giovedì 20 febbraio 2014

FA BENE ALLA SALUTE

Beh, a me fa questo effetto e non credo solo a me.
Parlo del saluto "ciao nonno" che mi fanno le mie due giovani nipoti tramite telefono, per iscritto oppure quando vengono a trovarmi ciascuna di loro con i rispettivi...compari...(per ora li chiamo così poi si vedrà).
Con il trascorrere degli anni il saluto del mio unico figlio "ciao papà" non è che che valga meno ma in quello delle nipoti ci sento una sorta di entusiasmo, almeno io percepisco questo.
Secondo me una spiegazione potrebbe essere quella che mentre il saluto del figlio
per telefono o di persona è quotidiano quello delle nipoti è saltuario e pertanto sembra acquisire un peso più...come posso dire...più considerevole.
Intendiamoci il ciao papà non perde la sua efficacia anche se da qualche tempo sembra che io sia diventato il figlio di mio figlio o meglio lui è il papà ed io il suo bambino.
Forse mi dovrò decidere di dire a lui ciao papà.
Altra spiegazione potrebbe essere quella che alle mie due nipoti ho fatto da nonno-sitter sin da quando erano appena nate e per un certo periodo, dividendo così con loro alcuni momenti della loro crescita mentre, essendo occupato con il lavoro, con mio figlio ho condiviso anche molto ma non quanto quello con le nipoti.
Mi torna in mente un metodo che ho usato sia con mio figlio sia con le nipoti almeno per i primi due o tre anni e, ovviamente, in anni diversi.
Quando era il momento di fare un giretto fuori casa io salivo su un tram e, pur tenendoli in braccio, gli parlavo finché non si appisolavano.
Soltanto mio figlio però, quando rientravamo a casa dopo il giretto, lui che aveva non più di due anni, bello sveglio ma sempre sul tram e in braccio, si rivolgeva a me chiamandomi "Aldo". Il mio nome e basta. Sarà forse questa la spiegazione per cui da qualche tempo mi fa sentire di essere suo figlio?
Con le nipoti invece sonni tranquilli sia all'andata sia al ritorno tanto che giunto ai capolinea del tram io non scendevo, me ne rimanevo seduto con la nipotina in braccio e seguitavo il giretto con lo stesso tram quando ripartiva.
Se ipoteticamente mi venisse fatta la domanda quale dei due saluti preferisco, se "ciao papà" o "ciao nonno", farei scena muta.
E, ove la domanda diventasse più insistente io direi ad alta voce "mi avvalgo della facoltà di non rispondere" tié!

15 commenti:

Tomaso ha detto...

Caro Aldo, il fatto è che noi non possiamo dire altro e accettare le loro espressioni, che in fondo è un affetto che li unisce a noi.
Buona giornata amico.
Tomaso

Zio Scriba ha detto...

Devi essere un così meraviglioso padre, e un così meraviglioso nonno, che quasi mi dispiace di poterti dire "solo"... ciao Amico! :)

Rosaria ha detto...

Caro Alduccio, un post pieno di amore e di affetto.
Conoscendoti come amico, tutto l'amore e l'affetto che ti circonda e impregna la tua vita, è tutto meritato.

Un abbraccio a te e ai tuoi meravigliosi tesori!

Bacio e buona giornat!

Sandra M. ha detto...

Caro Aldo siamo in perfetta sintonia. Anche il mio "bimbo", ora quarantenne, ci ha sempre chiamato per nome...una volta (avrà avuto 5 anni) alla domanda incuriosita di una parente sul perché non ci chiamasse mamma e papà lui rispose "...loro mica mi chiamano figlio ..." .
Ora che sono nonna provo le tue stesse sensazioni e anch'io mi avvalgo della facoltà di non rispondere.

Mariella ha detto...

Ma perchè chiedertelo Aldo?
Non si può scegliere quando il sentimento è così profondo.
E daglie' con la storia del figlio del figlio!
Abbraccio a te e alla tua meravigliosa famiglia.

Nou ha detto...

Che tenerezza Aldo!
Un abbraccio grande :)

Ernest ha detto...

direi una splendida famiglia...
ciao Aldo

Ambra ha detto...

Ciao Aldo. Sempre la tua sottile ironia cela sentimenti ed emozioni profonde. I rapporti padre-figlio e nonno-nipote non sono paragonabili anche se entrambi molto intensi. Quindi non ci può essere preferenza tra un saluto o l'altro.

Pia ha detto...

Caro Aldo,
sono molto contenta, di tutto ciò,
ti abbraccio e posso solo scrivere:
avrò tali possibilità anch'io?
Spero di sì.
Ciao!

Erika ha detto...

Caro Aldo, ma hai mai pensato di scrivere un libro? Sei bravissimo. Anche con questo racconto hai fatto centro. Buon fine settimana.

Unknown ha detto...

Hai ragione Aldo, a quei 'richiami' non ci si può abituare.
Quando quelle personcine cominciano a identificarti e a chiamarti nonno/a con quelle vocine, ti sdilinquisci, fermo restando che mamma o papà ha un suono incomparabile, per tutta la vita.
Cristiana

nucci massimo ha detto...

Ho provato a portare la Bianca in tram a pare che abbia paura, più avanti ritenterò, non mi piace che abbia paura delle cose.

nina ha detto...

Concordo, nel saluto al nonno c'è molto più entusiasmo.
Lo vedo con i miei figli che adorano il loro nonno.
Ultimamente, come ho avuto modo di dire, mio suocero - rimasto solo - vive con noi.
Sia Mario che Giulia si sono prodigati e si prodigano a fargli compagnia. Quando si fece male Giulia volle stare con lui tutte le notti che fu in ospedale e Mario trovò il tempo, non ostante abiti in toscana e sia pieno di impegni, di venire più volte a trovarlo. Io ne sono molto orgogliosa...
Dimenticavo di dire che sono nonna anch'io...
Ciao un abbraccione!

Erika ha detto...

Buona domenica!!!

L'angolo di raffaella ha detto...

Ciao Aldo, è sparito il mio commento...
Lo rifaccio.
Bentornato fra noi con tanta simpatia e buon umore e aspetto tante storie simpatiche.
Un abbraccio grande