sabato 18 agosto 2012

LA PRIMA VOLTA CHE VIDI PARIGI

Era l'estate del 1972 e capitò l'occasione buona per andare a vedere Parigi. Mai vista prima.Ecco come andarono i fatti. Il fratello di mia moglie, mio cognato, era anche lui cognato del fratello di sua moglie. Il cognato di mio cognato, nato in Italia, viveva in Francia da oltre vent'anni, insieme alla sua famiglia, faceva il floricoltore e aveva una bella casa nella campagna vicinissima a Parigi. Per capire meglio la differenza il "romano" è il mio di cognato e il "francese" è invece il suo di cognato. Il "francese" aveva invitato il "romano" a trascorrere una quindicina di giorni a casa sua appunto a Parigi estendendo l'invito anche a me in quanto eravamo quasi parenti (?). Io e il cognato romano tenemmo due o tre riunioni per pianificare il viaggio in tutti i minimi particolari. Poiché a partire eravamo in sei e cioè io, mia moglie e mio figlio di 13 anni e lui, il cognato romano, sua moglie e sua figlia di 11anni, decidemmo all'unanimità di andare con due autovetture: la mia 1100/R e la sua Renault. Consultando carte, cartine e mappe apprendemmo che la distanza da Roma a Parigi misurava 1500 chilometri circa e che, senza fermarsi mai – cosa sicuramente impossibile – ci avremmo impiegato non meno di 15 ore. L'unica soluzione era partire all'alba in maniera tale da arrivare a destinazione in un orario ragionevole. Il cognato romano abitava in un quartiere periferico mentre io invece in un rione del centro e allora pensammo di darci un appuntamento al primo distributore di benzina presente all'inizio della via consolare che ci avrebbe consentito di accedere in autostrada verso Torino. Nessuno di noi sapeva di quale società petrolifera fosse il distributore, ma doveva essere il primo, rigorosamente. Le cinque del mattino era l'ora fissata di comune accordo. L'indomani mattina, prima dell'alba, dopo aver regolato i nostri orologi, ci mettemmo in marcia verso il primo obiettivo: un distributore di benzina qualsiasi. Miracolo dei miracoli, alle cinque in punto avvenne il rendez-vous esattamente davanti il primo distributore che, se ricordo bene, era quello del canone a sei zampe. Verso le tredici – dopo otto ore di viaggio – ci fermammo per una brevissima sosta mangereccia e quindi proseguimmo a velocità sostenuta come se non si vedesse l'ora di arrivare alla meta. Quando arrivammo a Lione era già pomeriggio inoltrato. Dovevamo ancora percorrere 500 Km. circa per giungere a Parigi. Una breve sosta e di nuovo in marcia, ma ad un centinaio di chilometri da la Ville Lumiere decidemmo, sempre all'unanimità, di fermarci: eravamo stanchissimi. Cercammo un alberghetto per dormire ma l'unico che trovammo non era di gradimento delle nostre consorti. Parcheggiammo in un prato alberato quasi sul ciglio di un burrone in fondo al quale si vedevano dei binari ferroviari. Avevamo sonno e allora, desiderando "ritirarci nei nostri alloggi", predisponemmo le nostre due auto per cercare di farle diventare qualcosa che somigliasse ad un posto dove dormire. Il cognato romano aveva l'auto con i sedili anteriori adattabili e quindi lui e la moglie si misero discretamente comodi mentre la loro figlia si accomodava sul sedile posteriore. Nel frattempo mio figlio prendeva possesso del sedile posteriore della mia auto e si metteva a dormire con le gambe fuori dal finestrino. Io e mia moglie seduti sui due sedili anteriori. Naturalmente, meno i due ragazzi che, placidi dormirono , noi quattro non chiudemmo occhio anche perché su quei binari ferroviari transitarono molti treni, sia in una direzione che in quella opposta. Riprendemmo il nostro viaggio e, finalmente, verso le undici di mattina arrivammo a Parigi e quindi a casa del cognato francese. Io e i miei ci trattenemmo una settimana ma facemmo in tempo a visitare Champs Elysees, Notre Dame, Tour Eiffel, Tomba di Napoleone e altro ancora che non rammento. La sera prima di partire il figlio del francese c'invitò a noi maschietti a fare una capatina nella strada parigina dove si trovano le Folies Bergeres ed altro. Per noi, quell'altro fu una capatina ad un locale notturno il buttafuori del quale ci aveva magnificato lo spogliarello integrale al quale avremmo assistito. Non fu così, nulla era più casto di quello spettacolo. Meglio. Giusta punizione per dei turisti ingenui. L'indomani di buon'ora io e i miei ci mettemmo in viaggio per Montpellier vicino Marsiglia dove eravamo stati invitati da una mia cugina figlia di un fratello di mio padre. Rimanemmo lì circa sei giorni, facendo in tempo a fare alcuni bagni nel Mediterraneo e prendere atto che a quei tempi, anno 1972, topless e tanga andavano già di moda.

25 commenti:

Unknown ha detto...

Giustamente sono il primo :)
Bel viaggio pieno di ricordi.
Ad essere sincero questo giochetto del "buttadentro" avviene ancora a Parigi.
So da amici che anche Fausto Coppi venne alle Folies-Bergère.
Però deve essere stato un bel viaggio (con una 1100 !)
Se ti va di tornarci dimmelo: organizzerò un giro turistico tra Le Grand Venise - cucina italiana di romani di Centocelle; Café Charbon - per assaggiare i miglior Croissant della Francia; Montmartre e Le Marais visto che il resto l'hai già visto.
Buona domenica caro Aldo.
Pierrot

Susanna ha detto...

