Oltre mezzo secolo fa ho vissuto anch'io vari periodi di disoccupazione dovuti ad un bel po' di motivi, ma quello che si provava in tali frangenti era un misto di indignazione e di umiliazione.
Ecco perché mi immedesimo in tutti coloro che attualmente sono disoccupati o, purtroppo, in via di diventarlo.
Nel rammentare la mia situazione di quegli anni lontani mi tornano in mente episodi poco gradevoli ma nello stesso tempo buffi, tanto che allora ci scappò anche qualche sorriso forzato. Intorno ai vent'anni a seguito della morte del mio datore di lavoro rimasi a spasso e mi misi subito
alla ricerca di un'occupazione qualsiasi.
La prima difficoltà che incontravo era dovuta al fatto che non avevo ancora effettuato il servizio militare. Ricordo le parole che mi venivano rivolte nel corso dei primi colloqui che facevo con chi, forse, avrebbe potuto assumermi e che suonavano pressapoco così:
= "Carissimo, non discuto sulle sue ottime referenze, ma lei capisce che per la nostra attività non possiamo permetterci il lusso della sua assenza di oltre un anno a causa dei suoi obblighi verso il servizio di leva. Lei sa che per legge noi dovremmo conservarle il posto per tutto il periodo."
Dopo altri due o tre tentativi falliti, andai a fare il servizio militare terminato il quale di nuovo alla ricerca di un lavoro qualsiasi.
Nel frattempo lavori saltuari e in nero.
Mi presentati anche dinanzi alla proprietaria di un grande negozio vicino dove abitavo a quei tempi, la quale preso atto di quanto le stavo dicendo circa i miei precedenti mi disse:
="Bene, lei sarebbe disponibile da subito per questo lavoro?"
="Certamente signora"
="Principalmente lei si dovrebbe occupare di consegne a domicilio presso i nostri abituali clienti dentro e fuori Roma. Abbiamo il nostro furgone adatto al trasporto di cose voluminose. Lei che tipo di patente ha?"
="Veramente non ho patente di nessun tipo."
La signora, dispiaciuta, mi salutò dichiarandosi disposta ad un eventuale secondo colloquio se fossi riuscito a patentarmi.
Un giorno mi ricordai che un cliente del mio precedente posto di lavoro mi aveva preso in simpatia e mi aveva anche detto che era capo-ufficio del personale di una azienda comunale. Lo andai a trovare e mi chiese di fargli avere un curriculum che lui avrebbe esaminato e proposto a chi di dovere. Neppure ventiquattr'ore dopo tornai da lui con quanto richiestomi e attesi circa una settimana prima di ritornarci per sapere qualcosa.
Mi ricevette molto cordialmente e mi disse:
="Sai, andrebbe tutto molto bene, però manca qualcosa"
="Cioè?"
="Non conosci un monsignore, un vescovo che possa farti una raccomandazione scritta da allegare..."
Lo interruppi, gli dissi che poteva restituirmi quello che avevo scritto e me ne andai piuttosto incavolato.
Decisi allora di mettere un annuncio di ricerca di lavoro sul quotidiano più diffuso di Roma nel quale avviso precisavo che, come dattilografo, avrei accettato di lavorare anche non in pianta stabile.
Il giorno dopo la pubblicazione di tale mia ricerca di lavoro ricevetti una telefonata e una voce femminile mi chiese:
="Scusi è lei che ha messo quell'annuncio sul giornale per un lavoro da dattilografo?"
="Sì, certo, mi dica"
="Ecco, io sono una scrittrice e vorrei sapere se lei può dattilografare sotto dettatura il testo di un mio libro di prossima pubblicazione"
="Certamente, mi dica che devo fare"
="Può venire oggi pomeriggio a casa mia così prendiamo gli opportuni accordi?"
="Va bene, mi dia per favore il suo indirizzo."
Ottenuto l'indirizzo e le relative istruzioni presi nota e mi preparai per questa nuova opportunità di lavoro.
La scrittrice abitava in una lussuosa zona residenziale di Roma, piuttosto lontana da dove abitavo io ma, servendomi di tram e bus, arrivai ugualmente a destinazione con circa quindici minuti di anticipo riguardo l'ora fissata per l'appuntamento.
