martedì 4 febbraio 2014

MAURO E NORA

Dopo altri cinque giorni di vacanza oggi inizia il nuovo anno scolastico e si riaprono le scuole. Quella dove insegno si trova a tre chilometri di distanza da dove abito e quindi ne approfitto per andarci in bicicletta. Devo ammetterlo sono emozionato perché i miei ragazzi della quinta C al termine di quest'anno scolastico proseguiranno gli studi altrove. Pedalando mi torna in mente il mio viaggio sul treno di cinque giorni fa. Lo confesso, l'aver conosciuto Nora non mi ha lasciato indifferente e meno che mai l'aver trascorso quelle ore con lei
raccontandoci tanto delle nostre vite. D'altra parte posso solo sperare d'incontrarla, così, magari per caso, ma non ne sono troppo sicuro. Abbiamo deciso di non scambiarci i nostri rispettivi numeri telefonici e credo sia stata una decisione saggia. Non ci siamo neppure detti dove abitiamo e neppure io le ho detto in quale scuola insegno e...Un momento. Adesso che ci penso lei mi ha detto che lavora alla sede Rai di Torino quindi ove decidessi di rivederla...No, no, meglio lasciar perdere. Nora ha più che validi motivi per vivere la sua vita e dividere il suo futuro con il suo compagno. Mi rassegno e non ci penso più anche perché sono arrivato a scuola Il primo giorno è uno dei più impegnativi dell'anno scolastico per tanti motivi. Trascorsi tre mesi mancano appena dieci giorni all'inizio delle vacanze natalizie. Le scuole infatti resteranno chiuse dal 23 dicembre all'8 gennaio del prossimo anno, ed io, come negli anni precedenti torno a Palermo dai miei. Decido quindi di recarmi alla stazione per prenotare il treno. Allo sportello c'è un discreto numero di persone avanti a me. Mi metto in fila dietro l'ultima e attendo il mio turno. Quando sto per arrivare allo sportello un pensiero mi balena nella mente. Non faccio il biglietto ed esco dalla fila. In questi tre mesi non ho fatto altro che pensare a Nora e allora adesso decido diversamente. Prendo la bici, chiedo informazioni circa l'indirizzo preciso della sede Rai di Torino e, ottenutolo, per agire più serenamente torno a casa dove cercherò di riordinarmi un po' le idee e studiare un piano per cercare di rivedere Nora.Ragionando a mente serena, lei non lavora in una scuola e può darsi allora che abbia soltanto pochi giorni di ferie. Non dovrebbe allontanarsi da Torino.
È il 23 dicembre, sono le sette di mattina ed io mi trovo davanti il portone d'ingresso della sede Rai e attendo, malgrado il gran freddo, l'entrata degli impiegati. Non ho potuto domandare nulla alla persona all'ingresso perché di Nora conosco soltanto il suo nome e non il cognome. Alla spicciolata arriva un
discreto numero di persone che va man mano aumentando fino a fermarsi alle 9 in punto. Di Nora nessuna traccia. Può darsi che qui si lavori a turno, mattutino e pomeridiano. Ritornerò qui tra poco meno di sei ore. Venti minuti prima delle quindici sono di nuovo qui e vedo che alcune persone stanno avvicinandosi al portone d'ingresso. Tra esse la figura inconfondibile di Nora. Incurante di tutto cerco di farmi notare agitando una mano. Dopo qualche secondo lei mi vede e istintivamente ci corriamo incontro con le braccia spalancate. Ho solo il tempo di notare che non ha più la frangetta dei capelli sulla fronte, li ha lasciati crescere e li ha annodati dietro la nuca. Mi dice che deve entrare in ufficio, ma che ne uscirà alle ventuno. Le assicuro che sarò li ad aspettarla. Sono in preda all'agitazione come fossi alle prime armi in questo genere di cose, ma sono contento di esserlo perché tutto questo può avere un solo ed unico significato: sono innamorato di Nora. Quella sera stessa siamo di nuovo insieme e riprendiamo a parlare come se non fossero trascorsi più di tre mesi. Lei m'informa che conduce sempre la stessa vita di cui mi parlò sul treno, che ogni fine settimana si vede con il suo compagno, ma su questo argomento preferisce non approfondire ed io non le chiedo nulla. Mi dice che non potrà recarsi a Palermo per via del lavoro ed io la informo che ho cancellato quel viaggio. Lei propone di trascorrere qualche festività insieme. Noi due soli precisa. Era quello che speravo. Concordiamo di comune accordo come, dove e quando vederci e nessuno di noi due si meraviglia di ciò che stiamo facendo, spontaneamente e con naturalezza come se fossimo amici di vecchia data uniti da qualcosa di molto diverso rispetto l'amicizia. Questa volta ci scambiamo i numeri telefonici. Fissiamo l'appuntamento per il venerdì successivo. A casa mia in quanto il mio collega con il quale condivido l'appartamento si trattiene in quello della sua ragazza fino a notte inoltrata. A volte neppure rincasa. Nora puntualissima venerdi sera alle 9:30 suona alla porta, le apro, ci salutiamo baciandoci e cominciamo a cenare. Trascorrono un paio d'ore raccontandoci un bel po' di cose, ma ad un certo punto, soltanto guardandoci negli occhi comprendiamo che è giunto il momento che entrambi attendevamo. Andiamo nella mia camera dove accadrà quello che avrebbe dovuto già accadere. Ci siamo messi d'accordo che la sera del 31 dicembre pur non potendo trascorrere insieme la notte di Capodanno, ci saremmo visti verso le 22 vicino il suo posto di lavoro soltanto per alcuni minuti per scambiarci gli auguri.
Alle 20:30 mi preparo per andare a quell'appuntamento, esco da casa, prendo la bicicletta e vado quasi volando verso quel posto che ormai conosco molto bene.
A metà strada una macchina con i fari abbaglianti accesi.......
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Nora quella sera stessa, il giorno dopo e il giorno dopo ancora attese invano Mauro il telefono del quale squillò sempre a vuoto. Poi apprese la triste notizia dal suo amico.

