.......in Via della Polveriera ci sono rimasto dalla nascita fino a ventisei anni – 1956 – e la ricordo fin qusi in tutti i minimi particolari. Il piccolo ingresso, l'inizio del lungo corridoio che, dopo aver costeggiato una piccola cameretta – da noi chiamato camerino -, una camera da pranzo e attraversato un altro piccolo corridoio che consentiva l'accesso alla camera da letto e al gabinetto, arrivava fino in cucina. Praticamente quest'ultima era il centro dell'universo per tutti noi. Appena si entrava sulla destra c'era, fissato nel muro, il lavello di pietra, credo in travertino - noi lo chiamavamo lavandino - di colore avana a pallini bianchi, senza sotto lavello. Subito dopo un mobile da cucina – da noi chiamato credenza – con tre sportelli inferiori, tre cassetti e tre sportelli superiori. A sinistra un lungo tavolo da sei posti con sopra una lastra di marmo bianco che nostra madre usava per preparare la pasta fatta in casa, i dolci, etc. Poi una finestra a due sportelli senza persiane e accanto il fornello a carbone che, quando entrava in funzione , noi a turno dovevamo attizzarne il fuoco con una grossa ventola munita di belle e grandi piume non so di che animale. Se non ricordo male l'erogazione del gas iniziò alla fine della seconda guerra mondiale. Sotto il tavolo era posteggiata una grossa tinozza di zinco che fungeva da vasca da bagno in quanto il gabinetto era fornito soltanto di water e lavello. Noi quattro fratelli adoperammo quella specie di vasca fino ad almeno i quindici anni dopo di che andavamo a farci una doccia da quelli che all'epoca si chiamavano alberghi diurni: da Cobianchi all'inizio di Via del Corso – allora Corso Umberto – oppure alla Casa del Passeggero vicino la Stazione Termini. Naturalmente a pagamento. In casa non c'era riscaldamento di nessun tipo fino a che un giorno nostra madre, incuriosita, domandò al proprietario – siamo stati sempre in affitto – che cosa fosse quella forma muraria dall'apparente aspetto di un caminetto collocata sulla parete a metà del lungo corridoio. Il proprietario disse di non saperne nulla, ma acconsentì, dietro richiesta di nostra madre, che se voleva poteva abbattere quella piccola parte di muro per vedere di cosa si trattava. In poche parole era un vero e proprio caminetto che funzionava benissimo e da allora anche noi avemmo la nostra casa un po' meno fredda.
Nel 1976, sei anni dopo la scomparsa di mio padre, anche nostra madre a sessantasei anni ci lasciò sia noi sia la casa. Lei già da qualche anno viveva lì da sola in quanto noi quattro fratelli avevamo tutti la nostra famiglia, ma ci vedevamo spesso.
Nostro fratello più grande tentò di andarci ad abitare, ma per tanti motivi non riuscì a vedere esaudito il suo desiderio pertanto decidemmo insieme di lasciare libera la casa da persone e cose.
Il proprietario trovò prestissimo un nuovo inquilino il quale prima di occuparlo iniziò a fare grossi lavori di restauro.
Ricordo che appena qualche giorno dopo andai a vedere se nel frattempo fosse arrivata posta per nostra madre, salii le scale, giunsi al pianerottolo, vidi la porta aperta di quella che era stata la nostra casa per oltre quarantasei anni, entrai e, vedendo un paio d'operai che stavano picconando un po' dovunque, mi vennero i brividi perchè sentii risuonarmi nelle orecchie le parole di una nota canzone romana. ...fa piano a murato' co' quer piccone, ma nun lo vedi che mamma mia sta lì...
E piansi.
43 commenti:
Ciao Aldo, buon inizio settimana.
Questo racconto mi ha commosso, perchè si avverte l'emozione provata in quei momenti, sembrava che una parte di te fosse portata via...Grazie caro amico di farci partecipe dei tuoi ricordi, così ricchi e sempre coinvolgenti. Ti abbraccio.
Ho vissuto per ventiquattro anni in via Nazario Sauro, poi mi sono sposato e sono "tornato" (da noi si dice così) in via Rainaldo, la casa della nonna materna che nel frattempo, rimasta vedova, andò ad abitare con i miei genitori.
Abito da sette anni in via Santa Maria, in un paese della provincia, a dieci chilometri dalla città.
Ancora oggi, quando mi capita di passare di fronte alle mie precedenti case, mi vengono alla mente gli odori e gli umori di quei luoghi, lasciandomi dentro quella nostalgia triste tipica del passato.
