Mancavano circa venti minuti all’inizio del concerto ma la sala dell’Auditorium era già quasi esaurita in ogni ordine di posti. Soltanto alcuni ritardatari si accingevano ad occupare il proprio posto.
I biglietti d’ingresso erano stati letteralmente presi d’assalto dagli appassionati già da parecchi giorni e d’altra parte l’avvenimento lo meritava: l’indiscusso valore della più che nota Orchestra di Santa Cecilia, la famosa bravura del suo Direttore, il programma della serata che era tra i più allettanti poiché prevedeva notissimi brani del grande compositore Wolfgang Amadeus Mozart quali, ad esempio, i vari concerti per pianoforte ed orchestra, per clarinetto ed orchestra, per flauto ed orchestra ma soprattutto quello che interessava di più ad Armando, il “Concerto per violino ed orchestra N.3 in Sol Maggiore K.
C’era un motivo ed era molto importante per lui e per sua moglie Gabriella che gli era seduta accanto: desiderava suscitare in lei l’interesse di una volta ma non era affatto sicuro che questo ennesimo tentativo avrebbe avuto l’esito che si augurava.
Frattanto Roberto entrando in sala sollecitava a più riprese Luciana che si era soffermata a parlare con dei giovani che l’avevano incontrata nel foyer.
“Vieni, Luciana, troviamo i nostri posti che tra poco inizia il concerto”
“Eccomi, eccomi, non siamo in ritardo, c’è ancora qualche minuto prima che…”
“ Se io non ti metto un po’ di fretta tu saresti capace di continuare a chiacchierare con quei ragazzi chissà fino a quando”
“Considerate le loro possibilità economiche c’è comunque da ammirarli”
“Certamente. Vieni, ecco questi sono i nostri posti. Ma chi stai salutando? Perbacco! Chi è quell’uomo così affascinante? Un tuo amico o…di più?”
“Sss Luciana, ti prego, innanzi tutto abbassa la voce, e poi non potresti smetterla una volta tanto di punzecchiarmi perché sono, insomma, perché sono quello che sono?”
“Ma si, stai tranquillo, so benissimo che tu ed il tuo Federico formate la coppia più fedele che esista, la mia era soltanto una battuta: lo sai che ti considero sempre come il mio fratello maggiore”
“E allora portami un po’ di rispetto; comunque quella persona così interessante per te e non per me è un mio collega d’Università: lui è docente di filosofia ed è anche laureato in sociologia. Se ti interessa si chiama Armando e siamo coetanei, avendo entrambi superato la quarantina.
E’ stimato, anzi quasi adorato dai suoi studenti”
“Specialmente dalle studentesse, ne sono certa”
“Questo è sicuro ma lui - oltre che essere un docente molto serio e preparato - è anche sposato…Vedi quella bella donna seduta accanto a lui? E’ la moglie, una bravissima violinista diplomatasi al Conservatorio proprio come te, solo che tu sei diplomata in pianoforte ed insegni mentre lei - a suo tempo - dopo aver vinto brillantemente un difficile concorso è entrata a far parte proprio di questa orchestra di Santa Cecilia come violinista di seconda fila”
“Sai qualche altra cosa su di loro?”
“Su di lui potrebbe esserti più preciso tuo padre”
“Mio padre? Ma…E che cosa c’entra ?”
“Non è il più alto funzionario in grado all’Ufficio Politico - o come si chiama - lì al Viminale, al Ministero dell’Interno?”
“Sì, so che lui è il Capo o qualcosa del genere, almeno per quel poco che so io poiché non sono per nulla interessata all’attività di mio padre”
“Adesso sta iniziando il concerto: al primo intervallo cercherò di informarti meglio”
“Dovrai farlo per forza!”
Durante la prima parte del concerto Luciana più che prestare ascolto ripensava a quello che le aveva appena detto Roberto e, cercando di non farsi notare, ogni tanto volgeva il proprio sguardo dove erano seduti Armando e Gabriella.
Le appariva stranissimo l’atteggiamento dei due: lui che sussurrava qualcosa all’orecchio di lei accarezzandole nel frattempo le mani, lei che fissava il suo sguardo avanti a sé immobile come una statua e non perché attenta alla melodia ma come se la sua mente, i suoi sensi, si trovassero altrove.
Al termine della sinfonia n.40 in sol minore K.550 venne effettuato il primo intervallo durante il quale Roberto cercò di rispondere, per quel poco che era di sua conoscenza, alle insistenti domande di Luciana e la informò che Armando era considerato da molti uno dei più convinti sessantottini dell’epoca, antifascista, assiduo partecipante a tutte le manifestazioni contro la guerra in Vietnam, convinto pacifista, gandhiano, antirazzista, sostenitore di Nelson Mandela, di Martin Luther King e del nobile insegnamento di Aldo Capitini il quale affermava, tra l’altro, che la “non violenza è apertura all’esistenza, alla libertà e allo sviluppo di tutti gli esseri e perciò interviene anche nel campo sociale e politico, orientandolo” .
