OTTOBRE 2007 - E venne il giorno! Proprio così. E’ venuto il giorno del mio ritorno in quel luogo ameno dove ho soggiornato dal 10 al 19 aprile e dove NON ho avuto il piacere di conoscere lo SCONOSCIUTO. Tralascio volutamente i dettagli del perché del mio ritorno. Almeno uno dei risultati che dovevo raggiungere è stato in ogni caso raggiunto Per il secondo se ne parlerà alla prossima puntata. Questa volta cinquanta ore appena sono state necessarie tra entrare ed uscire ma sono bastate per conoscere ed osservare un paio di compagni-soggiornanti. Sono certo che anche loro mi avranno osservato. Dopo oltre tre ore d’attesa tra disbrigo pratiche per l’accettazione e il reperimento di un letto disponibile faccio il mio ingresso nella stanza dove mi hanno sistemato la quale non è, ovviamente, la stessa dell’aprile scorso ma l’arredamento è identico: sempre tre posti letto, dei quali due già occupati ed il terzo, vicino la vetrata che dà sulla veranda, preceduto da un numero e quindi con la lettera C è quello assegnato a me. Come la volta precedente.
Calma piatta su tutto il fronte. E’ l’ora della pennichella post pranzo.
Nel primo letto a destra, entrando - lettera A – dorme placidamente un uomo del quale non sono distinguibili le sembianze ma soltanto il luminoso pigiama di seta, azzurro, maniche corte.
In quello centrale, sostenuto da quattro cuscini e fornito di tubicini per aerosol, ossigeno e catetere, si trova seduto un uomo piuttosto su con gli anni, assistito da un paio d’infermieri filippini e circondato da due o tre congiunti uno dei quali sembra darmi il benvenuto dicendomi “arriva la gioventù”(?).
Dopo le rituali operazioni per la mia sistemazione comincio con calma ad osservare tutto ciò che mi circonda. La veranda o meglio la terrazza a livello della stanza è davvero enorme credo più di una sessantina di metri quadrati ed è accessibile da altre quattro stanze oltre la nostra. Col trascorrere del tempo ho potuto notare con quanto piacere essa è usata da pazienti e congiunti - maggioranza femminile - soprattutto come “fumoir”.
Trascorsa un’ora “pigiama azzurro” si sveglia e si avvicina al mio letto. E’ un settantenne non molto alto, robustello, barba mefistofelica e radi capelli, entrambi grigi. M’informa che è un colonnello dei carabinieri naturalmente in pensione, che casa sua è situata ad una ventina di chilometri dall’ospedale, località di mare, che si trova lì tra noi perché ha circa 200 di pressione, circa 200 di glicemia, che ha le braccia, mostrandomele, piene di buchi e lividi giacchè per i prelievi di sangue necessari per le analisi non gli trovano mai le vene. IO NON GLI HO FATTO NEPPURE UNA MICROSCOPICA DOMANDINA. Evidentemente non vedeva l’ora di parlare con qualcuno disposto ad ascoltarlo. Durante l’intera nostra permanenza in ospedale - usciti entrambi lo stesso giorno ed alla medesima ora -, sia chiamando che ricevendo tramite il suo cellulare, ha reso partecipi anche altri, amici, conoscenti e parenti, di quello che stava passando informando tutti minuziosamente sul suo stato. A VOCE ALTA… Mah! Non ho contato quante altre volte mi ha ripetuto queste sue vicende, sempre le stesse. Evidentemente credeva di non avermene mai parlato. Prima di uscire ha fatto una chiamata, a voce alta, dicendo di essere il “colonnello tal dei tali” e che desiderava parlare con l’alto funzionario “tal dei tali”. (Se è in pensione sempre “colonnello” si presenta?). Mi è sorto un dubbio ma me lo sono tenuto. Una brava persona in fin dei conti, sempre desideroso di conversare usando un linguaggio pittoresco, in dialetto autenticamente romanesco intercalato da parole notevolmente “colorite”. In pratica come tra “compagni di camerata” dello stesso distretto militare romano.
Il soggiornante lettera B del letto di centro si è limitato a proferire pochissime parole peraltro con una flebile voce udibile soltanto da chi gli accosta l’orecchio. Ma si fa capire benissimo con i gesti.
