Mi trovo in una cittadina dei Castelli Romani, a poco più di 30 Km. da Roma e i cui abitanti - a volte la combinazione – si chiamano monticiani.
Sono arrivato di primo mattino per sbrigare una certa pratica per conto del titolare dello studio in cui lavoro e, dopo circa un’ora, ho già terminato.
Credevo mi occorresse più tempo, tanto che ho avvertito tutti che mi sarei dovuto assentare fino a sera inoltrata ed invece eccomi qui libero e giocondo.
Mi siedo su una panchina del viale-passeggio di questa piacevole cittadina e mi accingo a leggere un quotidiano. Dopo un po’ lo chiudo e comincio a guardarmi intorno: paesani – o cittadini? -, villeggianti a corto, medio e lungo termine, familiari dei suddetti, passanti. Un bellissimo campionario. Mi giungono alle orecchie conversazioni più o meno animate che volutamente cerco di non ascoltare, non perché non m’interessano, ma perché non m’interessino.
Vedo un gran movimento: è la giornata della fiera-mercato settimanale .
Fisso nella memoria tre scene sulle quali mi soffermo di più:
1^ - Un gruppetto di tre giovani, due uomini e una donna, età tra i 25 e i 30 anni, barbe, capelloni, piedi scalzi e abbigliamento quasi hippy si avvicendano ad un banco per vendere, dopo averlo reclamizzato con una ininterrotta litania, un apparecchio (?) di plastica per affettare, macinare, tritare ogni specie di ortaggio. In sintesi una grattugia piana, da tenere in mano o poggiare su di un recipiente. Nulla di meccanico o elettrico o idraulico. A me personalmente ha fatto l’effetto di un ritorno indietro nel tempo di almeno quaranta anni. In ogni caso ha riscosso notevole successo. Spiegare il perché mi riesce difficile.
2^ - A distanza di un paio di metri l’uno dagli altri quattro uomini, russi – ritengo profughi ebrei –
i quali, dopo che ciascuno di loro è riuscito ad accaparrarsi una piccolissima fetta di marciapiede, contrattano naturalmente a gesti, per cercare di vendere agli incuriositi e numerosi passanti, ogni sorta di strani oggetti: ninnoli, soprammobili, orologi tascabili come andavano di moda un tempo, foulard, cartoline illustrate di tutti i formati raffiguranti Mosca o Leningrado, quadretti, distintivi e orsacchiotti mascotte delle Olimpiadi di Mosca 1980, persino un grosso apparecchio per diapositive ed ancora altri oggetti, il tutto con evidenti scritte in caratteri cirillici e palesemente di foggia russa.
Anche qui ottimi affari e reciproca soddisfazione per entrambe le parti.
3^ - Due “vitelloni” locali all’abbordaggio di una ragazza.
Descrizione approssimativa di questa ultima: m.1,50 di altezza, 40 Kg. di peso, 20 anni di età.. Bruna di capelli, carnagione scura, lineamenti piuttosto marcati. Zoccoli altissimi, blue-yeans e maglietta-corpetto rosa tutta ricamata, in filo di cotone, completamente traforata e quindi trasparente: sotto la maglietta niente assoluto all’infuori del mezzo busto composto d’epidermide, carne e ossa. Quale ghiotto boccone per i vitelloni di cui sopra e forse anche per…
In pochi minuti missione compiuta. Passo vicino la panchina occupata dal terzetto almeno un paio di volte e tutto procede che è un vero piacere. Pissi pissi, bao bao a tutto spiano. Quindi missione riuscita.
Passeggio qua e là tra i vari banchi che vendono di tutto: attrezzi d’ogni genere e per vari usi, biancheria, mobilia, generi alimentari e tanto altro ancora. Non mi accorgo però che nel frattempo le ore sono volate. Sono quasi le 15.00 p.m. e ho saltato il pranzo senza che me ne sia accorto. Cambio programma, cenerò questa sera, per ora mangio un panino.
Fatto. E adesso? Prendo un’insolita decisione.