Aldo, sveglia presto?
Buona giornata, amico.
la canzone l'ho scaricata anch'io da internet e ce l'ho su un CD in Mp3 insieme ad altre canzoni anni '40...
Innanzitutto buon lunedì...e poi, ma quanto ci sono mancati i tuoi ricordi? :)
E' VERAMENTE COMMOVENTE...un abbraccio
Un insieme di ricordi lieti e tristi ,come in un documentario in bianco e nero.Chissà quanti ne hai,Aldo:noi li aspettiamo.
Cristiana
Maestro,ero piccolissimo nel 56, pero' mi ricordo bene il 58 e 59 a Grosseto e la casettina che ancora vive mia madre oggi 89enne,frequentemente ritorno e gli anziani della via mi ricordano ancora quanto ero discolo,quando giocavano a lascia o raddoppia,o quando ci 0limpiadi di Tokyo.Sei la nostra memoria,maestro.........
I ricordi sembrano sempre dolorosi, ma la sottile melanconia che li pervade sono in fondo un sintomo di una serenità trovata e finalmente accettabile.
Buona settimana caro Aldo
Grazie di questa bellissima trama del tuo vissuto.
Tanti se ne sarebbero dimenticati, solo chi ha un'enorme sensibiltà può ricordare e raccontare.
Ci sono cose che attraversano la nostra vita ma non vanno mai via
Non si può scacciare dai cuori le emozioni, no il cuore le conserva perchè fanno parte di lui.
Ti abbraccio ciao fratellone
abbi cura di te.
Aldo, come sempre i tuoi racconti, i tuoi ricordi ci arricchiscono, oltre che di storie, di sentimenti....
Un abbraccio.
"IL RICORDO È UN MODO D'INCONTRARSI" [KAHLIL GIBRAN]
Ricordi che stringono il cuore, comprendo bene, ciao Aldo, un abbraccio
Ciao carissimo!!!
Sono bei ricordi...
Ma,io penso che non Ti ha rattristato più di tanto,anzi...
penso,sia stato piacevole passare
e ricordare momenti felici,con la Tua famiglia...
Certo ci saranno stati anche momenti tristi,ma...la vita è fatta cosi'...
Sù sù col morale,e pensa alle cose belle di Tuo figlio e nipoti...
Ho letto che Stai bene,ne sono felice...
Ti auguro un mondo di bene...
Buon inizio settimana,un forte abbraccio,ed un grosso bacio con
lo schiocco...
Ciao Aldo
davvero toccante, buona giornata un saluto
non potrei mai tornare a vedere una casa dove ho abitato mi sentirei male
Racconta qualcosa di più allegro................
Hai un pò di domande che ti attendono sul mio blog Aldo! ;)
Una storia commovente questa di oggi Aldo. E' proprio così, quando in una casa si lasciano pezzi di vita vissuta poi è difficile digerire i cambiamenti apportati da persone che arrivano in seguito.
Bellissima la frase romana finale...
Alla fine nei tuoi ricordi rimarrà sempre uguale... Con il caminetto, la credenza, il lavandino e perchè no, con tutta la tua famiglia viva e vegeta.
Un abbraccio.
Riesci sempre a sorprenderci e a farci rifleterre con i tuoi ricordi .
Grazie!
Aldo, ben tornato!:)
Io della mia prima cosa ricordo qualcosa ma le immagini sbiadiscono giorno per giorno...
Questi tuoi ricordi sono davvero belli e delicati. Grazie per la condivisione.
Un bacio.
A Genova, ma lì erano demolizioni alla grande, qualcuno aveva cantato al piccone "daghe cianin!".
Aldino
non mi dimenticare!!!!
Un bacio
Ornella
Caro Aldo, ho i lucciconi.Nella mia piccola città di provincia succedeva più o meno la stessa cosa.
All'inizio sembra che tu descriva casa mia: un ultimo piano in centro. La cucina stanza-regina, unica con la stufa . Pensa che noi chiamavamo "casa" la cucina...proprio la stanza.
Dopo 35 anni in affitto , anche i miei dovettero lasciare. Ora quando passo di lì (tutto ristrutturato ovviamente) ho come una morsa allo stomaco, davvero mi sento un po' defraudata.
Sarebbe bello raccogliere "narrazioni" sulla casa dell'infanzia-giovinezza...bello anche il racconto del Giardino di Enzo
Ciao Aldo e buona serata a te. Che dolci e malinconici ricordi! Struggenti perché sembrava di esserci in quell'appartamento... e, in verità, quanti ricordi personali ha smosso!! Per questo è un racconto struggente!
