Ci stava riflettendo da un bel po' di tempo ma era avvenuto tutto in maniera così strana che ancora stentava a crederci. Con il trascorrere dei giorni però si convinceva sempre di più che in lei stesse avvenendo un vero e proprio cambiamento della propria vita. Era rimasta vedova a trent'anni con due bambine una di cinque e l'altra di tre anni e con l'onere gravoso della gestione di un'azienda di proprietà del suo defunto marito. Con l'aiuto dei propri genitori e dei consuoceri, tutti avanti con l'età, si era dedicata completamente alle due bambine e al lavoro finché attualmente, sulla soglia dei sessant'anni, poteva ritenersi molto soddisfatta di come stavano andando le cose. Viveva da sola nella propria casa ma le domeniche e i giorni festivi li trascorreva sempre con le sue due figlie, i loro mariti e i loro bambini. Dalle 13 alle 14 di tutti i giorni lavorativi pranzava in un ristorante vicino la propria azienda malgrado i pressanti inviti delle due figlie che lì dentro collaboravano con lei e che avrebbero voluto la madre a pranzo a casa loro. I proprietari del ristorante, due coniugi, la moglie cuoca e il marito cameriere, ormai le avevano riservato permanentemente un piccolo tavolo dato che quelli più grandi erano sempre occupati da un gran numero di clienti. Da circa quattro mesi il proprietario le aveva chiesto se poteva far sedere a quel piccolo tavolo un cliente e, ottenuto il suo assenso, glielo aveva prima debitamente presentato. Un uomo alto, robusto, capelli bianchi, un settantenne pensionato così come lui stesso le aveva detto. Molto educato, riservato, non parlava quasi mai, mangiava con parsimonia e non beveva né vino e neppure birra, solo acqua normale. Terminava di mangiare sempre prima lui, salutava, saldava il conto e usciva. Un giorno lei prese l'iniziativa e, in attesa che le servissero il pranzo, chiese al taciturno commensale se voleva scambiare qualche parola. Lui aderì gentilmente ma si trattò soltanto di una sorta di monologo poiché lo stesso raramente aprì bocca. Lei si sorprese a pensare così senza una ragione precisa, che il modo di agire di quest'uomo la incuriosiva molto e quindi ogni giorno che passava lo incitava sempre a colloquiare con lei. Spontaneamente gli raccontò le vicende della propria vita e allora anche lui si vide come costretto a raccontarle le proprie. Era vissuto sin dalla nascita in un orfanotrofio, non aveva mai conosciuto i propri genitori e non aveva neppure fratelli o parenti alla lontana. A 14 anni, uscito dall'Istituto, iniziò a lavorare come aiuto manovale e poi, col passare del tempo, essendo molto capace, aveva fatto "carriera" nel ramo fino al punto che l'impresa nella quale lavorava da sempre, gli aveva pagato gli studi e diventò geometra. Era stato sposato ma aveva divorziato perché sia sua moglie sia lui volevano dei figli ma, dopo accurate visite mediche, gli dissero che non poteva averne in quanto sterile. Non si era risposato, viveva da solo in un residence e, andato in pensione, frequentava soltanto un gruppo di amici operai suoi ex colleghi. Le cose procedettero così per un lungo periodo di tempo. Continuarono a vedersi anche fuori dal ristorante, una volta a casa dell'uno e la successiva a casa dell'altro, ma sempre così da semplici amici magari fraterni. Un giorno vennero a conoscenza che il sabato successivo ci sarebbe stata una bellissima mostra a Firenze e, di comune accordo, decisero di andarci sia pure per quel solo sabato, arrivato il quale dalla stazione lei telefonò alle figlie dicendo che per quel giorno non si sarebbero viste e disse loro che sarebbe partita in treno per Firenze ma che sarebbe tornata la sera stessa sul tardi. Malgrado le rimostranze delle figlie che volevano sapere più particolari, lei partì e, con il suo amico, arrivati a Firenze, andarono a visitare la mostra. Non fecero in tempo a visitarla tutta ed allora lei propose di rimanere ancora in quella splendida città. Lui accettò. Trovarono per puro caso una sola camera libera a due letti in un discreto albergo. Si procurarono presso un supermercato il necessario per la notte e, dopo una lauta cena in un ristorante poco distante, fecero ritorno in albergo, dove rimasero a parlare per quasi l'intera notte. La mattina dopo tornarono a visitare la mostra ed era quasi sera quando decisero di pernottare sempre nello stesso albergo. Ma non andò come la prima notte perché ad un certo punto sentirono il desiderio di abbracciarsi. Quasi di slancio lo fecero e poi...dopo...finirono entrambi col..."commuoversi". Dopo anni di astinenza non avevano perduto la loro naturale vitalità. Era ormai lunedì, tornarono a Roma con il primo treno e quando lei s'incontrò con le figlie e i rispettivi mariti confidò loro e per intero il suo "segreto" con il logico sbalordimento di tutti. Ma lei, alle loro naturali rimostranze, annunciò che tre mesi dopo si sarebbe sposata con questo suo amico certa che la "commozione reciproca" non li avrebbe abbandonati.
