Non credo di aver avuto
più di 16 anni quando una volta io e tutta la mia famiglia, fummo
invitati a cena a casa di una zia, sorella di nostra madre, la quale
abitava con il marito e due figli nel quartiere Appio-Tuscolano di
Roma. L’abitazione consisteva in un minuscolo ingresso che dava
direttamente nel piccolo soggiorno, poi una camera da letto, avente
funzione anche da sala da pranzo per le occasioni in cui erano
presenti degli ospiti, un bagno e una cucina. l motivo per l’invito
di quel giorno non lo ricordo proprio e comunque le nostre visite
erano piuttosto ricorrenti. Ricordo però che in quelle occasioni, lo
zio era solito approntare personalmente qualcosa di gustoso della sua
terra natia: la Puglia. Infatti anche quel giorno aveva preparato un
particolare dessert da consumare al termine della cena. Noi tutti, ed
io fra questi, ignoravamo di cosa si sarebbe trattato perché lui
voleva farci sempre una sorpresa ma intravidi il “piatto speciale”
per pura combinazione. Ero stato incaricato dalla zia di aiutare ad
apparecchiare la tavola e, mentre mi accingevo a prendere i piatti da
portare in tavola che si trovavano nel piano inferiore della credenza
in cucina, non mi feci sfuggire l’occasione di dare una sbirciatina
alla “specialità”…ma soltanto un’occhiata, niente di più.
Accosciato verso il basso stavo appunto prendendo le stoviglie
necessarie per tutti quando vidi quello che avrebbe allietato la
nostra cena. Mi venne l’acquolina in bocca.
Mentre ero intento a
compiere questo innocente compitino vidi alla mia sinistra un braccio
la cui mano ad esso “attaccata” s’infilava nel “piatto
speciale” e prelevava una piccola parte di ciò che esso conteneva.
Il movimento fu talmente rapido che non ebbi la possibilità di
vedere il proprietario di quella mano: la “terza” oltre
naturalmente le mie due che tenevano i piatti.
La cena iniziò
regolarmente: primo, pietanza, contorno, bevande, il tutto in
un’atmosfera abbastanza gradevole. Arrivò il momento del “piatto
speciale” e lo zio si alzò dal suo posto a tavola è andò tutto
allegro in cucina per prenderlo: lui non volle delegare questa
mansione ad altri. Improvvisamente dalla cucina arrivò
un’imprecazione piuttosto irata. Affacciandosi nella stanza dove
eravamo seduti tutti lui mi indicò con una mano e mi urlò un ordine
imperioso:
=Tu
vieni qui= Lo zio, marescisllo P.S, in cucina con il
“piatto speciale” tra le mani, m’indicava l’evidente parte
mancante del suo contenuto. =Chi ti ha dato l’autorizzazione di
mettere le mani qui dentro e prendere quello che non dovevi prendere
prima degli altri?=
Io, anche un po’
terrorizzato poiché conoscevo il suo carattere autoritario e
vessatorio sia nei confronti dei propri figli sia verso noi quattro
nipoti, arrossii di vergogna e cominciai a farfugliare frasi
sconnesse tra le quali tentavo di dire che avevo preso solo
piatti e introducevo parole come “terza mano”
che ripetei numerose volte suscitando naturalmente ancora più
collera nello zio. Quando qualcuno s’intromise per cercare di
calmarlo, lo zio ritornò infuriato a tavola insieme con gli altri ma
io, invece, rimasi nel soggiorno, al buio, furibondo, quasi con le
lacrime agli occhi sia per l’umiliazione subita sia per la rabbia
giacché chi aveva commesso il “reato” non ero io. Dopo una
ventina di minuti mi chiamarono mia madre e la zia dicendomi che
avevo ragione e che era stato accertato che non ero io il “colpevole”
del “misfatto” ma il mio cuginetto di sette anni il quale, molto
candidamente ma prudentemente e sottovoce, aveva confessato alla
propria madre di essere stato lui a compiere la “prodezza”.