La sera del mio primo giorno di degenza,verso le 20, sono venute a salutarmi un paio delle mie affezionate “zanzare-iena nottambule”. Munito di uno spray adatto allo scopo ho spruzzato la vetrata con un po’ di liquido protettivo. Qualche minuto dopo, al sopraggiungere di due parenti di lettera B sono stato invitato a non usare più quello spray perché il loro congiunto ne avrebbe sofferto. VA BEENE!…L’indomani mattina, rientrato dalla sala operatoria, mi sento osservato da lettera B il quale non appena si accorge che gli rivolgo il mio sguardo congiunge le mani come se volesse pregare, mi fa un cenno per mimare lo spruzzatore, scuote la testa in senso negativo facendomi capire abbastanza facilmente di evitare l’uso dello spray. Io chino la testa affermativamente, lo tranquillizzo gestualmente e lui, sempre soltanto con la testa e abbozzando un sorriso, mi ringrazia. Sembra la sequenza di un film muto. Quando cala la sera una gentile infermiera ci chiede se può provare il telecomando che ha in mano verso il televisore, disattivato, che si trova nella nostra stanza. La invito a farlo anzi le chiedo se una volta acceso lo può lasciare in funzione su Rai tre poichè io e “pigiama azzurro” vorremmo vedere un certo programma. Lei acconsente e se ne va.
Due congiunti di lettera B naturalmente informati a gesti, ci chiedono se possiamo spegnere il televisore facendoci capire che il “dominus” non gradisce il suo funzionamento. Io e “pigiama azzurro” ci guardiamo e acconsentiamo evitando, a denti stretti, qualsiasi commento. VA BEEENE!
Trascorro la seconda nottata tranquillamente anche perché le “zanzare-iena” non si sono fatte né sentire né vedere. Anche loro devono aver capito l’antifona.
Il giorno dopo, appena pranzato, io e “pigiama azzurro” ci salutiamo perché siamo in uscita, salutiamo anche lettera B e i suoi congiunti i quali cortesemente, gentilmente e sinceramente ci ringraziano per la nostra pazienza. Va bene, ne valeva la pena.
Sono riuscito, prima di andarmene, a strappare qualche informazione circa il mio vecchio SCONOSCIUTO di qualche mese prima: dopo qualche giorno dalla mia dimissione è stato trasferito in una vicina clinica convenzionata, per persone che hanno quel tipo di problema. Il nome? VILLA ARMONIA.
Giusto, aveva bisogno di trovarne un po' con se stesso.
36 commenti:
mi sono riletto tutti gli arretrati e devo dire che oltre a una bella fantasia hai davvero una eccezionale memoria per i particolari!
grazie di condividere queste storie che fanno compagnia a un'anima insonne!
Ciao Aldo, è un racconto molto dettagliato, anch'io ti faccio i complimenti come la Volpe per la tua straordinaria memoria:-) Così finalmente hai avuto qualche notizia dallo sconosciuto, e speriamo ritrovi un pò di armonia.In ospedale è sempre così, trovi chi la vuole cotta e chi la vuole cruda, speriamo che almeno la pasta era al dente:-)))
Un abbraccio ed un cordiale saluto.
a Villa Arzilla si sarebbe trovato prima ...
Ciaoooooo Aldo,
intanto sono contenta che sei ritornato alla "base"....mi adeguo con le parole visto che si parla di colonnelli, poi è proprio vero che quando si ha necessità di ricovero, si trovano persone simpatiche, ma anche tanto noiose, che non sono mai contente di nulla e suonano in continuazione il campanello perchè hanno sempre bisogno di qualcosa!!!
Sempre belli e simpatici i tuoi racconti.
Ciao buona giornata
Baciotto
Bruna
un Macroscopico complimento per la pazienza, lo Sconosciuto era meglio che andasse in quella dopo forse più adatta conosciutissima ai più
tale clinica Canta che ti passa!?
ciao aldì...carle'
Vabbè,la camera diventa una 'comune' , ma un po' di do ut des mi sembrerebbe normale.Due tappini nelle osecchie,no?
Quando leggo i tuoi post mi sembra di assistere a delle scenette comiche e mo' sono curiosa di sapere se rivedrai lo 'sconosciuto'.
Cristiana
Mammamia quanto trovi quei tipi appiccicosi che non ti lasciano in pace e che continuano a parlare parlare e parlare senza sosta e senza darti nemmeno il tempo di rispondere io divento matta…ma come hai fatto a rimanere così tranquillo?
è un bel racconto come sempre!!!
un abbraccio e buon weekend ^__________^
Un bel racconto... scrivi molto bene.