Entrai nel portone ed un omone in divisa da custode mi chiese da chi dovevo andare, lui si assicurò del fatto tramite telefono interno, mi indicò l'ascensore e salii al terzo piano. Suonai al campanello della porta indicatami in precedenza e, dopo qualche attimo, mi venne ad aprire un cinquantenne, mingherlino, piuttosto scarso di capelli, con indosso una giacca avana, bottoni e spalline dorate. Sarà il maggiordomo pensai. Mi disse di attendere un attimo perché mi doveva annunciare alla signora.
Quando di lì a poco entrai dove presumibilmente avrei incontraro la scrittrice rimasi senza fiato.
Un enorme salone, grande quasi come l'atrio di una stazione ferroviaria, strapieno di poltrone e divani su uno dei quali era comodamente seduta una bella signora, ben attrezzata fisicamente, capelli rosso acceso, di un'età che non riuscivo a definire, profumatissima come se fosse uscita in quel momento da una vasca colma di Chanel n.5. Mi fece segno di avvicinarmi, m'invitò a sedermi ed iniziammo a fare reciproca conoscenza. Confesso che ero affascinato da quella signora, ma nello stesso tempo mi chiedevo quando si sarebbe cominciato a parlare del lavoro che dovevo fare. Ad un certo punto lei si alzò, andò verso una grande finestra che aveva i vetri aperti, si affacciò e mi chiese di andarle vicino poiché aveva qualcosa da farmi vedere giù in strada. Quando, un poco stordito dal profumo che emanava, mi misi accanto a lei, m'indicò un luogo poco distante e mi disse:
="Vede quell'edificio?"
="Sì, sì..."
="È l'Hotel du Soleil. Mi dovrebbe fare la cortesia di andare lì e dire all'addetto alla reception che stasera ho necessità di avere a mia disposizione una stanza matrimoniale..."
="Ma signora per quel lavoro che..."
="Non si preoccupi, oggi non sono in vena, cominceremo domani. Si scriva le mie generalità e vada per favore a prenotarmi una camera per questa sera."
Mezzo imbambolato, presi l'appunto, salutai il maggiordomo-mingherlino comparso improvviamente dal nulla il quale mi accompagnò alla porta e quindi uscii.
Nello scendere le scale cominciai a pensare a quello che era successo. Via via che camminavo verso l'Hotel mi posi alcune domande: perché non prenotava la camera via telefono? Perché non ci mandava il maggiordiomo-mingherlino? Perchè voleva che facessi io quella prenotazione? Mille ipotesi mi ballavano nella testa, ma presi subito una decisione: ridussi il biglietto con il nome della scrittrice in mille pezzettini e me ne tornai a casa. Lei non telefonò né quel giorno e neppure in seguito, io non ci tornai più.
Qualche tempo dopo mi chiamò un architetto conosciuto ai tempi del mio primo impiego, il quale aveva fatto il progetto e assunto la direzione dei lavori riguardo un edificio di civile abitazione di proprietà di una cooperativa. La costruzione doveva sorgere in una zona di Roma, nei pressi dell'EUR, su di un terreno tipo prateria, un po' acquitrinoso, con cavalli, mucche e pecore allo stato brado che pascolavano tranquillamente. La mia mansione consisteva nel dover andare nel cantiere
che si stava aprendo, tutti i giorni feriali, esclusi sabato e domenica, dalle otto del mattino fino alle diciassette del pomeriggio con un'ora di pausa per il pranzo e lì controllare che i lavori procedessero secondo il contratto d'appalto. Dissi all'architetto che io non ne sapevo nulla di lavori edilizi, ma lui mi tranquillizzò dicendomi che ogni giorno gli dovevo telefonare così lui mi poteva fornire tutte le indicazioni necessarie perchè i lavori procedessero secondo quanto stabilito nel contratto. Lui non poteva presenziare perché occupato in altre attività. Lavorai – per modo di dire – in quel cantiere dove vidi sorgere quell'edificio dalle fondamenta fino a quasi l'ultimazione delle rifiniture di tutti gli appartamenti. Poi il 15 dicembre 1956, leggendo una inserzione sul quotidiano di Roma, sempre quello della volta scorsa, trovai il mio impiego definitivo presso uno studio notarile.