Mi dirigo al vicino ed unico cinema dove, con modica spesa, trascorro due ore assistendo alla prima visione – almeno per me – di un pessimo, orripilante film, nel quale i personaggi interpretati da attori italiani e stranieri o presunti tali, partecipano ad una sorta di gara per aggiudicarsi il più grosso dei classici pesci in faccia. Mi riferisco ovviamente a ciò che dicono e fanno nel film – e come lo dicono e come lo fanno – la cui trama, basata sui soliti inflazionatissimi gangsters italo-siculo-americani, presenta a mio giudizio l’originalità, se così si può dire, di essere ambientato esclusivamente a Roma.
Sinceramente ne esco un po’ nauseato. Probabilmente non m’intendo né di film né di attori.
L’ora sarebbe quella della cena. Tra l’interno e l’esterno di una classica “fraschetta” dei Castelli Romani ho scovato, libero, soltanto un unico tavolino traballante nel bel mezzo del più numeroso e rumorosissimo agglomerato di tavoli, sedie e convivianti. Mi siedo e riesco ad ottenere dopo mezz’ora dall’aver ordinato, due fette croccanti di pane cotto a legna condite con pomodoro fresco e un goccio d’olio, una trasparente fetta di formaggio non ben definito, un bicchiere di vino bianco. E per tornare al punto dell’ora della cena secondo me c’è gente che deve averla iniziata nel primo pomeriggio; altri che sono al dessert, in pratica fagioli con le cotiche; altri ancora al bis o al tris della bruschetta; alcuni che nel chiedere il conto al cameriere lo pregano di portarlo accompagnato da: tre porzioni di maiale in salsa verde, due di prosciutto e melone, un litro di vino e mezz’acqua minerale. Insomma dalle 20.00, ora in cui sono riuscito a sedermi, fino alle 24.00, ora in cui sono riuscito ad alzarmi, ho assistito ad uno dei più belli spettacoli del mondo. Posso pure sbagliarmi ma ho avuto varie volte l’impressione che qualche gruppetto di persone ha pagato, si è allontanato e, dopo un giretto nei pressi, appena libero un tavolo, ha ricominciato daccapo.
La giornata mi è piaciuta perciò credo che presto ritornerò in questa ridente cittadina.
29 commenti:
ti leggo sempre con piacere (anche quando non commento.
Sono ancora in tempo per augurarti un bellissimo 2010? Un bacionbe. muccina.
eheheheheheh
qualcosa mi sfugge però... racconti del 1979 quindi non ci sei più tornato?
buon inizio settimana
Giusto! Come dice Pupottina, non ci sei più tornato? Co' 'sto freddo, pure mo' me li magnerei i facioli co' le cotiche!!!
Ciao Aldo, l'idea dei fagioli con cotiche è solleticante, è un piatto che si deve gustare...
Un racconto molto grazioso e spiritoso, devo dire che anch'io, quando andavo in giro per lavoro, mi soffermavo a guardare qualche bancarella, ma lì da te è stata un'altra cosa, un connubio di mezzo mondo...quello che piace a me:-) Ti abbraccio.
ci son cose che non ho capito riguardo la ragazza...
ma il racconto mi è gustato molto ugualmente
Le cittadine sono ridenti senz'altro per la loro bella posizione, ma anche per l'umanità varia che li frequenta, come in questo tuo racconto dove ricordi con estrema precisione di particolari le scene. Ma avevi il taccuino e prendevi appunti?
aldo ma dove eri?? a montecomprati???? io più che le cotiche mne sarei magnata na bella fetta de pane co' la porchetta!!!!
sono curiosa anch'io di sapere se ci sei più tornato!
Avevo avuto anch'io lo stesso dubbio di Pupottina a proposito della data. Ma il commento sulla ragazza mi ha fatto capire che ti riferivi proprio al 1979 e probabilmente ci racconterai di quando ci sei tornato nel prossimo racconto. Il tuo racconto mi ha fatto venire in mente la prima volta che sono andata al mercatino di Porta Portese, nel lontano 1986. Ad una bancarella vendevano indumenti usati di ogni tipo a 1000 lire cad. e il venditore per attirare i compratori gridava: " Venite, forza, tutto a 1000 lire, comprate che è tutta robba rubbata":))))
Io adoro sempre i racconti di Aldo.
