mercoledì 1 agosto 2012

BETTY (fatti realmente accaduti)

Lei si chiamava Betty e nei primi anni cinquanta conobbe Paolo in occasione di un pomeriggio danzante in casa di una propria parente. Avevano entrambi tra i diciannove e i venti anni ed erano fidanzati con amici comuni. Lei con un giovane coetaneo in procinto di essere assunto presso una grossa ditta, invece Paolo, in attesa di occupazione, con un'amica di Betty. Loro quattro facevano parte di una comitiva piuttosto numerosa e quasi tutte le sere si incontravano in una sorta di osteria-trattoria situata nei pressi delle loro abitazioni per scambiare quattro chiacchiere. L'oste era il padre di uno di loro e quindi si potevano trattenere senza alcun ostacolo dalle tre alle quattro ore ogni volta. Colei o colui che se lo potevano permettere ordinavano una bibita e mangiavano un "cappone". Non era il noto gallo castrato bensì mezzo sfilatino di pane leggermente scottato sulla griglia, condito con una goccia d'olio e un pizzico di sale. Come si usa dire i tempi erano magri e quello era ciò che passava il convento. Nel corso di questi incontri si rideva, si scherzava e si passava il tempo discutendo di vari argomenti. Una di quelle sere, Betty e Paolo, seduti insieme agli altri amici, si accorsero reciprocamente che stavano guardandosi con intensità senza che nessuno di loro ne conoscesse il perché. Non dissero una parola, appena qualche secondo e volsero altrove i loro sguardi. Entrambi cercarono di evitarsi per il resto della serata. Due giorni dopo, quando insieme agli altri si ritrovarono all'ingresso della solita osteria, Betty prese da parte Paolo e rapidamente gli sussurrò

=Devo parlarti da solo

=Anch'io.

Senza che nessuno se ne accorgesse riuscirono a concordare un appuntamento per il tardo pomeriggio del sabato successivo. Quando si videro nel giorno e nel luogo concordati si salutarono non senza imbarazzo poi Paolo chiese:

=Va bene per te se prendiamo il bus e scendiamo al capolinea che si trova all'inizio di Appia Antica?

=Sì, va benissimo.

Saliti sul bus e lungo tutto il percorso scambiarono tra loro poche parole. Si stavano chiedendo entrambi come affrontare la situazione che si era venuta a creare. Giunti a destinazione si diressero camminando lentamente verso il prato antistante il Mausoleo di Cecilia Metella, non c'erano panchine e quindi si sedettero sopra i resti di una colonna marmorea proveniente da vecchi scavi archeologici della zona

=Paolo...te l'ho chiesto io quest'incontro

=Lo so Betty e sentivo anch'io la necessità di vederci da soli

=Sai anche il perche?

=Sì. Vedi Betty a volte certi sguardi sono più espliciti delle parole e di certi comportamenti

=Sono così trasparente per cui si nota subito quello che sento dentro di me?

=Dal momento che siamo qui, insieme, noi due soli, non credi che lo sia anch'io?

=Vero. Il fatto è che non dovremmo esserci qui e tu conosci benissimo il motivo

=Perché ti sposi a fine mese

=Giusto. E non è corretto e neppure onesto questo mio comportamento, ma...

=Ma?

=Penso che abbiamo sbagliato i tempi dei nostri reciproci fidanzamenti. Te lo dico con sincerità

=Che intendi fare

=Nulla. Anche se vorrei dirti quello che provo per te. Ho fatto una promessa e intendo mantenerla.

=Ti vuole bene come...

=Come?

=Come e quanto te ne voglio io?

=Credo di sì, a modo suo. E poi io e te non abbiamo fatto mai trapelare quello che sentivamo l'uno per l'altro

=Abbiamo commesso un grosso errore

=Già. Torniamo adesso, ti prego.

Paolo prese per mano Betty gliela strinse con delicatezza e si avviarono lentamente verso il bus.

Si stava facendo buio, ma giunti a pochi passi si fermarono si guardarono e si scambiarono un lungo

ed appassionato bacio, incuranti di tutto. Poi, senza dire una parola, salirono sul bus e tornarono nelle loro rispettive case. Il dolce intenso sapore di quel bacio e di quelle labbra rimase a lungo nei ricordi di Paolo. Negli anni che seguirono pur risiedendo nello stesso Rione di Roma s'incontrarono raramente. Invece Betty e la moglie di Paolo, entrambe con un figlio quasi coetanei, si vedevano spesso nel vicino Parco del Colle Oppio dato che i due bambini giocavano sempre insieme. Betty e Paolo evitarono comunque di coltivare la loro di amicizia e se qualche volta s'incrociavano, si scambiavano appena qualche parola e si salutavano affettuosamente. Non molto tempo fa, dopo tanti, troppi anni, accadde qualcosa. Paolo, per sbrigare una commissione per conto del proprio figlio, si dovette recare presso l'Agenzia di una Banca vicino casa e quando entrò vide che davanti a uno sportello era ferma Betty probabilmente anche lei per lo stesso motivo. Paolo si avvicinò ad un altro sportello dove non c'era nessuno in attesa e rivolse un cortese saluto a Betty poco distante. Lei si voltò, sorrise e subito si avvicinò a Paolo e, rivolta verso l'impiegato che evidentemente conosceva da molto tempo, disse

