domenica 12 gennaio 2014

COME STAI PAPA'?

= Ciao papà...
= Eeee?
= Ti ho salutato papà, sono tua figlia...
= Sai che ci sono giorni piovosi e quelli col sole...
= Sì, lo so papà, ma dimmi come ti senti?
= Oggi piove
= No papà, in cielo ci sono soltanto un po' di nuvole...
= Sei tornata da scuola?
= Papà ho smesso di andare a scuola trent'anni fa
= Tua madre sta in cucina?
= No papà, mamma non c'è più
= Una volta io e lei siamo andati a Castel Gandolfo col trenino e ci vogliamo ritornare
= Va bene, ti ci porto io domenica
= La maestra come ti chiama?
= Quando ci andavo mi chiamava con il mio nome. Tu lo ricordi il mio nome?
= Guarda che nuvole, mi sa che oggi piove. Dì a tua madre di non uscire
= Papà t'avevo fatto una domanda
= Non posso uscire, non è una bella giornata oggi
= Me ne sono accorta
= Sento un odorino. Tua madre cucina sempre bene
= Me lo ricordo. Andiamo a vedere in cucina, vieni così ti muovi un po'
= Eravamo ragazzetti quando siamo andati a...
= Lo so, eravate due bei giovani, adesso camminiamo
= Che c'è per terra?
= Niente non aver paura...Ecco vedi? Quella signora è tua cugina che sta cucinando, ti ricordi come si chiama?
= Ieri sera siamo andati a teatro io e tua madre
= Bravi avete fatto bene. Siedi papà sta squillando il telefono
= Io scendo per vedere se c'è posta
= Adesso no, scendiamo appena ho risposto al telefono. Pronto?
=.......
= Sì, ciao, sono ancora qui a casa
=.......
= Lo so che è tardi ma non posso lasciare mio padre in queste condizioni
= ......
= Capisco, pensa tu ai ragazzi. Ho trovato papà troppo confuso
=.......
= Voi cenate intanto. Adesso lo aiutiamo a mangiare e poi ad andare a letto
=.......
= Va bene, li saluto entrambi, ciao. Papà ti saluta Maurilio, te lo ricordi? È mio marito, tuo genero
= Dov'è andata tua madre?
= Ne parliamo più tardi. Intanto dimmi, come stai papà?


16 commenti:

Ambra ha detto...

Abbastanza angosciante questo dialogo! Purtroppo credo che avvenga o sia avvenuto davvero.

Unknown ha detto...


Hai reso perfettamente l'idea di situazioni simili.L'ho vissuta anch'io, con mia madre, un'angoscia del genere e purtroppo, a volte, non avevo molta pazienza e peggioravo il tutto.
Che tristezza, Aldo.
Cristià

Mariella ha detto...

Un racconto molto tenero, nella sua tragicità.
Ciao Aldo.

Sarah ha detto...

Caro Aldo, mi hai ricordato i miei dialoghi (monologhi) nella casa di riposo...
Ben ritrovato, sono strafelice di leggerti ancora :)

chicchina ha detto...

racconto molto tenero,delicato ma triste,tanto triste,anche la vita lo è talvolta.Sentiamo sempre più spesso e qualche volta viviamo questi dialoghi: ogni volta l'angoscia di non saperci rapportare,di non poter fare molto.

nucci massimo ha detto...

"Papà t'avevo fatta una domanda"
Non è un errore,te non scrivi per caso,
allora perchè è così?
mi piace ma perchè non dice "T'avevo fatto...."?

Erika ha detto...

Commovente, caro Aldo. Buona nuova settimana.

Nou ha detto...

Ciao Aldo!
Sarà che ho la pressione che non va, ma questo scenario, possibile per molti, ieri, mi ha messo una oppressione troppo malinconica, ora che va meglio ho potuto scrivere due parole.
Un abbraccio
Nou

Sandra M. ha detto...

Un po' mi angoscia e un po' mi intenerisce.
Ma sempre un velo di tristezza...con mia mamma non sono più possibili manco questi "dialoghi". Un abbraccio di buon anno, caro Aldo.

nonno enio ha detto...

devessere tremendo, sopratutto per chi ti vuole bene, quando qualcuno in là cogli anni è perseguitato anche dall'alzaimer

zefirina ha detto...

ho un amico di appena 60 anni che sta così, ogni volta che mi viene in mente ci sto male

robi ciprax ha detto...

in certi momenti bisogna avere la forza di trattenere le lacrime per piangerle poi da soli.
Ciao caro Aldo. robi

Rosaria ha detto...

Triste per chi vede ma non per il paziente, credo.

i abbraccio!

Cri ha detto...

Io non ho avuto, per fortuna, episodi così strazianti con mio padre, essendo lui morto all'improvviso, l'anno scorso, con discrezione e una tardiva dignità, a distanza di quattrocento chilometri da me.
Capisco che, per chi ha avuto padri degni di questo nome, vedere il proprio ridotto così possa causare angoscia profonda. Ma io non so commentarle, situazioni così. Per farlo avrei dovuto averlo anch'io, un padre. E anche una madre.
Ad ogni modo l'angoscia è tutta della figlia: il padre credo sia felice, perso nel suo mondo lontano, senza consapevolezza.

Carlo ha detto...

Caro Aldo, il trenino per Castel Gandolfo? Parecchio ma parecchio tempo fa. Proprio recentemente, ho scoperto che c'era il trenino che arrivava ad Ariccia e passava proprio al centro di quel ponte che, oggi, attraversando la valle che è davanti ad Ariccia, collega Albano alla stessa. Era una foto del 1917 e, se non ricordo male, fu chiusa nel 1954 ovvero 4 anni prima che nascessi io!

Ciao Aldo e buona serata. Hai raccontato in maniera delicata e, tutto sommato, pure divertente, quello che, purtroppo, sto vivendo con mio padre. Non siamo proprio a questi livelli e, per ora, tamponiamo con tanti foglietti memo attaccati per casa però, da quando ci ha lasciati mia madre... Comunque, sembra sia il destino: da piccoli erano loro a curarsi di noi. Oggi, sono loro che tornano piccoli e, a noi, ci tocca curarli.

nina ha detto...

E' struggente questo post, davvero!
Mi ci sono ritrovata avendo conosciuto da vicino questo svanire della mente...
Però voglio pensare che per un certo verso il protagonista del tuo racconto non stava male, era solo tornato a vivere nel suo tempo più bello!
Un abbraccio con tanto affetto!