giovedì 11 aprile 2013

SI CHIAMAVA REGINA...

...ma venimmo a sapere successivamente che era un soprannome affibbiatole dagli abitanti del quartiere dove risiedeva in quanto era l'unica abitante di una palazzina di tre piani quasi completamente distrutta dai bombardamenti alleati nel 1943 a Roma.
Occupava un monolocale al pianterreno che lei aveva reso abitabile con le sue mani e lì aveva creato il suo regno. Non c'era chi la disturbava anche perché non creava problemi a nessuno.
Quando noi ragazzotti di Via della Polveriera venimmo a sapere di questa Regina - mi è difficile ricordare chi ci aveva dato l'informazione - pensammo di volerla incontrare anche se lei esercitava, uso un eufemismo, la professione più antica del mondo.
Però avevamo dei dubbi ed i motivi erano principalmente la nostra giovane età, nessuno di noi superava i sedici anni e, soprattutto, la mancanza di soldi. Malgrado ciò prendemmo la decisione di procurarceli a qualsiasi costo nutrendo la speranza che quanto da ciascuno di noi racimolato bastasse per ottenere i favori della Regina. Ma ne dubitavamo molto.
Ad ogni modo decidemmo di tentare, ci riunimmo per il grande evento - eravamo tutti alla nostra prima esperienza - ci contammo e formammo un gruppo di sette novelli Casanova.
Dovevamo compiere la missione al mattino onde evitare incontri con persone più grandi che sicuramente ci avrebbero preso a calci.
Giunti a "palazzo reale" - saranno state le 10.00 a.m. - salimmo i tre o quattro gradini che ci separavano dall'unica porta di quel pianerottolo, bussammo e udimmo una voce femminile che disse di entrare.
Infilammo un piccolo e stretto corridoio e ci posizionammo davanti ad un vano porta, senza porta ma con una specie di tenda formata da lunghe file di tappi metallici di bottiglie di birra e gazzosa, completamente schiacciati.
La stanza, anzi una specie di stanzone, era arredato con lo stretto necessario. In un angolo la macchina del gas, una piccola credenza e un tavolino rotondo con due sedie. Poco più in là un lavello, una bacinella su un treppiedi metallico, un letto matrimoniale enorme e un armadio a due sportelli.
Lei era intenta a cuocere qualcosa, forse la colazione, quando si girò e appena ci vide disse:
= e voi bambolotti che volete?=
Nessuno rispose e allora lei seguitò:
= non abbiate paura, si capisce benissimo cosa volete=
Poteva avere non più di cinquant'anni, bruna, abbastanza carina ma molto magra in quanto doveva aver patito molte delle sofferenze inflitte alla gente negli anni bui della seconda guerra mondiale.
Ci domandò:
= soldi ne avete? Qui non si fa credito a nessuno...(e si fece una gran risata)=
Gli facemmo vedere quello che avevamo e lei
= va bene, facciamo uno sconto comitiva, però il divertimento è meglio farlo con uno alla volta, d'accordo? Chi è il primo?=
Ci mettemmo a discutere e poichè nessuno voleva esserlo decisi di andarci io. Li feci uscire dallo stanzone e.....cercai di fare del mio meglio aiutato dalla Regina.
La faccenda non andò molto bene anche perché i miei amici si erano appostati nel piccolo corridoio davanti a quella specie di tenda e s'erano messi a origliare e a sghignazzare. Ovviamente lo sghignazzamento continuò ogni volta anche per gli altri"sudditi" durante il loro turno.
Finimmo la cerimonia e nel ritornare a casa seguitammo a prenderci in giro
consci tra l'altro di aver fatto una figura inadeguata al cospetto di una Regina.


26 commenti:

nonno enio ha detto...

a me è capiatato a Pietralata a Roma, mentre facevo il militare, si chiamava Lauretta e a sentire il sottotenente s'era fatta tutti i granatieri e tutti i bersaglieri della Albanese Ruffo... la decade era poca e Roma era distante, decidemmo di andare da lei e ci mettemmo diligentemente in fila... io ero il settimo.

VilmasCreativeArt ha detto...

Ne ho sentite di queste storie :D ... mi piace leggerti perchè parli sempre di vita vissuta, vera.
Buona giornata

Antonio ha detto...

ecco un altro frammento del neorealismo di Zavattini, buona giornata Aldo

Paola1961 ha detto...

Questo episodio mi ha ricordato un personaggio del libro e film Non ti muovere, della Mazzantini. Lei credo si chiamasse Italia. Non faceva la prostituta, ma la miseria era la stessa.
Grande tenerezza per entrambe.

Cri ha detto...

A Regina non sarà parso vero, sette ragazzini, invece dei porci da cui le sarà toccato di farsi mettere le mani addosso di solito... Una mattinata sicuramente più gradevole del solito, per lei :)
Siccome so dove sta questo palazzina, avendomela tu indicata in un nostro tour automobilistico "Rome by night", mi viene da pensare che quella zona, nel cuore del centro, vicina ai palazzi del potere, non ha cambiato di molto tipo di residenti: prostitute c'erano, prostitute ci sono...
... E l'appellativo "Regina" mi si associa nella testa ad un retrogusto di tenerezza dolceamara, perché mi riporta subito alla mente lo struggente personaggio che apre e chiude Fantasmi a Roma, un altro dei miei film del cuore, che nell'ultima scena memorabile infila la porta dell'osteria ed esce con passo malfermo all'aperto, nel cuore brulicante di vita e di miserie umane di Roma, bofonchiando: "mi' madre era una battona e noi semo tutti fratelli"

Ernest ha detto...

che storie Aldo, grazie
un saluto

Unknown ha detto...