=Eugenio vuoi sapere una cosa? Vedi questo signore? Più di sessant'anni fa io mi ero innamorata

di lui, poi invece...

L'impiegato allo sportello accennò un sorriso imbarazzato mentre Paolo cercava di dire qualcosa senza riuscirci. Terminate le operazioni in banca, Betty e Paolo si salutarono abbracciandosi calorosamente, alla presenza di tutti gli astanti, impiegati e clienti. Per poco non partì un applauso.

Nel riprendere il cammino per il ritorno a casa Paolo ripensò al dolce intenso sapore di quel bacio dei primi anni cinquanta che non aveva mai dimenticato.

25 commenti:

Unknown ha detto...

Queste storie mi lasciano interdetta.
Chissà quante volte si saranno chiesti come sarebbe stata la loro vita se non fossero stati onesti verso gli altri. Io penso che, tolti i sogni ad occhi aperti, ambedue pensino che è stato meglio così, altrimenti sarebbe come rinnegare tutto ciò che hanno vissuto, soprattutto i rispettivi figli.
Cristiana

nina ha detto...

ciao Aldo, una dolce, delicata storia che lascia in bocca il gusto agrodolce del rimpianto.
un caro saluto Nina

Adriano Maini ha detto...

Riempie la vita un ricordo come questo, più comune di quanto si pensi per persone oggi anziane, certo ben più difficile da costruire da 30 anni a questa parte, visto com'é cambiata la società!

Luz ha detto...

"Elegante nel suo velo con un bianco cappellin...
come pioveva, così piangeva".
'Ste storie del tempo che fu, con i "chissà" e"magari se".
Per fortuna che nel '68 ero una fanciulla ben lieta di aderire all'abolizione del velo bianco e dell'illibatezza e felice di poter sbandierare il mio femminismo.
Betty e Paolo si sono persi solo una magnifica scopata!

Alberto ha detto...

Ah i rimpianti, maledetti rimpianti.

Sarah ha detto...

Ma perchè certe storie non vanno a fine? Perchè i doveri castrano spesso i sentimenti? Che tristezza...

Cri ha detto...

Quoto Luz in toto.
Davvero, quanto si alimenta, una storia ,come questa del sapore del tabù, del "non si deve", del gusto del proibito, dell'illusione? Se magari avessero provato a viverlo, quest'amore, i due si sarebbero forse viste evaporare le loro emozioni, al contatto con la realtà, come castelli in aria... E avrebbero potuto comprendere che avevano fatto la scelta migliore con i loro partner "ufficiali", senza vivere di rimpianti. Che non servono proprio a niente, se non ad amareggiarci l'esistenza inutilmente...
Mi sa che questi due sono stati più accorti di quel che immaginano.

Cri ha detto...

(E mi vien da ridere pensando che, ai tempi di oggi, non sarebbe da escludere che una moderna Betty, prendendo da parte il moderno Paolo, si sentirebbe magari balbettare, invece di "certi sguardi sono più espliciti delle parole", piuttosto un codardo "Di che parli? Che sguardi? Chi ti guardava? Io? Mi sa che hai frainteso...")

Luz ha detto...

CRI: a me è successo un sacco di volte che mi piaceva un ragazzo e poi, dopo qualche uscita e qualche approccio, mi rendevo conto che era talmente insipido da lasciarlo andare, anzi, a liquidarlo proprio.
"Provare per credere" come diceva la buon'anima di Guido Angeli!

chicchina ha detto...

Le tue storie sono belle,e anche un po romntiche ma qualche volta un po di trasgressione farebbe bene,ai protagonisti.Certo,la famiglia,i figli,tutto sembra a posto.Ma un po di sano egoismo eviterebbe di avere nostalgie e rimpianti.
un abbraccio,Aldo

Nicole ha detto...

Amarezza si...
Meglio i rimpianti o i rimorsi?
Meglio essere se stessi fino in fondo, perché chi bara,paga.E spesso si bara con se stessi.

Carlo ha detto...