Però Luciana gli domandò che senso aveva collegare il docente a suo padre ed al suo lavoro.
Roberto le spiegò allora che lo avevano etichettato – sbagliando - becero comunista, rivoluzionario e addirittura terrorista sia perché fondatore insieme ad altri di “Lotta Continua” un movimento di estrema sinistra - in realtà anti PCI dell’epoca - ed in seguito editore dell’omonimo giornale, sia perché le sue lezioni universitarie - affollatissime e seguitissime da una gran massa di studenti - erano temute da tutti: governo, partiti politici, sindacalisti, forze dell’ordine che lo accusavano di sedizione, di incitamento alla rivolta , di tentato rovesciamento delle istituzioni dello Stato e via dicendo.
La realtà era che lui faceva di tutto perché studenti e lavoratori uniti lottassero contro l’attuale
sistema usando parole che all’orecchio di qualcuno erano da considerare più che bombe dirompenti, quasi da anarchia assoluta.
Perciò schedato, sorvegliato, molte volte prelevato e condotto presso le competenti autorità per accertamenti e interrogatori, però sempre ed in brevissimo tempo rilasciato libero per l’inconsistenza delle accuse che gli venivano rivolte
Ma Luciana voleva anche sapere qualcosa sulla moglie di Armando la quale, sin dall’inizio del concerto ed anche durante, era rimasta sempre immobile, senza nessun tipo di reazione né cenni di approvazione o meno, completamente assente,
Roberto le dovette quindi raccontare del terribile trauma subìto soprattutto da Gabriella quando a causa di un incidente d’auto morì il loro bambino di appena due anni mentre lei subì alcune ferite piuttosto serie che le impedirono in seguito di poter continuare ad essere la bravissima violinista di una volta.
Armando, che quella mattina non si trovava con loro, aveva reagito all’accaduto lasciandosi coinvolgere ancora di più nella lotta politica senza concedersi alcuna tregua mentre Gabriella, letteralmente sconvolta anche perché fu soltanto sua la causa dell’incidente, si rinchiuse in se stessa e da più di tre anni si era ridotta come un automa, come se la vita non le interessasse più. Spiegò a Luciana che lui era al corrente di tutte queste cose in quanto amico molto intimo di Armando il quale però quando si accorse che le cose - per via della politica - stavano prendendo una brutta piega lo pregò, nel suo interesse, di interrompere questa loro amicizia.
Roberto ci rimase molto male ma comprese benissimo il perché: Armando non desiderava che restasse coinvolto anche lui nella lotta che aveva intrapreso.
Intendiamoci, spiegò a Luciana, lui non voleva essere identificato come un Ciceruacchio, un Masaniello o un capopopolo ma era fermo nelle sue convinzioni.
Stava iniziando la seconda parte del concerto e Roberto e Luciana si zittirono.
Terminato il concerto per flauto e orchestra n.1 in Sol Maggiore K.313 ebbe luogo il secondo ed ultimo intervallo: molte persone si alzarono e tra queste anche Armando.
Luciana, che non lo aveva perso di vista, si alzò anche lei e senza accennare nulla a Roberto lo seguì: si fermarono entrambi al bancone del bar, leggermente discosti l’uno dall’altra, e fecero le loro rispettive ordinazioni.
(fine della prima puntata)
21 commenti:
Bello tornare qui e trovare questo splendido racconto, mi è parso di stare anche io in quel teatro.
Come ha detto Veneris, come se fossimo vicino a te in questo teatro. Bello, bello davvero...
Una luminosa buon risveglio e che la settimana sia sereno pieno di sorrisi :-) Lisa
to next...
Buongiorno Aldo. Il racconto promette d'essere avvincente. Sono curiosa di leggere il seguito.
Buona settimana, nel frattempo
Intanto solo buon giorno... poi ripasso quando riesco a liberarmi!
Un abbraccio e a presto.
Bravissimo a spiegarci i personaggi mentre racconti cosa accade: aspettiamo ansiosamente il seguito!
Ogni riferimento a persone o cose è puramente casuale? Interessante racconto...
PS. improbabile che in un unico concerto si possa suonare tutte quei pezzi che dici!
@Veneris: Ho cercato di creare nel racconto l'atmosfera dell'Auditorium quando si assiste ad un concerto.
@Poeslandia: Felice della vostra vicinanza e spero che la settimana sia anche per te serena e piena di sorrisi.
@Angelo azzurro: Speto tanto che lo sia e che piaccia la lettura del seguito.
Buona settimana anche a te.
@Kaishe: Tranquilla, c'è sempre tempo per queste cose.
Anche a te un abbraccio.
@Vincenzo Cucinotta: Grazie ma forse è meglio con meno ansia.
@aleph: Riferimenti? Sì, qualcuno ce l'ho inserito.
Riguardo all'improbabilità che in un concerto si possano suonare tutti quei pezzi probabilmente hai ragione tu. Se parli della durata posso dirti che i quattro Concerti: pianoforte,clarinetto,
flauto e violino, più le due Sinfonie N.40 e N.41 durano complessivamente 38 minuti e 91 secondi. Aggiungiamoci la durata dei due intervalli più qualch'altro "aggiustate e mettete a posto" il tutto non dovrebbe superare un'ora e trenta minuti.
