venerdì 29 maggio 2009
IL CORTILE
Inutilmente da due o tre ore mi giro e rigiro nel letto ma un’irrefrenabile ridda di pensieri e ricordi mi mulinano nella mente tanto che sono costretto ad alzarmi malgrado sia appena spuntata l’alba. Come mai, dopo così tanto tempo, mi è venuta la voglia di rivedere il cortile del fabbricato in cui sono nato qualcosa come oltre 78 anni or sono. Strano…Mah!…Eppure lì nei pressi ci sono già andato altre volte. Insomma non sono il tipo di voler conoscere ad ogni costo e dettagliatamente il perché ed il percome mi capitano certe cose. Risolutamente, cercando di fare il minor rumore possibile per non svegliare gli altri, mi alzo da quella tortura che è diventato il mio letto, procedo nella routine d’ogni mattina appena svegliato, faccio colazione, leggo qualcosa in modo da far trascorrere un po’ di tempo e così uscire di casa in un’ora decente cosa che faccio precisamente alle 8:30. Fortunatamente è una bella giornata quasi estiva. Come ci arrivo in Via della Polveriera? Potrei prendere il bus alla fermata vicina e scendere a quella di fronte al Colosseo. Ma lì, ricordo, c’è da inerpicarsi su quella ripida scalinata che dai piedi del Colosseo si arriva in Via Nicola Salvi attraversata la quale si percorre Via del Fagutale e quindi si “approda” nella via dove si trova la mia vecchia casa. Mentre faccio questo ragionamento mi assale il primo ricordo: quella ripida scalinata che raggiunge “l’isola del zibibbo” (così chiamavamo il gruppo d’edifici che componevano la nostra parte del Rione Monti) ritaglia una fetta di folta vegetazione che ricopre la piccola collinetta (da noi battezzata “l’Africa – la giungla”) e che divide la zona del Colosseo da quella del Colle Oppio. Era la nostra “trincea” per le “battaglie a base di sassate (o serciate)” con i coetanei “nemici” del rione Celio. Decido di rinunciare al bus e fare una bella passeggiata. Raggiungo in breve tempo il parco del Colle Oppio, proseguo lungo il viale del Monte Oppio ma, giunto alla fine della discesa noto, con dispiacere, che prima del “fontanone” dell’Acqua Felice non c’è più un’enorme colonna di marmo (porfido credo) rossastra, lunga, bella e levigata che si trovava adagiata orizzontalmente in un piccolo spazio verde e che era stata una gradita fonte di giochi nonchè una specie di “agorà”, credo per intere generazioni, compresa la mia. E sì che per salirci sopra a cavalcioni si faticava parecchio per quanto era alta e grossa. Passo oltre verso Largo della Polveriera, rasento un bel Ristorante (ex osteria un tempo nostra sala-giochi di briscola e tressette), un moderno bar (anche qui ex negozio di generi alimentari con annessa osteria, all’epoca altra sala-giochi, proprietario di allora: il“sor Salvatore”) e svolto in Via della Polveriera. Ecco il civico 37, un edificio dove abitavano vecchi amici, il 38 attualmente studio d’architettura (già abitazione a livello strada occupata per anni da una famiglia di vecchi compagni di giochi), il 39 con la saracinesca abbassata (molti anni fa adibito a magazzino per il materiale – romanzi a puntate o fascicoli – regno di nostro padre), il 40 (ecco l’edificio del quale faceva parte la nostra casa-interno 11), il 41 locale a livello strada adibito oggi a non so cosa (un tempo abitazione di una famiglia sempre di amici), il 42 ingresso del CORTILE, il 43 che non è mai esistito(dovrebbe-potrebbe “numerare” una finestra?) e infine il 44 ancora un edificio abitato da altri amici. Il CORTILE al quale si accede tramite una specie di largo tunnel consiste in un’ampia area libera scoperta interna ed è circondato, girando in senso orario, dal retro degli edifici di via della Polveriera 37, di Largo della Polveriera, di via delle Terme di Tito, di via del Monte Oppio e di via della Polveriera 44. Mi era stato detto che attualmente non si poteva entrare nel CORTILE poichè l’accesso era impedito da una saracinesca verso l’esterno e da un cancello metallico all’interno, dopo il “tunnel”. Ho trovato tutto spalancato: gli “allegri fantasmi” del passato mi stavano forse aspettando? Appena entro nel “tunnel” noto sulla destra tre piccole porte chiuse: la prima è di un microscopico locale un tempo occupato dal nostro calzolaio di fiducia, il “sor Silvano” tipo curioso sempre abbigliato con un vistosissimo fiocco nero a guisa di cravatta (si mormorava trattarsi di anarchico o comunque di accanito repubblicano vecchio stampo). Risuolava le scarpe bucate ritagliando vecchi copertoni di automobile. Il successivo locale funzionava, in forma abusiva, come prima piccolissima sede del neonato gruppo dei giovani esploratori C.N.G.E.I; il terzo probabilmente un magazzino. Percorso il “tunnel” eccomi nel CORTILE: sulla destra sette saracinesche abbassate chiuse su altrettanti box-auto (?)