Almeno
fino a ieri mattina.
Il tempo me
lo permette e allora alle 10.00 esco di casa e inizio il mio
quotidiano giro per il Rione dove abito, non interamente certo
sarebbe troppo, però abbastanza per completare il tempo della mia
"libera uscita". Benché non abbia con me orologi né da
polso e neppure da tasca – ho preso questa decisione a dir poco
circa trent'anni fa. Perché? non lo so e non me lo domando, alle
11.00 sto già rientrando alla base. Attraverso la strada passando
sulle strisce pedonali senza problemi grazie a tre auto che si
fermano cortesemente tanto che io, come al solito, ringrazio
togliendomi la coppola. Ho il timore che qualche volta ci sarà
un/una automobilista che magari mi prenderà pure in giro, ma non
importa. Per arrivare al portone di casa mancano ormai non più di
cinquanta metri quando m'imbatto in uno stormo di piccioni che, sul
marciapiede, stanno banchettando con numerose briciole forse di pane
o di chissà cosa. Dal gruppo se ne stacca uno che, per nulla
impaurito, si mette a zampettare accanto a me come un cucciolo.
Mentre cammino lo osservo per un po' ma lui imperterrito continua a
camminarmi a fianco. Penso fra me e me - adesso se ne andrà - ma lui
niente, ogni tanto volge lo sguardo a destra e a sinistra sempre
proseguendo la sua passeggiata in mia compagnia. Giunto sotto casa,
mi fermo, si ferma anche lui e allora, rischiando di essere preso
per scemo da chi transita facendo il mio stesso percorso, gli dico:
"amico mio, cerchiamo di capirci, io non sono San Francesco e,
per quanto ami gli animali – i bipedi no, mi dispiace, soltanto i
quattro zampe - passeggiare con un piccione accanto non è che mi
faccia molto piacere". Lui, l'amico piccione, resta fermo lì,
ovviamente non parla però tuba e, forse sarà perchè inizio a dare
i numeri, mi sembra che lo faccia dandomi l'impressione che si sia
persino incavolato. Questa è la volta che mi rinchiudono perché gli
rivolgo ancora la parola usando un tono di voce il più amichevole
possibile e sottovoce gli dico: "facciamo così, io domattina
alla stessa ora passerò su questa stessa strada, se non hai altri
impegni ci vediamo domani va bene? Ciao caro". Senza voltarmi,
raggiungo il mio portone, apro e volo – per modo di dire – a
prendere l'ascensore. L'amico-piccione avrà capito? Spero di sì.
E se fosse
la reincarnazione di qualche amico che non c'è più?
PERCHE' HO
L'IMPRESSIONE CHE STO INIZIANDO A DARE I NUMERI?
14 commenti:
Io credo che abbia capito, anche se non sei S. Francesco ^_^
Felice giornata caro Aldo
Paolo
caro Aldo potrebbe essere chi lo sa... cmq fai sapere se poi all'appuntamento si è ripresentato il piccione
:-)
Adoro le persone che "danno i numeri" in questo modo... Bisognerebbe poterti filmare, non solo mentre parli al piccione, ma soprattutto mentre togli la coppola per ringraziare gli automobilisti...
Anche tu "uomo senza orologio"? Siamo dello stesso club: al mio polso soltanto braccialettini colorati. Poco lavoro per gli scippatori di rolex... :)
Un abbraccione.
Caro Aldo, veramente una bella storia, questa io penso che questa volta sia una cosa reale e che alla fine ti ha fatto fare un sorriso di soddisfazione,
Ti auguro che tu lo possa rivedere e magari si decida a presentarsi e che i suoi dubbi te li faccia vedere.
Ciao e buona settimana caro amico.
Tomaso
Ciao caro Aldo.
Vorrei proprio vederti mentre parli col piccione, però se torna ce lo racconti...vero?
In attesa di notizie ti saluto e buon Lunedì.
Bacio.
Splendido e commovente racconto!
Buon pomeriggio da Beatris
Niente orologio al polso anche per me. Vedrai che torna...
Mio caro uomonoorologio hai una fantasia senza fine. Forse te l'ho già detto, ma devo ripeterlo. Una bella amicizia quella tra uomo e piccione:-)
Non smettere mai di dare i numeri, caro Aldo, ti ritroveresti 'spento' come coloro che non hanno la minima fantasia e la capacità d'immaginazione.
Cristiana
mia moglie parlqa sempre con gli animali e debbo dire che ottiene dei buoni risultati... idue cagnonidi della villetta di fronte alla nostra abbaiano a tutti con cattiveria e veemenza a lei no!
No no, non dai i numeri. Io parlo con i gatti, con i cani, con i cavalli. Però a pensarci adesso non ho mai parlato con gli uccelli.
Ho sempre sostenuto che la specie inferiore siamo noi, visto che gli animali ci capiscono mentre noi non li comprendiamo... anche se devo dire che ormai capisco il linguaggio del cane del vicino (rientrano i padroni, passa un gatto, passa quello str..del tuo gatto, ho fame, voglio venire con voi..)e dei miei gatti ( brutta vecchiaccia ti decidi a riempire la ciotola vuota, mamma voglio le coccole, lassème pèrde.. mamma dove sei..), ma mi fermo quì.Comunque sentire i discorsi dei politici fa sicuramente apprezzare quello dei piccioni!
Ciao!! Anna
Ciaooo,a presto.
Parlo molto con cane e gatti, poco con certi bipedi senza cervello.
Abbraccio
Nou
Il piccione ti ha visto ringraziare i tre automobilisti, togliendoti la coppola ed ha voluto manifestare la sua ammirazione a chi sa ancora "volare" nella vita con gesti di raffinata e dimenticata eleganza.
Ti auguro una buon notte. robi
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