Dopo circa sette infiniti anni l'avevo fatta finita con la disoccupazione.
22 commenti:
I tuoi ricordi fanno sperare i tanti disoccupati e cassintegrati di oggi.
Ma sette anni! Sembrano un'eternità!
Non riesco a scrivere un commento con il mio blog di splinder.
Pazienza
Anche tu hai dovuto penare, insomma, prima di trovare stabilità.
Ricordo anch'io la lunga lista di domande ed incontri prima di trovare il mio primo impiego...
Difficile era partire, poi l'esperienza aiutava. Ora non c'è più nemmeno quel vantaggio! Anni duri questi...
Buon fine settimana caro Aldo! ciao
La gavetta bisogna farla tutti, è diventato un obbligo in fatto di lavoro. La cosa più grave, oggi, è che nemmeno più quella ci lasciano fare! Buon 1 maggio Aldo!:O)
Ciao Aldo, non sono riuscita ancora a leggere il tuo post. Mi preme mandarti un saluto e augurarti una buona giornata in attesa di rileggerci.
A presto, Nou.
buon primo maggio e come sempre grazie di condividere questi brllissimi ricordi
Carissimo Aldo,
buon primo maggio,ehh..si'..è per tutti,questa trafila.
Oggi... è sicuramente peggio...
Questi giovani sono sfiduciati,
hanno poche speranze,bisogna aiutarli a dar loro fiducia,nel mondo che verrà.
Penso che oggi, se non hai una conoscenza,non risolvi nulla.
Come vorrei fare qualcosa nel mio piccolo!!!
Un caro saluto a Te,dalla tua cara Anna2.
Caro Aldo, con il tuo post, hai ricordato a tutti i ragazzi che trovare lavoro non è cosa semplice da mai. (E' capitato anche a me.) Questo tuo scritto mi ha fatto molto riflettere: raccomandazioni SEMPRE!!!! Inoltre, dovevi essere un bel ragazzo!!!
@emanuela 1^) e 2^): Mi auguro che li aiuti per ora almeno la speranza senza però dover aspettare troppo tempo.
Questo commento è arrivato e ti ringrazio, non so di altri.
@Angelo azzurro: Spero di no ma la vedo difficile la situazione ai tempi di oggi.
Buon fine settimana anche a te caro Angelo.
@luly: Se la "gavetta" che si fa dura troppo tempo allora si arrugginisce e non si sa cosa può succedere.
Un abbraccione a tutti voi.Auguri
@Nounours: Grazie dei tuoi graditi saluti, non ti preoccupare
c'è tempo.
Ciao Nou.
@la Volpe: Sei molto generoso caro amico, grazie e auguri.
@Anna2: Il fatto è cara Anna 2 che i tempi oggi sono ancora più difficili di quelli di una volta e per quanto uno cerchi di fare qualcosa per loro le porte rimangono inesorabilmente chiuse.
Ti saluto con affetto.
@serenella: La situazione attuale non consente grandi speranze specie per chi non ha un "santo in paradiso".
Sulla faccenda del bel ragazzo mi pare non aderente alla realtà, ad ogni modo grazie.
Purtroppo in questo periodo siamo tutti presi da 'grandi problemi' sia a destra che a sinistra e dimentichiamo pure il centro
intanto i giovani restano a spasso
e la disoccupazione avanza
ma chi se frega:
chi pensa alle riforme, chi alle escort, chi si sente estromesso,
scandali o presunti
insomma chi sta bene sta sempre meglio, chi sta male sta sempre peggio!
Allegria amico mio
il mondo gira cosi'
cosi' e' se vi pare
buona giornata Michele pianetatempolibero
Aldo questo tuo post ci fa capire che i tempi per chi è in cerca di lavoro non sono poi molto cambiati. L'unica differenza è che ora la gavetta, se si possiedono tutti i requisiti per farsi l'esperienza bisogna farla... gratis e le raccomandazioni spesso non bastano.
Io però ci sarei andato a fare quella prenotazione in quell'albergo, giusto per cercare di capirne il motivo....
caspita, sette anni durante il boom economico...e oggi allora?? no, non rispondermi...