Caro Aldo, la tua storia è veramente commovente. Anzi struggente e bella allo stesso tempo. Sembra una favola d'altri tempi, che racconta di pensieri e valori che non esistono più. Credo che non avrei potuto impersonificare quel "Paolo". Preferisco vivere con qualche rimorso.

Ti auguro una serena giornata.

Carla, i colori...pensieri della mia mente. ha detto...

mah...è stato scritto tutto nei vari commenti.
L'eterno dilemma del rimorso e del rimpianto!
Una cosa è sicura, che in questa tua delicata storia probabilmente qualcuno di noi ci si ritrova.
Un salutone Aldo

Nou ha detto...

Di storie come questa tua, ce n'erano molte un tempo quando le promesse d'amore erano un impegno serio e una forma di rispetto verso l'altra persona. Con il senno di poi preferisco di gran lunga i rimpianti che in qualche modo tengono vivo il sogno...chi può davvero scommettere su che cosa sia la vera realtà?
Bacioni teneroni
Nou

Rosaria ha detto...

Caro Aldo, erano altri tempi, dove la parola data aveva il suo peso e la sua importanza...Una storia cosi oggi non si trova.
Però se l'amore è vero nessuno lo ferma...evidentemente tra Paolo e Betty c'era una forte attrazione, ma non sempre questa è vero amore.

Un bacione Alduccio...

ps..in questi giorni mi son messa a contare le stelle di notte e dormivo di giorno...A presto!

@enio ha detto...

hanno fatto un grosso errore a non dar sfogo ai loro sentimenti e ha creare insieme qualcosa di bello... peccato

Unknown ha detto...

incantata da questa delicatissima storia. e vorrei tanto sapere se Paolo sei tu. un abbraccio

Ernest ha detto...

Eh Aldo... un caro saluto

robi ciprax ha detto...

caro Aldo,

hai scritto una storia stupenda.
Gli amori, a qualsiasi età, che non attraversano quella porta verso il tutto, rimangono intatti nella nostra anima e nei nostri ricordi.

Buona serata d'agosto. robi

cavaliereerrante ha detto...

Hai raccontato - col tuo consueto stile fatto di sostanza - una storia NON insolita, NON d' altri tempi, carissimo @Monticiano ... ma una storia di sempre, una storia attuale e valida "finchè il sole risplenderà sulle sventure umane" .
E questa volta, e me ne scuso, non sono d' accordo nè con @LUZ nè con @CRI, poichè una "scopata" è e rimane una scopata, niente di più ( e talvolta .... assai di meno che niente ) un amore resta un amore, cui il rimpianto lascia il tempo che trova, poichè l' amore, resta tale e sfida il tempo ... e se ne strafrega delle nostre elucubrazioni ! :-)
Un abbraccio @Aldo .... l' amore è proprio come te, è sempre vivo, caro alla memoria ... ed è un piacere sottile attingervi, sempre !
@Cavaliereerrante ...

paroleperaria ha detto...

che storia tenera! :)
un caro saluto

nucci massimo ha detto...

Non credo che ci siano rimorsi o rimpianti,
ciascuno dei due ha conservato un bel ricordo
ma ha anche costruito la propria vita
con accanto un'altra persona.
Probabilmente sarà successo a volte
che ci si sia ricordati di quel momento
immaginando come sarebbe stata la nostra vita
se avessimo fatto una scelta diversa
(vedere il film Mr. Nobody)
ma le cose sono andate così e trovo giusto che così andassero.

nucci massimo ha detto...

Sconosciuti nella notte che si scambiano occhiate
Domandandoci nella notte
Quali fossero le possibilità che noi dividessimo l'amore
Prima che la notte fosse finita

Qualcosa nei tuoi occhi era così invitante
Qualcosa nel tuo sorriso era così eccitante
Qualcosa nel mio cuore
Mi ha detto che dovevo averti

Sconosciuti nella notte, due persone sole
Eravamo sconosciuti nella notte
Fino al momento
in cui ci siamo detti il nostro primo ciao
Sapevamo poco
L'amore era lontano un'occhiata
Un caldo abbraccio abbiamo ballato e

Da quella notte siamo stati insieme
Amanti a prima vista, innamorati per sempre
E' finito col funzionare così bene
Per due sconosciuti nella notte

nucci massimo ha detto...

Mi sono scordato di scrivere che sono le parole di
Stranger in the night
quella che canta Sinatra

Aldo,
perchè?
C'è un motivo oppure è solo per aumentare il numero?

Nicole ha detto...

Pant pant...Dio che fatica con la connessione che ho, lasciare commenti...

Quando lego queste storie, mi struggo tutta.
Dolce e amara questa bellissima storia. Le storie più belle chissà perché non si compiono mai.
Forse sono perfette proprio per questo motivo.