Io adoro Aldo in effetti anche.
Caro Aldo, un giorno del 1980, era estate, mi trovavo a Roma per lavoro. Una famiglia di trasteverini veraci, mi hanno invitata a casa loro. Hanno preparato tutto er mejo che se poteva immaginà:
1-bucatini alla matriciana.
2-fagioli con le cotiche
3-abbacchio scottadito
4-le puntine...di non ricordo più il nome.(verdura)
5-i carciofi alla giudia e un sacco di altre eccellenti cose che non ricordo più... che mi credevo de morì!
Io non facevo che magnà e loro non facevano che magnà e parlà.
Parlaveno de tante de quelle storie, de questo e de quell'altro che no se fermaveno più. E io dicevo si e no e... se dicevo come?...faceveno finta de niente e continuaveno co i discorsi sua.
Giornata indimenticabile!!!
Salutoni :-))
Quanto mi piace leggerti, ma che memoria che hai!!! Io non ricordo cosa ho mangiato ieri, comunque mi associa a Pupottina ... e vero che non ci sei più tornato?
@Renata: Va benissimo anche così.
Per gli auguri, che gradisco, c'è tempo fino al 31 dicembre 2010.
Un grosso bacio anche a te.
@Pupottina: Ma sei proprio una
curiosona tu, vero?
Buona settimana anche a te e a Kevin.
@Bastian Cuntrari: A me li facioli me so' sempre piaciuti - borlotti, cannellini no - ma le cotiche proprio nu me so' mai piaciute.
@riri: Qunado ci sono le fiere nei vari paesi intorno Roma è uno spettacolo da non perdere.
Per i bancarellari è un'occasione d'oro.
Un abbraccio anche a te e Nicola.
@la Volpe: Con la ragazza sarebbe piaciuto anche a me scambiare quattro chiacchiere ma i due "vitelloni" mi hanno preceduto.
@Alberto: Esattamente, avevo il taccuino, per la precisione un quaderno scolastico e prendevo
appunti che ho ritrovato qui in casa.
@zefirina: La risposta è esatta e la signora ha indovinato: ero proprio a Montecompatri.
Ad ogni modo pane casareccio e porchetta non me li sono fatti mancare.
@Angelo azzurro: Anche tu sei curiosa. Suspense.
@Luigina: L'anno era esattamente il 1979.
I bancarellari di Porta Portese qui a Roma sono capaci di venderti anche casse funebri a prezzo ridotto.
@Le Favà: Grazie amico mio per le tue generose considerazioni per un nonno che spera di meritarle.
@Nounours: Quanno a Roma se deve da magna' nun esistono limiti.
Quella verdura - o insalata - se chiama "le puntarelle" e se magnano crude arricciate e condite bene vanno giù che so' 'na meraviglia.
Un salutgone a tutti voi.
@Galatea: A volte la memoria fa anche dei buoni scherzi.
Sieie tante a voler sapere del ritorno.
E ora puoi andarci tutti i giorni hi te lo impedisce? 30 km non sono tanti per godere di una bellissima giornata e di una bruschetta fatta a legna.
un bellissimo post, poi quell'aspetto culinario mi alletta :)
Sì! Sì! Proprio puntarelle!
Bacioni Aldo.
un abbraccio ^____________^
Caro Aldo,
come piacciono anche a mè i mercati rionali!!!
C'è sempre tanta merce da vedere...
e di tanti generi...
Io mi ci perdo...e chissà perchè trovo sempre qualcosa da acquistare
Vedo che Sei rimasto contento della giornata passata in quel paesino!!! E sicuramente ci Sei ritornato altre volte...
Caro Aldo,visto che fà molto freddo Ti abbraccio forte forte,
ed un bacio da Anna2.
