giovedì 1 agosto 2013

SPETTACOLO SERALE ALL'APERTO

Estate di sette anni fa in una ridente cittadina dei Castelli Romani.
Di prima mattina ho letto su un quotidiano romano che qui nella serata, più precisamente alle 21, patrocinato dal Comune, sarà rappresentato un lavoro teatrale di Carlo Goldoni. Il luogo è il parco pubblico e l’ingresso è gratuito. Sono piuttosto incuriosito da questo avvenimento in considerazione del fatto che a me piace molto il teatro. Mi piace anche vedere le reazioni dei cittadini locali.
Arrivo nella cittadina alle 18. E’ ancora presto e quindi mi vado a sedere su una panchina del viale-passeggio-struscio. Sulla panchina accanto alla mia è seduta una donna robusta, credo trentenne, triste, che ha il suo da fare con una vispa bimbetta di tre o quattro anni la quale non riesce a stare ferma e buona vicino alla mamma. Ad un certo punto la mammina evidentemente si è stancata e non potendone più agguanta per una mano la bimbetta, l’avvicina a sé poi, indicandomi con un gesto della testa dice, con tono basso, ma non tale che io non riesca a sentire “vedi quell’uomo con la barba? Se non stai buona e ferma qui accanto a me sai che faccio? Mi hai capito!” La bambina mi guarda e…io allora mi alzo e vado via. Incredibile! Distrutto, cerco di trascinare quello che è rimasto di me in qualche altra zona sperando di non essere arrestato dalle forze dell’ordine. Episodio limite d’accordo ma certo tutt’altro che edificante. Ora io ammetto di non avere un aspetto piacevole, ma addirittura farmi passare per un bau-bau è un po’ esagerato.Per consolarmi, prima di recarmi a “teatro”, decido di fare uno spuntino ma, invece di andare ad una 'fraschetta', mi reco in un'osteria dove oltre a mangiare qualcosa, si beve del buon vino produzione propria e si gioca anche a carte. Tavoli e sedie credo del secolo passato. Mi siedo. Una deliziosa nonnina con i capelli bianchissimi si avvicina al tavolo, mi dice, non richiesta, d’essere la proprietaria, di chiamarsi Sora Annita e mi chiede che cosa desidero. Rispondo che andrebbe bene un bicchiere di vino bianco e una 'panzanella' cioè due fette di pane casareccio bagnate con un po’ d’acqua guarnite con pomodoro, condite con olio, sale e pepe. Da queste parti invece ci aggiungono due olive nere, uno spicchio d’uova sodo, un’alicetta sott’olio e una fettina di prosciutto: beh, dico, è una cena. Alla vista di tale leccornia cosa avrei dovuto fare? L’unica era darsi alla fuga. Non l’ho fatto. Eroicamente e spavaldamente ho sfidato la sorte e…mi sono leccato i baffi senza alcun ritegno.
Alle 20.00, con troppo anticipo, cosa che io faccio per abitudine, mi reco nel parco pubblico dove si terrà la rappresentazione teatrale, mi siedo in prima fila e sono il primo…ed unico! Dopo una mezz’ora e alla spicciolata arrivano gli altri spettatori. Il teatro all’aperto è stato creato sfruttando un tratto di giardino in discesa. La salita è adibita a platea. I sedili sono costituiti da tavole grezze di legno inchiodate su tronchetti d’albero infilati a terra. Il fondo della discesa che forma uno spiazzo in pianura è stato attrezzato a palcoscenico mediante un’impalcatura di tubi di ferro e tavolato grezzo, alta da terra circa un metro. Sembra un vero e proprio anfiteatro dei tempi che furono. La scena, stilizzata, raffigura Venezia. Ne danno l’idea quattro spezzati in tela e legno dipinti di nero a righe gialle che rappresentano chiese e palazzi veneziani, due riproduzioni, in scala minore con ruote incorporate per essere spostate, di ponticelli veneziani ed infine un pannello, semovente, con l’intelaiatura stilizzante di una porta ed un altro simile per una finestra. Ai lati e sullo sfondo un telaio, ad altezza d’uomo, di colore celeste. Sulla sinistra la comune. Faccio appena in tempo a vedere quanto descritto che mi siede accanto un ragazzino. Biondino, magro, un volto con un’ espressione piuttosto sveglia e vivace, si agita continuamente e, senza alcuna inflessione dialettale, mi domanda a che ora è l'inizio, gli rispondo, poi vuole sapere come mi chiamo, glielo dico, lui mi fa sapere il suo di nome e di essere stato promosso in terza elementare, quindi gli chiedo se abita in quella cittadina, lui risponde affermativamente e, su mia domanda, mi risponde di non essere mai stato in un teatro e di non aver mai visto gli attori di persona ma soltanto al cinema e in televisione.
La conversazione non langue, anzi. M’informo sul perché è venuto solo, lui me lo spiega e poi aggiunge che gli piacerebbe, quando sarà diventato grande, di fare l'attore di teatro. Con il sopraggiungere di altri spettatori il ragazzo è chiamato da amici e compagni di scuola fino a che, ad un certo punto, lo perdo di vista.
Prendono parte allo spettacolo due donne ed un uomo ed il lavoro che rappresentano ballando, cantando e recitando, è composto di tre atti unici scritti dal Goldoni intorno al 1700. Il tutto in rime con pochi tratti di dialetto veneto ed il resto in lingua. Il pubblico, diventato via via sempre più numeroso ha mostrato di apprezzare e gradire la fatica degli interpreti. Notevole il livello di preparazione e l’affiatamento degli attori, tra l’altro ottimamente intonati. Ho avuto naturalmente qualche attimo di nostalgia per i miei trascorsi teatrali – amatoriali – ed ho faticato non poco per allontanarla. Al termine dello spettacolo ho indugiato di proposito tra il pubblico per captarne impressioni ed opinioni che si sono rivelate pienamente aderenti alle mie. Nel complesso positive. Mi sarebbe piaciuto conoscere anche il parere di quel ragazzino.
Chissà, dopo un po' di anni conserverà l’amore per il teatro?

