lunedì 11 febbraio 2013

TANTO TEMPO FA


La canzone "Che bello sta' co' te" di cui al video quì sopra e che ho riascoltato in questi giorni mi ha fatto tornare in mente una breve storia di tanto tempo fa.
Dario un giovane ventiduenne era un appassionato di canzoni romane e, benché di dischi di questo genere ne possedesse una bella collezione, non appena veniva a conoscenza che era in programma da qualche parte di Roma, città in cui era nato e abitava, un concerto di tali canzoni, si può dire che era tra i primi a prenotare un biglietto. Infatti appena apprese la notizia che un giorno, più precisamente una domenica pomeriggio, in un piccolo teatro al centro della città, si sarebbe esibito un noto cantante romano acquistò subito il biglietto per un posto nella poltrona di platea in quinta fila. Quella domenica si presentò al teatro mezz'ora prima dell'inizio e si sedette sulla poltrona segnata col numero stampato nel biglietto d'ingresso. Accanto, sulla sua destra, c'erano due poltrone ancora vuote mentre il resto era già tutto occupato. Qualche minuto prima dell'inizio si presentarono due donne tutte trafelate le quali sedettero nelle due poltrone ancora vuote. Una era giovane, sicuramente della sua stessa età l'altra, che si accomodò proprio accanto al corridoio di transito, poteva avere all'incirca una cinquantina di anni. La giovane poggiandosi sul bracciolo della propria poltrona lo sfiorava appena ma Dario spostò ugualmente il suo di braccio per una sorta di malcelata timidezza. Venne ricambiato dalla giovane con un sorriso appena accennato. Ebbe inizio lo spettacolo ed il cantante non sembrava stancarsi di intonare una serie di belle canzoni romane tra le quali "Che bello sta' co' te", molto applaudita dal pubblico. Dario, guardando di sottecchi la sua giovane vicina si accorse che si stava passando un fazzoletto sugli occhi. Quasi nello stesso istante terminò la prima parte dello spettacolo, si accesero le luci in sala e la signora cinquantenne si alzò dalla poltrona e disse alla giovane che andava a prendere un caffè e se voleva poteva andare con lei ma la giovane preferì non farlo. Dario, incuriosito da quello che aveva visto prima, prese coraggio e, dicendo il proprio nome, si presentò alla giovane e le chiese se si era commossa nell'ascoltare l'ultima canzone. Lei gli disse il suo di nome, Flaminia, e che la canzone era legata a un avvenimento di qualche anno prima. I due giovani continuarono a parlarsi per tutto l'intervallo e così Dario venne a conoscenza che la signora più anziana era la madre di lei, che abitavano in un paesino poco distante da Rona e che Flaminia frequentava un'università romana. Continuarono a scambiarsi reciproche confidenze e poi si scambiarono anche i rispettivi numeri telefonici. Era nata tra loro una simpatia che magari non si aspettavano così a prima vista. Si rividero ancora, molto spesso, tanto che l'amicizia si trasformò abbastanza rapidamente in amore che durò due anni e poco più e che si dovette interrompere perché il padre di Flaminia si era stabilito all'estero per lavoro e quindi lei e la madre dovevano raggiungerlo. 
  La sera prima della partenza i due giovani, Dario e Flaminia, abbraciandosi forte cantarono tra le lacrime "Che bello sta' co' te, me sembra de vola', che bello quanno attero e tu sei qua..."



24 commenti:

paroleperaria ha detto...

:) che storia carina... è vera?
un abbraccio

Adriano Maini ha detto...

Ci "vorrebbe una bella canzone" - come cantava il roomano Eros Ramazzotti - per ognuna di tante similari storie d'amore, no?

Ambra ha detto...

Finale terribilmente malinconico. Mi sembra che spesso le tue storie d'amore si rompano alla fine. Sarà un caso o viene fuori la "tua" vena di malinconia?

Carlo ha detto...