Ciao Aldo e buona giornata. Però... che esercizio di pazienza!! Non ho "esperienze" in tal senso, tuttavia, leggendo il tuo racconto mi par di capire che sei una persona molto ma molto paziente... già sono allergico a questo tipo di ambienti, capitarmi anche una "compagnia" difficile, sarebbe veramente una iattura!!
Ti auguro un sereno fine settimana e ti lascio un saluto!
Sono pervaso da grande curiosità come la Cristiana e aspetto notizie. Intanto, come tutti del resto, non posso che complimentarmi per lo stile monticiano, un marchio DOC, perchè sembra di riviverle le cose, tanti tanti particolari che fanno da cornice a storie già interessanti per conto loro. Grande Aldo.
Anch'io vorrei sapere... e lo sconosciuto?
A quanto pare il soggiorno forzato è stato anche una piccola tortura con quel rumoroso compagno di stanza. Bravo Aldo a tener botta!
Forza Monty, l'essenziale non è entrare in quei posti lì, ma uscirne, tutto il resto son sciocchezze, altro che case a Montecarlo!
Caro Aldo, sempre paziente e accondiscendente!
Ciao Aldo! Non voglio perdermi niente e aspetto il prossimo. Non sempre s'imbrocca giusto. Per me è andata bene una su cinque.
Un abbraccio
Nou
La convivenza forzata può essere terribile ma tu ne fai, come sempre, un racconto piacevole, lo so, lo so, io invece mi ripeto, diventerò il "pigiama azzurro" del tuo blog!
Aldo fratellone mio
l'importante che si racconta e tu lo fai egregiamente.
In questi posti dove si diventa, per breve tempo compagni di viaggio, un viaggio che viene accomunato dalla stessa stanza, e forse dai stessi problemi, nasce una certa intimità per forza di cose
eppure, questi tuoi compagni di viaggio come vedo non li hai dimenticato, di loro ricordi i loro volti e non li dimenticherai mai e su questo non ci piove.
Si divide la stessa stanza, i stessi medici i stessi infermieri e forse anche le stesse problematiche,
ma loro sono ricordati da te...con le lettere B, A- questo ci fa capire come in questi posti dove c'è la sofferenza,la lotta è uguale per tutti, non hanno più importanza ne i nomi e ne i titoli.
Un bacione grande e contenta di averti conosciuto e stracontenta di averti incontrato di persona e posso dire che con la stessa simpatia e spontaneità che scrivi cosi parli
ed è bello ascoltarti dal vivo e anche leggerti
Mentre leggo sento la tua simpatica e armoniosa voce
Ciao fratellone.
notte serena e grazie di tutto...
i tuoi racconti sono sempre vividi
Che grande esercizio di pazienza Aldo. Con quelle iene elle zanzare, con i colonnelli logorroici, con il parentado appiccicoso...meglio uscire che entrare. La tua abilità descrittiva continua a sorprendermi. E' da stamattina che vedo questo tuo post scorrermi davanti su GoogleReader; ma, avendo pochissimo tempo, nel corso della giornata passo oltre...tengo la lettura delle tue pagine per il momento più adatto: a quest'ora ho tutto il tempo per assaporare con calma.
Ciao Aldo. Buonanotte.
Stasera...dopo tanto tempo...riesco a leggerti:O)
Un abbraccio!
@la Volpe: Spero sinceramente che ti facciano compagnia. Grazie delle tue parole.
@riri: Quella pasta credimi era ottima. Finalmente un pasto decente.
Un abbraccio ad entrambi.
@giardigno65: Erano riusciti a trovare un posto per lo sconosciuto solo in quella clinica.
Però "Arzilla" sarebbe stato meglio.
@DIANA BRUNA: Grazie, purtroppo in ospedale non si sa mai chi puoi incontrare. Lo stesso discorso vale anche per chi incontra me.
Un abbraccione e buonanotte.
@carlo: La clinica "Canta che ti passa" credo anch'io che sarebbe stata la migliore. Ciao Carle'.
@cristiana: Se mettevo i tappi nelle orecchie mi sarebbero sfuggite troppe cose.
@Ellys...Martina: In quei posti non troppo belli bisogna armarsi di pazienza. Mi ci sono abituato.
@
@Pupottina: Grazie e buon fine settimana anche a te.
@Giovanni Greco: Grazie, detto da te mi fa piacere.
@Carlo: Come si dice comunemente "ci ho fatto il callo". Troppe volte sono andato in quei luoghi poco piacevoli.
