi portandosi appresso la nuvolaglia. Continuo a camminare con l’inutile ombrello che mi penzola dalle braccia. Non sto qui a contare le numerosissime volte che questo è accaduto.A Roma e non solo, circola una specie di motto: “cielo a pecorelle, acqua a catinelle”. Allora guardo il cielo, lo vedo a pecorelle e mi aspetto il seguito, ma sembra che nel Rione dove io circolo le pecorelle si siano allontanate forse per andare a cercare qualche presépe in altri rioni o quartieri di questa città. Succede infatti che mentre dalle mie parti non piove, a pochissimi chilometri di distanza le catinelle decidono di liberarsi dell’acqua in esse contenuta e la scaricano giù in terra. Qualche mese fa son dovuto uscire per un impegno improrogabile. Le previsioni della sera prima avvisavano pioggia in arrivo e bassa temperatura. Alle 11.00 di pioggia neppure l’ombra e assenza della stessa giacché mi trovavo all’aperto in una zona senza alcun riparo di qualsiasi genere e con un sole bollente da fare invidia all’estate. Naturalmente più trascorreva il tempo e più mi toglievo indumenti di dosso. Ma quello che mi è capitato un giorno ha dell’incredibile. Dalla sera prima un furioso temporale aveva allagato tutti i rioni e i quartieri dell’intera città incluso il circondario agricolo. Vento fortissimo, trombe d’aria, lampi, saette, tuoni come cannonate, caduta d’alberi, insomma Giove Pluvio stava proprio incavolato nero. Fatti suoi, ma purtroppo anche nostri. Tutto ciò fino alle 9.00 del giorno dopo. Pian pianino l’infuriare si stava placando ed era rimasta soltanto una pioggerellina tipo quelle d’aprile. Aspetto ancora un po’, mentre guardo dalla finestra mi viene in mente una canzoncina del secolo scorso “le gocce cadono ma che fa se ci bagniamo un po’” per quanto le medesime sono piccole e quindi decido di uscire con tanto d’ombrello per sicurezza. Scendo i pochi gradini di casa, sorpasso l’androne, apro l’ombrello ed esco dal portone e…neanche una microscopica goccia d’acqua cade più! Avanti e indietro camminano passanti, ombrelli debitamente chiusi io, invece, con l’ombrello che non intende richiudersi – si tratta di uno di quelli corti a scatto e sfido chiunque a riuscirci – m’incammino verso non ricordo più dove, giacché ad ogni passo alzo gli occhi e impreco contro Giove Pluvio e la sua combriccola di guastatempo.

11 commenti:

Beatris ha detto...

Molto simpatico il racconto!
Bello e interessante il video!
Buona giornata da Beatris

Tomaso ha detto...

Sai caro Aldo che ogni tuo racconto mi da molto interesse e senza accorgermi mi strappa un sorriso.
Ciao e buona settimana sorridendo, amico.
Tomaso

Nou ha detto...

È davvero imbarazzante avere l'ombrello aperto quando non serve. A me è capitato spesso, per distrazione, quando ero più giovane d'età, presa da pensieri introversi e fantasticherie giovanili che catturavano tutta la mia attenzione, di essere richiamata da qualche passante con:"guardi che ha smesso di piovere!"...Altri tempi! Dove abito ora c'è una stradina stretta che è meglio non avventurarsi né con,né senza ombrello.
È comunque risaputo che Giove ama giocare con gli umani, che sia che ti ha preso di mira!!!
:-D
Racconto brioso, complimenti!
Ciao Aldo! Un abbraccio!

Pia ha detto...

Ciao Aldo!
Il tuo è un meraviglioso post sulla pazienza umana.
Tu sicuramente ne hai da vendere.
Baci, mi sono molto divertita, grazie.

paroleperaria ha detto...

Giove Pluvio è un mattacchione :)

Enly ha detto...

Che scontro ;D

Mariella ha detto...

Qui a Milano, mi sono abituata d'inverno a non uscire mai di casa senza ombrello.
In borsa piccolo, non da fastidio.
Per sicurezza ne ho uno anche nel cassetto della scrivania in ufficio.
Per cui non mi frega a me GIOVE PLUVIO.
Ti abbraccio Aldo.

nonno enio ha detto...

io quegli ombrelli che si richiudono diventando tascabili li ho eliminati, preferisco il mio bel "ombrellone" e sto attendo a non lasciarlo mai in giro

Ambra ha detto...

Ah ah ah. Mi hai fatto rotolare int erra dal ridere!
Però guarda che la nebbia in Val Padana non esiste più da tempo. Al nord non c'è nebbia, non c'è neve, non c'è pioggia. C'è sempre sole.

robi ciprax ha detto...

Se proprio devo uscire, in caso di pioggia leggera e dopo l'ennesimo ferimento alle dita con gli ombrelli tascabili, mi traccio l'itinerario con più portici possibili che a Torino di certo non mancano...
In caso di forte pioggia, guardo dalla finestra ....

Bellissimo racconto, bravo Aldo, ciao.

Erika ha detto...

Per fortuna che ci sei tu Aldo che pensi a farci sorridere di questi tempi. Un forte abbraccio da Bari dove adesso sta piovendo....