Una bella e malinconica storia d'amore. Anche se la tua è d'altri tempi, credo che ogni storia d'amore o passione abbia una sua canzone. A volte ricorda insuccessi o addii, altre volte amori eterni.

Ciao Aldo, buon inizio di settimana.

zefirina ha detto...

una storia romantica

Unknown ha detto...

Un amore....autobiografico?
Ciao Aldissimo!
Cristia'

Sandra M. ha detto...

Ma ...e poi...come finisce? Io faccio come mio nipote : "vissero felici e contenti" ci vuole. Almeno nei racconti di fantasia.

Susanna ha detto...

Malinconico, però...

Costantino ha detto...

Solo un inguaribile romantico poteva scrivere un racconto così bello.
E, quanto a canzoni, Roma è la patria di Claudio Villa e Renato Rascel!

robi ciprax ha detto...

Che bello sta' co' te Aldo e leggere tanta tenerezza nei tuoi racconti...

Ciao Aldissimo, t'aringrazio. robi

Zio Scriba ha detto...

La cosa più bella di questi racconti è il loro aderire alla cruda verità delle cose. Ti aspetti un vissero insieme felici e contenti e invece ti ritrovi, com'è giusto che sia, un "amore che durò due anni"... :)
Grande Aldo!

Nicole ha detto...

bellissima storia, con finale amaro...
'Le rose che non colsi'
Gozzano docet.


P.S.
Credevio mi fossi dimenticata di te!? Naaaaaaaaaa

MAI!

nucci massimo ha detto...

ecco, basta così poco per far riaffiorare i sentimenti di quando ero giovane e che erano da tempo sopiti. si torna ragazzi coi patemi e le felicità d'allora.

upupa ha detto...

...ma poi si sono rivisti??????????????? Spero di sì...
un abbraccio

Enly ha detto...

CHE FINALE!!!

Tina ha detto...

Mi sto abituando ai tuoi finali contrari alle favole sdolcinate, magari la prossima la fai finire con un "amore eterno" ;-))

Buona serata Aldo ;-))

Nou ha detto...

Ho immaginato questa scena molto colorata, le poltrone erano rosse?, e luminosa, come deve essere stato l'amore fra i due giovani se non altro per la giovinezza e la freschezza degli innamorati. Il finale è un tuo classico, coerente alla vita reale, ma non si sa mai che vi siano finali diversi in futuro...secondo me ce ne potrebbero essere, perché no?

Sandra M. ha detto...

Ciao Aldo, sono di corsa oggi: niente tempo per i blog . Ma passo per dirti che tu la parola stramba (captcha) nei commenti NON L'HAI ...quindi tranquillo, tutto a posto.

Blogaventura ha detto...

E' una storia bella... che mi riporta alla mente un qualcosa che ho provato anch'io nella mia gioventù... un allontanamento forzato... non c'è stato niente di più triste per me... gli anni son passati e il ricordo coi suoi perché insoluti, i rimpianti per quel che poteva essere e non è stato, mi hanno sempre accompagnato. Un caro saluto, Fabio

riri ha detto...

Commuovono sempre queste storie d'amore che si devono interrompere..ma la vita è così, Dà ed a volte toglie. Un abbraccio Aldo!!Sempre belli i tuoi racconti.

Cri ha detto...

Come dice il grande Bardo, o muore l'amore, o muoiono gli amanti; a meno che, ovviamente, l'amore non si trasformi in qualcosa di meno aleatorio e più concreto, e sfoci in un progetto di vita insieme ;)

Punzy ha detto...

i rimorsi si superano, i rimpianti no..

nina ha detto...

Ma tu come fai a conoscerla, questa storia? E le tante storie che racconti, da dove provengono? Chi lo sa!
Certo è che hai una fantasia inesauribile e un gran cuore per renderla emozionante!

Unknown ha detto...

anche io vorrei conoscere il finale, o meglio la continuazione, si sono rivisti? ti abbracio