Eravate giovani e un'ammazzata del genere allora si poteva anche fare.
Se facessi io oggi una cosa del genere, dovrebbero raccogliermi con il cucchiaino alla frontiera...

robi ciprax ha detto...

caro Aldo,
ho fatto parecchie volte Torino-Parigi in auto e non arrivavo mai...,figuriamoci da Roma!
Sei il vero pioniere di un epoca indimenticabile ed il tuo modo di raccontarla mi coinvolge ogni volta come fosse un film da gustare con il sorriso nel cuore.

Ciao Aldissimo. robi

Adriano Maini ha detto...

Ed io amo, come ben sai, Parigi! Solo che quel tuo viaggio mi ricorda qualcosa che mi é capitato altre volte da altre parti...

Costantino ha detto...

Parigi val bene un pieno di benzina!
Lo dico con un po' d'invidia,io non ci sono mai stato, e con ammirazione per il coraggio dimostrato nell'affrontare in macchina un viaggio così lungo.

Unknown ha detto...

Conosco Parigi ma, se dovessi tornarci, mi piacerebbe andarci con te e farci guidare da Pierrot.
Credo che ci divertiremmo un mondo!
Ciao Aldù
Cristiana

Punzy ha detto...

Roma-Parigi in macchina?? oddio che cosa giovanile e pazzesca hehehhe

Chumani ha detto...

Ho visitato oggi con te Parigi per la prima volta!!
Coinvolgente davvero!!
Sono ancora stremata per la scarrozzata da Roma!
La prossima volta in volo da Fiumicino:)!

Rosaria ha detto...

Caro Aldo, conosco e ho fatto assieme ad Angelo la tua stessa strada con la differenza che noi facemmo anche il San Gottardo, per arrivare dalla sorella di mia madre che abitava a Nancy e dopo 10 giorni con la zia andammo a Parigi. E' davvero una sfacchinata, pensa che per ben due volte ci siamo fatti questa sfacchinata ma eravamo giovani e si poteva fare ma l'ultima volta fu meno penosa, nel frattempo era stata costruita la galleria del san Gottardo.

Parigi è bellissima e la si deve visitare.
Buona domenica Alduccio, ciao!

Nou ha detto...

Sono stata a Parigi due anni prima di te. Ho trovato tutto il fascino che le letture mi avevano anticipato. Ci ritornerei anche se ora sarà molto cambiata.
Io ho fatto altri viaggi rocamboleschi, ricordo una vacanza in più tappe in Costa Azzurra e fino in Camargue. La Francia è molto bella e lascia il desiderio di ritornare. Ho l'impressione che vi siate divertiti molto, a parte qualche disagio.
Un abbraccio Aldo
Ciao Nou

Blogaventura ha detto...

Sempre piacevoli i tuoi racconti caro Aldo. Un abbraccione, Fabio

Carlo ha detto...

Penso che da giovani, pazzie come questa le potevamo sopportare meglio! Ciao Aldo e buona serata. Certo, Parigi è una meta che giustifica anche i 1500 chilometri che bisognava percorrere! Ci tornerei volentieri, per vedere come è cambiata a distanza di 25 anni. Però, in una giornata e con partenza e rientro a Roma, se ne potevano fare anche 1200 per.... una donna! Altri tempi!

Cri ha detto...

Che invidia! :D Pensa che io a Parigi ci devo ancora andare! Spero che davvero Claudio mi presti la sua casetta a Montmartre come mi ha promesso...

Ernest ha detto...

Indimenticabile parigi
Un saluto aldo

Adriana ha detto...

:-)
Prima o poi spero di andarci anch'io, a Parigi...

riri ha detto...

Bel viaggio Aldo, raccontato con enfasi, Parigi è magica e si ricorda con piacere. Un abbraccio, sto tentando di mandare un saluto agli amici, ma visto che fa troppissimo caldo mi fermo qui, passo e chiudo il p.c. Baci, riprovo stasera:-)

Zio Scriba ha detto...

Pensa che io la devo ancora vedere. Davvero imperdonabile! Grazie per avermici accompagnato, almeno con le parole... :)

Carla, i colori...pensieri della mia mente. ha detto...

A quei tempi si poteva fare...complice l'età.
Ora sarebbe da distruzione pura.

zefirina ha detto...

tornerò a parigi a ottobre, andrò a trovare mia cugina che ha aperto un ristorantino a belville

certo il tuo viaggio è stato più affascinante

zefirina ha detto...

p.s. io e il papà di Valentina, la mia prima figlia, andammo in spagna con la mitica 2cv

m4ry ha detto...

Ciao carissimo e dolcissimo Aldo :)
Che bello questo post, che bel racconto...e così, mentre io nascevo ( più o meno ) tu visitavi Parigi per la prima volta! Parigi è una delle mie città preferite ci sono stata 4 volte ( sempre in aereo :) ), ma ci ritornerei sempre e sempre :)
Un abbraccio grande !

Tina ha detto...

Eispetto a te, qualche anno prima e ci sono tornata, ma ho rifiutato di visitare la ferraglia di Eiffel, incantata da Versailles e dal Louvre...e per inciso, il primo bikini l'ho indossato nel 1963.

Spiegalo bene ai bacchettoni odierni che tanga e toples non sono un fatto recente ;-))

Buona serata Aldo ;-))

Unknown ha detto...

che avventura! io non ce la farei, tutti quei km in macchina in due giorni! Parigi è fantastica, ma il mio cuore è a Roma. un abbraccio. buona notte
ps ora ho capito! il topless ed il tanga! :-)

paroleperaria ha detto...

che belli i tuoi racconti di viaggio... :)

Nicole ha detto...

Ricordi stupendi...
Vorrei andare a Parigi.