23 commenti:

Alberto ha detto...

Bel racconto, com'è sempre Aldo. Dalle mie parti la panzanella si chiama pan bagnau, ed è solo vegetariano. Pane pomodoro basilico aglio sale olio extravergine.

Tomaso ha detto...

Caro Aldo, è sempre un piacere leggere i tuoi interessanti racconti,
Qui non ne ho mai sentito parlare di questa panzanella, forse il nome è solo detto a Roma, sicuramente deve essere buona e soprappiù salutare.
Spero che tu sia riuscito scaricare
il PDF. Ciao e buona giornata.
Tomaso

Adriano Maini ha detto...

Un racconto dove ogni elemento é perfettamente integrato all'altro, Vivida descrizione del sito. Una descrizione della panzanella da fare venire l'acquolina inn bocca. E adesso, senza aggiungere altro, neanche sui miei ricordi del Teatro di Goldoni, vado proprio a mangiarmi - non ci crederai, vero? - un ghiotto panino al pomodoro...

Unknown ha detto...

Povera bambina, con una madre senza il minimo senso d'empatia e d'intuizione, che avrebbe dovuto semmai invitarla a fare la brava, vista la presenza di Babbo Natale.
Un abbraccissimo.
Cristià

Bastian Cuntrari ha detto...

Brava @Cri!!!
Il nostro Monty è proprio un bel Babbo Natale!! Meno male che s'è rifatto con la panzanella e col ragazzino...

Mariella ha detto...

Non so se sarei riuscita a contenere le parolacce dopo avere sentito la grossa stupidaggine sfuggita dalla bocca della signora.
Provo pena per la bambina, con una madre così.
Che bel ricordo legato al teatro che ci hai regalato Aldo.
Grazie!

Tina ha detto...

Tralascio l'idiota che inculca nella bambina il concetto di barbablù, gente come lei dovrebbe nascere sterile.
La tua curiosità sulle scelte del ragazzino...beh, per una volta restano tali.
Pani, pumadoru e rienu...che
buono;-))

Buona serata Aldo ;-))

Unknown ha detto...

si, secondo me gli piace ancora il teatro al ragazzetto. bel racconto. un abbraccio

il monticiano ha detto...

@Alberto Cane
@Tomaso
@Adriano Maini
@Cristiana2011-2
@Bastian Cuntrari
@Mariella
@Tina
@Alessandra Lace

A volte s'incontra gente un pò'diversa dalla maggior parte delle persone. Sono cose che capitano, basta saper dimenticare.
Stateve bene e un caro saluto a tutti,
aldo.

robi ciprax ha detto...

caro sceneggiatore Aldo,
con il tuo racconto, hai praticamente scritto un film, con trama e dettagli particolareggiati.
Come sempre, Aldissimo fa rima con fortissimo.
Buona giornata. robi

zefirina ha detto...

l'amore per il teatro non muore se hai iniziato ad apprezzarlo da piccolo, l'altra sera sono andata con un'amica di mia figlia a vedermi un pirandello sulla terrazza di sant'Alessio

paroleperaria ha detto...