Un paio d'anni dopo, nascevo io! Però, anche la mia infanzia la ricordo senza termosifoni, c'era la "stufetta" a gas e, poi, arrivò anche quella elettrica! Che freddo, comunque! Ricordo il via vai di "bombole", per la macchina a gas e la stufa. Rammento la dislocazione delle stanze... credo che i corridoi lunghi lunghi, fossero una caratteristica delle abitazioni di quell'epoca! Mia madre faceva cappellini e calzette di lana per la notte, contro il freddo invernale. E la pasta "fatta in casa"!! Mitica! Di bello, c'era un gran balcone sul quale scorrazzare... che tempi!!
Non credo riuscirei a "reggere", nel rivederla oggi! No, credo che troppi stravolgimenti, non li sosterrei! E' naturale che queste cose cambino, sono cambiate in effetti... ma i ricordi, sono immutabili!
Ciao Aldo e serena settimana a te!
Un racconto veramente struggente.
@riri: Grazie per l'augurio. In effetti anche dopo tanti anni sembra proprio come dici tu.
Ti abbraccio anch'io.
@il giardino di enzo: Ed hai ragione, a volte ricordi o ti sembra di ricordare anche gli odori dei luoghi dove si è vissuti.
Sì, mi sveglio presto.Grazie amico.
@enio: Anche se molto datata quella canzone la ricordo spesso.
Il titolo "Casetta de' Trastevere".
@Maraptica 1°) e 2°) Grazie pert le tue parole. Per le domande sono passato dal tuo blog. Ciao.
@upupa: Grazie, un abbraccio anche a te.
@cristiana: Certi ricordi purtroppo quando tornano in mente
lasciano molto tristi.
@Primo Estinto: Ti ringrazio per l'appellativo ma non lo merito davvero. Ad ogni modo grazie.
@enrico: Forse, almeno in parte, hai ragione.
@rosy: Buona settimana anche a te e grazie per le tue parole.
Cercherò di fare del mio meglio.
Un abbraccione.
@luly: Quella frase di Gibran è perfetta, grazie per avermela fatta conoscere.
Un abbraccio a tutti voi.
@Angelo azzurro: Quando riaffiorano certi ricordi si prova commozione.
Ciao e un abbraccio anche a te.
@Anna2: Non sempre sono ricordi piacevoli ma occorre accettare anche quelli.
Ricambio con affetto i tuoi auguri e i tuoi saluti.
@Ernest: Anche a te buona giornata e un caro saluto.
@zefirina: Quello che dici risponde alla realtà. Io in quella casa riesco a passarci soltanto davanti al portone.
@Luz: Cerco di farlo, ma mi riesce raramente.
@il rospo dalla bocca larga:Molto confortanti le tue parole.
Grazie, un abbraccio anche da me.
@Giovanni Greco: Grazie a te amico.
@Spes: Ben tornata a te cara e grazie per le tue parole.
Un abbraccione.
@Adriano Maini: Mi spiace non aver capito il tuo genovese "daghe cianini".
@Tua madre Ornella:Non vi dimentico te e Niki.
Un grosso abbraccio.
@Sandra Maccaferri: Hai colto nel segno, la cucina era la "casa".
Ciao, un caro saluto.
@Carlo: Proprio così caro amico, certi ricordi sono proprio immutabili.
Ciao e buona settimana anche a te.
@Ibadeth: Così mi è tornato in mente.
Ancora un amarcord tenero e struggente.
Quando passo da Messina la voglia di andare a vedere la casa della mia infanzia mi prende, ma la spazzo via, so che resterei delusa dagli stravolgimenti che ne hanno fatto.
Buona settimana Aldo
Quoto Luz...
C'ho er magone e me stai antipatico perché me l'hai fatto venire tu! E mo', come me manno giù i fascioli co' le cotiche? Me raspera' la gola... Fangala, Monty!
Ho pianto anch'io...
Le case, custodi delle nostre vite e delle nostre anime...ci accolgono, ci ascoltano e porteranno per sempre memoria di chi ci ha vissuto, anche se stravolte dai lavori di ristrutturazione.
non sono solo muri le nostre case... (hai ancora qualche foto ?)
E' sempre un grandissimo piacere leggere i tuoi ricordi. Buone cose.
Si tua madre era super se ha generato TE. Adesso so perchè ho scelto l'Italia. Per vivere. Grazie. E' come se fossi entrata immodestamente in casa tua.