Pensa che parecchi anni fa andai proprio in quello stesso Auditorium per assistere all'esecuzione dell'intera opera "La Boheme" sotto forma di concerto per soli artisti ed orchestra, senza scenari, diretta da un famosissimo direttore, se non ricordo male Bernstein.
Se ti riferisci poi all'esecuzione può anche essere. Vorrei che tu tenessi conto che non sono un esperto ma un appassionato di musica e qualcosa dovevo pure inventarmi per dare corso alla narrazione.
ps. Un dubbio: quel direttore d'orchestra per la Boheme può darsi che sia Von Karajan.
La memoria viene e va.
che bello il vecchio auditorium di Santa Cecilia, lo amavo più del recente che è bellissimo,per carità, ma quello aveva qualcosa di speciale...
aspettiamo il resto del racconto,non farci stare troppo in sospeso nè???
un abbraccio Aldo
non ho pagato il biglietto ma in quel teatro ci sono stata grazie al tuo racconto... aspetto il seguito
Inizio interessante, aspttiamo il resto.
Un abbraccio, Viviana
@Aglaia:Sono d'accordo con te. Ci sono andato per un concerto un paio d'anni fa, con mio figlio e benchè sia bello, moderno, efficiente il nuovo Auditorium non ha il fascino
di quello più antico in via della Conciliazione.
Il seguito del racconto sta marciando, ma è a tappe.
Un abbraccio anche a te.
@la signora in rosso: Mi ha fatto piacere che tu cia sia venuta.
Il seguito procede abbastanza bene, spero.
@Viviana r: Per la sua lunghezza ho dovuto dividere il racconto. Spero che il seguito possa interessare.
Anche a te un abbraccio.
Ciao Aldo, hai la capacità di far vivere la storia che racconti, sembrava di essere in quel teatro..anch'io attendo con ansia il seguito, perchè mi piace leggere quello che scrivi e tu scrivi con arte:-)
Buona giornata
il mio martedì è migliorato leggendo il tuo racconto.... ma come al solito aspetto il seguito prima di dare il mio giudizio....
adoro i tuoi racconti a puntate o d'appendice ;-)
buon martedì anche a te
^__________^
Sei grande! sai trasportarci dolcemente, tra le strade di Roma dove ci fai scoprire e ammirrare i comportamenti dei romani, ci racconti tante cose è ogni tuo pezzo è un inno alla vita, che è movimento fisico e spirituale.
Con questo racconto ancora una volta ci hai accompagnati con delicatezza ed emozione nel vasto è ricco mondo di un auditorium, grazie per queste ricche pagine che scrivi per noi e per te, noi scriviamo prima per la nostra anima per dissetarci alla sua cristallina fonte...quando quello che porgiamo è bello va avanti da solo.
Aspetto il seguito e con me tutti i tuoi affezionati lettori.
Ti abbraccio.
Sono passata proprio con l'assoluto piacere di godermi qualche minuti dei tuoi racconti!
E questa prima parte,mi ha presa totalmente!
Da anni mi faccio un abbonamento per i concerti di musica classica e ogni tanto o il sabato o la domenica ci vado pure.
Sono un'esperta tutt'altro,solo non posso farne a meno,un bisogno quasi fisico.
Un abbraccio :)
Ciao Aldo, ti ricordi ancora di me?
Passerò a leggere la continuazione.
Mi sono accomodata nell'Auditorium... gustato il racconto... (ma che curiosona è Luciana... vero???) hehehehehe
Ora attendo il seguito... chissà che ci riserbi...
Ciao Aldo grazie di essere passato... ma come hai perso la testa??? hehehehehe... dai torna a trovarla... dolce serata un abbraccione e bacione
Aldo
un caro abbraccio
Ornella
@riri: Il seguito c'è senz'altro e
spero sia gradito.
Buona notte.
@Pupottina:Bene, quello che conta è che possa interessare.
Buone giornate.
@rosy:Hai accolto il mio post con belle e gentili parole.
Ti ringrazio e ti abbraccio anch'io.
@desaparecida: Essere appassionati di quel tipo di musica è una gran bella cosa e fai bene ad andarla ad ascoltare.
Un abbraccio anche da me.
@stella:Ci mancherebbe altro, come faccio a dimenticarti?
Passa quando vuoi.
@Paola: eheheh! Luciana vuol sapere
tutto di quel tipo.
Tornerò ancora a cercare, stai tranquilla.
Ti abbraccio con affetto.
@Tua madre Ornella: Anche da me Ornella un abbraccio.
Aldo, ho letto la prima puntata del nuovo racconto e lo trovo molto intrigante. Bravo. Leggerò con calma le altre tre e lascerò un commento per ciascuna di esse.
In questo periodo, sono straimpegnata, ma non rinuncio al piacere di leggere i tuoi interessanti scritti:)
Un abbraccione!
annarita
Posta un commento