17 commenti:

Paola ha detto...

Aldo che tragico finale!!!
Mi aspettavo il classico... "e vissero felici e contenti"... ma capisco anche che talune volte bisogna fare i conti con la realtà dei fatti :-(
Beh... meglio lasciarti un gran bel bacione per una buona giornata... ciauzzzz!!!

Tomaso ha detto...

Caro Aldo, sono partito leggendo attentamente la tua bella storia!!!
Peccato che abbia una brutta fine.
Buona giornata amica.
Tomaso

Unknown ha detto...

Ma che iella, Aldo!
Cristiana

Ernest ha detto...

Oh mamma... ci sono rimasto malissimo

Ernest ha detto...

Oh mamma... ci sono rimasto malissimo

Mariella ha detto...

Un finale da melodramma americano.
Complimenti!

Krilù ha detto...

Una tragica conclusione per una storia d'amore che avrebbe anche potuto avere un durevole futuro. E, sinceramente lo speravo, visto che sono una romanticona...
Spero almeno che questo tuo racconto sia frutto della tua creativa fantasia e non rispecchi una storia vera, come lo è invece per ilracconto che ho pubblicato nel mio ultimo post.

Bastian Cuntrari ha detto...

Noooooo!!!
Così non vale... perfido Monty!

Ambra ha detto...

A me sembra di averlo giù letto questo tuo post tempo addietro ... ma con qualche variante ...

Costantino ha detto...

Quanta romantica nostalgia in questa storia forse d'altri tempi, forse maledettamente attuale!

zefirina ha detto...

eh no... uffi

robi ciprax ha detto...

questa volta mi hai spiazzato! Mi stavo pregustando un lieto fine sotto la mia Mole ed invece tristezza improvvisa, come purtroppo accade nella vita.

Qui Torino, ciao Alduccio. robi

Carlo ha detto...

Fedele al tuo "stile", non sei mai prevedibile quando racconti queste storie, anche a costo di fregarci con un finale non proprio piacevole. Però, è una bella storia comunque, anche se non termina con un "e tutti vissero felici e contenti". Peraltro, sono tra coloro che credono "nell'attimo" da vivere e, quindi, pur con un finale tragico, questa storia ci ricorda che il presente è importante e va vissuto, fosse anche un attimo, perché "il dopo"... è un incognita!!

Ciao Aldo, buona serata a te.

chicchina ha detto...

Ci aspettiamo sempre storie belle e a lieto fine,ma sappiamo che non è così nella realtà e non può esserlo neanche in quello che raccontiamo.Fai bene a farci pensare,Aldo.Comunque sempre accattivante quello che racconti.Un sereno Giovedì.Ma anche per il venerdì sabato e dintorni...Ciao

Enrico Bo ha detto...

Anche io me li ricordo questi due. Siamo su una vena più pessimistica?

@enio ha detto...

certo caro Aldo che è proprio vero che la sfiga ci vede benissimo e questo fatto ne è l'ennesima conferma.

Nou ha detto...

No,no, proprio no! Non posso metabolizzare un finale così triste.
Però scrivi sempre bene e ci dai di quelle mazzate!! :))
Un abbraccio
Nou