Buona la panzanella! L'altro giorno ero invitata a cena e ne ho mangiato mezzo chilo... non sapevo che era solo l'antipasto di un abbondantissimo pasto! :)
La signora che ti fa passare per il babau mi sembra quanto meno scortese, dato che lo ha fatto proprio davanti a te... a parte che non condivido questo genere di minacce che si basano sull'aspetto... tipo "viene l'uomo con la barba e ti rapisce" o "viene l'uomo nero e ti mangia" e bestialità del genere!
Un caro saluto

Cri ha detto...

Che profumo di felicità emana la consapevolezza che, nonostante tutto, certi momenti tanto semplici e intensi - il teatro all'aperto, la panzanella, e pure il becerume de certa gente, via! - sono rimasti inalterati nel tempo.

chicchina ha detto...

Aldo,ieri ero troppo presa dall'attesa di notizie e non ho letto il post.
Oggi, finalmente più rilassata,come credo molti italiane e italiani,leggo e rileggo ogni parola.Se si ama qualcosa,lettura teatro ecc,non ci si stacca più,e immagino che il ragazzetto di allora se non come attore almeno da spettatore frequenti ancora.
Stasera anch'io,teatro all'aperto,commedia in lingua,ma senza il piacere della panzanella come aperitivo.Ciao,a presto.

chicchina ha detto...
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Enly ha detto...

Dai che ti vfegno a trovare Giovadì :) Sono a Roma :) per 4 giorni :)

Nou ha detto...

Certe mamme non sanno quel che dicono!
Bel racconto come sempre. Mi è piaciuto molto la descrizione del luogo della rappresentazione. Scommeto che la serata era allietata dal ponentino. Vorrei una serata così anch'io, in barba alla mamma gnurantella.
Un abbraccio
Nou

il monticiano ha detto...

Cipralex1
Zefirina
Fra
Cri
Chicchina
Enly
Nou

Noto che l-atteggiamento di querlla mammina ha scandalizzato tanti ma che ci volete fare, per lungo tempo avevo messo quell/espisodio a riposo
Stateve bene e un caro saluto a tutti,
aldo.

Costantino ha detto...

Mi ricordo le commedie televisive goldoniane interpretate tra il '50
ed il '60 da Cesco Baseggio, ed ho un ricordo delle belle sere di qualce località laziale che ho visitato.
Mi manca la panzanella, che si prepara anche qui, ma non è la stessa cosa...

Susanna ha detto...

E' già una cosa che il bimbo si interessasse di teatro: di solito, al massimo si interessano della playstation...
Booona la panzanella!!!

Rosaria ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Rosaria ha detto...

Inizio con la tua ultima domanda...
Spero tanto come te che quel ragazzo conservi la'amore e la passione per il teatro.

Quando uscì dal collegio ascoltavo molto la radio, ( non avendo ancora la TV)fu attraverso la radio che scoprì il teatro.

Finalmente arrivò anche a casa mia la TV e ogni venerdì sul secondo andava in onda il teatro.. non mi perdevo nessun venerdì, seduta in prima fila vedevo di tutto, anche le opere che non le capivo, ma poi imparai.
Mia madre il venerdì se ne andava a letto tranne se trasmettevano il teatro di Eduardo De Filippo.
Quanto ho imparato dal teatro.

La signora dei giardinetti contrariamente a te se fosse successo a me non mi sarei sentita offesa.
Caro Alduccio, la disperazione delle mamme porta a questi strani atteggiamenti, i bambini piccoli certe volte ti fanno perdere il lume della ragione e così ci si inventa di tutto per tenerli buoni.
Non dico che non hai avuto ragione a sentirti offeso, ma la differenza sta proprio in questo...se fosse successo a me o a qualsiasi altra donna, avremmo capito e anche fatto la faccia burbera pur aiutare la mamma disperata..purtroppo queste cose solo noi donne le capiamo;)
Senza offesa per voi maschietti.

Da noi si trasmettono film all'aperto ma il teatro sarebbe meglio.

Ottima la panzanella anche se ti confesso che non la gradisco tanto in qualunque modo si faccia ma i gusti son gusti e vanno rispettati.

Ti abbraccio, ciao Alduccio.

ps: sempre grazie che ci accompagni per le strade di Roma e noi la vediamo e la visitiamo attraverso i tuoi occhi:)

il monticiano ha detto...

@Costantino
@Ibadeth Hysa
@rosi

Infatti quella serata si chiuse molto bene.
Stateve bene e un caro saluto a tutti,
aldo.