…Ai tempi in cui a volte lo frequentavo non ricordo di avervi visto mai un’auto ma piuttosto roba di magazzino. Sulla sinistra invece un muro non troppo alto con un piccolo cancelletto centrale, chiuso, che una volta consentiva l’accesso ad un corridoio a cielo aperto sul quale si affacciavano le porte di due o tre abitazioni, compresa quella della portiera e del locale fontane. Nel mentre costeggio quel muro improvvisamente si apre una porta metallica e ne esce una piccola signora molto anziana, piuttosto in carne, con un paio di grossi occhiali da vista e una folta chioma di capelli neri vistosamente tinti di recente. Appena mi vede mi saluta e mi rivolge una specie di saluto di bentornato come se mi avesse riconosciuto. Io un po’ sbalordito cerco di rispondere il più educatamente possibile e, come lei si allontana, ritorno sui miei passi, vado a verificare sul citofono accanto al portone numero civico 40 e leggo il nome della famiglia che abita all’interno in questione dal quale è apparsa la signora di prima: è la stessa di quando io abitavo lì, naturalmente quando ero molto più giovane. Altro ricordo: il loro capo-famiglia, un vero e proprio antifascista vecchio stampo. Faccio un breve giro nel CORTILE e ricordo che all’epoca io e la banda di miei coetanei non lo frequentavamo spesso, preferivamo giocare fuori per la strada o nel vicino parco del Colle Oppio. Può darsi pure che ci fosse stato vietato di frequentarlo a seguito delle proteste di qualcuno. Credo proprio di sì perché c’eravamo accorti che mentre ci trastullavamo nel cortile venivamo osservati dalle sorelle di un nostro coetaneo (noi dovevamo avere al massimo dodici o tredici anni) facenti parte di una famiglia abitante nel nostro fabbricato, “tre sorelle” tutte più grandi di noi ed anche belle “figliole”. Loro solevano starsene sulla loggetta che circondava la loro abitazione e che “aveva la vista” sul cortile e commentavano, sghignazzando, le nostre gesta. Noi avevamo capito che sollevando“castamente” gli sguardi verso “il cielo” molto “casualmente” s’incrociavano le gambe delle “tre sorelle”…a quell’epoca ancora non andavano di moda i famosi “blue-jeans”. Ecco quindi spiegato, credo, il successivo “vietato l’accesso”. Altri ricordi non me ne vengono in mente e quindi torno sui miei passi. Lascio il CORTILE, esco su via della Polveriera e, nel palazzone di fronte, il mio sguardo va verso il civico numero 8. Ai tempi della mia infanzia, della mia gioventù e della mia adolescenza era una abitazione a livello strada occupata da una famiglia, madre, padre cieco e due figlie femmine una delle quali piuttosto “sbarazzina”. La madre fabbricava in casa i “caramellotti” (zucchero filato solidificato non si sa bene con quale procedura) i quali, avvolti in carta sgargiante, venivano venduti, da lei che camminava sempre con il marito sottobraccio, in giro qua e là per il rione ma soprattutto davanti le vicine scuole Vittorino da Feltre. Per tornarmene a casa mi avvio verso la fermata del bus davanti al Colosseo e per farlo oltrepasso via degli Annibaldi su quella orrenda passerella (non si po’ neppure definire ponticello) più adatta in una“selvaggia foresta equatoriale” costruita qualche anno fa. Incrocio tra i cento e i duecento turisti giapponesi debitamente muniti di tre o quattrocento macchinette fotografiche di ogni forma e dimensione i quali sorridono estasiati. Velocemente (adesso cammino in discesa) arrivo alla fermata e salgo sul bus. Sorrido anch’io fra di me, soddisfatto di aver rivisto i miei vecchi luoghi …compreso il CORTILE.
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33 commenti:
Hoy Hoy Monty,pensavo di non arrivare piu'-Che giro che abbiamo fatto,per arrivare al n.41 questa via ti riporta tanti ricordi,indietro nel tempo-
Pero' non hai appurato se la signora grassoccia effettivamente si ricordava di te o meno.
