Dopo altri
cinque giorni di vacanza oggi inizia il nuovo anno scolastico e si
riaprono le scuole. Quella dove insegno si trova a tre chilometri di
distanza da dove abito e quindi ne approfitto per andarci in
bicicletta. Devo ammetterlo sono emozionato perché i miei ragazzi
della quinta C al termine di quest'anno scolastico proseguiranno gli
studi altrove. Pedalando mi torna in mente il mio viaggio sul treno
di cinque giorni fa. Lo confesso, l'aver conosciuto Nora non mi ha
lasciato indifferente e meno che mai l'aver trascorso quelle ore con
lei
raccontandoci
tanto delle nostre vite. D'altra parte posso solo sperare
d'incontrarla, così, magari per caso, ma non ne sono troppo sicuro.
Abbiamo deciso di non scambiarci i nostri rispettivi numeri
telefonici e credo sia stata una decisione saggia. Non ci siamo
neppure detti dove abitiamo e neppure io le ho detto in quale scuola
insegno e...Un momento. Adesso che ci penso lei mi ha detto che
lavora alla sede Rai di Torino quindi ove decidessi di
rivederla...No, no, meglio lasciar perdere. Nora ha più che validi
motivi per vivere la sua vita e dividere il suo futuro con il suo
compagno. Mi rassegno e non ci penso più anche perché sono
arrivato a scuola Il primo giorno è uno dei più impegnativi
dell'anno scolastico per tanti motivi. Trascorsi tre mesi mancano
appena dieci giorni all'inizio delle vacanze natalizie. Le scuole
infatti resteranno chiuse dal 23 dicembre all'8 gennaio del prossimo
anno, ed io, come negli anni precedenti torno a Palermo dai miei.
Decido quindi di recarmi alla stazione per prenotare il treno. Allo
sportello c'è un discreto numero di persone avanti a me. Mi metto in
fila dietro l'ultima e attendo il mio turno. Quando sto per arrivare
allo sportello un pensiero mi balena nella mente. Non faccio il
biglietto ed esco dalla fila. In questi tre mesi non ho fatto altro
che pensare a Nora e allora adesso decido diversamente. Prendo la
bici, chiedo informazioni circa l'indirizzo preciso della sede Rai di
Torino e, ottenutolo, per agire più serenamente torno a casa dove
cercherò di riordinarmi un po' le idee e studiare un piano per
cercare di rivedere Nora.Ragionando a mente serena, lei non lavora in
una scuola e può darsi allora che abbia soltanto pochi giorni di
ferie. Non dovrebbe allontanarsi da Torino.
È il 23
dicembre, sono le sette di mattina ed io mi trovo davanti il portone
d'ingresso della sede Rai e attendo, malgrado il gran freddo,
l'entrata degli impiegati. Non ho potuto domandare nulla alla persona
all'ingresso perché di Nora conosco soltanto il suo nome e non il
cognome. Alla spicciolata arriva un
discreto
numero di persone che va man mano aumentando fino a fermarsi alle 9
in punto. Di Nora nessuna traccia. Può darsi che qui si lavori a
turno, mattutino e pomeridiano. Ritornerò qui tra poco meno di sei
ore. Venti minuti prima delle quindici sono di nuovo qui e vedo che
alcune persone stanno avvicinandosi al portone d'ingresso. Tra esse
la figura inconfondibile di Nora. Incurante di tutto cerco di farmi
notare agitando una mano. Dopo qualche secondo lei mi vede e
istintivamente ci corriamo incontro con le braccia spalancate. Ho
solo il tempo di notare che non ha più la frangetta dei capelli
sulla fronte, li ha lasciati crescere e li ha annodati dietro la
nuca. Mi dice che deve entrare in ufficio, ma che ne uscirà alle
ventuno. Le assicuro che sarò li ad aspettarla. Sono in preda
all'agitazione come fossi alle prime armi in questo genere di cose,
ma sono contento di esserlo perché tutto questo può avere un solo
ed unico significato: sono innamorato di Nora. Quella sera stessa
siamo di nuovo insieme e riprendiamo a parlare come se non fossero
trascorsi più di tre mesi. Lei m'informa che conduce sempre la
stessa vita di cui mi parlò sul treno, che ogni fine settimana si
vede con il suo compagno, ma su questo argomento preferisce non
approfondire ed io non le chiedo nulla. Mi dice che non potrà
recarsi a Palermo per via del lavoro ed io la informo che ho
cancellato quel viaggio. Lei propone di trascorrere qualche festività
insieme. Noi due soli precisa. Era quello che speravo. Concordiamo di
comune accordo come, dove e quando vederci e nessuno di noi due si
meraviglia di ciò che stiamo facendo, spontaneamente e con
naturalezza come se fossimo amici di vecchia data uniti da qualcosa
di molto diverso rispetto l'amicizia. Questa volta ci scambiamo i
numeri telefonici. Fissiamo l'appuntamento per il venerdì
successivo. A casa mia in quanto il mio collega con il quale
condivido l'appartamento si trattiene in quello della sua ragazza
fino a notte inoltrata. A volte neppure rincasa. Nora puntualissima
venerdi sera alle 9:30 suona alla porta, le apro, ci salutiamo
baciandoci e cominciamo a cenare. Trascorrono un paio d'ore
raccontandoci un bel po' di cose, ma ad un certo punto, soltanto
guardandoci negli occhi comprendiamo che è giunto il momento che
entrambi attendevamo. Andiamo nella mia camera dove accadrà quello
che avrebbe dovuto già accadere. Ci siamo messi d'accordo che la
sera del 31 dicembre pur non potendo trascorrere insieme la notte di
Capodanno, ci saremmo visti verso le 22 vicino il suo posto di lavoro
soltanto per alcuni minuti per scambiarci gli auguri.