Solo stamattina mi sono accorta del Tuo rientro.. Speriamo che Pascquale non Ti abbandoni più.
Sono sempre belli i Tuoi racconti, quello dei ciclamini è magico anche se sono convinta che quei fiorellini volgono verso l'interno proprio per sorbire l'umidità :)
Mi piace questo Tuo ricordare fin nei minimi dettagli giornate particolari passate ormai da un pò.
Ti do il mio bentornato e non cadermi ancora nel silenzio :)
Buona serata Aldo
Come stanno oggi i ciclamini? :-)))
@il cuoco: In questa stagione purtroppo me lo impedisce il cattivo tempo e il freddo che lì, a 700 metri si fa sentire. Certo che la nostalgia si fa sentire.
@sR: Sapessi quanto alletta me,però purtroppo devo frenarmi.
Nella foto sei tu da piccolo? Oppure?
@Nounours: Già proprio loro. Hai gustato che specialità?
Ciao e altrettanto a te.
@Pupottina: Ricambio il tuo abbraccio affettuosamente.
@La Mente Persa: Ma che ti preoccupi per la linea?
Datti da fare a tavola non s'invecchia mai.
@Anna2: E sì, ci sono ritornato ancora.
Sono freddoloso e quindi mi è stato utile il tuo abbraccio. Grazie.
@Francy274: Mi fa piacere sapere che anche a te sia piaciuto lo scritto sui ciclamini.
La questione del mio eventuale futuro silenzio dipende unicamente
dal mio pc-Pasquale. Ora è nuovo e spero che non faccia più capricci. Buonanotte a te.
Ciao Aldo, ti auguro una serena giornata. Qui ieri una leggera spolverata di neve..oggi è sereno :-) ti abbraccio
A me non interessa tanto se ci sei più ritornato, mi interessa che oggi, attraverso il tuo racconto mi hai regalato una fettina della tua vita.
Sempre interessante, quello che racconti perchè i tuoi occhi sanno cogliere i momenti della quotidianità della comunità che ci circonda, oltre che li raccogli ma li elabori con la mente è con il cuore, ecco perchè i tuoi racconti son fantastici!
Un abbraccione.
no no, non sono io da piccolo. è un pupetto che ho trovato su internet
:)
Ciao Aldo,ti lascio un saluto per dirti che ci sono,anche se poco presente.Serena settimana.
holaaaaaaaaaaa Sor Aldo bello!!
Le frashette cor vinello bono e fagioli con le cotiche (a dì la verità le cotiche nun me piaciono manco a me)na delizie per palato gente...... ;)
ti abbraccio forte forte un nega besito!!
p.s. a proposito de quello che te dovevo da dì?? Era proprio quello che hai capito ...ahahahah
baciottooooooooooooo
Piove ancora da quelle parti o è tornato il sereno? Lo spero per te, che altrimenti ti tocca rimanere chiuso in casa, accipicchia! Ciao Aldo
piacevole come sempre leggerti. buona serata
@riri: Qui a Roma invece malgrado ogni tanto si affacci un pallido sole fa un freddo boia e io continuo a non uscire da casa. Mannaggia.
Ti abbraccio anch'io.
@rosy: Ci sono ricordi che sembrano non volersene più andara dalla mia mente e allora li racconto scrivendone per tenermeli ben presenmti.
Anche da parte mia un abbraccione.
@sR: Beh, rimane sempre un bel bambino e hai fatto bene a sceglierlo per il tuo blog.
@chicchina: Lo so benissimo che ci sei, grazie.
@NADIA: Ma che lo negamo a fa', a noi ce piace de magnà e beve...ma ce piace pure de lavora' quanno che lo trovamo.
HASTA SIEMPRE!!!
@Angelo azzurro: Purtroppo qui continua a fare freddo e io continuo a stare accanto a Pasquale tutto il giorno. Almeno mi riscaldo il cuore.
Ciao Angelo.
@AlessandraLace: Grazie, sempre gentile.
Buonanotte.
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