Continuavo a leggere,via dalal poveriera n.xyz,via dalla polveriera n.xyz
Perchè il blog è senza numero civico??eh,eh,eh,-
Comunque,posso darti un consiglio??? Alla sera una bella tisana,di quelle rinfrescanti,che conciliano il sonno,
oppure...lascio alla tua grande fantasia,...hi.hi.hi.e capperotti,ogni volta ci fai fare dei giri cosi lunghi per le vie di roma,che alla fine c'ho il fiatone!!!un abbraccio notturno,cosi conciliii,il sonno:-)
Mi è parso di sentire l'odore dei caramellotti della signora... è stata una bella passeggiata grazie Aldo sempre squisito! :)
Ecco l'effetto che fa dormire poco: la mente lavora, va ai ricordi e ti prende la nostalgia...
Chissà che uragano di emozioni entrare nel CORTILE!
Salute, Aldo!
Senti, Aldo: o tu usi la penna (o meglio il mouse) come Paganini usava il suo violino, o io mi sto rimbambendo.
Sì, perchè questo post mi ha quasi commosso.
Allora, come la mettiamo?
Considera che sono un cagliaritanaccio polemico e maturo, non una mammoletta.
Eppure, nel legger il post mi sembrava d'essere lì, ad esplorare la tua Roma d'antan. Bravo!
P.s.: 3 giorni fa, 3 operai morti 2sul lavoro." Che rabbia! Non siamo nel 2009, siamo nel 1899.
Ciao.
Aldo, il cortile, ricordo quello di mia nonna, era fantastico!dove
animali e uomini vivevano in armonia.
Feci anche un post.
ha ragione Riccardo...le tue parole scritte sono musica che arrivano al cuore emozionandolo.I ricordi sono come i ritornelli delle canzoni, ogni tanto se ne canta uno.
Sono contenta che i nostri mouse si sono incontrati.
Ciao e buona giornata.
Perfetto, hai descritto così bene il percorso che mi accingerò a vedere questo famoso CORTILE.
IL Cortile ce lo vedo bene come titolo di un buon libro scritto da te! ;)
@gabrybabelle: Manon ti è piaciuto passeggiare li dove ebbe i natali il monticiano?.
Eppure la zona divenne famosa proprio per questo fatto.
Perchè invece non mi canti "Oh mio babbino caro" dall'opera lirica di un atto di Giacomo Puccini?. Già non sei una soprano e non ti chiami Lauretta.
@ANNA: Squisito come i "caramellotti"?
Per noi tutti erano un mistero i loro ingredienti ma andavano a ruba.
@Angelo azzurro: Veramente ho provato tante emozioni.
Ma non saprei dare una spiegazione sul fatto che improvvisamente m'è tornato il desiderio di tornare lì. Salute anche a te Angelo.
@riccardo uccheddu: purtroppo è molto più importante la tragedia di quegli operai deceduti al lavoro nella tua Sardegna. Siamo veramente tornati indietro di 110anni.
Molto generosi i tuoi complimenti, grazie. Ciao anche a te.
@rosy: anch'io sono molto contento che i nostri "topolini" si siano incontrati.
In questo modo molti ricordi ci terranno compagnia.
Se Riccardo ha parlato (tuo marito se non sbaglio)cosa è successo? Gli hai dato una martellata su di un ginocchio come Michelangelo al suo Mosè? Buona giornata anche a te.
@l'incarcerato: Se ti capita di andare a visitare quel CORTILE per favore controlla se c'è sempre la targa con su scritto: "Qui nacque e dimorò il...." ecc.ecc.
non avevo capito niente, io pensavo tu abistassi ancora in via della polveriera e ogni volta che ci passo cerco di "vedere se ti vedo"
eh,eh,eh, Monty,ho letto i commemnti...ma lo sai che qui da te è divertente leggere i post ma persino ci commenti??nonchè le tue risposte!!
Ieri,o meglio stanotte,a notte fonda,come una licantropa,passando mi sono dimenticata di dirti che t'ho visto in linea ma non potevo chiamarti ero impegnata in na lunga tele-videata trans/ Oceanica,
non interrompibile,e poi dopo,non c'eri piu'chissa' magari stasera,ma non sono sicura di essere"In postazione"ma tu vedi sempre se io sono in linea,se si lanciami un fischio..squillante!!
Perchè sono ripassata?ah,si letto il tuo commento,haimè
debbo dirti che:
Ho risposto al TUO Commento da me,MA te lo riporto anche qui ,PARI PARI,è GIUSTO CONOSCERE L'AVVICENDARSI degli EVENTI CHE REPENTINAMENTE CAMBIANO!!si CAPISCE si CHE SIAMO SOTTO ELEZIONI E SONO (SOLO) LE EUROPEE,FIGURARSI SE FOSSERO LE POLITICHE!!