Grazie per questo racconto, Aldo, che ha tutto il sapore delle storie d'altri tempi.Penso che oggi, con tutta la libertà sessuale che c'è, gli inizi amorosi siano ben diversi, e mi chiedo se davvero le donne ci abbiano guadagnato.
Buona giornata!
Cristiana

paroleperaria ha detto...

Le tue storie sono sempre belle, quando sono vere lo sono ancora di più :)

m4ry ha detto...

Caro Aldo..adoro i tuoi racconti..hai la capacità di farmeli vivere...li vedo, come se fossero film :)
Ti abbraccio

Nicolanondoc ha detto...

E così hai conosciuto anche una Regina:-) Complimenti Aldo, sia per il racconto "appetitoso" che fa venire alla mente tanti ricordi, sia per il modo in cui lo narri. Un abbraccio caro amico mio.

Luz ha detto...

Non mi piacciono i racconti di mercimonio, né passati, né presenti, né futuri. Mi dispiace ma non faccio sconti a nessuno, nemmeno a un "nonnetto" bravo e simpatico come te, lo sai!

robi ciprax ha detto...

ciao Aldo,
sei stato coraggioso sia nel racconto che nell'aprire la sfilata.....
Altri tempi, altre ingenuità, altre fantasie. Bei tempi...

Un caro saluto. robi

Mariella ha detto...

Caro Aldo.
Una bellissima prova di letteratura, il tuo scritto e ricordo.
Mi hai fatto pensare a De Andrè e alla sua "Bocca di Rosa".
E poi alla protagonista di un libro di Mario Soldati.
Il libro era "Lettere da Capri" e il personaggio conturbante di Dorothea è ancora vividissimo in me, nonostante dalla lettura ad oggi siano passati trent'anni.
Ti abbraccio e buona serata

Nou ha detto...

Usanze che furono! Fatti reali che racconti con discrezione e la proverbiale ironia.

Ciao :)

Un abbraccio, Nou

nucci massimo ha detto...

Proprio come la mia francese, quelli che stanno a gurdare e ridono e ti fanno fretta.
Bello ilracconto e bellissime le puttane di una volta. Ciao

Luz ha detto...

Dopo il tuo post e i commenti lasciati, credo che dovrò disertare per un po', altrimenti mi imbarcherei su un discorso femminista e sessista che massacrerebbe tutti.
A poi, ma poi poi.....

Luz ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Adriano Maini ha detto...

Per associazione di idee mi hai fatto ricordare, invece, di un'anziana homeless (come si dice adesso) che si rifugiava tra le macerie di un bombardamento e che vedevo la domenica alla messa (avevo appena fatto la prima comunione...). C'entra poco con la tua storia, ma era tanto che volevo fare uscire questa mia memoria che mi accompagna da sempre come uno dei primi segni di sofferenza sociale, visti da me nella vita.

Ambra ha detto...

Ciao Alduccio. Esperienza che mi manca ... ihihih.
Parlando d'altro ma sempre di Roma. Allora? Quando ti dai da fare? Quando ufficializzi? Non avrai per caso cambiato idea, vero?

Enly ha detto...

Complimenti ancora : D

Zio Scriba ha detto...

ehm... l'unica cosa che ho capito poco è quel "volerla incontrare ANCHE se esercitava...". Io avrei detto PROPRIO perché esercitava... :-))
Naturalmente, io non ho nulla contro le prostitute né contro chi ci va, ma sono opinioni personali, ci mancherebbe...

Un abbraccio, carissimo!

Zio Scriba ha detto...

* Luz
Sei una meravigliosa Amica e rispetto le tue idee. Però non ho capito perché "femminismo" e "sessismo". C'è anche chi va con i trans e coi maschietti. E spesso i clienti sono persone dolcissime. E ancor più spesso questo "mercimonio" è molto più onesto di quello di chi per farsi sposare vuole pellicce e diamanti, o effettua controlli preventivi su conto in banca e possibilità di carriera...

Rosaria ha detto...

Alduccio, mi è difficile lasciarti un commento.
Ma ho letto con piacere la tua prima volta e lo sconto della " regina" mi ha commossa e non so il perchè.
Ti abbraccio e buona domenica, amico mio caro.

nina ha detto...

Ciao Aldo,
con questo tuo racconto sincero e fresco, fai assaporare la dolce atmosfera di un'epoca il cui segno predominante è un'umanità che fa vibrare corde di tenerezza e nostalgia

Blogaventura ha detto...

Ma io penso che la Regina avrà capito... in fondo era una Regina con la R maiuscola mica una di quelle vuote e presuntuose che circolano per le corti d'Europa. Un salutone, Fabio

Blogaventura ha detto...

Ma io penso che la Regina avrà capito... in fondo era una Regina con la R maiuscola mica una di quelle vuote e presuntuose che circolano per le corti d'Europa. Un salutone, Fabio