IVonne
Leggo solo ora. Sono molto commossa. Mi hai permesso di entrare a casa tua. La vedo, la tua mamma che tira la sfoglia per la pasta e vedo anche voi ragazzi mentre avviate il fuoco. Pure a casa mia c'era una tinozza di zinco per il bagno.Durante l'inverno lo facevamo in "casa"(anche dalle mia parti la cucina la chiamavamo casa), presso la stufa. Attorno ai miei 12 anni,in estate, andavo a prendere secchi di acqua a Po, li versavo nella tinozza esposta ai raggi del sole e lasciavo che l'acqua si intiepidisse. Poi ritirata la tinozza nel locale lavanderia "la lisciara", mi immergevo.Corpo dentro, braccia e piedi sui bordi: ci sguazzavo :D) placidamente per almeno un'ora o finché mia mamma non veniva a prelevarmi. Ora sorrido, pensando alla fatica dell'andare a tor (prendere) acqua a Po ... che dolce malinconia... caro Aldo...ciao... bacio :)
...Grazie!
@Tina: Capita anche quello che tu dici e magari non c'è più l'intero edificio in cui hai abitato e allora credo che sia ancora peggio.
Buona settimana anche a te Tina.
@Bastian Cuntrari: No, ti prego, non mi far mancare la tua simpatia, ti prometto che cercherò di andare a Fangala.
@Simo:E' stato qualcosa che mi venne spontaneamente quando mi trovai lì nella mia vecchia casa.
@giardigno65: Vero, i muri sono anche altro. Ho una solo foto risalente al 1955, in bianco e nero,dove ci sono io, mio fratello minore e mia madre vicinissimi alla finestra di cucina ma si trova su un CD e non riesco a tirarla fuori. Tutte le altre sono custodite gelosamente da mio fratello più grande scomparso l'anno scorso e non si riesce a saper dove le abbia riposte.
@la Volpe: Ti ringrazio amico per la tua attenzione.
Buona settimana.
@Alive2: Grazie per le tue belle parole in favore anche della nostra Italia.
aldo.
@Nounours(e): A volte sono contento che riesco a far tornare in mente a te come anche ad altri ricordi della vita passata che vengono messi da parte.
Grazie a te e un abbraccione.
Devi aver avuto una vita interessante e piena. Forse non per i fatti accaduti, non so, ma certamente per come hai avuto ed hai ancora la capacità di viverla. E di raccontarla a noi! Un bacione, Aldino e ti lascio un piccolo simbolo di amicizia!
ciao Aldo
scusa l'assenza prolungata...
mi sei mancato...
questo post arrivo a leggerlo in ritardo di due giorni, ma riesci a commuovermi lo stesso...
buon proseguimento
Mi hai fatto ricordare l'abbattimento del liceo scientifico, frequentato da mio figlio : quanta tristezza Aldo!
Ahi che magone mi hai fatto venire.
Ecco, questi sono quei ricordi che travolgono tutti..
Finisce su "perle rubate".
Un abbraccio grande
Piccone, se devi proprio picchiare, allora picchia piano, per favore!
@ Davvero commovente il tuo racconto di vita vissuta Aldo: ha risvegliato in me tanti ricordi,alcuni simili ai tuoi, insieme a un po'di nostalgia. Ti abbraccio e sono contenta che tu sia tornato a scrivere come e meglio di prima della ...revisione ;)))
@Daniela: Finché i ricordi mi torneranno in mente e finché ne avrò le capacità scriverò.
Un abbraccione, grazie anche per il simbolo dell'amicizia.
@Pupottina: Ciao cara, fa lo stesso non preoccuparti.
Grazie, un abbraccione.
@Stella: Sì una grande tristezza anche per cose che sembrebbero essere di scarso significato.
@Francy274: Grazie per le tue parole e per l'ospitalità tra le tue "Perle rubate".
Un grosso abbraccio,
@Adriano Maini: Esattamente. Sono quelle le parole.
@Luigina: Grazie cara ma non credo di essere tanto migliorato.
Un abbraccione anche da me.
un bel racconto ricco di ricordi e commuovente. mi hai fatto venire in mente la casa dei miei nonni e il catino in cui facevano il bagno a me! mio nonno c'è ancora ma la casa ha ormai perso la vitalità e si stà un po' spegnendo con lui. la cosa mi rattrista di anno in anno sempre di più e il pensiero che quando non ci sarà più lui forse non ci sarà più neanchela sua casa mi fa salire un grosso magone che mi stringe alla gola.... ciao
Posta un commento