Come volevasi dimostrare,Il trailer su YouTube del film:"Shooting Silvio" è sparito,scomparso,
bannato debellato-E' rimasto sul canale Y.T. meno di 24 h. Ho messo l'avviso sul blog"Chi desidera vederlo,cliccando su play vedrà apparire la scritta:An error occureed please,try again later"Non state ad impazzire,nessun try again later(riprova
più tardi) E' solo un modo per nascondere,che l'hanno cancellato dal canale-Cancellato,senza avere nemmeno il coraggio di ammetterlo...la dice lunga!!!.La mannaia della censura Berlusconiana ha colpito ancora. Al pari del blog della "piccola Noemi"scomparso dal web,compreso di tutte le web pagine cache da google.Mai vista una cosa del genere. Sulle pagine cache di Google ci sono memorie web,di ben oltre 10 anni fa'-
Non è facile imporre ai vertici di Google Italia,un simile e repentino
comportamento. Mi piacerebbe conoscere la natura della richiesta per una simile cancellazione?C'erano scritte cose per cui ci si poteva aspettare un attentato a livello Nazionale?O al contrario le storie"private" della piccola Noemi davano fastidio a "qualkuno"(qualcuno con la kappa è obbligatorio!!)Comunque,tornando al film,"shooting silvio" ho il trailer,l'ho conservato,preso da Y.T.,e,tanto per essere chiari e precisi,visto che siamo tutti spiati,è stato preso non grazie al P2p(non è la P 2, a tanti, noti personaggi, ben conosciuta, ma semplicemente il file sharing di condivsione)ma
bensì,scaricata direttamente dal canale Y.T. DI ACCESSO PUBBLICO PER TUTTI!!!(tre parti del film)
www.youtube.com/watch?v=BORqLjEKIE4
Non so' per quanto tempo ma lo potete trovare anche qui,uno spezzone del film!!
Aldo a volte assalgono certi desideri ad un tratto...è capitato anche a me, però poi, malinconia e nostalgia si rincorrono...
Aldo,e pensare che se non ti fossi deciso ad aprire questo fantastico blog non avremmo mai potuto conoscere storie così belle,momenti così intensi di vita vissuta,tanto amore per la gente e per la tua città,un amore che si respira ad ogni tua parola.
Sei bravissimo,ma non ti fare prendere dalla nostalgia o malinconia,sono cose per anziani,non per noialtri...
Continua a raccontare.
Un abbraccio e tutta la mia simpatia-
Aldo, ho scoperto che sono riuscita a farti trasalire con l'immagine del post...spero che il tuo cuore non ne abbia sofferto!! :)
Ciaoooo
Bardo e i suoi racconti minuziosi : ci 'porti' dritti dentro le tue storie!
PS non so come fai, io non mi ricordo neanche il nome della via che ho dietro casa...
@zefirina: purtroppo manco da quella via dal 1956, anno del mio matrimonio ma, dopo aver girato altre tre o quattro zone di Roma, sono approdato 40 anni fa all'Esquilino, tra la metro Manzoni e Piazza Vittorio. Mi divide dal mio vecchio e bellissimo Rione Monti, soltanto la zona di Via Merulana, Largo Brancaccio e Colle Oppio.
@gabrybabelle: meno male che in qualcosa riesco a rendermi utile divertendoti.
Per il collegamento ho provato e provo molto spesso ma trovo sempre scritto "sono al lavoro", Ma io sono paziente. Come non lo sono più con questo mare di melma che ci sta sommergendo. Adesso censurano anche i film...Ma perchè non si occupano di cose più serie ed urgenti come casa, lavoro, lavoratori, pensionati che devono stare attenti al centesimo, imnquinamento ecc. Non vedo la luce, gabry, non la vedo proprio in fondo a questo tunnel in cui molti italiani ci hanno infilato.
@stella:Eh già, l'importante è riuscire a soddisfarli questi desideri poi però,quando non sarà più possibile, allora arriverà la tristezza.
@chicchina: Eppure, cara, non credevo di potercela fare ma, lo confesso, la forza per seguitare mi è venuta e mi viene dall'aiuto, dall'affetto, dall'incitamento e dalla simpatia di tutti i blogger amici, come te.
Un abbraccio anche da parte mia.
@Angelo azzurro: Sì caro Angelo ne hai combinata una grossa
perchè se il cuore non ne ha sofferto gli occhi mi si sono spalancati a dismisura e la testa è andata in ebollizione.