Il despota non mi
disse ne “a” ne “b”. Gli altri mi confortarono consolandomi
ma l’episodio è stato ricordato per molti anni, ridendoci
sopra…Soltanto io ridevo un po’ meno.
Come potevo
dimenticarmi della “terza mano”?
15 commenti:
E' molto frequente ciò che ti è capitato. Ti capisco molto bene. A me è andata peggio. Sono rimasto colpevole.
Felice settimana Aldo.
Un saluto a due mani ^_^
Paolo
Caro Aldo, è sempre bello leggere i tuoi racconti, questo poi anche senza volere scappa un sorriso,
io penso a quei tempi dove gli appartamenti erano piccoli e ci si doveva stringere cono le sardelle in scatola. Pensando a quei tempo che non avevamo tanto, ma eravamo ugualmente contenti.
Ciao e buona settimana caro amico.
Tomaso
Le scappatelle,chi di noi non avrebbe qualcosa da confessare,ma a quell'età le ingiustizie non le perdonavamo facilmente..
Penso che una terza mano,qualche volta ci farebbe anche comodo,però.Un saluto,Aldo
Quella mano era stata un po' come il terzo occhio, insomma. Si però il despota avrebbe dovuto chiedere scusa pubblicamente. Se non l'ha fatto si è dimostrato meschino e arrogante.
Povero Aldo!! Io anche mi sarei sentita umiliatissima... E se davvero non ti ha nemmeno chiesto scusa, questo zio è stato un gran maleducato però :(
Si, ma anche lo zio che fa l'orco avrebbe meritato un cazziatone;-))
Buona settimana Aldo.
Tina
Niente brucia di più che essere incolpati senza aver commesso il "reato"Quel tuo zio maresciallo che non si è scusato ha avuto un comportamento biasimevole, lui sì!
Ma poi ne hai potuto assaggiare un po'?
Un abbraccio
Nou
Sì però io voglio sapere cos'era il prelibato dessert a causa del quale ti è arrivato un rimbotto del tutto immeritato.
E lo zio che non si è scusato e ha mandato avanti le donne è davvero da biasimare.
Un abbraccio.
Tutti abbiamo episodi indimenticabili, ma come li racconti tu è veramente delizioso.
Povero Alduccio, solo al buio nel corridoio e triste pur non avendo commesso il "reato"..... e c'è gente che ne ha fatte di tutti i colori e la Cassazione gli ha fatto ritornare il sorriso da innocente...
Buon pomeriggio. robi
meno male che in quella occasione l'altro nipote ha confessato il maltolto altrimenti saresti ricordato come qullo del reati "Terza Mano"
Eri un grande anche da piccolo.
Immagino la scena
Ma, anche il tuo cuginetto è stato un grande che ha confessato, sfidando la collera del despota.
Ringraziamo la "terza mano"
se oggi abbiamo letto questo bellissimo "coriandoli di vita"..
Sorriso e bacio ciao Alduccio.
PS..Ho sfidato l'onda per arrivare da te. Capisci a me...
Un forte abbraccio Aldo!
Hai imparato presto che il mondo è ingiusto! Ancora oggi non sopporto che mi si dia della bugiarda visto che non sono capace di mentire, al contrario di mia sorella che da piccola lo faceva benissimo. Però ho imparato a girare la frittata con classe, questo si! Per la serie "Lezioni di vita"! Ciao e buona settimana, Anna
Le 2terze mani", a volte meno innocenti, persistono anche al giorno d'oggi.
Caro Aldo, purtroppo stanno fottendo non solo l'istruzione, ma anche la sanità ed ogni conquista sociale. Per capire quanto sia profonda l'ignoranza odierna basta girare per i social network e leggere quello che scrivono. Ma l'uomo ignorante è più facilmente plagiabile... Stavo leggendo poco fa che a Varese hanno fatto un concorso per infermieri con 1750 iscritti per 4 posti e un casino nelle procedure (dal punteggio d'ammissione alla seconda prova di 21/30 con 20 domande e nessuna spiegazione sul punteggio per domanda). Ormai non c'è più religione! Anna
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