Alle 20:30
mi preparo per andare a quell'appuntamento, esco da casa, prendo la
bicicletta e vado quasi volando verso quel posto che ormai conosco
molto bene.
A metà
strada una macchina con i fari abbaglianti accesi.......
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Nora
quella sera stessa, il giorno dopo e il giorno dopo ancora attese
invano Mauro il telefono del quale squillò sempre a vuoto. Poi
apprese la triste notizia dal suo amico.
17 commenti:
Aldo che tragico finale!!!
Mi aspettavo il classico... "e vissero felici e contenti"... ma capisco anche che talune volte bisogna fare i conti con la realtà dei fatti :-(
Beh... meglio lasciarti un gran bel bacione per una buona giornata... ciauzzzz!!!
Caro Aldo, sono partito leggendo attentamente la tua bella storia!!!
Peccato che abbia una brutta fine.
Buona giornata amica.
Tomaso
Ma che iella, Aldo!
Cristiana
Oh mamma... ci sono rimasto malissimo
Oh mamma... ci sono rimasto malissimo
Un finale da melodramma americano.
Complimenti!
Una tragica conclusione per una storia d'amore che avrebbe anche potuto avere un durevole futuro. E, sinceramente lo speravo, visto che sono una romanticona...
Spero almeno che questo tuo racconto sia frutto della tua creativa fantasia e non rispecchi una storia vera, come lo è invece per ilracconto che ho pubblicato nel mio ultimo post.
Noooooo!!!
Così non vale... perfido Monty!
A me sembra di averlo giù letto questo tuo post tempo addietro ... ma con qualche variante ...
Quanta romantica nostalgia in questa storia forse d'altri tempi, forse maledettamente attuale!
eh no... uffi
questa volta mi hai spiazzato! Mi stavo pregustando un lieto fine sotto la mia Mole ed invece tristezza improvvisa, come purtroppo accade nella vita.
Qui Torino, ciao Alduccio. robi
Fedele al tuo "stile", non sei mai prevedibile quando racconti queste storie, anche a costo di fregarci con un finale non proprio piacevole. Però, è una bella storia comunque, anche se non termina con un "e tutti vissero felici e contenti". Peraltro, sono tra coloro che credono "nell'attimo" da vivere e, quindi, pur con un finale tragico, questa storia ci ricorda che il presente è importante e va vissuto, fosse anche un attimo, perché "il dopo"... è un incognita!!
Ciao Aldo, buona serata a te.
Ci aspettiamo sempre storie belle e a lieto fine,ma sappiamo che non è così nella realtà e non può esserlo neanche in quello che raccontiamo.Fai bene a farci pensare,Aldo.Comunque sempre accattivante quello che racconti.Un sereno Giovedì.Ma anche per il venerdì sabato e dintorni...Ciao
Anche io me li ricordo questi due. Siamo su una vena più pessimistica?
certo caro Aldo che è proprio vero che la sfiga ci vede benissimo e questo fatto ne è l'ennesima conferma.
No,no, proprio no! Non posso metabolizzare un finale così triste.
Però scrivi sempre bene e ci dai di quelle mazzate!! :))
Un abbraccio
Nou
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