E così fu.
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Tempo fa lessi da qualche parte che quando si è vecchi la vita dei sensi e dei sentimenti è morta e sepolta, consumata fino in fondo, MA PUO’ NON ESSERE COSI’.
20 commenti:
E no, che non è così! L'uomo vive sino all'ultimo respiro nella sua interezza e perciò sensi e sentimenti non vengono "consumati": sono parte della sua essenza. Vanno solo vissuti in maniera diversa, adattati alle circostanze, per goderne comunque. :)
un caro saluto
Dirò una banalità, ma l'amore non ha età. E certe volte arriva quando meno te l'aspetti.
Una volta lessi questa frase: "Anche se c'è la neve sul tetto, c'è il fuoco acceso nel camino" e mi piacque molto.
Magari questi due non avevano neanche la neve sul tetto, visto che oggi ci sono anche dei prodotti anti-neve...
Mio Dio, ma questa storia è bellissima.
La "commozione" e la tenerezza vincenti in questo bellissimo racconto! Fa sperare :)
Un abbraccio caro Aldo!
Ha ragione Alberto e non dobbiamo mai smettere di dirlo...
Ah, queste storie piene di tenerezza e malinconia!
Io al massimo dopo il pranzo avrei offerto il caffè al signore taciturno.
Ma che bella questa storia!
Concordo completamente con Alberto perché quello che lui dice non è una banalità, ma risponde per intero alla realtà.
Mi é piaciuto molto ciao
Tenero e pieno di speranza. Grande Aldo! :)
Storie così mi fanno commuovere, sono n'inguaribile romantica..l'amore non ha età, incontrarsi e percorrere insieme quel che resta del cammino è una scelta bella e difficile, a volte forse difficile da comprendere (parlo dei figli), m poco importa, ho un'amica che a 60anni ha trovato l'anima gemella, un distinto signore siciliano divorziato, della sua stessa età..adesso li vedo in giro, mano nella mano..ed è bello..:-)Grazie Alduccio, per questo delizioso racconto..baci e buon fine settimana, a riri-sentirci:-)
CIAO ALDO.
Sono Lina , la cognata di Rosy .
La settimana scorsa stavo a casa sua quando stavi parlando con lei al telefono, e ci siamo salutati ,ti ricordi? Mi ha fatto piacere ascoltare la tua voce .
TI AUGURO UN BUON FINE SETTIMANA LINA
Io vorrei tanto sapere chi è quell'idiota che ha pronunciato la frase che hai citato a conclusione del post.
Per far cosa?
Per MENARLO,ovvio.. hahah!
L'amore non ha età e, a una certa età, non ha neanche secondi fini e pregiudizi :)
Mi ci voleva una storia tenera a fine giornata, grazie Aldo ;-))
Concordo con Alberto e aggiungo, l'età è solo un contatore che niente deve avere a che fare con le scelte dei singoli, mi pare che la pantera nasce carnivora e non diventa vegetariana a causa dell'età ;-))
Buona serata Aldo ;-))
A volte le donne hanno più iniziativa degli uomini, per fortuna.
L'amore possiede infinite sfumature e mi associo con chi dice che non ha età.
Cristiana
Ciao Aldo!!!
che bello questo racconto!!! è dolcissimo, tenerissimo e molto molto romantico.... è bello che si siano incontrati e capiti ... è bello che l'amore non abbia età ^_____^
Caro Aldo, questo post mentre lo leggevo mi venivano i brividi per la sua bellezza, di come lo hai raccontato così pulito e col sottofondo musicale che accompagna la lettura.
Che dirti Aldo ogni età ha le sue emozioni e credo che più si è grandi e più sono piene e vere..la gioventù è molto frettolosa e certe volte si perde la vera poesia.
Buona domenica bacio ciao
Banalità? No davvero. So per certo che l'amore non ha età .
Leggerti è "far" pace con la vita!!!!!!!!!!!!!
quanta tenerezza e dolcezza in questo racconto, come sei solito fare nei tuoi racconti. un abbraccio
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