Aldo, sei grande!! Riesci sempre, SEMPRE a farmi ridere quando leggo i tuoi commenti. Sei uno spasso, davvero!!
Ciao, passa una serena notte!
Buona sera Aldo, che emozione che deve essere rivivere questi bei ricordi di gioventù, lo hai scritto così bene che sembrava di viverlo insieme a te. Buona serata e buona vita, Viviana.
P.S. proverò a cercare su Google Earth la via della polveriera
Un veloce saluto, e ti lascio alle tue interlocutrici: ti rendi conto che sono quasi tutte di sesso femminile? Qualcosa significherà no? :-d
Aldo
ti abbraccio e ti bacio!!
Buona notte
Ornella
"La ricerca del tempo perduto"...
@aleph: la mia speranza è proprio quella: far provare agli altri quello che provo io quando racconto i miei ricordi, che in verità non sono poi così eccezionali. Capita anche a me di dimenticare le cose più recenti o più vicine.
@Angelo azzurro: Io ce la metto tutta per scrivere controcommenti
più piacevoli possibili aiutato in questo dai graditi commenti dei blogger amici. Anche a te una notte serena.
@Viviana: Cerco di scrivere così come ricordo il più vicino possibile alla realtà. Buona notte e buona vita anche a te.
ps.Via della polveriera la trovi facilmente: tra il Colosseo,il parco del Colle Oppio (sotto c'è la dimora di Nerone) e Piazza San Pietro in Vincoli.
@Vincenzo Cucinotta: Non credo che lo facciano perchè sono aitante,bello e giovane. E' come se ascoltassero il proprio nonno che racconta fiabe.
@Tua madre Ornella: Grazie per ricordarti sempre di me come altrettanto faccio io con voi.
Vi abbraccio con molto affetto.
@pia: proprio così, un commento breve ma efficacissimo e non credo di farla soltanto io questa ricerca.
Ci hai accompagnato per mano nei luoghi della tua infanzia, grazie.
Ciao Aldino. passo per salutarti con l'ultimo post mi ritiro dal blog, ci risentiremo al mio ritorno, e grazie di tutto...
durante la mia assenza fai il bravo.
Ti abbraccio.
Aurevoir rosy.
...il calzolaio, figura che mi ha colpito, oggi quel mestiere sembra non esistere più... si preferisce comprarle nuove piutosto che rifarci i tacchi.
IO VOGLIO IL CALZOLAIO...
Grazie per questo splendido viaggio, forse i profumi erano diversi ed anche i colori...
Vi era purezza, malizia... ma tanta verità. Oggi è difficile...
Grazie :)))
Elsa
Anche a me capita giorni in cui un desiderio irrefrenabile mi spinge a ripercorre strade o rivedere luoghi. E' forse la voglia di verificare che quel tratto della nostra vita sia ancora in grado di riprendere vita se solo torniamo a guardarlo.
...che bello monticà....il mio di cortile era così interessante!!!!!!!!!!!
Aldo, solo un saluto. Vado a vedermi Report!
Buona visione anche a te!
Ciao!
Ciao Aldo! ti ho seguito nel tuo percorso di memoria e di strada, sei sempre coinvolgente e dettagliato con quel pizzico di humor che adoro!
Un abbraccione!
Samantha
@fabio: evidentemente era nostalgia. Capita a volte di sentire il bisogno di voler rivedere certi luoghi. Tra questi anche quelli dell'infanzia e dell'adolescenza. Grazie a te.
@rosy: Mi comporterò da bravo bambino, te lo prometto. Farò in modo che al tuo ritorno non debba prendere sculacciate.Un abbraccio.
Ciao e arrivederci presto.
@Elsa: Un tempo c'era tutto questo che tu descrivi e che adesso rimpiangiamo.
Non era una gran vivere ma si viveva tutto. Grazie a te.
@M.Cristina: In quei luoghi che abbiamo conosciuto molto bene, andandoci oggi troviamo sì molti cambiamenti ma i ricordi di allora ci aiutano a farli ritornare nella nostra mente com'erano.
@upupa: Quel particolare luogo dove si viveva sembrava avere un fascino particolare. Così si rammenta.
@Angelo azzurro: Visto Angelo? Non bastano i danni creati in Italia.
Si va anche negli altri continenti a combinare guai e guasti ambientali.
Ciao Samantha, io stavo rispondendo ai commenti dei blogger amici e tu mi hai fatto questa gradita sorpresa.
Un abbraccio anche a te e tutto OK, grazie.
E alloraaaaaaaaa...che è sta fiacca? Tira fuori un altro racconto che ci fa bene, susù, non è ancora ferragosto ostregheta.
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