Auguri anche a te e un caro saluto.
@Il rospo dalla bocca larga: Sei molto generoso e ti ringrazio.
@Ibadeth: Lo sconosciuto tale è.
@Angelo azzurro: Mi e costato un po' ma ce l'ho fatta.
@enrico: Finora mi è andata bene, sono uscito e non sono andato a Montecarlo.
@Stella:Mi costa un po' ma ce la metto tutta.
@Nounours: Vorrei che seguitasse ad andarmi almeno benino.
Un abbraccio anche a te, Nou.
@PEPE: Il "pigiama azzurro" non ti dispiacerebbe, non lui e le sue chiacchiere.
@rosy: Sono ricordi che mi sono difficili da dimenticare forse perchè vissuti in quei posti.
Grazie di tutto a tesorellina e auguri per una buonanotte.
@zefirina: Cerco di scrivere episodi che mi sono realmente accaduti, almeno in questi frangenti.
@Sandra Maccaferri: Spero allora che ti abbia fatto piacere leggerlo.
Ciao Sandra e buonanotte anche a te.
@luly: E' un piacere tornare a leggerti.
Un abbraccio anche da me.
Che premio sontuoso Aldo!
Mi ci associo.
Cristiana
un abbraccio carissimo....come sempre sei molto molto ricco di fantasia...
@Cristiana: Grazie, siamo associati.
@upupa: Grazie e un abbraccio anche a te.
...cosa mi hai ricordato aldo, quella meravigliosa pennichella post pranzo, vale a dire intorno all'una, che esiste solo in ospedale, c'è qualcosa di buono in ogni dove...buona domenica
Il tuo racconto è come sempre avvincente e ricco di dettagli che danno un quadro vivo della scena.
Ma che brutte persone quelle malate di egocentrismo, pronte a parlare ossessivamente di sé senza ascoltare gli altri o pronte e sensibili solo alle proprie esigenze e non a quelle degli altri. Purtroppo è pieno il mondo di questa gente.
;-))
Ti invidio la flemma e questa capacità di sopportazione. ;-))
Volevo scaraventarla giù dal 10° piano assieme al telecomdando TV e al fottuto cellulare con la sua fottuta suoneria a volume alto "finchè la barca va" che alle cinque del mattino mi ha fatto pensare a un incubo.
Smak Aldo ;-))
Tina
Beh, Aldo, hai dimostrato un notevole grado di pazienza!
Mamma mia Aldo..che autocontrollo hai?
Io da paziente mi sai trasformata in IMPAZIENTE INTOLLERANTE ACIDA e BASTARDA!
:D
Io, nelle stanze becco sempre quelle che non vogliono si apra mai la finestra, perchè prendono freddo!
FREDDOOOOOOOOOOOOOO? Ma se negli ospedali, anche a febbraio, non ci sono meno di 50°! Grrrrr!
LO SCONOSCIUTO è finito a VILLA ARMONIA...
Se non l'hanno cercato...mi sa che i suoi parenti stanno ancora FESTEGGIANDO A CASA SOLLIEVO DELLA SOFFERENZA !
Bacio
mi sarei*
Oddio, Monticia'..da quando ho smarrito l'aureola...sbaglio tutto..sigh..sob...sigh... :-(
Arrivare e leggere i tuoi ricordi è davvero un buon ritorno! Ciao Aldo! Se vengo a Roma ci mangiamo quella pizza e ci beviamo quella birra! :)
@ady happyborn: Direi che quelli sono i momenti migliori.
Buonanotte.
@Ambra: Proprio così. Sembra che in quei luoghi l'egocentrismo aumenti.
@Tina: Mi son dovuto abituare con il tempo ad essere paziente.
Ha rischiato grosso quella tua vicina di letto.
Grazie, altrettanto.
@Adriano Maini: Sì, me lo riconosco anche da solo.
@Noemi (ma nana)1°) e 2°): E Grace è rientrata in convento?
E' vero si incontra sempre qualcuno che ha problemi con il freddo. Dello SCONOSCIUTO nessuna notizia. L'errore ci scappa, non preoccuparti.
Un abbraccione.
@Maraptica: I pizzettari stanno già al lavoro, basta un fischio e si mangia. E si beve birra.
Ciao e buonanotte.
Anche io come pepe sono il tuo 'pigiama'...io lo indosserò bianco, almeno puoi cambiare:)))
Ti abbraccio forte!
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