Trovare lavoro è sempre stato complicato. Il lavoro poi, quando ti arriva, non è certo quello che tu avresti desiderato svolgere e ti devi adattare. Intanto lui condiziona tutta la tua vita futura e così non te ne puoi più disfare. Ho desiderato spesse volte di mandare tutto all'aria. Sempre ho resistito in attesa del minimo pensionabile e per fortuna ho raggiunto tale traguardo. Se non vivessi assieme a mio marito con il mio minimo sarei in serissime difficoltà di arrivare a fine mese...la sopravvivenza è piena di rischi...e anche la ricerca del lavoro...
Un uomo con dignità si rifiuta di essere raggirato da una donna manipolatrice e straccia a piena ragione le sue meschine generalità: bravo Aldo!
Un abbraccio Nou.
Mah, la gavetta va pure bene, ma oggi mi sa che non sia più questione di gavetta: è questione che devi baciarti i gomiti se trovi un lavoro precario. Anche nel mio settore c'è che va in pensione come precario...
Comunque, io ci sarei andata, a prenotare all'albergo. Mica per niente, per scoprire che diavolo voleva mai quella tizia... A proposito: capisco che tu non possa dirne il nome, ma sarei tanto curiosa... Solo una cosa: è diventata famosa?
Aldo
un grande abbraccio e un bacio
(siamo in attesa della decisione del Giudice ...una ansia....)
Ornella
@Michele: Il guaio è che noi lasciamo
che il mondo giri così.
Ci dovremmo dare tutti una bella svegliata e provare a farlo girare in un altro modo.
@Luigina: Ciò che preoccupa è la disoccupazione giovanile e quella femminile specialmente.
Non mi pare di vedere un bel futuro.
@Veneris: In quel momento mi sono lasciato assalire dalla rabbia e dallo sconforto.
@Punzy: D'accordo non rispondo.
Taccio io o tacci loro?
@Nounours: Grazie Nou. ciò che mi scossiò molto all'epoca è stato il fatto di essere trattato come un burattino.
Anche a te un abbraccio.
@Ibadeth: Lì per lì ebbi quella reazione. In seguito, qualche volta mi sono chiesto se avessi agito così come richiesto come sarebbero andate le cose.
Poi col tempo tutto è finito nel dimenticatoio compreso il nome della "scrittrice" che non ho mai saputo se era famosa o meno.
@Tua Madre Ornella: Comprendo benissimo la tua ansia che è diventata anche la nostra.
Un grosso abbraccio cara Ornella.
Aldo....non fare il modesto!
Caro Aldo, la tua odissea fa capire che trovare lavoro è stato sempre un'impresa.
La storia della signora scrittrice, ha lasciato come dire.. una pagina vuota nel tuo racconto.
Mi sarebbe piaciuto sapere come sarebbe finita e dove saresti finito tu!? forse, hai perso un'esperienza e noi con te.
Pazienza, meglio cosi.
Ma, mi consolo pensando che finalmente dopo sette anni ( questo sette sta da per tutto)trovasti lavoro...ma credimi oggi non lo si trova manco dopo 70 anni.
Mercoledi camminerò nella Capitale e ti penserò
Ciao fratellone e buona settimana.
insomma hai trottato pure te!!
me sa che la vita nun cambia allora.... ciao la tua nipotina Marianna anche se so fiduciosa basta che sto governo cade !!!!!
bacio grande!!!
@serenella: Va bene non devo fare il modesto però voglio essere onesto. Non mi faccio la barba al mattino e quindi non mi guardo allo specchio ma quando ero giovane me la facevo e, credimi, lo specchio non mente.
@rosy: Purtroppo credo che il dramma della disoccupazione ai giorni nostri sia più drammatico di quegli anni, hai ragione. C'è chi dovrebbe trovare un rimedio ma non lo fa.
E allora benvenuta nella capitale.
Ciao sorellina e auguri.
@Marfianna: Tu sei fiduciosa che 'sto governo cade, io lo spero proprio.
Oggi è ancora più difficile. ma il tuo post spinge ad avere speranza. Stringere i denti e non mollare mai.
Grazie, sei sempre molto educativo...
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